L’”Isola degli Dei”, dove i colori sono tanto accesi da illuminare il cuore.
Questo è uno dei tanti nomi di Bali, la destinazione più turistica ma anche più amata dell’Indonesia, che non accenna a perdere smalto nei sogni dei viaggiatori che ogni anno aspettano di raggiungerla.
Onde imponenti e spiagge fantastiche, ma quello che secondo gli stessi balinesi rende questo tratto di terra tropicale assolutamente perfetto, è la capacità di regalare sempre nuovi paesaggi e ogni volta affascinanti. Bali, infatti, è un tripudio di foreste verdeggianti, risaie e vulcani attivi ma anche di vita notturna inebriante al sud e di baie tranquille al nord.
Il periodo migliore
Tra giugno e settembre le temperature sono elevate, ma le precipitazioni sono molto scarse e l’aria leggermente più fresca. Tra novembre e maggio, invece, il caldo si fa sentire e, oltre alle piogge, potrebbero anche formarsi dei cicloni tropicali che guasterebbero ulteriormente le condizioni meteo.
Perché innamorarsi di Bali
Cosa fare a Bali è una delle prime domande che si pongono i turisti con un biglietto in mano e tanta voglia di scoprire una meta tanto lontana quanto indimenticabile. I siti che si possono visitare sono tantissimi e, oltre all’aspetto paesaggistico, molto interessante è quello della spiritualità con la presenza di diversi templi carichi di decori e colori.
Il Sud
Chi sceglie il sud non resterà indifferente di fronte alle sue chilometriche spiagge e alla spumeggiante capitale Denpasar dove si concentrano gli arrivi da tutto il mondo. Qui si trovano anche giganteschi centri turistici come Kuta, Sanur e la penisola di Bukit Badung. Kuta e Legian in particolare sono il risultato di un riuscitissimo passaparola. Due ex villaggi per pescatori, dunque, che attualmente sono due centri super vacanzieri del sud-est asiatico. Altro luogo particolarmente gettonato è la Foresta delle scimmie di Sangeh, dove in moltissimi giungono per fare amicizia con i curiosi abitanti abituati alla presenza dell’uomo. Intorno si trovano diversi alberi di noce moscata considerati sacri e, dal XVII secolo non manca un grazioso tempi dedicato al dio Vishnu. Sempidi, Lukluk e Kapal sono famosi per la bellezza dei loro templi, mentre Tabanan è una città carica di piccoli negozi cinesi e un vivace mercato. In più, una visita la merita il Museo Subak, dove si trovano tutte le informazioni sul tema “coltivazione del riso”. E poi c’è Sanur, il cui simbolo è il Grand Bali Beach Hotel, l’unico grattacielo locale e vanta una località balneare che ricorda molto i panorami europei.
Il Centro e il Nord
Nella sua parte centrale c’è sicuramente Ubud che un tempo era un idilliaco angolo di pace per coloro che volevano conoscere l’arte e le tradizioni balinesi e oggi è meta di un turismo incontrollato. Interessanti, sempre nei dintorni sono Gunung Kawi (le tombe dei re), tra i più antichi monumenti rupestri locali e Pejeng che è ricca di ritrovamenti archeologici. Al Nord, una puntatina la merita sicuramente Singaraja/Buleleng con le sue ridenti case in stile coloniale olandese e i suoi ariosi viali alberati. Il porto di Buleleng è già famoso da secoli per lo scambio navale internazionale.
I templi più belli
In tutto il territorio sono numerosi i templi buddhisti e indù che lasciano letteralmente senza fiato. Ecco i più belli:
Il Tempio Tanah Lot: si trova su un’isola di roccia sulla costa orientale, nell’area di Tabanan, ma è inaccessibile e si può solo osservare da lontano.
Il Tempio Uluwatu, sorge nella penisola di Bukit su una scogliera a strapiombo sul mare. A 75 metri sul mare di Giava è molto particolare e il suo scopo è stato sempre quello di proteggere l’isola dagli spiriti maligni e fu anche dimora del pellegrino Danghyang Dwijendra, che qui trascorse gli ultimi giorni della sua vita.
Tre luoghi a cui non potrai dire di no
Il Parco delle Farfalle: nella zona di Tabanan si possono ammirare centinaia di esemplari di farfalle e insetti tipici della zona, con mostre a tema.
Le Risaie di Tegallalang sono un vero spettacolo di verdi campi terrazzati sulle colline da non perdere.
I Giardini acquatici Tirta Gangga sono immersi nella natura e sono stati realizzati nel 1948 dall’ultimo re dei Karangasem. Bellissimo lo stagno decorato con molte statue di guardiani, dove nuotano le carpe.
Fonte: ilmessaggero.it
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