Il 2020 non arriva contemporaneamente in tutto il pianeta
Grazie ai diversi fusi orari che suddividono il pianeta in 24 zone, il Nuovo Anno non arriva nello stesso momento ovunque.
24 fusi orari come le ore che la Terra impiega a fare un giro sul proprio asse e che partono dal fuso ZERO di Greenwich: spostandosi da questo punto verso est il conteggio orario cresce mentre verso ovest decresce.
I primi nel mondo a festeggiare l’arrivo del nuovo anno sono gli abitanti di un’isoletta situata nel cuore dell’Oceano Pacifico. Si tratta dell’isola Kiritimati, chiamata anche Christmas, a seguito della sua scoperta nel Natale del 1777 da parte dell’esploratore e capitano James Cook. Nello stesso fuso orario troviamo le isole Tonga e le isole dello stato di Samoa (occidentali).
Anche se a poca distanza, le isole Samoa Americane (orientali), territorio degli Stati Uniti, trovandosi a est rispetto alla “linea del cambiamento di data”, vedranno arrivare il capodanno per ultime nel mondo.
Tornando alla linea del tempo, dopo le isole del Pacifico, arriva Auckland in Nuova Zelanda, la prima grande città a dare il benvenuto al nuovo anno, insieme alle isole Fiji. Segue Sidney in Australia, che al rintoccare della mezzanotte regala lo straordinario spettacolo dei fuochi pirotecnici nella sua accogliente baia davanti all’Opera House e al Harbour Bridge.
Dopo Sidney, troviamo Tokyo e ad un’ora di distanza Pechino, Hong Kong e Singapore e ad un’altra ora di distacco Bangkok.
Da Nuova Delhi si passa a Dubai: la città dall’architettura futuristica a Capodanno esprime il meglio in termini di effetti visivi e luminosi, che si aggiungono a quelli che già di solito la illuminano in modo sorprendente tutte le notti.
Anche Mosca, Il Cairo e Helsinki salutano il nuovo anno un’ora prima di Roma e di tante zone nell’Europa centrale, come Madrid, la romantica Parigi e Berlino, che concentra i festeggiamenti intorno alla Porta di Brandeburgo. Londra ha lo stesso fuso di Greenwich, un’ora dopo l’Italia.
Nelle Americhe, le prime città a festeggiare si trovano nel continente meridionale, come Rio de Janeiro, dove migliaia di persone ogni anno, direttamente dalla spiaggia, assistono ad uno straordinario spettacolo pirotecnico che illumina tutta la baia.
A nord, le principali città della costa Atlantica sono le prime in cui arriva l’1 gennaio. Famoso, e sempre molto atteso, è l’evento a Time Square a New York dove l’iconica “Ball Drop” scandisce l’ultimo minuto del 2019 scendendo dalla sommità del grattacielo One Times Square fino alla base della piazza, dove un milione di persone attendono il 2020. Oltre ai fuochi d’artificio che illuminano la Grande Mela, sulla testa dei presenti vengono lanciati migliaia di bigliettini contenenti desideri e messaggi di speranza.
Spostandosi a ovest lungo la linea del tempo, a distanza di poche ore, celebrano l’evento Chicago, Dallas, Denver e infine Los Angeles e Las Vegas, dove oltre ad un’esplosione di luci, musica e giochi pirotecnici lungo la famosa Strip, nei teatri dei principali alberghi, si esibiscono artisti di fama mondiale, del calibro di Lady Gaga al MGM Resort, Maroon 5 al Mandalay Bay e Christina Aguilera al Planet Hollywood.
Mentre in Italia si consuma il primo pranzo del 2020, il nuovo anno viene salutato ancora nell’Oceano Pacifico, a est rispetto alla “linea del cambiamento di data”, da cui siamo partiti quasi 24 ore fa. Troviamo Rarotonga, alle isole Cook insieme alle Hawaii. Lo stato dell’Aloha si presenta al nuovo anno con magnifici fuochi d’artificio che illuminano tutto il cielo davanti alla sfavillante Waikiki.
Come anticipato, le ultime isole ad entrare nel 2020 sono le Samoa Americane con la famosa capitale Pago Pago.
Il giro del mondo si è virtualmente concluso e per 24 ore sono numerose le immagini che continuano ad arrivare sui nostri dispositivi per farci partecipare alle celebrazioni di Capodanno.
BUON 2020!
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