Se non possiamo andare al museo, ora è il museo a entrare nelle nostre case grazie a Internet
Google Arts & Culture
Come dice il direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Dieter Schmidt: «Evitiamo ogni contagio, tranne quello della bellezza». Ecco le collezioni e le iniziative speciali da non perdere
«Evitiamo ogni contagio, tranne quello della bellezza»: con queste parole il direttore della Galleria degli Uffizi Eike Dieter Schmidt ha annunciato Uffizi Decameron, un ricco programma di foto, video, storie dedicate all’arte e agli artisti diffusi per la prima volta su Internet per rendere meno pesanti le giornate di isolamento in piena emergenza Coronavirus. Tra le più ricche e strutturate, è una delle tante iniziative dei musei italiani che ora pensano a nuovi modi virtuali per rendere fruibili quadri, sculture, installazioni, incontri con gli artisti che on line ci accompagnano di persona tra le opere delle loro mostre.
COSA SUCCEDE
Tra i primi a rispondere all’appello del ministero per i Beni e le Attività Culturali del Turismo che, alla notizia della chiusura dei musei imposta dal governo per limitare al minimo il rischio dei contagi, ha invitato tutti i protagonisti del mondo della cultura a fare la propria parte sfruttando la potenza di Internet. Le risposte sono state immediate e ora, con gli hashtag #iorestoacasa e #artechecura, alcune tra le maggiori strutture museali diffondono in rete persino inediti contributi digitali che stanno segnando un’inaspettata e repentina evoluzione della fruizione virtuale dell’arte.
La Pinacoteca di Brera, per esempio, in pochi giorni ha creato un palinsesto di video in cui il personale del museo svela i segreti di capolavori e legge fiabe ai bambini, Palazzo Bentivoglio di Bologna ha reso il suo account Instagram una galleria virtuale in cui l’artista Sissi racconta ogni giorno con un’illustrazione come “vestire” il tempo che passa, e intanto il Maxxi di Roma propone contributi speciali anche in Lis e per ipovedenti. Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, ha detto «Attraverso la dimensione digitale saremo vicini al nostro pubblico, resteremo a casa con lui, per continuare a offrire spunti di riflessione e confronto, per creare comunità, per essere liberi di uscire col pensiero e di dedicarci in questi giorni a pensare e progettare un futuro diverso».
Tutto questo da guardare prima o dopo aver provato i tradizionali tour virtuali offerti da questi stessi musei e da tanti altri nel mondo: dai Musei Vaticani al Louvre, il Museo Archeologico di Atene, il British Museum di Londra, il Prado di Madrid, il Metropolitan di New York, l’Hermitage a San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington e altri 1200 – per ora – a portata di clic su Google Arts & Culture.
Fonte: vanityfair.it – Fabiana Salsi
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