Arrivare alle Vergini Americane è arrivare a St.Thomas. Qui, infatti, è la capitale Charlotte Amalie. L’isola è la sede di uno dei due aeroporti dell’arcipelago: Ciril King Airport.
St.Thomas si estende su 85 chilometri quadrati, è lunga circa 21 chilometri e larga solo 8 chilometri: in sostanza la sua dimensione è paragonabile a quella di Manhattan.
Un versante costiero si affaccia sull’Atlantico ed uno sul Mar dei Caraibi.
Le sue montagne raggiungono un’altitudine di 457 metri, oltre ogni aspettativa; l’isola è assai montagnosa e le sue strade s’inerpicano ripide nei villaggi così come nella capitale. La sua vegetazione pertanto varia sensibilmente: dalla macchia tropicale, ad alberi che appaiono come ulivi sulle pendici collinari, per arrivare a piante cactacee e cespugli .
Gli abitanti di St.Thomas si chiamano St.Thomians, d’origine Africana. Oggi il mix culturale è ampio considerando i residenti giunti dagli USA e gli internazionali: Francesi, Italiani, Cinesi, Caraibici in generale.
Da St.Thomas si raggiunge la piccola St.John grazie ad un servizio di traghetti pubblici, che impiegano circa 20 minuti di tragitto da isola ad isola. Sempre da St.Thomas ci s’imbarca a bordo dell’aliscafo per raggiungere la più lontana St.Croix in circa 90 minuti, oppure si sceglie l’idrovolante che impiega solo 18 minuti.
St.Thomas è decisamente l’isola “glamour” delle Vergini US, dove non a caso alcuni tra i più rinomati marchi internazionali della tradizione alberghiera contano su resorts di lusso ed alberghi.

IMPRESSIONI SULLA CAPITALE

Il lungomare di Charlotte Amalie è un mix di Coney Island, Greenwich Village e Wall Street: questa è l’impressione per chi giunge nel maggior porto crocieristico dei Caraibi. Ma quest’impressione svanisce lentamente appena vi addentrate nella cittadina ridente che distribuisce i suoi caseggiati coi tetti rossi, dal mare fino sopra la collina: è una città pastello che si adagia su tre colline distinte che i marinai chiamano ancora Fore Top, Main e Mizzen. Viuzze strette, pavimentate a ciottolato, con antichi nomi Danesi, magazzini coloniali d’antica terra cotta e pietra corallina che hanno saputo resistere ai venti ed agli uragani, nonché all’erosione dei secoli e del salmastro. Viali attraversati da brezze dolci dei tropici, vecchie mura, vecchi mattoni e scalinate di pietra. Il lungomare è lungo circa 2 chilometri, composto di un’unica strada a quattro corsie, sempre e comunque trafficata sia di giorno sia di notte ed è l’unica sull’isola che serve sia da bacino per gli yacht su di un lato, sia da passeggiata coi caffè ed i ristoranti, le banche, i negozi, allineati l’uno dopo l’altro sul lato opposto. Ormeggiati sul lungomare gli yacht: non a caso St.Thomas vanta una delle maggior flotte di yacht e barche del mondo.
Un tempo, le grandi imbarcazioni ed i vascelli scaricavano direttamente le merci ed i passeggeri sul lungomare, mentre le grandi navi stavano fuori del porto. Le merci erano direttamente stoccate nei magazzini delle Indie Occidentali. Oggi questi magazzini sono stati trasformati in boutique e negozi sulla Main Street. Costruzioni solide con grandi arcate, con ventilazione naturale ove i mercanti di un tempo potevano conservare le merci ed i liquori ad un’ottima temperatura, proteggere profumi e spezie dal clima tropicale.
Il flair è molto casual: sul lungomare s’incrociano tutti, dai turisti ai crocieristi, dal businessman all’artista, dal VIP al milionario.

Da questo punto si raggiunge la Main Street grazie ad un labirinto di stradine e passaggi, che ricordano i vecchi bazaar delle cittadine africane o del medio oriente. Sono strade ombreggiate, fresche, mini-strade romantiche che un tempo erano invece usate quale deposito d’immondizia dai locali isolani.
La Main Street: l’oasi da oltre un milione di dollari di turisti, il paradiso dello shopping e del crocerista “mordi e fuggi” ove ogni giorno è shopping-day e ove difficilmente si riesce a farsi strada tra il brulichio di passanti e le auto. Ma tutto si ferma alle cinque di sera, quando le botteghe chiudono i battenti ed il quartiere – formato solo da quattro isolati – si trasforma completamente. Sembra quasi deserto. Dopo la Main Street c’è la Back Street. Ci si arriva dopo aver percorso un altro labirinto di stradine, punteggiate tutte da uffici e attività commerciali che trovano sede in antiche dimore storiche, con piccoli e deliziosi giardini. Qui risalta il fascino coloniale Danese, intatto, senza marciapiedi. Qui iniziano i pendii e le salite per portare alla parte “aristocratica” di Charlotte Amalie, la zona residenziale, tra palazzi dell’epoca con candelabri di cristallo, fino alla collina. Le ville moderne dell’area “suburbana” dominano lo spettacolo di una delle più belle vedute dei Caraibi: una visione globale dell’arcipelago delle Vergini, del porto e dei docks. San Francisco ? No Charlotte Amalie !

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