Durante il mio viaggio in Egitto, ricevo inaspettatamente un regalo: la visita al sito di Abu Simbel viene organizzata nel pomeriggio! In macchina, con un piccolo gruppetto di amiche e la guida che ci accompagna, lasciamo la splendida Assuan e ci inoltriamo nel deserto nubiano, attraverso un’infinita striscia asfaltata circondata da dune di sabbia color oro. E’ veramente sorprendente assistere al miraggio…. piccole rocce scure a forma di piramide, sparse qua e là nel panorama sabbioso, sembrano sospese sopra un’immaginaria distesa di acqua che si congiunge all’orizzonte!
Davanti a me l’intenso colore blu delle acque del lago Nasser contrasta con l’arancione delle rocce che si accendono con gli ultimi raggi prima che il sole raggiunga l’aldilà, l’ambita destinazione ultraterrena degli antichi Egizi. E poi… i due templi si presentano davanti ai miei occhi in tutta la loro bellezza!
Percorro l’ingresso situato al centro della facciata del tempio principale tra le maestose rappresentazioni di Ramses II e vado direttamente al santuario, scortata lateralmente dalle statue del mio faraone preferito raffigurato con i tratti di Osiride, dio e giudice supremo nel Regno dei Morti. Sono da sola!
Vengo investita da una forte energia quando mi trovo al cospetto delle quattro divinità: Ramses II divinizzato, Amon-Ra, il dio del sole e padre degli dei, Ra Hor Akhti, il dio Horus-falco con il disco solare e Ptah, il dio delle tenebre.
E’ qui, che due volte all’anno, attualmente il 22 febbraio e il 22 ottobre, giorni del compleanno e dell’incoronazione di Ramses II, accade lo straordinario! All’alba, il primo raggio di sole, che si leva dalle acque, originariamente del Nilo, illumina il volto della statua di Ramses II conferendo energia vitale al più grande faraone di tutti i tempi e, successivamente, la luce raggiunge anche le statue delle due divinità ai suoi lati, lasciando nell’oscurità Ptah, il dio delle tenebre. Due date ricche di significato in cui il santuario è perfettamente allineato con il sole. Gli antichi Egizi, ancora una volta, ci danno prova di essere stati dei raffinati astronomi in grado di creare un legame tra la scienza e le tradizioni tante care ai loro regnanti.
Così fece scrivere Ramses II, che celebrò sé stesso attraverso la costruzione di numerosi templi sparsi in tutto il suo vasto Regno. I più importanti sono sicuramente quelli di Abu Simbel che meglio incarnano la grandezza e la potenza del regnante. Completati nel 1265 a.C. e scavati all’interno di una montagna, i due templi commemorano le gesta del sovrano e l’amore tra il faraone e la sua amata, la regina Nefertari, la sua sposa preferita, che amò intensamente e che rispettò al punto da rappresentarla alla sua stessa altezza e deificarla ancora in vita. Il tempio è dedicato alla dea Hathor, dea dell’amore e della maternità.
Per far fronte alla terribile siccità del Paese, nel 1960 il presidente egiziano Nasser iniziò la costruzione della grande Diga di Assuan da cui derivò la formazione di un imponente lago artificiale. Il progetto diede nuova vitalità all’economia del Paese ampliando i terreni coltivabili e incrementando la produzione di energia elettrica. L’innalzamento del livello delle acque rese necessario il trasferimento di numerosi siti archeologici destinati a scomparire, tra cui i templi di Abu Simbel. Con l’aiuto di 113 Paesi e dell’’UNESCO, che inviarono uomini e finanziamenti, i templi furono tagliati in blocchi, numerati e rimontati 180 m più in alto e 60 m più indietro rispetto al punto precedente e inseriti in una cupola che ricrea la stessa montagnetta originaria. Fu rispettato l’orientamento del tempio di Ramses II per permettere l’allineamento del santuario con il sole, posticipando soltanto di un giorno le due date in cui il primo raggio dell’alba penetra nel tempio, quando il faraone divinizzato si unisce simbolicamente alle altre due divinità.
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