AL VIA IL #POMPIDOUVIP, IL NUOVO PROGETTO DI MARKETING CULTURALE DEL CENTRE POMPIDOU. UN PERCORSO TESO ALL’ICONIZZAZIONE DEI CAPOLAVORI DELLA PIÙ GRANDE COLLEZIONE MODERNA E CONTEMPORANEA D’EUROPA
«Conosce il Centre Pompidou?» ha chiesto una volta il Presidente dell’istituzione, Serge Lasvignes, a un primo ministro cinese, che gli ha prontamente replicato: «Si certo, lo conosco bene, una volta ci sono passato davanti». Con questa battuta è iniziato l’incontro di presentazione alla stampa del #PompidouVIP che vede la creazione di un nuovo percorso di visita da proporre ai visitatori, soprattutto stranieri. In effetti, come spiega Lasvignes: «Abbiamo il 60% del nostro pubblico “fidelizzato” ovvero abituato alla frequentazione del centro e poi ci sono tutti gli altri che identificano il monumento come un’icona architettonica e null’altro». In effetti, l’architettura dell’istituzione parigina è un’opera d’arte capace di adombrare, e mettere in secondo piano, la collezione di opere in essa racchiusa. Anche se si tratta di circa 12.000 lavori, ovvero la più grande raccolta di arte moderna e contemporanea in Europa, la seconda nel mondo.
LE OPERE FARO
Nel proseguire, il Presidente racconta di come, a volte, anche nei casi in cui si è consapevoli della straordinaria collezione, non se ne conosce il contenuto e non si è in grado di individuare i lavori più rappresentativi. Ecco perché, dall’11 dicembre scorso, il quarto e il quinto piano del museo, quelli relativi alla raccolta permanente, moderna e contemporanea, sono caratterizzati da un percorso di visita che mette in risalto quelle che sono state scelte come le “opere faro” dell’istituzione, fondamentali per comprendere le evoluzioni stilistiche, formali ed estetiche dell’arte del XX e XXI secolo. «Noi non abbiamo mai avuto un’opera-icona, come ad esempio può essere la Guernica per il Reina Sofia a Madrid. Ecco perché ci siamo impegnati in un progetto che vede, in tal senso, l’individuazione di una ventina di opere adatte a questo scopo. Precisando subito che esse non sono state scelte per la loro bellezza o importanza, visto che non c’è nessuna gerarchia tra i pezzi della nostra istituzione. Abbiamo invece usato il criterio della “cristallizzazione”, ovvero la capacità di suggerire immediatamente all’anima un’emozione, qualcosa in cui ci si riconosce» spiega Lasvignes. Un progetto che ha visto, dunque, la collaborazione di conservatori, mediatori, semiologi e soprattutto del pubblico, chiamato ad esprimersi in merito attraverso questionari e sondaggi. L’iniziativa di marketing culturale ha, inoltre, la finalità di voler prendere per mano il visitatore poco esperto per accompagnarlo lungo un cammino di comprensione. Perché ammettiamolo: il Centre Pompidou non è un museo facilissimo. Vi è una tale dispersione, in termini di aree, sezioni, mostre temporanee, che il senso di smarrimento è sempre dietro l’angolo. Ben vengano allora i pannelli esplicativi e i cartellini corredati dall’hashtag #PompidouVIP a legare insieme Henri Matisse e Martial Raysse passando per Vassily Kandinsky, Pietr Mondrian, Otto Dix, Constantin Brâncuşi, Fernand Léger, Annette Messager, Sonia Delaunay, Marcel Duchamp, Frida Kahlo, Miro’, e ancora Yves Klein, Francis Bacon, Marc Chagall, Louise Bourgeois, Giuseppe Penone, Yaacov Agam, Ben, Jean Dubuffet, Joseph Beuys e Xavier Veilhan.
GLI OBBIETTIVI
Il museo intende anche fermare il prestito delle opere selezionate, o limitarlo il più possibile, in modo tale che i visitatori provenienti da tutto il mondo possano sempre trovarle in loco e non restare delusi. Si è voluto, quindi, puntare a nuova campagna di pubblicizzazione di quei lavori artistici in grado di restare impressi nell’immaginario collettivo. Uno di essi è sicuramente The Frame, l’opera di Frida Kahlo, da poco rientrata da un prestito a Lille, che intende essere presentata per il suo carattere di eccezionalità, essendo, infatti, l’unica opera dell’artista all’interno di una collezione museale europea. Cosa che, forse, in pochissimi sanno. Completano l’opera di mediazione del #PompidouVIP dei podcasts gratuiti appositamente concepiti in francese e inglese accessibili al museo tramite wi-fi oppure scaricabili a casa. In ognuno di essi si affrontano dei punti di vista specifici dell’arte contemporanea: l’opera, riflesso di uno stato/oggetto di meditazione; la nascita e sviluppo dell’astrazione; l’artista nel suo tempo, sguardo sulla società. Ogni tematica è poi approfondita da quattro opere specifiche, che rivelano i loro segreti, interrogate da un giornalista e da un mediatore culturale del museo.
IL TREND DEL MARKETING CULTURALE
Quest’iniziativa si pone certamente sulla scia di una nuova moda del marketing culturale, tesa a creare delle icone che possano associare immediatamente un museo a un’opera da andare a visitare. Anche la volontà di essere più attrattivi per il mercato asiatico ha un grande peso nella messa appunto del progetto. Si tratta, infatti, di turisti provenienti dall’altra parte del mondo, spesso molto poco avvezzi ai linguaggi artistici europei e che il più delle volte non hanno più di mezz’ora da dedicare alla visita. Tuttavia, questo è anche un modo per arrivare in generale al grande pubblico, rendendo più facile e comprensibile un primo approccio verso un museo dalla struttura e dalla collezione complessa. Perseguendo quella che deve essere la vocazione primaria di un’istituzione culturale. #PompidouVIP è, dunque, un invito a varcare con fiducia la soglia d’ingresso di quell’imponente edificio che tutti a Parigi, e all’estero conoscono. Con la promessa di non essere più intimoriti o schiacciati dalle decine di capolavori in esposizione, ma di riuscire anzi a poterli esplorare in completa autonomia.
Fonte: artribune.com – Arianna Piccolo
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