Con le sue radici inglesi, africane e indo-occidentali, Barbados è un interessante mosaico di culture ha tradizioni e valori autentici che nel tempo hanno dato vita all’identità dell’isola che si riflette nel suo eccezionale patrimonio storico, culinario e artistico

Sebbene siano stati i marinai portoghesi  nel 1500 a dare il nome di “Los Barbados” all’isola, la più orientale delle piccole Antille gli europei non furono i primi ad abitarla. Il merito va agli Amerindi, che arrivarono dal Venezuela, seguiti poi dagli Aurachi e nel tredicesimo secolo dai Caribi. Tuttavia, quando nel 1627, arrivarono i primi coloni inglesi, l’isola era pressoché disabitata dando quindi avvio a quella che, per 334 anni, sarebbe rimasta una colonia dell’impero britannico.

Barbados, con il suo territorio pianeggiante ed un clima ideale , offriva le condizioni ideali per la coltivazione della canna da zucchero, favorendo quindi la nascita di piantagioni e, conseguentemente, l’avvio di lavoro servile e schiavitù. Il successo del commercio di zucchero, rum e melassa portò nell’isola una grande ricchezza e migliaia di schiavi africani. Tuttavia, nel 1833, con l’affermarsi del movimento abolizionista, Barbados divenne la prima nazione al mondo ad abolire la tratta degli schiavi ma è solo dopo il 1838 che i prigionieri vennero davvero liberati mentre la vera emancipazione era ancora un sogno lontano. Colonia inglese dal 1627, Barbados ottenne la completa indipendenza dall’impero Britannico solo nel 1966 pur continuando a far parte del Commonwealth.

SITO VIAGGI E OFFERTE