È il villaggio più amato dagli artisti, di ieri come di oggi. Cosa vedere nell’antico borgo nell’entroterra della Costa Azzurra
I turisti vanno matti per Saint-Paul de Vence, il villaggio racchiuso tra le antiche mura sulle alture di Nizza, visitato ogni anno da migliaia di curiosi che si inerpicano tra i suoi vicoli stretti, tra una fontana e una piazzetta, tra un vaso di fiori e un’insegna incisa a mano sul ferro battuto, alla ricerca dell’angolino più pittoresco da fotografare.
È il villaggio degli artisti. Non solo perché tra gli anfratti scavati nella roccia viva, nei vecchi scantinati con il soffitto a botte e nei sottoscala sono state ricavate gallerie d’arte e atelier di pittori, scultori, artigiani e designer contemporanei, ma perché qui sono vissuti alcuni dei più celebri artisti di fama mondiale.
Primo fra tutti Marc Chagall. Nel 1949, dopo la guerra, Chagall si trasferì dapprima a Vence e poi, nel ’66, a Saint-Paul, dove fece costruire La Colline, una casa – oggi privata – su chemin des Gardettes. A Saint-Paul lo si poteva vedere spesso alla Colombe d’Or o al Café de la Place, oggi locali frequentatissimi dai turisti, dove incontrava gli amici Aimé e Marguerite Maeght. Le sue opere occupano ora un posto particolare nella collezione stabile della Fondazione Maeght, alle porte del paese, al cui progetto di creazione partecipò lo stesso artista, che oggi riposa proprio nel cimitero di Saint-Paul. Passeggiando nel villaggio si possono scorgere alcune riproduzioni delle sue opere sui leggii alla rotonda dei Trious e sul sentiero Sainte-Claire, dove all’artista piaceva passeggiare.
A Saint-Paul ha lasciato le proprie tracce anche Jean-Michel Folon, che scoprì il luogo a metà degli Anni ‘70. La più importante opera da lui realizzata qui, nonché l’ultima prima della sua scomparsa, è l’interno della Cappella dei Penitenti Bianchi meglio conosciuta come Cappella Folon, nel pieno centro storico del paese, a due passi dalla Collegiata. Gli affreschi e le vetrate raccontano il suo rapporto stretto con gli artigiani locali e la sua concezione della luce e della scultura.
Durante l’occupazione tedesca, si rifugiò in questo borgo sulle alture nizzarde anche Jacques Prévert, poeta e sceneggiatore francese. Insieme all’amico e attore Pierre Brasseur vagavano per le vie deserte di Saint-Paul de Vence. Proprio qui, Prévert lavorò alla stesura dei dialoghi del film “Gli amanti di Verona” (del 1949) per il regista André Cayatte, suo vicino di casa nel villaggio. Una scena del film fu girata proprio nella campagna che circonda Saint-Paul. Ma negli Anni ’60 il villaggio fu il set di diversi film francesi di grande successo.
Era qui, giocando alla pétanque – cosa che si fa ancora nello sterrato tra il Café de la Place e l’antico lavatoio all’ingresso del borgo – o bevendo un caffè, che si coltivavano le amicizie tra artisti, registi, attori (Yves Montand era di casa) e intellettuali. Saint-Paul de Vence era considerato il Saint-Germain-des-Prés (il celebre quartiere parigino nel Quartiere latino) della Costa Azzurra e tutta la costa era, di fatto, un vero e proprio circolo artistico dove si erano trasferiti e lavoravano numerosi artisti, a partire da Picasso e Matisse.
Del resto, come i turisti oggi trovano tantissimi spunti per i loro selfie, anche allora gli artisti cercavano ispirazione tra gli scorci suggestivi di Saint-Paul. Dentro e fuori le mura. Arroccato sulla cima di un colle (lo si scorge arrivando in auto come fosse una cartolina stampata), dai “ramparts” (i bastioni) il villaggio regala alcuni punti panoramici bellissimi che spaziano dalle alture coltivate a vigneti, uliveti e agrumeti fino al mare della Costa Azzurra. Si può fare anche il giro di Saint-Paul anche camminando fuori dalle mura, dove l’itinerario didattico Henri Layet lungo le fortificazioni di Francesco I del XVI secolo, perfetto anche per i bambini che trovano pannelli multimediali (con tecnologia NFC da utilizzare con lo smartphone) e giochi interattivi, racconta un po’ la storia del borgo. I pannelli informativi allestiti nell’ambito di questo progetto valorizzano l’itinerario anche nei suoi aspetti storici e naturali.
Fonte: siviaggia.it
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