Agadir: ideale per una vacanza durante tutti i mesi dell’anno
Affacciata sull’oceano Atlantico e protetta dalle montagne dell’Atlante, la bella spiaggia a mezzaluna lunga 10 chilometri è ciò che più colpisce della famosa Agadir. Il suo nome significa granaio fortificato e le sue origini risalgono al 1505, quando fu fondata da marinai portoghesi.
Quasi interamente ricostruita nel 1960 a seguito di un forte terremoto, con più di 300 giorni di sole in un anno, il dinamico porto e le sue rovine, è una città mondana e cosmopolita che conserva ancora il fascino delle sue tradizioni passate.
L’area intorno ad Agadir è un’importante zona mineraria da cui vengono estratti manganese, cobalto e zinco che, insieme alla pesca e al turismo, rappresentano le principali attività economiche della città. Grazie al turismo in forte crescita, sono state costruite numerose strutture ricettive.
Numerosi bar, ristoranti, alberghi e discoteche sono il fulcro della vivacità che caratterizza il lungomare dal mattino alla sera. Pittoreschi souk e le rovine della kasbah del 1541, costruita sulla sommità della collina, da cui si gode di una impareggiabile vista sulla baia, meritano una visita dopo aver trascorso la giornata in spiaggia.
Si possono praticare ogni tipo di sport acquatici e gli amanti del windsurf e del kitesurf saranno sicuramente appagati dal vento che soffia spesso lungo la costa.
Il PEABODY ESSEX MUSEUM di Salem: con la nuova espansione di $ 125 milioni si conferma uno dei migliori musei della nazione
A 25 km a nord-est del centro di Boston, Salem è la gita perfetta per un weekend da qualsivoglia paese si giunga. La principale attrazione cittadina rimane la stregoneria ed i fatti storici ad essa legata: dal Salem Witch Museum al Salem Witch Village, dal Salem Wax Museum of Witches and Seafarers, al Gallows Hill Museum and Theatre, poi la Witch House, il Witch History Museum, il Witch Dungeon Museum. Le streghe sono il vero business di Salem, tra storia e kitsch. Ben al di là dell’interesse individuale verso la stregoneria, il solenne Witch Trails Memorial onora le 20 vittime dell’isteria che coinvolse questa piccola cittadina puritana agli inizi del 1690. La House of Seven Gables ed il luogo di nascita di Nathaniel Hawthorne conducono al passato letterario di questa città. Poi ci sono i marinai che sono in competizione con le streghe: la goletta Fame, replica di un vascello del 1812, ci trasporta nell’era prima dell’avvento del vapore. Ed il mare conduce anche al pescato fresco, locale.
Ma quando si parla d’arte e tempo ben speso, Salem, il Massachusetts ed il Peabody Museum non sono secondi a nessuno. Il Peabody Essex Museum (PEM) a Salem è considerato uno dei più bei musei della nazione dopo la sua espansione che aggiunge circa 4.000 m² in una nuova ala composta da tre nuove gallerie, un atrio luminoso, un accesso esclusivo per scolaresche e gruppi ed un giardino di 4.500 m². Quest’espansione del valore di $ 125 milioni, inaugurata a fine settembre, fa del PEM uno dei più grandi musei degli Stati Uniti fuori da un’area metropolitana. Nel corso degli ultimi 20 anni il museo si è distinto per la sua veloce crescita di museo d’arte. Infatti, è uno dei 10 musei degli USA più vasti, sia per dimensioni, così come per numero di collezioni e per dotazione. Ma la sua origine è antichissima: risale al 1799 ed è quindi il museo più longevo negli Stati Uniti.
La nuova ala è un’esperienza diversa, ideata per elevare la sensazione di sorpresa, stupore, piacere e riflessione. Ma tutto ciò è realizzato grazie alla scienza, il PEM infatti è l’unico museo d’arte al mondo che impiega un neuroscienziato a tempo pieno. Proprio perché la sua missione è “creare esperienze d’arte, cultura ed espressione creativa che trasformano la vita delle persone”, il museo considera che il suo lavoro più essenziale sia “disegnare l’esperienza artistica”. Lo fa con l’uso della ricerca neuroscientifica, generando nuove scoperte per la creazione delle sue mostre e gallerie d’arte. Il PEM usa – infatti – dispositivi di monitoraggio visivo che consentono ai ricercatori di osservare come si muove l’attenzione dei visitatori allorquando stanno ammirando singole opere ed esposizioni. Il resoconto ha consentito al museo di registrare gli impulsi emotivi. Il PEM ha l’unicità di concentrarsi sul visitatore e le strategie espositive lavorano per enfatizzare ed elevare emozione, in parte, aggiungendo scoperte da parte delle iniziative delle neuroscienze del museo.
La collezione marittima del PEM, la più raffinata di questo genere negli USA, ora si trova al primo piano nella nuova ala. Il mare ha – e sempre avrà – la sua “ondata” sullo storico porto dell’Oceano Atlantico. Al secondo piano la collezione d’arte asiatica d’esportazione, la prima negli Stati Uniti, esplora gli scambi culturali quali catalizzatori della creatività, e ne celebra l’intreccio con il commercio e l’espressione creativa. Oltre 200 opere d’arte di porcellana, tessili, avorio, argento ed altro ancora di artisti dalla Cina, Giappone, sud-est asiatico, dimostrano la bellezza e l’ingenuità di oggetti “transculturali” che sono stati creati miscelando tradizioni artistiche, materiali e tecnologie. Per la prima volta un’installazione dell’export artistico asiatico del PEM esamina la lunga scia dell’effetto creato dal commercio dell’oppio e come questo abbia contribuito alla crisi odierna degli oppiacei. L’epidemia oppiacea ha colpito la Greater Boston in maniera particolare e la zona ove sorge il PEM; le gallerie del PEM propongono temi scottanti ed universali e ci inducono a considerare la nostra esperienza umana in un contesto globale.
Oltre alle collezioni marinare ed asiatiche, le esposizioni del PEM sono considerate tra le più raffinate, ospitando lavori eccelsi da tutto il mondo e di varie epoche, includendo l’arte americana, l’architettura, la fotografia e l’arte dei Nativi d’America, l’arte dell’Oceania e dell’Africa, oltre ad una delle collezioni tra le più importanti d’America di libri e manoscritti rari. La Phillips Library include oltre 3000 volumi di Nathaniel Hawthorne, il famoso scrittore nativo di Salem noto per i suoi due romanzi La Lettera Scarlatta (1850) e La Casa dei Sette Abbaini (1851).
Il PEM è anche il luogo esclusivo della costa est per HANS HOFFMAN: The Nature of Abstraction, la più vasta collezione di questo prolifico ed innovativo pittore americano della metà del secolo scorso. Circa 80 i dipinti e gli schizzi su carta dal 1930 fino alla fine della vita di Hoffman nel 1966; l’esplorazione di un viaggio nell’astrazione ed il suo profondo contributo al paesaggio artistico del New England.
Fonte: Ufficio Turismo Massachusetts – Travel Pulse
La nuova ammiraglia della compagnia arriverà al porto il 25 novembre. Nel 2020 sarà impegnata in crociere settimanali in partenza dai principali scali italiani. Al varo madrina d’eccezione Sophia Loren, con Michelle Hunziker presentatrice dell’evento
Ad Amburgo il “battesimo” della MSC Grandiosa: la nave ultramoderna pronta a salpare per Palermo.
Oggi ad Amburgo il “battesimo” della Msc Grandiosa: la nuova ammiraglia di Msc Crociere, nave dotata delle più avanzate tecnologie ambientali disponibili al mondo, in grado di stabilire nuovi standard nel campo dell’ecologia e della sostenibilità marittime. Dopo il battesimo, che ha avuto come madrina d’eccezione Sophia Loren, Msc Grandiosa è ora pronta a salpare verso l’Italia, dove sarà impegnata per l’intera stagione 2020 in crociere settimanali in partenza dai principali porti della Penisola.
La nuova ammiraglia di Msc Crociere, in grado di ospitare oltre 6.300 crocieristi, è stata festeggiata nella città anseatica nel corso di una serata di gala, presentata da Michelle Hunziker, che ha visto la partecipazione di numerose star internazionali. Particolarmente ricercato l’aspetto culinario dell’evento, curato da uno dei più celebri chef tedeschi, Harald Wohlfahrt, il cui ristorante è stato insignito per 25 anni consecutivi di 3 stelle Michelin.
Grandiosa è la nave di Msc Crociere più avanzata dal punto di vista ambientale e testimonia l’impegno profuso dalla compagnia per proteggere i mari e rispettare le comunità con cui collabora. La nave è equipaggiata con tecnologie d’avanguardia e orientate a ridurre le emissioni e migliorare le prestazioni ambientali complessive sia in mare che a terra. Msc Grandiosa arriverà a Genova il prossimo 22 novembre per iniziare la sua stagione inaugurale con crociere di sette notti nel Mediterraneo Occidentale toccando Civitavecchia, Palermo, Valletta (Malta), Barcellona (Spagna) e Marsiglia (Francia).
A bordo della nave gli ospiti possono trovare moltissime attività adatte a soddisfare per ogni esigenza e desiderio, tra cui due nuovi spettacoli del Cirque du Soleil at Sea, creati in esclusiva per gli ospiti di Msc Crociere; una promenade interna in stile Mediterraneo di 93 metri con un soffitto a led in grado di creare suggestive scenografie, luogo di incontro e di shopping, dove trovano spazio ristoranti tematici e corner di specialità culinarie internazionali; un’esperienza artistica unica, con la prima mostra d’arte sul mare che ospita 26 incisioni della serie Danse Dessin del pittore Edgar Degas; aree dedicate ai bambini, create in collaborazione con Chicco e Lego; e in ogni cabina la prima assistente di viaggio virtuale al mondo “Zoe”, disponibile in tutte le cabine.
Ad Amburgo, Msc Grandiosa è stata la protagonista di un coinvolgente spettacolo di luci realizzato presso il Blue Port. Spettacolari installazioni luminose create dal famoso artista Michael Batz hanno illuminato il porto di blu, colore che simboleggia il mare e l’impegno di MSC Crociere per la salvaguardia dell’oceano. Il momento più emozionante della serata sarà il taglio del nastro per mano della madrina Sophia Loren, a seguire, uno straordinario spettacolo pirotecnico e la cena di gala per gli oltre 5.000 ospiti della serata.
Fonte: palermotoday.it
Grande catena di vette granitiche, le Mourne Mountains sono un’area di eccezionale bellezza naturalistica di livello superiore. Fai una passeggiata lungo uno dei numerosi sentieri tortuosi della regione e capirai ciò che rende questo luogo così amato.
Mentre guidi lungo la Mourne Coastal Route, le Mourne Mountains curvano insieme a te, ergendosi altezzosamente sulle acque cristalline
Se ami le escursioni o la bicicletta, il cibo o la fauna selvatica, le Mourne Mountains ti riserveranno molto più di uno splendido scenario.
La maestosità della natura
Guidando lungo la splendida Mourne Coastal Route sarai colpito dalle dimensioni di queste montagne – le più alte dell’Irlanda del Nord – ma il miglior modo per scoprirle è a piedi o in bicicletta. Prova il Mourne Mountains Cycle Loop, che ti porterà fino allo Spelga Pass e davanti alle rovine del XIV secolo di Greencastle. Oppure, se preferisci le escursioni, la varietà di terreni tra le High (orientali) e le Low (occidentali) Mournes soddisferà anche i più esigenti.
Il Mourne Wall
Una striscia intatta del Mourne Wall attraversa zigzagando il dolce paesaggio. Costruito a secco, lungo 35 km ed esteso su 15 vette, il muro venne costruito un secolo fa e resta una delle principali caratteristiche delle Mournes.
Se hai la fortuna di avere una giornata da dedicare alle escursioni sulle colline, la Silent Valley è imperdibile. I visitatori potranno passeggiare lungo l’enorme bacino idrico, scoprire la storia dei lavoratori che lo costruirono nell’incantevole insediamento di Watertown o semplicemente bere nel famoso silenzio del parco. Nelle giornate tranquille, è come una seduta di meditazione.
Fonte: ireland.com
Un gruppo di archeologi svedesi ha scoperto due relitti al largo di Vaxholm, nei pressi di Stoccolma. Secondo le prime rilevazioni, almeno uno di questi dovrebbe essere la nave gemella della Vasa. La Vasa è un grande vascello svedese affondato nel giorno del suo varo, il 10 agosto 1628. Recuperata nel 1961 e esposta nel Museo Vasa di Stoccolma, è considerata la nave da guerra del XVII secolo meglio conservata al mondo. “Quando siamo scesi in profondità abbiamo visto un enorme muro davanti a noi, è stato pazzesco”, racconta Jim Hansson, uno degli archeologi che ha partecipato alla missione, parlando del primo impatto visivo con uno dei relitti. Al momento non è in programma il trasporto delle navi in superficie. La particolare composizione delle acque del Mar Baltico in cui sono affondate, ha consentito la loro buona conservazione.
Fonte: video.lastampa.it – Mario Di Ciommo
FOTOGALLERIA Dalla Florida all’Alaska, le straordinarie foto dei colori dell’autunno nelle riserve naturali degli Stati Uniti
L’autunno può essere la stagione migliore per visitare i parchi nazionali degli Stati Uniti. L’affollamento rispetto all’estate è minore, gli animali sono particolarmente attivi prima della pausa invernale e i colori del foliage trasformano il paesaggio per alcune settimane.
Anche se le foglie autunnali sono meravigliose ovunque, nell’America del Nord assumono delle tinte rosso vivo davvero speciali. Perché? Alcuni scienziati ipotizzano che durante le antiche ere glaciali la disposizione nord-sud delle catene montuose ha permesso alle specie animali, compresi gli insetti, di ritirarsi dall’avanzata dei ghiacciai spingendo gli alberi a produrre i pigmenti rossi che hanno una funzione difensiva dai parassiti.
Qualunque sia la causa, l’esplosione dei colori autunnali attraverso gli USA è una vista fantastica. Dalla Virginia’s Skyline Drive alle wilderness prive di strada dell’Alaska ecco alcune foto per ammirare la particolare bellezza dei parchi nazionali americani in autunno.
Fonte: nationalgeographic.it – Erica Jackson Curran
STATUS SYMBOL, PIACERE PER IL BELLO, MA ANCHE OSTENTAZIONE DI RICCHEZZA: DALL’ALBA DELLA CIVILTÀ, IL LUSSO ACCOMPAGNA L’IMMAGINARIO COLLETTIVO, AMMANTATO DI UN’AURA DI ESCLUSIVITÀ CHE NE AMPLIFICA IL FASCINO. AL LOUVRE ABU DHABI, LA PRIMA MOSTRA ESAUSTIVA CHE IN 350 PEZZI, FRA COMPLEMENTI D’ARREDO, GIOIELLI, TAPPETI, ABITI E CALZATURE, SINTETIZZA IN UN PERCORSO ORGANICO E CRONOLOGICO I MOMENTI SALIENTI DEL RAPPORTO FRA LUSSO E POTERE E L’EVOLUZIONE VERSO LA SOCIETÀ DI MASSA. IN COLLABORAZIONE CON IL MUSÉE D’ARTS DÉCORATIFS DI PARIGI.
Sogno proibito per molti, realtà per pochi, in epoca antica il lusso non fu soltanto una discriminante di ricchezza, ma soprattutto il simbolo sociale del potere. Re, imperatori, papi, alti dignitari vi ricorsero continuamente per ribadire la loro superiorità politica e spirituale, dimostrando non raramente una certa cupidigia, di ricchezza come di potere. La mostra curata da Olivier Gabet fa luce su questo aspetto, tra raffinatezza estetica e rappresentazione del potere, raccontando la storia del lusso in un confronto fra civiltà dal Neolitico al III Millennio. Un allestimento caratterizzato da luci soffuse e atmosfere ovattate accompagna il visitatore lungo secoli di splendore.
IL CULTO ANTICO DEL POTERE
Fra i pezzi esclusivi in mostra, la cosiddetta “Perla di Abu Dhabi”, datata fra il 5800 e il 5600 a.C. e ritrovata nell’Emirato durante una campagna archeologica, nel 2017; un reperto che testimonia dell’esistenza nell’area di una civiltà antica ma già evoluta per la raffinata semplicità estetica e fra le prime a praticare la pesca delle perle, strettamente riservate all’Emiro. Una semplicità che dialoga con quelle dell’Egitto Antico e della Roma repubblicana, dove all’oro e all’argento si affiancano i più ordinari legno e bronzo, in una produzione artigianale che però raggiunge le altezze dell’arte. Non mancavano materiali naturali oggi estinti (per l’eccessivo sfruttamento) oppure proibiti, come l’avorio. La mostra è occasione per ammirare bacili siriani decorati con motivi geometrici secondo l’estetica islamica, velluti italiani, ceramiche moresche della Spagna medievale, messali tedeschi in pelle e pietre preziose, coppe istoriate in porcellana di Limoges. Si osserva un uso pratico del lusso, legato al culto religioso, all’impartizione del sapere, o all’esaltare l’autorevolezza di un sovrano, in un’epoca in cui l’assolutismo era l’unica forma conosciuta del potere, con l’eccezione dell’Inghilterra.
IL SETTECENTO E LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Trascorsi i rigori della Controriforma, la joie de vivre e il lusso tornano a sbocciare nella società europea, che è il cardine del percorso della mostra, una scelta curatoriale pensata per il pubblico locale, ma che però sacrifica l’identità dell’area mediorientale. La mostra analizza in particolare lo sfarzo delle corti europee nel Settecento, quando prende avvio la tradizione sartoriale di redingote, marsine e affini, nasce la produzione della porcellana d’autore (dalla Sassonia a Capodimonte), che regala esercizi di preziosismo come orologi e candelieri scultorei, decorati con figure bucoliche, cui fanno eco i preziosi vasi cinesi soffusi di polvere d’oro e delicate scene naturali. Le creazioni di Luigi Valadier, a metà fra il capriccio barocco e il Rococò, recuperano i fasti della classicità in bizzarri cammei la cui pesantezza contrasta con la leggiadria delle porcellane cinesi decorate con figure naturali.
Con l’avvento dell’Illuminismo nel secondo Settecento, cambia in Europa l’idea del potere e del fasto che lo accompagna; prende forma una nuova classe sociale intermedia, la borghesia, che sul modello della nobiltà di più antico lignaggio reclama i suoi simboli di lusso. Contestualmente, la Rivoluzione industriale appena affermatasi dà avvio alle prime produzioni su larga scala, in cui rientrano appunto anche i beni di lusso: porcellane da tavola e da arredo, posate, arazzi, vetri e cristalli; nasce il “lusso di serie” e viene meno quell’unicità che aveva nel metodo artigianale e nel “pezzo unico” la sua esclusività e la preziosità dell’opera d’arte.
L’OTTOCENTO, LA MODA, IL CONSUMISMO
Con l’Ottocento, il lusso è ormai un “bene di consumo”, nascono a Parigi i primi grandi magazzini specializzati in oggetti esclusivi, che però sono alla portata di larga parte del ceto borghese. Paradossi di una società in cui si fa strada la massificazione, e l’idea del lusso si associa in maniera preponderante anche alla moda: dalle raffinate creazioni in seta, broccato, piume, velluto, di Vionnet, Worth e Paquin, couturier che riscuotevano l’apprezzamento di Gabriele D’Annunzio, si passa, nel Novecento, alla catena del prêt-à-porter, anche se di alta classe, di Chanel, Givenchy, Lanvin, Dior, che rinverdiscono saltuariamente gli antichi fasti con creazioni uniche ispirate, ad esempio, ai costumi delle corti cinese e giapponese. In un secolo il lusso perde la sua esclusività sociale, con la Belle Époque si associa al concetto di design, anche nel campo dell’arredamento con i mobili di Edward Godwin o Jean-Michel Frank, caratterizzati da linee essenziali e materiali semplici, quasi poveri, in decisa controtendenza con la pesantezza dello stile decadente che ispirò l’oggettistica di Henri Vever.
Con il Novecento “lusso” non significa più soltanto ostentazione e stravaganza, bensì contempla anche l’idea della novità tecnica o tecnologica, si sviluppano nuovi materiali come il carbonio e il borosilicato di vetro, aprendo nuove frontiere nel campo del design che, come accade nei complementi d’arredo di Gloria Cortina, incontra l’arte contemporanea. L’unicità dell’oggetto torna saltuariamente, associata a un alto valore commerciale, destinata al miglior offerente; mentre le grandi case di moda e di design sfornano quotidianamente ogni sorta di bene, dall’abito all’accessorio, pensato per brillare, essere notato, mostrare un’aria costosa e conferire importanza al proprietario. Da attributo sociale del potere, dopo tanti secoli il lusso sembra essersi svilito a banale manifestazione dell’ego.
VANITAS VANITATIS
Con filosofico realismo, la mostra si chiude con una clessidra in borosilicato di vetro, disegnata da Marc Newson, al cui interno scorre polvere d’oro: un modo raffinato per ricordarci come, nella nostra società dove le giornate scorrono fra impegni di ogni genere, il nuovo lusso sia l’avere tempo libero a disposizione. Da un altro punto di vista, la clessidra misura il tempo che scorre, a ricordarci la transitorietà dell’esistenza, a prescindere dalla ricchezza che si può accumulare.
Fonte: Artribune.com ‒ Niccolò Lucarelli
Abu Dhabi // fino al 18 febbraio 2020
10,000 Years of Luxury
LOUVRE ABU DHABI
Saadiyat Cultural District, Saadiyat
Island
Viaggio in Oman: glamping tra le dune del deserto
Tante le possibilità per trascorrere una notte (e non solo) immersi nella natura dell’Oman. Dal classico campeggio al glamping, la scelta è ampia.
Voglia di qualcosa di diverso? Perché non provare a dormire sotto le stelle, magari tra le dune dei deserti dell’Oman. Tante le possibilità, compreso il tanto in voga glamping.
Chi adora viaggiare è spesso alla ricerca di emozioni forti, che possano garantire esperienze ben al di fuori dei tracciati sicuri del turismo di massa. Perché dunque non dire addio agli hotel di lusso e concedersi un po’ d’avventura all’aria aperta, magari immersi nel nulla, apprezzando le svariate sfaccettature del deserto.
L’Oman è la destinazione perfetta per chi vuole lasciarsi andare, circondandosi della sola natura, magari studiando con attenzione il periodo ideale. Uno spettacolo da conservare tra i propri ricordi più preziosi. Nel Sultanato è possibile fare campeggio liberamente, optando per svariate location, dalla spiaggia alla montagna, fino al deserto. Si sconsiglia però di optare per le riserve naturali, dove si corre il rischio di spaventare gli animali presenti, così come i wadi, data la conformazione dei corsi d’acqua presenti.
In Oman si verrà accolti dalla tipica gentilezza dei locali, in grado di farvi sentire a casa, regalandovi anche una splendida esperienza dal punto di vista umano. Le montagna occupano una parte molto importante del panorama omanita, con la vetta del Jebel Shams, noto come “La Montagna del Sole”, che arriva a toccare quota 3.009 metri. È il luogo ideale dove campeggiare, considerato il punto più alto dei Monti Hajar. Ritrovarsi qui all’alba è un vero spettacolo, considerando come il sole tocchi questo punto per primo, per poi inondare l’intera vallata.
Se si volesse optare per il mare invece, ci si ritroverà a confrontarsi con un’ampia varietà di spiagge, come quella di As Sifah. Situata a soltanto un’ora da Muscat, è la meta perfetta per una notte all’aperto, soprattutto per chi ha deciso di prenotare una camera nella capitale, da sfruttare come “casa base”. Scendendo un po’ più a sud invece ci si ritroverà a Qalhat, uno spazio per campeggiatori dover poter ammirare un’alba difficile da dimenticare.
I più temerari preferiscono però fronteggiare il deserto, lasciandosi cullare dai mille colori di un luogo tanto estremo come il Rub’ Al Khali. Si tratta del secondo deserto sabbioso più grande al mondo, e tra le sue dune si sarà in grado di ritrovare la pace che spesso ci viene a mancare nella vita cittadina. Non mancano però viaggiatori che intendono provare forti emozioni, senza però rinunciare a un’elevata dose di comfort. Chi pensa che questo aspetto non si concili bene con il campeggio, non ha mai sentito parlare del glamping. Molte le agenzie che organizzano esperienze all’area aperta, immerso nella natura e nel lusso. Un tocco di glamour nel mondo del camping, troppo spartano per alcuni, con svariate attività organizzate per i viaggiatori che non vogliono preoccuparsi di programmare nei minimi dettagli il proprio tempo lontano da casa.
Fonte: Siviaggia.it
Immagina di sdraiarti nella veranda ombreggiata della tua maestosa casa padronale, guardando un branco di elefanti che attraversa il parco. Questo è il tipo di esperienza inebriante creata a Gorah: il brivido dell’Africa selvaggia combinato con l’eleganza e il fascino dell’era coloniale.
Situato nel mezzo dell’Addo Elephant National Park, il Gorah Elephant Camp, Eastern Cape, è un lussuoso lodge tendato affacciato su una pozza d’acqua. Con viste mozzafiato, paesaggi suggestivi, fauna indigena e la più densa popolazione di elefanti sulla Terra, Gorah incarna l’esperienza del safari.
Due tour al giorno condotti sapientemente da guide appassionate e professionali. Oltre a enormi branchi di elefanti, si vedono spesso maestosi leoni.
Alla fine di una giornata, le sontuose suite tendate con letti king size, aree di osservazione e ponti privati con vista sulla savana offrono relax a cinque stelle.
Fonte: xoprivate.com
Parco Nazionale di Khao Sok
Istituita nel 1980, la riserva gode di un’invidiabile posizione: a metà strada tra l’affascinante costa dell’Oceano Indiano ad ovest e il Golfo della Thailandia ad est. Il parco è perfettamente incastonato sulla terraferma tra l’isola di Phuket, Krabi, Khao Lak e Koh Samui: proprio le destinazioni più gettonate nel sud della Thailandia. Nonostante si trovi nella provincia di Surat Thani si raggiunge molto facilmente da Khao Lak (provincia di Phang-nga). E’ un posto fantastico per andare in vacanza: è coperto da un’antichissima foresta pluviale sempreverde, circondato da enormi montagne calcaree, segnato da profonde vallate, laghi, grotte emozionanti e popolato da animali selvatici.
Le escursioni da effettuarsi all’interno del parco vanno dal trekking nella giungla al giro in canoa sul fiume. In particolare quella al Chiaw Lan Lake, un lago artificiale che si estende per 165 kmq all’interno del parco e realizzato grazie ad un’imponente diga sul fiume (Ratchaprapa Dam). Una volta raggiunto l’ingresso del parco ci si imbarca su una “long tail boat”, una tipica imbarcazione da pesca thailandese, e si naviga sul lago.
Il paesaggio è stupefacente, quasi preistorico. Affioramenti di rocce calcaree che raggiungono i 400 metri di altezza spuntano dall’acqua, così come vecchi alberi e mangrovie. La nebbia che circonda le montagne ricoperte di foresta pluviale rendono il luogo molto suggestivo, talvolta surreale. Il trekking nella foresta è intrigante e vario: si guadano ruscelli, si arriva alla grotta dei pipistrelli, che si apre su un promontorio calcareo e si attraversa non senza difficoltà. La foresta è piena di grandi farfalle colorate, millepiedi pelosi, uccelli azzurri ed è l’habitat della Rafflesia, il più grande fiore del mondo. Gli animali terrestri che popolano il parco sono per la maggior parte notturni. Viene però offerta la possibilità di essere “trasportati” in un giro naturalistico dagli elefanti: un’esperienza divertente, ma riduttiva, poiché gli elefanti non hanno accesso al parco, ma si limitano a percorrerne i sentieri esterni. La foresta di Khao Sok è ciò che resta di un ecosistema che risale a 160 milioni di anni fa. E’ un ambiente antichissimo e ricco, anche solo per questo vale la pena di recarvisi.
Fonte: turismothailandese.it