Agenzie e operatori chiedono concretezza, vogliono un’associazione che faccia ‘più battaglia e meno politica’, che difenda realmente le imprese dall’indifferenza e dall’incompetenza dei politici. L’associazione per contro alla base chiede di partecipare, perché chi resta fuori perde il diritto di lamentarsi e protestare. Perché in questo dramma epocale non c’è più posto per il diffuso vizio italiano di lasciar fare e poi criticare.
Risulta tutto forte e chiaro dalle interviste che abbiamo raccolto tra dirigenza, consiglieri, agenzie e past president di Fiavet Lazio, la regionale che da domani per tre giorni è in congresso a Grottaferrata.
Insomma non ci sono più margini, ognuno deve fare la propria parte. Perché è vero che senza i loro iscritti le associazioni non esistono, ma è vero anche che senza le associazioni agenzie e operatori non avrebbero visto un soldo di aiuti.
Dunque questo congresso – oltre al dibattito e alla formazione – ha tutto quel che serve per una resa dei conti, per dirsele tutte e ripartire, se possibile (in chiusura torna il vecchio utile open forum). Oppure no, se nessuno avesse voglia di andare in fondo. E sarebbe un vero peccato per tutti. Forse non è proprio il momento di buttar via il bambino con l’acqua sporca.
“Il congresso non elimina i problemi ma serve a ritrovare coraggio e voglia di fare, a inventare insieme i turismi del futuro, con tanto dibattito e tanta formazione. Spero che gli associati lo capiscano, che stavolta bisogna davvero esserci. Perché è faticosissimo uscire da questi due anni di angoscia, da soli si rischia di non farcela” : il presidente Stefano Corbari chiama a raccolta la base al congresso di Fiavet Lazio. il secondo dopo quello del 2019.
Le regionali raramente vanno a congresso ma il momento è drammatico, e Fiavet Lazio compie ora i suoi primi 60 anni. “Chiuderemo con l’open forum – dice Corbari – stavolta prima di tutto i vertici ascolteranno gli associati. Accettiamo ogni critica, ma questo è il momento di partecipare. Idee e proposte concrete saranno anche il nostro contributo al nazionale, perché è li che si fa la strategia di difesa delle nostre aziende”. Il filo conduttore è l’emergenza, naturalmente.
I corridoi e gli aiuti: “Se una meta passa di colpo in fascia E gli operatori devono rimborsare. Secondo noi, e credo tutte le regionali, non può ricadere tutto e solo sulle spalle dell’organizzatore, un qualche paracadute va previsto, deve intervenire il governo”.
Quanto agli aiuti: “Non basta prolungare la CIG, non ci dicessero che ci hanno già aiutati, perché qui non si tratta di rischio di impresa, è un intero settore che implode per cause esterne. Se ci mollano saltano migliaia di posti di lavoro. È un problema sociale”.
Per ripartire. Il congresso scava sui fondamentali. “Per esempio – dice Corbari – ha ancora senso vendere biglietterie in agenzia? Poi parleremo di rapporti con istituzioni e enti locali, di un nuovo modello collaborativo per i piccoli operatori a confronto con il monopolio, dell’aiuto che serve a chi gioco forza entra nell’incoming, di certe figure dell’abusivismo che credevamo di aver battuto con le nuove norme e invece imperversano più forti di prima. Parleremo di reti di impresa, di nuove figure professionali che vanno regolate, di giovani agenti e di una nuova visione della professione. Abbiamo relatori importanti e competenti. Ma bisogna esserci. Dobbiamo darci da fare, e farlo insieme”.
Cesare Altobelli è uomo Fiavet di lungo corso, consigliere nel Lazio con delega per la provincia di Latina, probo viro in Fiavet nazionale. “Sarà il vero confronto tra base e dirigenza, sempre fallito in passato… Perché i problemi sono comuni ma le soluzioni non possono esserlo, e la base si deve esprimere. Forse non abbiamo mai saputo comunicare, però anche la nostra offerta di servizi e formazione ha ricevuto sempre un’accoglienza scarsissima.
“Il congresso servirà anche a far conoscere piccoli e medi operatori laziali che nulla hanno da invidiare ai grandi marchi per capacità professionale, produzione e personalizzazione. I loro clienti non sono mai ridotti a numeri. Fiavet Lazio potrebbe farsi garante dei to associati, le nostre agenzie devono tornare a sentirsi libere e indipendenti, non solo distributori di cataloghi per pochi marchi.
“E c’è in ballo la revisione della legge 13, la legge regionale che deve proteggere noi e i clienti dall’abusivismo, in congresso avremo le istituzioni. Parleremo anche di reti d’impresa, di Latium Experience e del nuovo bellissimo prodotto Cethegus, sull’Agro Pontino e i borghi antichi dei monti che la circondano”.
Piace al past president Ernesto Mazzi questa Fiavet Lazio: “Dal congresso mi aspetto proposte e soluzioni concrete, richieste chiare da portare al nazionale che per competenza affronta i grandi temi della tragedia che viviamo. Vedo continuità tra la mia Fiavet e questa di Corbari, cui va riconosciuto il merito di un grande impegno per questo secondo congresso, che tratta tutti i temi gravissimi del momento. Altre associazioni semplificano, Fiavet Lazio cura tutti: ougoing, ricettività, incoming, riunisce tutte le componenti dell’industria, e ci saranno relatori di spessore.
“C’è ancora il grande problema dei voucher, noi agenzie siamo schiacciate tra fornitori e clienti. Ma molti di noi hanno già chiuso, altri hanno usato ogni risorsa per tenere in piedi le aziende. La gente va tutelata, magari con prestiti a lungo termine, dovrà occuparsene il nazionale con le istituzioni. Ora ci vuole molto raziocinio, tenere la macchina in ordine e pronta a ripartire”.
“In congresso mi auguro di vedere finalmente solidarietà tra le agenzie. A parole sempre tanta, poi ognuno va per la propria strada”: è l’appello scorato e accorato di Rodolfo Quattrini di Conti Travel, una delle imprese fondatrici di Fiavet Lazio 60 anni fa.
“Ora forse i giovani cominciano a capirlo, ma noi prima ci siamo persi tra diffidenza e concorrenza, ognuno si teneva i fatti suoi. Adesso è ora di collaborare, fare cose insieme ci renderebbe più uniti, e più rappresentati.
“Anche questo proliferare di associazioni ci rende sempre meno credibili su tutti i tavoli. Perché ognuno con la politica va a dire la propria. Così va a finire come con i corridoi, che per aiutarci hanno aperto precisamente le mete del charter del nuovo monopolio…Mentre sarebbe il caso di pretendere regole chiare per partire: la compagnia ti dice una cosa, l’ambasciata un’altra, un’altra ancora Viaggiare Sicuri.
“È un disastro essere così divisi – continua Quattrini – perché senza le associazioni non avremmo avuto gli aiuti economici. È ora di partecipare, perché anche qui i veri colpevoli siamo noi, da bravi italiani sempre in cerca di qualcuno cui dare la colpa dei nostri guai. Non si partecipa ma poi si critica, ci sono i servizi anche gratis ma non li usiamo. Così non se ne esce”.
Ezio Biagioli, uomo di lunga militanza Fiavet, non le manda mai a dire: “Lo dico a tutti, sono disgustato da tutte le associazioni, nessuna ha fatto quel che serve alle imprese. Non mi piace neppure questo congresso, sbagliato il momento, sbagliato che costi, inutile parlare dopo che da dicembre del 2020 le associazioni di fatto non dicono niente. Allora abbiamo avuto aiuti per il periodo fino ad agosto 2020, poi più nulla.
“Noi lavoriamo sul futuro, certo non dipende dalle associazioni ma se qualcuno va a parlare con il ministro deve chiedere programmi e chiarezza. Altrimenti è inutile. Abbiamo i corridoi, ma per esempio il governo non riconosce il vaccino russo, lo Sputnik. Non possiamo andare in Russia ma a Sharm si, che è piena di russi non vaccinati. C’è una logica? sono tutte scelte di gente che non sa quel che fa… Però voglio che qualcuno me lo spieghi. Abbiamo discusso per anni in Consiglio da Fiavet Lazio se restare o no nella Federazione, non condividevamo politiche e sistemi del nazionale. Non mi riconosco più in questa Fiavet ne in questo sistema di produzione. Nessuna associazione ha cavalcato il mutamento, sono rimaste aggrappate a un sistema vecchio di almeno 30 anni. Basti per tutte la storia del fondo di garanzia: nell’incontro organizzato da Federica Falchetti al Cicerone vennero gli esperti a dircelo chiaro, che avremmo dovuto farne uno solo, efficiente e trasparente. S’è visto come è andata, e di associazioni ora ne abbiamo otto o nove, mi pare… c’è chi sta in più d’una”.
«Da decano dell’associazione forse posso dirlo con sincerità. Non mi hanno convinto certi discorsi usciti dal nazionale nell’ultimo TTG. Mi pare si faccia più politica che vera battaglia”. Tra critico e sconsolato Mauro Mascipaolo, titolare della storica Cassia Travel di Roma In Fiavet da sempre, entra in dettaglio. “Per esempio dovremmo affrontare le compagnie aeree per i rimborsi…si sono tenuti i soldi per mesi e mesi. E non solo i voucher, le compagnie low cost lesinano i rimborsi, senza dire dei call center che ti addebitano costi folli anche quando non rispondono. In generale non abbiamo una fonte di informazione affidabile, da nessuno, mentre tutto cambia di continuo.
“Io vorrei che le associazioni avessero più forza politica, siamo stanchi di vedere gente in TV a dire che il turismo è ripreso…vorremmo sentir dire che gli italiani non viaggiano più, che senza outgoing soffre anche l’incoming. Vorrei un atteggiamento più concreto, vorrei che contassimo di più”.
“Io spero sia chiaro a tutti che senza le associazioni di fronte al Covid non avremmo ottenuto un soldo di aiuto. Che l’unica associazione forte è quella in cui gli associati sono presenti e collaborano. C’è ancora chi pensa che siamo pagati per stare sulle nostre poltrone…i consiglieri non prendono un soldo, né hanno benefit per le loro imprese”.
Presidente di Fiavet Lazio dal 2003 al 2009, poi un mandato da presidente nazionale, Cinzia Renzi ora è in Assoviaggi Confesercenti, responsabile per il Lazio.
“Essere in un’associazione – aggiunge – è crescere, formarsi, è fare rete commerciale. La base spesso non ha idea di tutte le opportunità e dei servizi di cui dispone. Negli anni le quote associative si sono molto ridotte, basterebbe ‘usare’ l’associazione per rientrare ampiamente.
“Lasciai la regionale perché non mi riconoscevo più nella conduzione nazionale, ma quella Fiavet Lazio mi resta nel cuore. Avevamo oltre 400 iscritti molto attivi, che erano la nostra forza, ci si credeva. Anche se non si capiva ancora il valore della comunicazione, e con le istituzioni la vincevano gli albergatori. Ma prendemmo un ufficio stampa, guadagnammo molta visibilità. Tuttavia pure allora quando ci fu da lottare, ad esempio contro Trenitalia per le commissioni, finimmo in pochi a fare la guerra vera. La scarsa reattività della categoria è una vecchia storia. Le agenzie forse hanno anche frainteso il ruolo dei network, che tutto è salvo che rappresentativo con le istituzioni. È mancata l’innovazione che serviva, sia nelle agenzie che nelle associazioni. È ora di svegliarci”.
Marco Borghesi è da pochi anni in Fiavet con il suo operatore Tibiworld. “Ma con una testa e una cultura fortemente associative”. E da questo congresso si aspetta molto. “Servono più aperture, bisogna che si curino le esigenze di tutti, perché dobbiamo rialzarci tutti insieme. Noi stiamo lavorando per questo”.
E non solo è un modo di dire. “Con un gruppo di colleghi associati stiamo cercando di unire le forze e fare squadra, di condividere gli obiettivi anche sul campo di una sana concorrenza. Questo io credo sia veramente innovativo, un cambiamento necessario nell’approccio al lavoro. Anche Fiavet deve guardare più avanti, e c’è una nuova corrente di pensiero che dalla base sta spingendo avanti l’intera regionale.
“Poi l’associazione ci deve aiutare con le compagnie aeree, c’è bisogno anche di loro. Alcune ci sono state vicine, sono state molto flessibili, ci hanno aiutato a gestire i passeggeri con un’operatività tutto sommato accettabile. Speriamo che la flessibilità non si perda più, per ripartire ce n’è un gran bisogno”.
“Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, ma chiarirsi è importante per capire e orientarsi. E quest’occasione il congresso ce la offre”. È positivo Franco Cedroni, Viaggi del Firmamento, da oltre 13 anni in Fiavet e per un mandato anche consigliere. “Partecipare è nel nostro interesse. Forse tre giorni sono tanti ma sono necessari, con il programma così intenso e approfondito messo insieme da Fiavet Lazio. Viviamo un passaggio epocale, forse nulla sarà mai più come prima, il tour operating che conosciamo sta per finire e dobbiamo reinventarci. È ancora tutto da fare, e si gioca su tecnologia e comunicazione. Lo vedo in azienda, anche solo per la sicurezza sanitaria il nostro lavoro è totalmente cambiato. In tre giorni questo Congresso tocca tutti i temi più importanti, più di questo non si poteva fare.
“E si è vero che le nostre associazioni sono troppe, ma troppo poche non basterebbero neppure. Conta invece che abbiano influenza politica, anche perché abbiamo sempre a che fare con gente di governo che non sa di cosa parla, e non sa nulla del nostro lavoro”.
Il programma del congresso e la sceda di iscrizioni al seguente link: https://www.fiavet.lazio.it/congresso-2021/