L’Orologio Astronomico di Praga rappresenta uno stupefacente esempio di ingegno e arte medievale. Esso è una delle principali attrazioni della città di Praga, capitale della Repubblica Ceca, e ogni giorno chiama a sé centinaia di curiosi. Riguardo la sua costruzione esistono numerose leggende, care ai praghesi. Una delle più famose è narrata dallo scrittore ceco Alois Jirásek.
Jirásek narra che un mastro orologiaio, Jan Růže, conosciuto come Hanuš, fu selezionato tra molti altri artigiani dal consiglio municipale per creare un dispositivo unico nel suo genere, che non avrebbe dovuto agire solo come orologio, ma avrebbe dovuto incorporare numerose altre funzioni.
Soddisfatti pienamente della creazione di Hanuš, tuttavia, i consiglieri erano preoccupati del fatto che egli avrebbe potuto replicare il progetto per committenti di un’altra città. Dopo numerosi elucubrazioni su come scongiurare il problema, giunsero infine a un infelice verdetto.
I consiglieri assoldarono alcuni uomini che, dopo aver fatto irruzione nella casa dell’orologiaio, gli ferirono gli occhi con un pezzo di ferro, portandolo alla cecità
Nonostante ciò, Hanuš riuscì a capire chi fossero gli autori e i mandanti di tale gesto. Per vendicarsi, per mezzo dell’aiuto di un suo apprendista, si recò presso la Torre della Città Vecchia e manomise il meccanismo, facendolo bloccare.
La leggenda di Jirásek termina raccontando che ci vollero ben cento anni prima che l’orologio fosse riparato e riportato alle sue originali funzioni.
Come molte altre leggende sullo straordinario orologio, quella di Alois Jirásek attribuisce la manifattura dell’orologio all’artigiano sbagliato. Stando a recenti studi e scoperte, il vero artefice del magnifico meccanismo fu l’artigiano Mikuláš of Kadaň. Egli ideò il progetto nel 1410, aiutato da un professore di matematica e astronomia dell’università di Charles, Jan Šindel. I primi cenni, presenti nella cronaca del tempo, vengono fatti risalire al 9 Ottobre 1410.
L’orologio astronomico di Praga è tra i più celebri al mondo. Oltre che il terzo orologio astronomico più antico, è anche il più antico ancora funzionante, con oltre 600 anni di servizio. La sua peculiarità e la sua origine sono alcune delle ragioni per cui un folto pubblico si riunisce ogni giorno, allo scoccare dell’ora di fronte alla Torre del Vecchio Municipio nella Piazza della Città Vecchia, dove è situato l’orologio, in attesa dell’inizio dello spettacolo in movimento (lungo 45 secondi) e di scoprire come appaia lo spettacolo del prezioso meccanismo.
Quando l’ora scocca, la parte superiore dell’orologio apre le sue finestrelle e mostra i 12 apostoli in una processione circolare. Allo stesso tempo si azionano le altre sculture lignee che contornano l’orologio. Ai lati del quadrante una delle figure in movimento, la morte, regge una clessidra nelle mani. Un’altra figura, posizionata dal lato opposto, rappresentante la vanità, ha uno specchio in mano. Altre figure, come l’Astronomo, il Filosofo o il Cronista, rimangono immobili.
Alcune di queste sculture sono riproduzioni di quelle originali, poiché queste vennero pesantemente danneggiate, alcune distrutte, dai soldati tedeschi che bombardarono la città alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tra il 7 e l’8 Maggio 1945.
L’orologio, dopo un grandioso intervento di restauro, riprese a funzionare nel 1948
Il quadrante astronomico è il più antico di tutti i componenti dell’orologio e costituisce buona parte del suo fascino. La cura e la precisione di questa componente mettono in luce l’interesse della popolazione di epoca medievale per l’osservazione dell’universo e della volta celeste.
La Terra è posta al centro di esso. Il colore blu nel quadrante rappresenta il cielo oltre l’orizzonte, mentre la controparte brunastra rappresenta il cielo al di sotto di esso. Il quadrante è formato da un anello zodiacale, uno esterno roteante, da un’icona rappresentante il Sole e da una rappresentante la Luna. Le lettere segnate in latino indicano quale lato sia l’est e quale l’ovest; nord e sud sono indicati dalle parole latine ‘aurora’ e ‘ortus’. Un cerchio zodiacale rappresenta le stelle della volta celeste, e scorre in armonia con le altre componenti.
I tre assetti del quadrante possono misurare tre diversi orari. Il primo è quello denominato ‘italiano’, o ‘vecchio orario ceco’. L’orario dell’Europa centrale è segnato dalla lancetta decorata col Sole.
Il terzo è il più particolare di tutti, poiché misura l’orario Boemo, o orario Arabo, dove l’ora è determinata soltanto dall’alba al tramonto. Durante l’estate, la giornata è più lunga, in inverno più corta.
L’orologio astronomico di Praga è l’unico al mondo che mostra l’antica ora Boema
Comparato a quello astronomico, il quadrante del Calendario ha meno funzionalità, ma è comunque di grande fascino. Al suo centro, è illustrato il simbolo della Città Vecchia di Praga e l’anello esterno reca l’indicazione di ogni giorno per tutto l’anno. Esso mostra il giorno della settimana e la sua posizione nella settimana, nel mese e nell’anno.
Poiché spesso il meccanismo dell’orologio astronomico presentò dei malfunzionamenti, esso subì numerosi interventi di manutenzione. Tuttavia, quasi nessuno era in grado di sistemarlo, e quando, nel tardo XVIII secolo, un nuovo problema si presentò ai meccanismi, gli ufficiali del posto considerarono persino di sostituirlo con un nuovo elemento, di più semplice fattura.
Fortunatamente ciò non accadde ma, per lunghi periodi, l’orologio smise di scandire le ore della città di Praga senza che nessuno fosse in grado di mettervi mano. Uno dei più lunghi lavori di restauro avvenne molte decadi più avanti, quando attorno al 1880 uno dei dispositivi dell’orologio, il quadrante del calendario, venne sostituito da una copia (l’originale è conservato presso il museo della città di Praga).
Riprendendo le forme e le caratteristiche degli antichi astrolabi, strumenti usati in epoca medievale per lo studio dell’universo, l’orologio di Praga è una vera opera d’arte e un vero gioiello. Oggetto all’avanguardia per i tempi in cui fu creato, ancor oggi desta meraviglia tra i cittadini e i turisti, i quali, nonostante gli impegni della giornata, trovano sempre qualche istante per ammirarne la bellezza e lo spettacolo in movimento.
Fonte: vanillamagazine.it – Cecilia Fiorentini
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