Strade acciottolate e in lontananza echi di musiche ritmate, mentre gli edifici, illuminati dai caldi raggi del sole, si vestono di sfumature brillanti e si accendono di colore. Questo è il cuore de L’Avana (La Habana Vieja), dove le tradizioni si perdono ancora nel passato e alle auto d’epoca si contrappongono balli tipici, dimore coloniali e il sorriso immancabile dei più anziani che sorseggiano rhum, con il sigaro locale in mano.
Il tour nella sua parte storica, traccia un cammino diviso in un dedalo di viuzze che attraversano un nucleo di sette isolati per due, restaurato, a formare un romboide. Le principali piazze sono agli angoli e i gioielli architettonici non si contano, distribuiti su diversi percorsi spesso pedonali. Attenzione però: il caldo, a volte, può essere opprimente, quindi meglio intraprendere il giro di mattina.
La passeggiata può iniziare dall’angolo sud-ovest di Plaza de Armas: su Calle Obisco spiccano case coloniali con balconi lignei, portoni in mogano e architettura particolare. Sulla stessa strada, al numero 119, c’è una libreria che rappresenta la casa più antica della città, proprio accanto al Museo de la Orfebreria, che espone manufatti in argento. Raggiungendo Calle Oficios si incontra la Casa de los Arabes, dedicata alla cultura araba a Cuba. Di fronte, invece, ecco il Deposito del Automovil che espone auto d’epoca. Proseguendo fino a la Plaza de San Francisco.
Andare per dimore coloniali
Le più belle de La Habana Vieja si trovano nell’isolato di fronte alla Iglesia y Convento de San Francisco de Asis. Tra queste spicca la Galeria Carmen Montilla Tinoco con facciate verde chiaro e rosa pallido. In zona c’è anche il Museo Palacio de Gobierno con un atrio neoclassico che prende luce dalle vetrate policrome. Ha ospitato nel tempo la Camera dei Rappresentanti, il Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Comunale. Oggi espone oggetti storici.
Tra musei e curiosità
Da non perdere è certamente uno sguardo al Coche Presidencial Mambi, un antico vagone ferroviario presidenziale, che occupa lo spazio tra il Convento prima citato e la Antigua Camara. Superata Plaza Veja, ci si può dirigere verso il Museo del Chocolate, per provare diverse varietà artigianali. Se cercate una zona di sicuro effetto, il vostro indirizzo è la Casa de la Obra Pia, nell’omonima via, dalla facciata giallo chiaro e crema, che risale al Cinquecento. Apparteneva a un uomo buono, le cui opere caritatevoli hanno dato il nome alla strada. Sempre sullo stesso tema, chi ama la cultura africana, può visitare a Calle Obisco, Casa de Africa.
In zona, altre esposizioni interessanti sono quelle del Museo del Tabaco, a Calle Mercaderes, sopra alla Casa del Tabaco, con oggetti a tema e, soprattutto, la curiosa Maqueta del Centro Historico che espone un modello in scala 1:500 de La Habana Vieja. E, ancora, se avete tempo non perdete la possibilità di fermarvi all’Hotel Ambos Mundos e salire alla Camera 511 dove soggiornò Hernest Hemingway e vi scrisse Per chi suona la campana. Per concludere il giro, dirigetevi verso Plaza de la Catedral, continuate verso Calle San Ignacio che sfocia in Calle Tacon. Questa strada rappresentava il confine de La Habana Vieja e ancora oggi corre parallela ai resti delle mura fortificate della città. Prima di tornare in hotel, infine, dare una occhiata alla facciata barocca del Seminario de San Carlos y San Ambrosio, gesuita, fondato nel 1774 ma oggi chiuso al pubblico e al caratteristico mercato dell’artigianato che si allunga fino alla plazuela all’incrocio fra Tacon e Empedrado.
Fonte: ilmessaggero.it – Francesca Spanò
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