Soprannominata luogo di “selvaggia bellezza” da Oscar Wilde, la bellissima regione del Connemara è stata per anni una meta bramata da chi era alla ricerca dell’Irlanda autentica
Potresti pensare che il Connemara, nella zona occidentale e più scoscesa d’Irlanda, sia un forziere dove le tradizioni vengono custodite al sicuro dallo scorrere del tempo. Attraversando le deserte, ma splendide Doo Lough Valley e Delphi Valley, il paesaggio si estende fino alle acque scure del Killary Harbour, uno splendido fiordo incorniciato da montagne di colore olivastro. Ciò significa che ti trovi in un luogo davvero speciale. A dire il vero, questa romantica regione, con i suoi vecchi muretti di pietra, i pony, e i paesaggi selvaggi è la vera essenza d’Irlanda: “Qui si trovano in abbondanza la lingua, le canzoni, la musica e la letteratura irlandese,” afferma Paula Lydon del Connemara Heritage and History Centre. E non esagera.
Cos’è che rende diverso il Connemara? Facile. La tradizione! Dal cibo nel piatto, alla musica che senti provenire dai pub: tutto è intriso di un’eredità culturale unica. Le tradizioni si riflettono anche nella lingua: il Connemara è una regione Gaeltacht (di lingua irlandese). Prova anche tu a pronunciare un paio di parole (“cupla focal”) o a frequentare un corso, ma non temere: qui tutti parlano anche inglese.
Se sei un buongustaio, questa zona dell’isola ha in serbo una sorpresa per te! Galway, circondata dall’oceano Atlantico, ha una forte tradizione marinara e il pesce affumicato è il piatto forte del posto. Avrai sicuramente notato salmone e sgombro affumicati in tutti i menù dei pub e dei ristoranti in tutto il Connemara, ma per conoscere da vicino l’arte dell’affumicatura programma una visita al Connemara Smokehouse and Visitor Centre. Pranzo con vista mozzafiato? Allora cerca il Misunderstood Heron, un semplice furgone che serve squisite cozze affacciato sulle acque del Killary Fjord dove sono state pescate.
Desideri davvero ascoltare un’autentica “sessione di musica tradizionale”? Sei fortunato! Il Connemara è uno dei luoghi migliori per ascoltare musica tradizionale irlandese. Queste vecchie canzoni narrano antiche storie e favole d’Irlanda, tramandate oralmente nei secoli. I musicisti si ritrovano in accoglienti angoli di vivaci pub come il Molly’s a Letterfrack, il Lowry’s a Clifden e lo Shamrock Bar a Roundstone.
Descritto come “una bellezza selvaggia” dalla penna di Oscar Wilde, il Connemara riesce a far cantare il tuo cuore e far scomparire il resto del mondo. È l’Irlanda rurale nel suo massimo splendore: passeggia nella natura e assorbi la sua vera essenza. Il Connemara National Park racchiude tutto ciò che rende questa regione così speciale e la Diamond Hill Loop Walk è un ottimo punto di partenza per scoprirlo. Con l’Atlantico da un lato e le famose cime delle Twelve Ben Mountains dall’altro, preparati a rimanere a bocca aperta. Ma è proprio questa l’essenza del Connemara (e dell’Irlanda): dimenticarsi la vita di tutti i giorni e riempirsi il cuore di qualcosa di veramente speciale.
Una delle più grandi dichiarazioni d’amore al mondo sorge in tutta la sua eleganza sulle sponde del Lough Pollacopall, ancora oggi perfetta come quando fu costruita nel 1871. Kylemore Abbey fu costruita da Mitchell Henry per sua moglie Margaret dopo aver trascorso la loro luna di miele nelle zone limitrofe intorno al 1840; purtroppo Margaret, appena tre anni dopo il completamento del castello, morì. Il marito, distrutto dal dolore, ne fece riposare le spoglie in un piccolo mausoleo nel bosco, dove l’ha raggiunta dopo la sua morte.
Successivamente Kylemore divenne un monastero benedettino e poi una scuola, ma Margaret non è mai stata dimenticata, e Kylemore Abbey è da lungo tempo considerata una delle lettere d’amore tra le più spettacolari d’Irlanda.
Paesaggi, storie d’amore, musica, cultura, cibo: non c’è da meravigliarsi se il Connemara occupa un posto speciale nel cuore dei suoi turisti.
Fonte: irlanda.com
Tra storia e mito. Riapre a Siracusa la Fonte Aretusa,
con un nuovo percorso di visita
DOPO GLI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO STRUTTURALE, IL SITO SULL’ISOLA DI ORTIGIA RIAPRE AL PUBBLICO, CON UN PERCORSO DI VISITA CURATO DA CIVITA. E A RACCONTARE IL MITO DELLA NINFA ARETUSA E DEL DIO ALFEO È LA VOCE DELL’ATTRICE ISABELLA RAGONESE
Racconta il mito greco che la ninfa Aretusa, per fuggire le attenzioni del dio Alfeo, perdutamente innamorato di lei, fuggì sull’isola di Ortigia a Siracusa, invocando l’aiuto di Artemide; la dea quindi la trasformò in una fonte. Zeus però, commosso dal dolore di Alfeo, decise di aiutarlo per ricongiungerlo alla sua amata, tramutandolo in un fiume. Alfeo così percorse, dal Peloponneso in Grecia, tutto il Mar Ionio, fino ad arrivare alla sua Aretusa, in Sicilia. Dopo oltre duemila anni, la Fonte Aretusa di Siracusa tiene viva la memoria del mito, simbolo non solo della storia d’amore tra la ninfa e il dio Alfeo, ma anche del legame che esiste tra Siracusa e la madrepatria dei suoi fondatori. Il mito inoltre servì a spiegare il “miracolo” della presenza dell’acqua dolce nell’isolotto di Ortigia, ancora oggi tra i luoghi più suggestivi di Siracusa, e di recente oggetto di un importante progetto di valorizzazione elaborato da Civita Sicilia come concessionario del Comune di Siracusa con la collaborazione della Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzese.
LA FONTE ARETUSA DI SIRACUSA. IL NUOVO PERCORSO DI VISITA
Aperto al pubblico lo scorso 6 agosto, il sito della Fonte Aretusa presenta oggi un percorso di visita che racconta miti e storia dello specchio d’acqua dolce popolato daspecie botaniche e da animali acquatici: la Fonte ospita da millenni branchi di pesci un tempo sacri alla dea Artemide e, da tempi più recenti, una fiorente colonia di piante di papiro e alcune simpatiche anatre che le valgono il nomignolo affettuoso con cui i Siracusani di oggi talvolta la chiamano, “funtàna de’ pàpere”.
Il progetto di valorizzazione della Fonte Aretusa, che in un primo momento ha visto l’intervento di adeguamento strutturale e funzionale del sito, è stato elaborato e diretto per la parte architettonica da Francesco Santalucia, Viviana Russello e Domenico Forcellini, e ha visto la collaborazione della Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa, avvalendosi inoltre della consulenza scientifica di Corrado Basile, Presidente dell’Istituto Internazionale del Papiro – Museo del Papiro.
Il percorso di visita della Fonte Aretusa riserva inoltre una sorpresa: le voci italiane delle audioguide che raccontano la storia del sito sono dell’attrice siciliana Isabella Ragonese, Sergio Grasso e Stefano Starna. L’audioguida è disponibile anche in lingua inglese, francese, spagnola e cinese.
LA VALORIZZAZIONE DELLA FONTE ARETUSA A SIRACUSA
“L’apertura della Fonte Aretusa è un traguardo a cui guardavo da tempo”, ha dichiarato il Sindaco di Siracusa Francesco Italia. “Attraverso un bando pubblico abbiamo individuato un partner privato serio e competente come Civita, insieme al quale abbiamo reso visitabile per i cittadini e i turisti un luogo simbolo dell’identità siracusana”. Il progetto è quindi frutto della sinergia tra pubblico e privato, come sottolineato da Renata Sansone, Amministratore Delegato di Civita Sicilia: “avere condiviso con il Comune di Siracusa il progetto di valorizzazione della Fonte Aretusa ci riempie di orgoglio e di emozione. Siamo entrati in questo monumento simbolo in punta di piedi per il grande valore che esso rappresenta, e con il contributo di straordinari professionisti e maestranze del territorio oggi lo rendiamo fruibile e accessibile ai cittadini e ai viaggiatori. È la missione del Gruppo Civita, tesa a valorizzare il proficuo – e a nostro modo di vedere essenziale – rapporto tra pubblico e privato nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali”.
Fonte: artribune.com – Desirée Maida
Non solo Mediterraneo e Caraibi: una crociera può essere una splendida occasione per scoprire mete insolite. Ad esempio, l’Iran!
Ami le crociere, e sei in cerca di una destinazione un po’ diversa dalle classiche alternative Mediterraneo – Caraibi – Europa del Nord? C’è una novità che può fare al caso tuo: a patto di avere un cospicuo budget a disposizione, si può ora prenotare l’esclusivo tour alla scoperta dell’Iran.
Per la prima volta, la compagnia crocieristica di lusso Scenic ha aggiunto l’Iran tra le sue destinazioni: 15 giorni con partenza e arrivo a Teheran, per scoprire le meraviglie dell’antica Persia. Parte della Middle East & Africa Collection, e disponibile dalla stagione 2020 / 2021, la crociera “In search of Ancient Persia” promette di essere una vera full immersion nella storia, nella cultura e nell’architettura iraniane.
Nella capitale, si avrà modo di visitare il complesso di Palazzo Sa’dabad coi 18 edifici appartenenti alle famiglie reali di Qajar e Pahlavi, ma anche di vedere i gioielli della corona all’interno del National Jewellery Treasure. E si potrà persino prenotare una degustazione di caviale.
Ovviamente, la crociera non include solamente la visita di Teheran: la nave si fermerà anche due giorni a Shiraz, celebre per l’antichissimo Vakil Bazaar, i Giardini di Eram e la straordinaria Moschea di Nasir ol Molk, meglio nota come “moschea rosa”. Un luogo straordinario, grazie alle ampie vetrate colorate della sala di preghiera invernale: al mattino, la luce del sole – passando attraverso di esse – inonda di colori l’interno della stanza, con un effetto spettacolare. Sarà questo, uno dei ricordi più belli di questa insolita crociera.
Si visiterà poi Yazd, conosciuta per la sua architettura unica, per quell’artigianato d’altissima qualità che – rinomato in tutto il Paese – punta sui tessuti di seta e i prodotti dolciari. A dominare il suo paesaggio, il tempio zoroastriano, la torre del vento di Dowlat-abad (splendido esempio dell’architettura desertica iraniana) e il complesso di Amir Chakhmaq. Infine, una tappa lungo la Via della Seta e più precisamente ad Esfahan, con le sue bellezze architettoniche in puro stile persiano e gli eleganti giardini.
La nuova crociera firmata Scenic è già prenotabile: si parte a settembre e ad ottobre 2020, oppure a febbraio, maggio, settembre e ottobre 2021.
Fonte: SiViaggia.it
Un museo piccolo ma carico di storie.
A New York il Montauk Point Lighthouse
IL FARO SI TROVA NELLA PUNTA ESTREMA DI LONG ISLAND, E OGGI È ANCHE UN MUSEO CHE RACCONTA SECOLI DI STORIA DEGLI STATI UNITI.
A che serve un faro? Oggi, o molto presto, quasi più a nulla. Oltre ai radar marittimi, i sistemi AIS presenti a bordo di navi con stazza da 300 tonnellate in su e su tutte quelle che trasportano passeggeri forniscono informazioni (identificazione univoca, posizione, rotta e velocità) monitorate dalle stazioni situate lungo le linee costiere o, quando si trovano al di fuori della portata delle reti terrestri, attraverso un numero crescente di satelliti dotati di ricevitori specifici. Il controllo si sta infittendo, e presto a un transcoder spento o a una imbarcazione fuori rotta potrebbero rispondere automaticamente piccoli droni in avvicinamento per la verifica dell’identità. Per quasi 200 anni però baleniere, battelli a vela o a vapore attrezzati per la pesca, il trasporto di merci o passeggeri sono transitati davanti ai fari rassicurati dal loro lampeggiare. Quello di Montauk, punta estrema di Long Island ha una storia lunga, densa e ancora di grandissimo fascino. Sorge su un piccolo promontorio dove i nativi “pellerossa” alzavano fuochi per guidare al sicuro le loro canoe; è il primo faro eretto nello Stato di New York per volontà di George Washington; intorno allo spuntone di roccia che lo ospita nasce la leggenda narrata da Steven Spielberg nel suo film forse più popolare (e quasi certamente più brutto): Jaws (1975).
MONTAUK POINT LIGHTHOUSE. LA STORIA E IL MUSEO
Ma andiamo con ordine. Dal 2012 il Montauk Point Lighthouse è divenuto un piccolo, fascinoso e un po’ disordinato museo. L’area che lo contiene in poche centinaia di metri quadrati addensa due torri, la casa dei primi custodi, una serie di locali tecnici e una scultura dedicata all’attività in quei luoghi un tempo assai pericolosa della pesca. Il faro vero e proprio di forma ottagonale è scalabile grazie a una scala a chiocciola costituita da 137 terribili gradini che raggiungono la lanterna posta a 39 metri di altezza. Alimentata con olio di balena sino al 1860, cherosene fino al 1940, poi sostituito dalla corrente elettrica, la lanterna emette un lampo visibile sino a 19 miglia di distanza con tempo limpido, 4 con la nebbia che qui è frequente e quando si alza è straordinariamente più densa rispetto a quelle a cui siamo abituati nel Mediterraneo. La frequenza del lampo al tempo dell’installazione di 10 secondi ora è stata portata a 5 – come tutti i naviganti sanno – ed è la sua carta d’identità nel buio della notte. Sotto la torre c’è la piccola casa dei Keepers – i primi guardiani civili poi sostituiti dalla US Coast Guard; oggi ospita un assortimento di documenti storici, fotografie e filmati d’epoca non sempre valorizzati come dovrebbero, come accade per l’incredibile spezzone di documentario in bianco e nero di una caccia alla balena che appare su uno schermo di pochi pollici malamente appoggiato dentro una bacheca: la stessa dove sono ospitati gli utensili di legno e ferro utilizzati in uno degli ultimi inseguimenti condotti da riva verso il mare aperto Wainscott nel 1907. Lo specchio di acqua salata di fronte al Montaux Point d’altronde è particolarmente famoso per essere uno dei luoghi più pescosi al mondo: 32 km più al largo stazione la più grande flotta di pesca commerciale e sportiva dello stato di New York.
IL FARO DI MONTAUK. UN PEZZO DI STORIA DEGLI STATI UNITI
Nella sala principale presenta una teca contenente due documenti. Uno è firmato dall’allora Segretario di stato Thomas Jefferson: l’autorizzazione del Congresso, approvata dal presidente George Washington nel 1792, per la costruzione del faro. Il secondo, firmato dallo stesso Washington nel 1796, che autorizza l’acquisto federale di terreni dai proprietari di Montauk allo scopo di costruire un faro a Montauk Point.
Nel 1942 la US Army davanti al faro costruisce una seconda torre che avrebbe dovuto coordinare il posizionamento delle bocche di fuoco da 410 mm situate più ad est sulla costa, atte a proteggere le rotte marittime di New York. Vista dal mare, quella torre pare un mattoncino Lego bianco, ed è il simbolo della paranoia per l’invasione che colpisce spesso un popolo di invasori.
Il faro di Montauk si raggiunge percorrendo sino al limite estremo gli Hampton, la spiaggia dei newyorkesi, negli anni Ottanta ritenuta molto esclusiva: oggi assai di meno visto il numero di persone che la raggiunge durante i weekend estivi. Nello specifico il Montauk Point oggi è munito di ampio parcheggio e di una affollata biglietteria: eppure una volta superato l’ingresso rimane una location sensazionale e persino un poco inquietante. Le tribù di “pellerossa” Mountakket che occupavano questi territori videro arrivare nel 1614 gli olandesi più tardi sostituiti dagli inglesi. Gli uomini scesi dai vascelli europei iniziano quasi subito una infinita serie di compravendite terminata solo alla fine della Guerra d’indipendenza americana con gli editti di Jefferson e Washington oggi in bella mostra nella teca suddetta.
MONTAUK E STEVEN SPIELBERG
Non sono stati i soliti a sentirsi espropriati i “pellerossa” Mountakket. Così si è sentito anche Frank Mundus, il leggendario cacciatore di squali di Montauk riconosciuto come l’ispirazione prima per il romanzo di Peter Benchley (1974) poi interpretato da Roy Scheider nel film di Spielberg. Sebbene non lo abbia mai riconosciuto, Benchley era rimasto affascinato dal resoconto della cattura effettuata da Mundus di uno squalo bianco di oltre 2 quintali lungo le spiagge di Long Island. Lo stesso Spielberg del resto non utilizzò Montauk per le riprese ma Martha’s Vineyard: aveva bisogno di un posto molto isolato mentre gli Hamptons e Montauk avevano smesso di esserlo dall’inizio degli Anni Settanta.
Fonte: artribune.com – Aldo Premoli
Che la vacanza ideale sia relax in spiaggia o attività e sport acquatici per vivere l’oceano da vicino, Mauritius ha la soluzione adatta per ciascuno. L’isola è circondata da 330 km di costa protetta dalla barriera corallina e vanta viste mozzafiato sull’Oceano Indiano, a cui fanno da stupendo contrappunto le cime delle alture vulcaniche, ricche di vegetazione rigogliosa: ognuno troverà il suo scenario ideale. Con una temperatura dell’acqua tra i 22° e 27°C, fare il bagno è possibile praticamente sempre, scoprendo le peculiarità di ogni area e le possibilità di divertirsi con le più svariate attività. Immergersi nelle acque dell’Oceano Indiano è una delle esperienze da non perdere! Si può scegliere tra sport per tutti i gusti: pedalò, kayak, sci d’acqua, sea kart, surf, windsurf, stand up paddle, barche a fondo di vetro, crociere in catamarano, dolphin watch e pesca sportiva d’altura… I più avventurosi possono provare le passeggiate subacquee, i viaggi sottomarini e il parasailing. Gli amanti del relax possono invece godersi il sole e l’aria fresca, comodamente sdraiati in spiaggia.
Nord: distese di spiagge sabbiose – Nella parte settentrionale dell’isola le spiagge più popolari tra gli abitanti del luogo e i turisti sono Trou aux Biches, da cui parte la lunga e sinuosa Mont Choisy, che si estende fino Pointe aux Canonniers. Da non perdere anche Grand Baie, ombreggiata dalla casuarine e ideale per gli amanti della barca a vela, oltre che punto di partenza per le escursioni agli isolotti settentrionali: fare snorkeling tra le acque cristalline di Gunner’s Coin, dove tra gli anfratti della scogliera nidificano gli uccelli marini, le piacevoli nuotate intorno a Flat Island e Gabriel Island renderanno la giornata indimenticabile. Pochi chilometri più a est di Grand Baie, sorge la meravigliosa spiaggia di Pereybère, dove un picnic a base di frutta fresca vi darà ristoro dopo una nuotata o una gita in barca.
Est: lagune dalle acque turchesi – La costa di Belle Mare è annoverata tra i punti più belli di quest’area: è una bellissima spiaggia di sabbia bianca. La strada costiera che va da Palmar a Trou d’Eau Douce si snoda fino a Grand Port e termina nel villaggio di Mahebourg. Per chi non si accontenta di rilassarsi sotto l’ombrellone, il parasailing è ottimo per godersi una strabiliante vista panoramica a volo d’uccello sulla laguna. La spiaggia di Roches Noires giunge fino a Poste Lafayette: entrambe sono ideali per fare kitesurf e windsurf. Bras d’Eau è una piccola baia nella laguna di Poste Lafayette, impreziosita da una spiaggia da cui è possibile ammirare il panorama verso sud. Anche da qui è possibile organizzare indimenticabili escursioni in barca, alla volta della famosissima Ile aux Cerfs (paradiso acquatico ma anche per gli amanti del golf). Un’altra visita imperdibile è quella all’Ile d’Ambre, dove si può organizzare anche un’esperienza in kayak, che vi condurrà tra le mangrovie della laguna.
Sud: incantevoli scogliere e scenari selvaggi – Pointe d’Esny, una spiaggia di sabbia bianca fiancheggiata da bungalow, conduce a Blue Bay, il parco marino legato all’omonima spiaggia, dove sono visibili coralli e varie tipologie di fauna. come il pesce pappagallo, il pesce trombetta e il baby barracuda. Un’altra esperienza da non perdere è Gris Gris, che si distingue per l’estrema vicinanza della barriera corallina alla riva. Onde enormi si infrangono a pochi metri di distanza, inondando la sabbia granulosa, mescolata con minuscole conchiglie colorate. Gris Gris offre inoltre un’ampia scelta di ristoranti vista mare che propongono piatti a base di pesce fresco cucinato in puro stile mauriziano. Tra le meraviglie acquatiche di quest’area c’è anche la Riserva naturale di Ile aux Aigrettes, un’isoletta di 27 ettari, 800 metri al largo della costa sud-orientale.
Ovest: il paradiso di surfer e kite surfer – Con le sue spiagge di sabbia bianca circondate da casuarine, Flic en Flac è una rinomata località turistica dove dedicarsi al nuoto o allo snorkeling. Il monte di Le Morne, Patrimonio dell’Umanità UNESCO e simbolo della liberazione dalla schiavitù, è l’inconfondibile cima che si vede dall’omonima costa, ideale per passeggiate sulla spiaggia, sport acquatici o relax assoluto. La parte meridionale è ideale per kitesurf, windsurf o surf classico. Conosciuto in tutto il mondo, One Eye, spot per il surf situato a Le Morne, deve il suo nome al veloce tubo (il “tubo” è la galleria interna di un’onda) che disegna la forma di un occhio. La parte occidentale dell’isola è inoltre il posto migliore per nuotare con i delfini. Prenotando un’escursione, in motoscafo o catamarano, sarà facilissimo incontrarli, in qualsiasi periodo dell’anno. Se avete invece la fortuna di trovarvi a Mauritius a settembre, potreste riuscire a vedere le balene.
A proposito di MAURITIUS – Mauritius si trova nell’Oceano Indiano, a circa 800 km a est del Madagascar. Quest’isola vulcanica è nota per il calore umano della sua popolazione multiculturale, per le bianche spiagge e per gli hotel di lusso. Grazie al clima tropicale, lungo la costa persino durante le stagioni più fresche (in particolare da maggio a settembre) le temperature scendono raramente al di sotto dei 22°C; Mauritius è dunque la meta perfetta per un viaggio in qualunque periodo dell’anno. L’isola è inoltre la destinazione ideale per gli amanti degli sport acquatici, i golfisti, gli escursionisti, gli amanti della cultura, per chi è in cerca di relax nelle spa, per chi è in luna di miele e per le famiglie. Mauritius, con capitale Port Louis, conta 1.3 milioni di abitanti, compresi quelli dell’isola di Rodrigues. Tre religioni coesistono in armonia: l’induismo, l’islam e il cristianesimo. La lingua amministrativa è l’inglese, ma anche il francese e il creolo sono utilizzate quotidianamente.
Fonte: ansa.it
Il Prana Lodge è un piccolo rifugio di lusso sulla spiaggia con una Spa posizionato lungo la spettacolare Chintsa Bay, sulla costa selvaggia del Sudafrica, nell’Eastern Cape. Situato a soli 40 minuti di auto dall’aeroporto di East London, il Prana Lodge è immerso in una fitta foresta di dune, con accesso diretto a 21 km di spiaggia dorata, disabitata e incontaminata, che assicura un reale collegamento diretto con la natura.
Prana Lodge promuove la salute, il benessere, il relax e il ringiovanimento. Esclusività, tranquillità, pace e quite sono garantite da 8 lussuose suite, 7 con piscina e giardino privati. L’esclusiva Diamond Villa, situata sulla sommità di una duna, offre una vista spettacolare sulla baia. Ogni rifugio indipendente vanta tocchi di lusso come tappeti persiani, opere d’arte originali della collezione privata dei proprietari e biancheria pregiata e offre sicurezza totale in un ambiente intimo; l’ambiente perfetto per chi cerca un rifugio romantico.
Essendo l’unico hotel a cinque stelle della regione, Prana Lodge offre ai suoi ospiti il miglior ristorante. Sotto la guida del pluripremiato Head Chef, Jaycee Ferreira, il talentuoso team della cucina di Prana è dedicato alla preparazione di piatti genuini contrassegnati da sapori audaci e deliziosi; un’esperienza culinaria per eccellenza.
Il centro benessere del Prana Lodge offre un’esperienza serena e rigenerante per coppie e singoli, con massaggi e trattamenti di bellezza personalizzati. Immerso in splendidi giardini forestali indigeni, presenta un’esperienza unica, attingendo alla naturale energia curativa dei dintorni, con trattamenti olistici per un completo rinnovamento fisico, mentale e spirituale.
Una vera esperienza da “Paradiso sulla Terra” ti aspetta: massimo relax e rinnovamento per il corpo e la mente attraverso un servizio altamente personalizzato e discreto, in totale privacy e impreziosito da una cucina eccezionale. Il luogo perfetto per creare ricordi che dureranno tutta una vita.
Fonte: xoprivate.com
Dubai è un vero paradiso per gli amanti della sabbia
Il litorale di Dubai offre spiagge incantevoli, ognuna con le sue caratteristiche e la sua personalità. Ogni luogo ha una personalità unica e la variegata cultura da spiaggia di Dubai è indubbiamente una delle peculiarità di questo paradiso urbano. Andate da Sunset Beach, cuore pulsante del surf, a Palm Jumeirah, vero paradiso del lusso, passando per Kite Beach, spiaggia alla moda dove il motto è non stare mai fermi, e la più tranquilla Black Palace Beach, ideale per le famiglie: Dubai ne ha per tutti i gusti. Scoprite le nostre cinque spiagge preferite.
Kite Beach: per chi non si ferma mai
Situata a Jumeirah, questa vivace spiaggia pubblica è perfetta per le famiglie che amano lo sport e per chiunque sia in cerca di un luogo alla moda dove rinfrescarsi un po’. La spiaggia è spaziosa e ben tenuta, con bagnini e la possibilità di praticare moltissimi sport tra cui kitesurf, calcio, tennis e beach-volley. Inoltre include uno skatepark e aree giochi per bambini. A Kite Beach è davvero facile perdere la cognizione del tempo. Per fortuna, il food truck Salt, ormai trasformato in una baracchetta da spiaggia, propone frullati e hamburger a due passi dalla spiaggia per gli amanti della tintarella che non vogliono perdersi neanche un attimo del sole di Dubai.
Sunset Beach: per chi ama cavalcare le onde
Noleggiate una tavola da surf o un SUP nella vicina Surf House Dubai e unitevi ai migliori surfisti della città. Qui in inverno troverete le onde più alte di tutta Dubai. Inoltre la spiaggia per surfisti di Umm Suqeim regala uno dei panorami più spettacolari sul Burj Al Arab, offrendo tante occasioni per distrarsi in attesa dell’onda perfetta. La spiaggia ha visto nascere una bella comunità di surfisti e al centro della scena surf troviamo la Surf House Dubai, gestita dai titolari expat Scott Chambers e Daniel Van Dooren, cresciuti proprio su questa spiaggia a pane e surf. Il locale offre un ambiente rilassato dove gustare un buon caffè bio a marchio RAW, fare yoga, partecipare a laboratori, noleggiare tavole e persino frequentare lezioni di meditazione sul SUP. In questo modo i proprietari sono riusciti a creare un’atmosfera che prima si poteva vivere solo nelle tranquille località balneari più famose.
Black Palace Beach: per le famiglie giovani
Questa spiaggia pubblica poco conosciuta su Al Sufouh Street è diventata un luogo molto frequentato dalle giovani famiglie e da chi desidera un po’ di tranquillità lontano dalle grandi folle. Nascosta tra Media City e i palazzi reali estivi, la spiaggia si affaccia su Palm Jumeirah e le sue acque tranquille sono perfette per giocare in acqua e remare. Se non avete voglia di spendere, questa spiaggia è l’ideale grazie all’assenza di negozi e tentazioni.
Palm Jumeirah: per gli amanti del lusso
Quest’isola artificiale è uno dei luoghi più esclusivi di Dubai, con accesso a pagamento. The Palm, il nome locale dell’isola, è il regno del lusso, con hotel a cinque stelle, ciascuno dei quali dotato di spiaggia privata a pagamento. Sull’isola le opzioni per chi ama spendere sono davvero infinite: troverete luoghi tranquilli, atmosfere romantiche, ambienti vivaci e buon cibo. Da Nasimi Beach all’Atlantis The Palm, vero paradiso per chi ama far baldoria, con tanto di divieto di accesso per i bambini, all’atmosfera romantica di Jumeirah Zabeel Saray, passando per lo stile rilassato e mediterraneo del Riva Beach Club, su The Palm prendere il sole è una vera e propria arte.
JBR Beach: per chi cerca di tutto un po’
Il complesso per lo shopping e l’intrattenimento di lusso The Beach ha dato nuova vita a quest’area della Dubai Marina, trasformatasi nella spiaggia pubblica più alla moda di Dubai, che offre mare, sabbia, shopping e gastronomia con strutture all’avanguardia, bar e aree giochi per bambini, cabine in spiaggia per chi non ama riempirsi di sabbia e tante occasioni di intrattenimento, tra cui passeggiate a dorso di cammello e un fantastico parco acquatico al largo del litorale. Una miscela magica di attività che solo Dubai sa regalare.
Fonte: visitdubai.com
PICASSO, CHAGALL E MODIGLIANI SONO ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE, NEI PRIMI DECENNI DEL NOVECENTO, ANDARONO A PARIGI PER SPERIMENTARE LE NUOVE E STIMOLANTI CORRENTI CREATIVE. UNA MOSTRA AL LOUVRE ABU DHABI NE RACCONTA PROTAGONISTI E SVILUPPI
Com’era Parigi nei primi decenni del Novecento, quando era frequentata da artisti provenienti da tutta Europa? A raccontare i protagonisti, le atmosfere e i capolavori realizzati in quegli anni nella capitale francese ci penserà, dal prossimo 18 settembre, Rendezvous in Paris: Picasso, Chagall, Modigliani & Co. (1900- 1939), mostra che sarà inaugurata al Louvre Abu Dhabi in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi e organizzata con Agence France-Muséums. Attraverso dipinti, sculture e fotografie di circa 50 artisti, tra cui Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Marc Chagall, Juan Gris, Chaïm Soutine, Constantin Brancusi e Tamara de Lempicka, la mostra esplorerà la Parigi dei “ruggenti anni Venti”: il dinamismo e la sua natura cosmopolita fecero di Parigi un attraente centro bohémien per artisti provenienti da tutta Europa, molti dei quali lasciarono il proprio Paese d’origine nel primo Dopoguerra alla ricerca di un luogo in cui potessero esprimersi in modo creativo. Riunendosi in caffè, studi e gallerie, questa comunità artistica ha trasformato la “Città delle Luci” nel centro creativo d’Europa, producendo alcune delle opere più iconiche della storia dell’arte del Novecento.
Abu Dhabi: dal 18 settembre al 7 dicembre
Rendezvous in Paris: Picasso, Chagall, Modigliani & Co. (1900-1939)
Louvre Abu Dhabi
Saadiyat Cultural District 1
Fonte: artribune.com – Desirée Maida
Un sorprendente villaggio colorato lungo le rive del Nilo ad Aswan
La Nubia è una regione dell’Egitto meridionale, situata lungo le rive del Nilo e nella parte settentrionale del Sudan. In un tipico villaggio Nubiano la vita quotidiana è scandita dalle tradizioni del suo popolo rimaste immutate nel tempo in perfetta sintonia con l’ambiente circostante.
Scivolare lungo le tranquille acque del Nilo da Aswan a bordo di una tipica imbarcazione egiziana, attraverso le rocce granitiche rosa e la vegetazione rigogliosa, che contrasta con il giallo ocra del deserto, è un’esperienza gratificante ed indimenticabile. Si osservano numerose sfumature di colore, dal blu cobalto del fiume ai riflessi dorati delle dune che raccolgono gli ultimi raggi del sole al tramonto per lasciare spazio ad un cielo talmente limpido che sembra congiungersi con un universo senza confini.
Dopo aver fatto un bagno nell’acqua cristallina del Nilo e passeggiato lungo una splendida spiaggia di sabbia fine, si entrerà in completa armonia con una delle più belle zone attraversate dal maestoso fiume. Case dalle facciate vivacemente colorate e bancarelle ricche di spezie profumate caratterizzano il villaggio e i nubiani, accoglienti e cordiali, saranno felici di offrirvi un delizioso tè e di farvi visitare le loro abitazioni. Sarà irresistibile fare un tatuaggio all’henné. Il loro sorriso e la loro ospitalità rimarrà un ricordo indelebile.
Custodi di una cultura millenaria, i nubiani conservano anche una propria lingua incomprensibile a tutti gli altri egiziani. Un’esperienza particolare che unisce la conoscenza di uno spaccato autentico del sud del Paese a un contatto superbo con sua maestà il Nilo.
Foto: Alessandra Fiorillo
Il Cairo Luci e Suoni
alle piramidi di Giza
Straordinario spettacolo alle Piramidi più famose del mondo, che vi trasporteranno indietro di migliaia di anni per svelare i segreti della vita ai tempi dei faraoni dell’Antico Egitto. La narrazione inizia con la Sfinge, guardiana della necropoli di Giza da oltre 4500 anni, che in prima persona ripercorrerà le principali imprese legate alla grandezza dei gloriosi regni. Si comprenderanno alcune delle tecniche, tanto sofisticate e ancora misteriose, usate per la costruzione di queste imponenti meraviglie, che sono sopravvissute fino a noi in tutta la loro maestosità e che esprimono grande spirito umano, creatività e ingegno.
Vedrai la piramide sepolcrale e la barca che il faraone Cheope usò per navigare durante il suo viaggio verso l’immortalità e il vivido volto di Chefren, suo figlio, che fece costruire la sua piramide, leggermente più piccola e più bassa, accanto a quella del padre. Nello stesso sito, Micerino, figlio e successore di Chefren, decise di avere il proprio tempio funerario più modesto rispetto a quelli dei suoi predecessori, ma altrettanto affascinante, insieme ad ulteriori piramidi minori, che ospitavano altri componenti della famiglia.
Lo show racconterà le imprese di questi grandi regnanti, i loro segreti e le leggende della storia più affascinante del Mondo Antico.
Foto: soundandlightshow.com