INGRESSI CONTINGENTATI, OBBLIGO DI MASCHERINA, DISPENSER DI GEL IGIENIZZANTI SPARSI PER LO SPAZIO, LIMITAZIONE DELL’USO DELLA BIGLIETTERIA E DEI CONTANTI: TUTTO CIÒ CHE DOBBIAMO SAPERE PER TORNARE A VISITARE I MUSEI
Se ci saranno le condizioni sanitarie sufficienti, il 18 maggio ripartiranno le visite ai musei, ma in una veste molto diversa da quella a cui eravamo abituati. Intanto che mostre e istituzioni culturali si riorganizzano, facendo i conti con una situazione mai sperimentata prima, il Comitato Tecnico-Scientifico ha definito i protocolli necessari per la riapertura. Mentre molte norme saranno estese indistintamente a ogni sito culturale, una prima differenziazione è data dalla tipologia degli spazi (sito all’aperto, sito in locali confinati, sito ibrido), alle dimensioni e alla concentrazione dei flussi di visitatori. Questi ultimi sono considerati i più critici – segnalati in una tabella, al primo posto troviamo il Colosseo, con oltre 7 milioni di visitatori l’anno – e sono quelli che dovranno predisporsi a seguire le regole in modo più scrupoloso; tuttavia, data l’assenza di turismo internazionale che persisterà per lungo tempo, anche questo aspetto potrebbe essere da riconsiderare. Ecco allora di seguito il nutrito elenco di regole che dovremo seguire nei prossimi mesi per godere nuovamente dei nostri musei.
MUSEI: LE NUOVE NORME DI SICUREZZA
MUSEI: LE NORME PER IL PERSONALE
Anche il personale a partire dalla riapertura dei musei dovrà attenersi a un rigido protocollo normativo che impedisca la diffusione del contagio, con alcune condizioni garantite dal datore di lavoro. In generale, molte di queste norme sono comuni agli altri ambienti lavorativi e si possono ritrovare nei testi emanati in precedenza, come la Normativa specifica in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08 e ss.mm.ii.) o il “Protocollo condiviso con le parti sociali” di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24 aprile 2020. Al personale dovrà essere garantita la fornitura stabile di mascherine, che dovranno essere indossate correttamente all’interno degli spazi. La condizione di salute dei dipendenti dovrà essere verificata una volta rientrati dal contenimento sociale. Dovrà essere consentito lo smart working, alle figure professionali per cui questo è possibile, privilegiando chi risiede in un comune o in una regione differente. In generale, si caldeggia una riapertura graduale, anche sperimentale (su questo Milano è già partita con un piano strategico, rappresentando un possibile modello), dando precedenza ai luoghi all’aperto e ai musei che nel 2018 e 2019 non hanno mai fatto registrare alte frequenze. Si ricorda, infine, che il protocollo va applicato rigorosamente ai siti ad alta concentrazione di pubblico, ovvero quelli che superano i 100 mila visitatori annui. Per piccole strutture che hanno visitatori solo su appuntamento o limitato accesso al pubblico, queste norme sono semplificabili, pur sempre attenendosi nell’ottica della prevenzione del rischio da contagio garantendo distanziamento sociale, uso delle mascherine e misure igieniche. Ora non resta da capire se e quando i musei piccoli e grandi riusciranno ad organizzarsi. Una cosa è certa: non tutti ce la faranno per l’inizio della prossima settimana come previsto dal timing governativo.
Fonte: artribune.com –Giulia Ronchi
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