La metamorfosi di Formentera: da isola della movida a meta ecosostenibile per le famiglie
Il governo locale ha detto stop all’invasione chiassosa dei turisti e ora sta cercando di voltare pagina.
Da tempio della movida a destinazione per famiglie. Ecco servita la metamorfosi turistica di Formentera, l’isola più caraibica delle Baleari, meta prediletta di calciatori, vip e presunti tali. Fin dagli anni Sessanta, quando i Pink Floyd ci trovarono ispirazione per comporre la colonna sonora del film “More” e Bob Dylan individuò al mulino de La Mola il buen ritiro per staccare qualche settimana dai riflettori.
Ma allora era ancora un rifugio hippie. Poi negli anni Ottanta hanno aperto i chiringuiti, l’hanno scoperta i tour operator e dagli anni Novanta in poi è stato un crescendo continuo: di locali, di veicoli, di turisti. Specialmente italiani, che ne hanno fatto una colonia estiva attirandosi inevitabilmente le antipatie degli spagnoli.
Ora però la bolla pare essere scoppiata, e il governo locale – di orientamento ecologico e progressista – ha detto stop. «Formentera non è Ibiza. Dai 12 mila residenti che ci sono durante l’anno, d’estate si arrivano a contare 50 mila persone: quattro volte tanto. E’ un’invasione che l’isola non può più sopportare», dice il responsabile del Tourism Board, Carlos Bernús.
Da qui la svolta ecosostenibile dell’isla, che da qualche tempo ha cambiato la propria politica puntando su una clientela più adulta e responsabile. Meno sballo e mondanità, più paella e tranquillità: sono questi i nuovi mantra, e per chi sgarra sono multe salate. Un giro di vite imposto per proteggere Formentera e il suo patrimonio naturale, parecchio malvisto però da esercenti e operatori turistici, che bollano la nuova linea come proibizionista. «Non imponiamo divieti tanto per farlo ma per tutelare il fragile ecosistema dell’isola – replica Bernús –. Soprattutto per difendere la posidonia oceanica, la pianta acquatica che contribuisce a rendere così puro e cristallino il mare di Formentera».
Sono lontani i tempi in cui orde di giovani tiravano notte in motorino ballando in costume e pareo sulle dune di sabbia del Big Sur, trangugiando sangria e martelada come se non ci fosse un domani. Dal Piratabus all’ultimo Kiosko 62, oggi tutti i chiringuiti devono chiudere al tramonto: per ragioni di ordine pubblico e per non penalizzare i ristoratori locali. Insomma, fiesta sì ma con moderazione. «L’aperitivo sulla spiaggia era un rito collettivo – ricorda il torinese Bruno Bortot, uno degli artefici del boom di Formentera per aver fondato locali leggendari come il Banana’s –. C’era un clima di festa, si applaudiva tutti insieme il sole che tramontava. Al mio Big Sur suonavano i deejay e ha cantato persino Jovanotti: chissà, forse l’idea dei Beach Party gli è venuta da lì. Certo, oggi è cambiato tutto: l’isola è più ordinata ma ci si diverte anche di meno. Dipende uno cosa cerca».
Già. Oggi è vietato calpestare le dune di sabbia, è proibito il campeggio, sono banditi i boat party, sono state contingentate le feste Flower Power, bar e locali devono staccare la musica alle 2 di notte, non un minuto di più. D’estate è regolamentato persino l’ingresso dei veicoli sull’isola, e l’eco-pedaggio per accedere alle spiagge di Illetes costa ogni anno più caro: 4 euro al giorno le moto, 6 le auto. In compenso il nuovo corso green di Formentera ha promosso la nascita di 32 circuiti verdi da percorrere a piedi o in bicicletta e altri due – in costruzione – per il running e il bird-watching.
Pure i vip nel tempo sono cambiati, come spiega Eugenio “Geg” Covolan, veneto trapiantato da 25 anni a Formentera, dove ha fatto pure lo skipper sul veliero di Baci & Abbracci: «Da Tomba a Corona e Belen, una volta i personaggi venivano per farsi notare e fotografare; oggi quelli più affezionati come Vieri, Inzaghi o Borriello hanno comprato casa e vengono qui per cercare tranquillità. Alla vita mondana preferiscono le feste in villa, al riparo da occhi e paparazzi indiscreti».
Per chi non può permettersi la seconda casa, i prezzi delle locazioni d’estate hanno raggiunto cifre stellari, anche per via del ricarico degli intermediari immobiliari che spesso non forniscono alcun servizio e a volte nemmeno la ricevuta fiscale: fino a 1500 euro la settimana per un monolocale, anche 5-6 volte tanto per una finca rustica con servitù e tutti i comfort, come quella che affitta abitualmente Paolo Bonolis, un habitué di Formentera come l’amico e collega Luca Laurenti.
Sarà anche per questo che la clientela dell’isola, negli ultimi anni, è sempre più adulta. «Per i ragazzi che cercano solo la movida – conclude Carlos Bernús – ci sono destinazioni molto più economiche nel Mediterraneo. Formentera è ancora per molti ma non è più per tutti».
Fonte: lastampa.it – Max Cassani
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