Le nuove tendenze del verde urbano guardano verso l’alto. Una carrellata di giardini verticali da una parte all’altra del mondo.
Le nuove tendenze in materia di giardini urbani sono sempre più orientate verso la biodiversità e il contenimento degli effetti causati dal riscaldamento globale. Tra le soluzioni maggiormente adottate nell’ultimo decennio, vi è il giardino verticale. Questa alternativa scardina la più ovvia idea di crescita orizzontale del verde, dando vita a una miriade di soluzioni creative.
Di fatto i giardini verticali aggiungono verde e vegetazione dove fino a poco tempo fa era impossibile operare, cioè su pareti di edifici, sui tetti, sui lastrici solari, sui parcheggi. Viene così ampliata la capacità di termoregolazione naturale delle costruzioni, la protezione da agenti atmosferici come le polveri sottili e i rumori, il filtraggio delle acque piovane, migliorando in generale le condizioni di vita in città.
PATRICK BLANC
Quando si parla di giardini verticali, non si può non parlare di Patrick Blanc, l’artista paesaggista pioniere dei giardini verticali. “Le mie ispirazioni derivano esclusivamente dalla natura, dalle sue forme, colori, capacità di adattamento. In natura troviamo un’infinità di piante che crescono in verticale, si arrampicano su rocce, sassi, o pareti, dai Tropici al Giappone, dal Canada al Mediterraneo.
Nei miei giardini utilizzo centinaia di specie diverse, che dialogano tra loro e creano biodiversità. Funghi, alghe, muschi, felci sono alla base di questa importante ricerca botanica”, ci ha raccontato Blanc durante il Forum Mondiale sulle Foreste Urbane a Mantova. Tra le sue numerose creazioni vanno menzionati il giardino verticale per il Museé du quai Branly a Parigi, con l’architetto Jean Nouvel, e per il Museo Caixa Forum di Madrid: entrambi compongono una sorta di spettacolari quadri vegetali.
Esempio italiano è il pluripremiato Bosco Verticale di Stefano Boeri Studio, due torri residenziali che ospitano oltre 2 mila essenze arboree e arbustive diverse, distribuite sulle varie terrazze in facciata. A collaborare al progetto la nota agronoma e paesaggista Laura Gatti.
VIETNAM E SINGAPORE
In Vietnam, nei pressi della storica città di Da Nang, è sorto il Babylon Hotel, albergo progettato dall’architetto Vo Trong Nghia con elementi naturali come bambù e pietra. Una fitta vegetazione rampicante è lasciata libera di crescere sull’involucro della struttura fino a coprirla totalmente. La città di Singapore ha deciso di trasformarsi in ‘città-giardino’. Esempio di progettazione ecologica e funzionale, Singapore eccelle nella creazione di ambienti verdi sia pubblici sia privati. Tra questi l’ambizioso progetto per i nuovi giardini botanici Gardens by the Bay. Ideati dallo studio di landscape design Grant Associates e dallo studio Gustafson Porter + Bowman offrono ardite strutture come le maestose sagome di Cloud Mountain e Super Tree, sopra le quali migliaia di specie vegetali si arrampicano fino alla vetta.
Altro noto esempio è il Park Royal Hotel, progetto del team di architetti WOHA. Ospita un hotel e degli uffici, completamente immersi in una foresta tropicale rampicante. Vero e proprio angolo di giungla in città, l’edificio presenta lussureggianti giardini pensili che raccolgono le frequenti piogge, facilitano l’isolamento termico, mitigano l’inquinamento dell’aria.
Fonte: Artribune.com ‒ Claudia Zanfi
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