Eccezionalmente longevo, visse per 91 anni e governò per quasi sette decenni caratterizzando un’epoca con importanti cambiamenti politici e artistici che hanno lasciato un’impronta indelebile nel Paese.
Ancora in vita entrò nella leggenda avendo dato prova di straordinario coraggio durante le battaglie, avendo lavorato incessantemente per il miglioramento della vita dei suoi soldati, della sua numerosa famiglia e dei suoi sudditi, nonché avendo edificato innumerevoli meravigliosi monumenti e templi che ancora oggi testimoniano la grandezza della sua persona.
Possente guerriero, alto 185 cm, aveva un portamento regale con il naso aquilino e occhi quasi a mandorla incastonati in un volto ovale con labbra carnose, zigomi alti e mascella ben definita. Aveva la pelle bianca e i capelli erano di colore rosso fulvo, cosa molto rara in quel territorio, che incuteva timore e rispetto in quanto il rosso era il colore attribuito a Seth, il dio del caos, delle tempeste e della violenza.
Aveva un atteggiamento orgoglioso e ostinato
che esprimeva un’aria di suprema maestà!
Sin da piccolo, il padre, il faraone Seti I, lo scelse come principe ereditario, educandolo in ambito militare e conducendolo con sé durante le visite ufficiali e ai cantieri regali, permettendogli di acquisire capacità e potere. Si racconta che Seti I apparve in pubblico con il piccolo tra le braccia e disse “Fatelo apparire come un re, affinché io possa vedere tutta la sua bellezza, mentre sono ancora in vita!“
Gli posò la Grande Corona sulla fronte, mentre ribadiva che “sarà Ramses II a dirigere il Paese, ad occuparsi dei pubblici affari e a comandare il popolo”…. grandissimo era l’amore per il figlio!
Gli costruì un palazzo e scelse mogli e concubine cresciute nell’harem reale.
La regina madre Tuia ricevette particolari onori dall’amato figlio che la assimilò ad Hathor, dea dell’amore e della maternità che si credeva accogliesse le anime nell’aldilà.
Si ritiene che Ramses II, per affermare di essere un semidio predestinato a regnare, elevò l’origine dei genitori, rappresentandone la discendenza divina in molti monumenti e templi. Egli si celebrò come figlio di Amon, il Dio creatore e Tuia, essendo amata e desiderata dal Dio supremo, venne fortemente venerata.
La prima moglie, Nefertari, fu la prediletta del faraone, la più amata, a tal punto da dedicarle uno dei due templi ad Abu Simbel, scolpiti nella roccia per essere destinati all’eternità. Donna di grande intelligenza e bellezza, era in grado di leggere e scrivere i geroglifici egizi e rivestì un ruolo chiave nella vita diplomatica del Paese. Sposò Ramses II da giovanissima e diede alla luce diversi figli. Nefertari si occupava prevalentemente della zona a sud del Paese, mentre la seconda moglie, Isonofret, di quella a Nord, ricoprendo anch’essa un ruolo importante a corte.
Molte furono le altre spose del potente Ramses II, che erano le prime Spose Reali della XIX dinastia equiparate al moderno concetto di “regina consorte”.
Il matrimonio con la principessa Maathorneferura, ebbe uno scopo politico volto a consolidare il trattato di pace con il re Ittita Hattušili III, suo padre. Si narra che la sposa arrivò in Egitto, per essere introdotta al faraone, con un’imponente cerimonia e una ricchissima dote e che fu onorata come una dea!
Quando Ramses II morì, fu sepolto nella Valle dei Re, dopo che furono celebrati i riti della mummificazione. Nella tomba vennero posti i preziosi sarcofagi e il corredo funebre che, secondo le credenze, avrebbe accompagnato il defunto sovrano nell’aldilà.
La mummia di Ramses II è custodita al Museo Egizio del Cairo, a testimonianza della sua grandezza e immortalità!
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