LO STREET FOOD IN VIETNAM

11 Lug 2019 In: Vietnam

Il Vietnam è una nazione vasta e tre principali aspetti la caratterizzano:  geografia, tempo e cucina. Il Nord, il Centro e il Sud del Paese si assomigliano, ma presentano anche curiose contraddizioni soprattutto per quanto riguarda il cibo.

Con molti piatti che assumono le caratteristiche della regione, un piatto con lo stesso nome può avere un sapore diverso a seconda di dove è ordinato. La cucina vietnamita è anche molto regionale con alcuni piatti che non guadagnano mai popolarità al di fuori della loro zona naturale, come il Bun Cha. (nella fotografia iniziale)

Il Bun cha dovrebbe essere più famoso di come lo è ora, perché è davvero difficile trovare qualcuno che non lo ami. Se stai cercando uno street food ad Hanoi, Bun Cha dovrebbe soddisfare perfettamente le tue aspettative!

Questa diversità geografica può certamente essere un aspetto di interesse per i viaggiatori.

Banh Cuon

Un altro piatto da provare è il Banh Cuon, deliziose frittelle di riso arrotolate ripiene di maiale tritato, funghi e cipolle mescolati con spezie. Servito con erbe fresche e salsa di pesce, Banh Cuon è leggero ma abbondante e soprattutto molto gradevole.

Spostandosi a sud, lontano dalla capitale, la città imperiale di Hue è una destinazione piena di interessanti piatti sicuramente apprezzati dai buongustai.

Banh Xeo

Il Banh Beo è davvero un must in Vietnam! È molto diverso da quello che si prepara nel Vietnam del Nord o del Sud, ma è facile da mangiare e lo rende un antipasto perfetto da condividere con amici o familiari. L’iconico Bun Bo Hue è un altro piatto tipico della città e di solito è molto saporito. Anche Nem Lui è fantastico: carne di maiale alla griglia con erbe arrotolate in carta di riso e intinta in una salsa speciale. Una soluzione perfetta per le famiglie!

Lo street food Hue è un’esperienza unica che offre ai viaggiatori la possibilità di gustare prelibatezze difficili da trovare, riservate di solito solo dagli abitanti del luogo.

Nel sud del Paese, Ho Chi Minh City, comunemente conosciuta come Saigon, offre una straordinaria esperienza di street food come il Banh Xeo e pesce fresco.

Non ci resta che sperimentare di persona questi piatti tipici
e scegliere il nostro preferito.

Fonte: easia-travel.com

Un elegante rifugio sul mare situato appena fuori dalla capitale dell’Oman, il Chedi Muscat è un delizioso mix di architettura moresca e minimalismo moderno, di fronte a una spiaggia privata.

Immerso in 21 acri di meravigliosi giardini, costellato di tranquilli stagni e cascate, siepi ben curate e imponenti palme, il resort è infuso di serenità Zen e offre una esclusiva e suggestiva piscina lunga ben 103 metri.

Gli alloggi sono ugualmente riposanti, decorati in rilassanti tonalità neutre con mobili semplici ma eleganti e con alcuni tocchi in stile arabo. La maggior parte vanta una vista sull’oceano e le Chedi Club Suites includono terrazze ventilate e vasche da bagno incassate.

Lascia che i tuoi livelli di energia scandiscano le attività della tua giornata – che si tratti di immersioni subacquee, osservazione dei delfini, giocare a tennis o rilassarsi nella spa – e lascia che il tuo appetito ti guidi nel ristorante più adatto: frutti di mare con vista sull’oceano direttamente sulla spiaggia, cucina raffinata preparata nelle cucine a vista de The Restaurant o informali piatti indiani e asiatici serviti alle cabanas a bordo piscina.

Fonte: xoprivate.com

JAMES BOND ISLAND

10 Lug 2019 In: Thailandia

La provincia di Pang-nga ospita un parco marino tra i più suggestivi della Thailandia che può essere vissuto in modi assai diversi, grazie alla varietà dei tour disponibili. Khao Phing Kan ha una particolarissima forma, enormi rocce calcaree a strapiombo nel mare. L’isola, completamente ricoperta di vegetazione è posizionata a 6 km dalla terraferma nel nordovest della baia di Phang-nga, e fa parte di un arcipelago di una dozzina di altre isole.

L’isola principale e ancor più la piccola Koh Tapu (sorge dall’acqua a 40 metri dalla terraferma) è stata resa celebre dal film della serie 007 “L’uomo dalla pistola d’oro” e da allora ribattezzata James Bond Island: un cono verticale a base rovesciata che ha le sembianze di un enorme chiodo alto 20 metri con un diametro che va dai circa 4 metri in prossimità del livello dell’acqua, agli 8 metri della cima. Le acque della baia intorno all’isola sono poco profonde e di colore verde giada; il fondo è coperto dal limo trasportato da diversi fiumi provenienti dal nord della Thailandia che sfociano non lontano da qui. L’isola è piccolissima, non è possibile attraccarvi, ma regala scorci di notevole bellezza.

Si può comodamente raggiungere l’isola partendo da Khao Lak, Phuket, Krabi. Una volta arrivati, le opzioni sono diverse: potrete scegliere se fare un tour con le long-tail boats, tradizionali piccole e agili imbarcazioni di legno che raggiungono l’isola dopo una bellissima traversata fra le foreste di mangrovie oppure con imbarcazioni più moderne come motoscafi. Gli anfratti presenti sull’isola sono quasi sempre accessibili dal mare e si visitano in canoa.

Fonte: turismothailandese.it

PECHINO FA DA CORNICE ALLA STRAORDINARIA MOSTRA DEDICATA A PABLO PICASSO DALLO UCCA CENTER FOR CONTEMPORARY ART. UN EVENTO CHE PASSERÀ ALLA STORIA, COMPLICE UNA ALTISSIMA AFFLUENZA DI PUBBLICO.

Allo UCCA Center for Contemporary Art di Pechino si è da poco inaugurata la più grande mostra sul genio artistico del Novecento mai realizzata in Cina.

Nonostante i numeri siano da capogiro, non si tratta della prima volta di Pablo Picasso (Malaga, 1881 ‒ Mougins, 1973) in Cina. Nel 1983 il pubblico cinese ha avuto il primo incontro ravvicinato con l’artista che rivoluzionò la pittura contemporanea. In occasione della visita dell’allora presidente francese François Mitterand, arrivarono nella capitale asiatica una trentina di opere di Picasso. Questa volta, invece, le opere sono oltre un centinaio e, se volessimo riassumere questa mostra in qualche cifra, i numeri farebbero strabuzzare gli occhi.

LE OPERE

I primi trent’anni dell’attività artistica del maestro sono rivelati in un percorso che include ben 106 opere, tutte provenienti dal Musée national Picasso-Paris.

La mostra racconta la storia della formazione creativa e dei processi sperimentali messi in atto dal talento più audace, originale e prolifico della storia dell’arte moderna, accompagnando il visitatore attraverso una selezione di opere realizzate fra il 1893 e il 1921. Disegni, dipinti, sculture e composizioni di collage su carta formano la più grande raccolta di lavori picassiani mai presentata in Cina e il loro trasporto oltreoceano ha dell’incredibile. Tornando ai numeri da capogiro, le opere, che sono state assicurate per 800 milioni di euro, sono arrivate a destinazione su sette aerei differenti.

Nei sei capitoli in cui è organizzato il percorso espositivo si materializzano, agli occhi sbalorditi ed emozionati del pubblico, quei segni grafici, quegli studi a matita, quei dipinti che per tanti cinesi sono stati finora solo delle inconfondibili immagini studiate nei libri d’arte.

Tra i capolavori in mostra sono presenti alcuni materiali preparatori per le celeberrime Demoiselles D’Avignon e il famoso Man with a mandolin del periodo cubista, ma non solo. Matisse, Cézanne, Rousseau, Braque, Miró e Vuillard sono alcune tra le firme delle nove opere esposte che provengono dalla collezione privata di Picasso, nomi scesi dall’Olimpo dell’arte contemporanea per celebrare la “nascita di un genio creativo”.

IL PERCORSO

“I wanted to be a painter, and I ended up as Picasso.” Questa è la citazione che, a detta della curatrice Emilia Philippot, responsabile della collezione parigina, meglio rappresenta l’anima della rassegna.

La mostra, che per Pechino si configura come l’evento artistico più importante dell’anno, offre una panoramica completa sui primi tre decenni della straordinaria carriera di Picasso e offre una esclusiva opportunità di comprenderne il grande genio creativo. La straordinaria raccolta di disegni consente un avvicinamento personale, a tratti intimo, all’artista: il percorso e l’allestimento guidano la visita in un’alternanza quasi sacra tra spazi chiusi e aperti; i tagli alle pareti, una citazione quasi “scarpiana” dello spazio museale, concede la vista privilegiata di alcune opere in un gioco di anticipazioni e rimandi che svelano pian piano la grandezza del maestro.

LA CORNICE ISTITUZIONALE

Picasso – Birth of a Genius è stata resa possibile grazie a una congiuntura istituzionale e diplomatica senza precedenti ed è già stata riconosciuta come una pietra miliare nella storia delle relazioni culturali sino-francesi.

I rapporti bilaterali a tema culturale sono stati un tema centrale durante gli incontri dello scorso anno tra il primo ministro francese Édouard Philippe e il premier cinese Li Keqiang. Il 2021, scelto come l’anno dedicato al turismo sino-francese, vedrà l’intensificarsi dello scambio culturale bilaterale tra i due Paesi; d’altronde, la necessità di creare una crescente cooperazione tra i governi di Francia e Cina nei campi dell’arte e della cultura è stato uno dei temi affrontati dal presidente Xi Jinping e dal presidente Emmanuel Macron lo scorso 25 marzo al Palazzo dell’Eliseo. Date le premesse e gli accordi ai vertici, la mostra non poteva che rivelarsi un gran successo di stampa, pubblico e critica.

LA RISPOSTA DEL PUBBLICO CINESE

Nella prima giornata di apertura al pubblico, lo UCCA ha registrato qualche non meglio specificato migliaio di visitatori. Dall’account Facebook dell’istituzione artistica, in calce a una già eloquente foto, si legge: “The first public day of Picasso – Birth of a Genius broke our visitor records! Many thanks to the thousands of visitors who came by on day one to see the most significant Picasso exhibition staged to date in China”.

Nonostante la Cina sia il Paese dei grandi numeri per antonomasia, le cifre che accompagnano questa mostra hanno, in ogni caso, dell’incredibile.

Il pubblico cinese, troppo spesso a digiuno di contatti diretti con i grandi maestri occidentali ‒ perché qui in Cina molto spesso le mostre sono digitali, immersive, in poche parole sono fatte di immagini proiettate ‒, sembra apprezzare il rapporto diretto con la grande storia dell’arte. Anche se la parte social dell’arte e del fruire l’arte sembrano prevalere a suon di post e di scatti, questa rassegna ha tutte le premesse per entrare nella storia delle grandi mostre.

Pechino // fino al 1° settembre 2019
Picasso – Birth of a Genius
UCCA – 4 Jiuxianqiao Rd, Chaoyang Qu

Fonte: Artribune.com ‒ Giorgia Cestaro

L’ESTATE IN IRLANDA

9 Lug 2019 In: Irlanda

La bellezza di un viaggio in Irlanda è la straordinaria varietà di questo minuscolo puntino verde nell’Atlantico. Forse il modo migliore per vedere il più possibile è noleggiare un’auto e andare per la tua strada: scoprirai la Giant’s Causeway e il ponte di corda di Carrick-a-Rede lungo la Causeway Coastal Route – una delle strade costiere più belle al mondo. Girando invece nell’Ireland’s Ancient East, le Terre Millenarie d’Irlanda, scoprirai antichi castelli e abbazie, manieri e non solo. Questa zona, nel cuore dell’isola e tutt’attorno a Dublino, è famosa per la sua antica storia. E come non menzionare la selvaggia Wild Atlantic Way? 2.500 km lungo la costa orientale dell’isola: qui la natura regna sovrana e i panorami sono unici e rari. Qualsiasi itinerario deciderai di percorrere non mancheranno ottimo cibo, gente accogliente e il tipico “craic” irlandese.

Addormentarsi sotto le stelle – Finn Lough Bubble Domes, contea del Fermanagh

Fai camping o dormi in alloggi alternativi

Ti piace l’avventura e vuoi girare il più possibile, per vedere tutto quello che puoi… abbiamo la soluzione! Potrai affittare camper e minivan e girare l’isola in lungo e largo! In Irlanda è anche di moda “Glamping” – ossia camping con un po’ di glamour. Ma esistono veramente soluzioni di tutti i tipi; le Bubble Domes al Finn Lough nel Fermanagh offre vere e proprie “bolle” in mezzo alla natura, dove potrai addormentarti sotto il cielo stellato.

Gli impavidi fanno surf alle Cliffs of Moher

Cimentati in un’attività nuova

I più coraggiosi possono provare a fare Surf in Irlanda, esistono zone frequentate da veri surfisti dove le onde sono veramente impressionanti – ma ci sono anche spiagge dove le acque sono più calme e dove i principianti potranno sicuramente divertirsi.

Preferisci un bel giro in bicicletta? Esistono percorsi fantastici, immersi nella natura e lontana dal traffico. La Waterford Greenway è stata recentemente inaugurata ed è il percorso pedonale e ciclabile fuoristrada più lungo del paese: corre per 46 km lungo una vecchia linea ferroviaria con partenza da Waterford, la più antica città irlandese, e arrivo nella bella cittadina portuale di Dungarvan. Anche la Great Western Greenway è un percorso ciclabile magnifico nella contea di Mayo e percorre la costa per circa 30km, regalando panorami indimenticabili. Ma non finisce qui: in estate potrai facilmente praticare del trekking.

Isola di Rathlin, contea di Antrim

Di isola in isola

Dalle pure Boa e Devenish all’aspra Rathlin e alle Skellig, star cinematografiche, le isole d’Irlanda sono uniche al mondo e d’estate creano le condizioni perfette per saltare in barca e attraversare le onde per visitarle. Passeggia lungo gli itinerari creati dagli abitanti delle Isole Blasket, partiti ormai da lungo tempo, scopri la moderna vita dell’isola tra i muretti a secco delle vivaci Isole Aran o fai un giro sull’unica funivia d’Irlanda che ti condurrà a Dursey Island al largo della costa della contea di Cork.

Huntington Castle and Gardens, contea di Carlow

Alloggia in un castello

Si sa, la verde Irlanda è ricca di castelli e manieri – si dice ce ne siano più di 3000. Avrai solo l’imbarazzo della scelta! In alcune di queste strutture potrai addirittura soggiornare…Ti attendono letti a baldacchino e non solo a Ballybur Castle nella contea di Kilkenny o allo splendido Cabra Castle alle porte di Dublino. Al Castello di Bunratty potrai invece partecipare ad un vero e proprio banchetto medievale

Oppure gioca di immaginazione e visita i tantissimi castelli, oggi interessanti musei dove scoprirai l’antica storia dell’isola. Tra i più belli consigliamo: Blarney Castle nella contea di Cork, il Kilkenny Castle nella cittadina medievale di Kilkenny, il bellissimo castello di Belfast, oppure il Castello di Birr, oggi ancora abitato dalla famiglia Parsons.

Fonte: ireland.com

Luxury Overwater Bungalow al Tahiti Ia Ora Beach Resort by Sofitel 4*: raffinatezza e sobrietà

Le 12 Luxury Overwater Bungalow del Tahiti Ia Ora Beach Resort by Sofitel 4* hanno aperto come previsto il 1° maggio 2019. Sapiente mix di calore polinesiano e raffinatezza alla francese, offrono un comfort di alta gamma e un’atmosfera sobria. Godetevi l’esperienza Pilotis (Palafitta) in un ambiente idilliaco. Troverete una bottiglia di Champagne all’arrivo, un minibar rifornito quotidianamente (bibite e birre), un piatto di frutta fresca al giorno e prodotti di cortesia Hermès.

Tahiti, Le Coco’s diventa La Plage

Cucina “bistronomica”

Nuovo concept al ristorante Le Coco’s di Tahiti! Dopo 11 anni di cucina gastronomica “classica”, Le Coco’s diventa La Plage. Potrete degustare  un sapiente mix tra cucina bistrot e gourmet, arricchito da note polinesiane. Per quanto riguarda l’ambiente, il ristorante è più vicino all’oceano: il giardino lascia il posto a una spiaggia di sabbia bianca, mentre un grande ponte sovrasta il lungomare. Anche le terrazze e gli interni sono stati ristrutturati e rinnovati in uno stile elegante e luminoso. Il concept cambia ma il team è sempre lo stesso! Le prenotazioni già confermate in versione gastronomica sono confermate in quanto tali.

Bora Bora, voli in elicottero: fate una sosta in vetta!

Disponibile per voli privati e non privati, ora avete la possibilità di fare una sosta di 30 minuti sul monte Popoti pagando un supplemento. Durante il giorno o al tramonto, godetevi la vista panoramica della magnifica laguna di Bora Bora, mentre sorseggiate un bicchiere di Champagne!

Fonte: Tahiti Nui Travel

Una meta turistica che pochi ancora conoscevano.
Finché non è arrivato Instagram!

La pittoresca cittadina di Chefchaouen si trova nella regione montuosa del Marocco settentrionale. La città fu per secoli considerata sacra ed era persino proibito l’ingresso agli stranieri. Solo di recente – negli Anni ’50 – le cose sono cambiate, motivo per cui ora Chefchaouen si è rivelata al mondo ed è divenuta una meta turistica che, finora, pochi ancora conoscevano. Finché non è arrivato Instagram.

È detta la città azzurra perché tutti gli edifici, le porte, le finestre, le fontane e le strade sono dipinte nelle diverse tonalità di azzurro. La medina, la città vecchia, è un dedalo di vicoli lunghi e stretti colorati di azzurro. Quale migliore soggetto per gli Instagrammer?

Eppure, il motivo per cui tutto è azzurro è puramente religioso e non estetico. Abitata da popoli berberi, fu fondata da spagnoli provenienti dall’Andalusia esiliati nel XV secolo, ecco perché la parte antica della città ha un aspetto molto simile a quella dei villaggi andalusi, con piccole vie dal tracciato irregolare. Gran parte dei suoi abitanti ancora oggi parla spagnolo.

Il centro della città è la piazza di Outa-el-Hammam, dove si trovano una splendida fortezza e una moschea con la torre a base ottagonale. All’interno della kasbah ci sono bellissimi giardini rigogliosi.

Dichiarata dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, Chefchauoen è rimasta fuori dalle principali rotte turistiche del Marocco per anni.

Milioni di turisti si riversano ogni anno nelle storiche città imperiali di Marrakech, Fes, Meknes, Rabat o visitano Essaouira, affacciata sull’Oceano Atlantico. Oggi una tappa imperdibile è anche questa cittadina.

Fonte: SiViaggia.it

Un corno d’oro che brilla e cambia forma. Esiste davvero e si trova a Bol, sulla costa meridionale di Brac, isola della Dalmazia. Le coste opposte sono bagnate dalle acque che appartengono a due correnti diverse. E dal loro «scontro» nasce un ricciolo di sabbia – la punta del corno, appunto – rivolto ad est o a ovest in base alla direzione della corrente più forte.

La forma così inusuale di questa lingua di terra si percepisce solo dall’alto, in volo o da un punto panoramico costruito alle sue spalle. Ed è inutile dire che ogni estate viene letteralmente presa d’assalto dai turisti, che ricoprono con asciugamani e ombrelloni i trecento metri di corno.

Qui l’acqua è trasparente (anche se abbastanza fredda), con sfumature che vanno dal celeste al verde, che crea un bellissimo contrasto con la spiaggia dorata, formata da sabbia grossolana e ciottoli, come la maggior parte della costa croata.

Brac si raggiunge in traghetto, con partenza da Makarska verso Sumartin, da Spalato verso Supetar oppure da Split, dov’è possibile imbarcare la propria auto. E una volta sbarcati, si può noleggiare uno scooter o anche prendere un taxi per arrivare sino alla spiaggia del Corno d’oro. A piedi dal centro di Bol ci s’impiega circa mezz’ora.

A pronosticare la direzione del ricciolo può essere il vento. A fare il resto sono le maree, che rendono ancora più speciale – e famoso – questo lembo di terra, vicino a cui si trovano anche gli antichi resti di una villa romana e di una piscina della stessa epoca. E non solo. Vi siete mai chiesti da dove viene tutta la pietra usata per costruire la Casa Bianca così come il Palazzo di Diocleziano di Spalato o Il palazzo del Reichstag di Berlino? Arriva proprio da Brac, dove proprio ai tempi dei romani si sono scoperte le peculiarità delle sue rocce così preziose.

Fonte: Noemi Penna –lastampa.it

Situata nel centro-sud della Spagna, Mérida è l’erede di uno splendido trascorso romano. Il luminoso passato della città di Mérida si manifesta oggi in uno dei complessi monumentali e archeologici meglio conservati della Spagna. Quindi, per quanto detto, nel 1993 la città fu dichiarata Patrimonio Mondiale, e, tale riconoscimento ne vale della sua proiezione turistica, sicuramente la sua motrice economica principale.

La storia di Mérida è fortemente legata all’espansione dell’Impero Romano nella penisola iberica. Fu fondata come città dell’urbe nell’anno 25 a.C. sotto il potere dell’imperatore Augusto, da cui prese il suo nome: Emerita Augusta. Così, Mérida fu capitale della provincia romana di Lusitania e riuscì a diventare una delle città più fiorenti dell’Impero. Fu anche un importante centro religioso nei primi anni del cristianesimo.

È così che l’impronta romana è presente quasi in ogni angolo della città. Diversi monumenti di quell’epoca a tutt’oggi funzionano. Il Teatro Romano è uno dei suoi edifici più emblematici. Accanto ad esso c’è l’Anfiteatro, uno spazio utilizzato per i tra gladiatori e per le fiere. Queste costruzioni risalgono allo stesso periodo e conservano alcuni elementi originali, come la platea e le tribune.

In centro città vi sono il Tempio di Diana e l’Arco di Traiano. Nei dintorni della città è possibile ammirare gli ambiziosi progetti civili dell’epoca, come il Ponte Romano sul fiume Guadiana, che si distingue per la sua maestosità, o l’Acquedotto dei Miracoli. Proseguendo dritto raggiungerai l’Alcazaba araba, che offre un punto di vista panoramico sul fiume. Il Museo Nazionale di Arte Romana, creato dall’architetto spagnolo Rafael Moneo, rappresenta l’ultima fermata della nostra visita agli edifici romani sparsi in città.

Tutti i sapori della gastronomia dell’Estremadura si fondono a Mérida. La capitale della regione è situata al centro di una delle più grandi dispense della Spagna, dove vengono prodotti alimenti di qualità e prestigio riconosciuti nel mondo. A Mérida è doveroso assaggiare le meraviglie dell’Estremadura come il prosciutto iberico di Bellota, noto anche come prosciutto “Pata Negra”, e che può essere identificato in tre elementi distintivi, in base alla purezza della razza del maiale. Poi, c’è il formaggio La Serena, preparato con latte di pecora merinos appena munto, anche il formaggio Ibores, che invece è un prodotto un po’ piccante e piuttosto salato. Sempre parlando di prodotti caseari, la Torta del Casar si presenta in forme cilindriche con una crosticina giallo ocra semidura. La paprika, insieme allo zorongollo, diventa una combinazione eccezionale per piatti a base di carne come l’agnello e le migas, che devono sempre essere accompagnate da un buon vino della Ribera del Guadiana.

Ci sono molti eventi ed innumerevoli cose da fare a Merida: Festival internazionale del teatro classico: Il teatro romano è il palcoscenico principale di un evento che quest’anno celebra la sua 65ª edizione dal 27 giugno al 25 agosto. Nove importanti spettacoli (sei dramma, due opere di danza e un’opera) sono presenti sulla locandina del 2019 di uno dei migliori festival del suo genere in Europa.

Museo Nazionale di Arte Romana: Situato a poca distanza dal teatro e dall’anfiteatro, è l’unico museo nazionale interamente dedicato all’arte romana in Spagna. Le proposte, molto ricche di qualità e quantità, offrono una panoramica completa dell’epoca di Hispania.

Parco Naturale di Cornalvo: A 15 km da Mérida, vale la pena visitare questo spazio di 10.500 ettari di foresta mediterranea di lecci e querce da sughero, senza dubbio uno splendido esempio del paesaggio più caratteristico dell’Estremadura: la dehesa. Ha la sua origine nella diga romana di Cornalvo, conservata in buone condizioni e dichiarata Monumento Nazionale nel 1912.

L’Estremadura è il primo produttore nazionale di prosciutto iberico, e, proprio grazie a ciò, è diventata un’icona della Spagna, quindi saprai cosa degustare ed acquistare a Merida. In città ci sono negozi specializzati dove gli addetti ti aiuteranno a scegliere il miglior prosciutto e altre proposte di salumi “Made in Estremadura”, come chorizo, lonza e patatera, un prodotto tipicamente regionale preparato con grasso di maiale iberico, patate e paprika di La Vera. Questo condimento, essenziale nella cucina spagnola, è venduto in vasetti caratteristici e il suo sapore può variare tra il dolce, speziato e agrodolce.

La paprika di La Vera è una spezia indispensabile per la preparazione di molte pietanze della gastronomia della regione, grazie al suo tocco piccante ed al suo sapore intenso. La sua fama attraversa i confini di tutto il mondo, essendo il condimento ideale per carni, stufati e tapas

Fonte: Turespana – Ufficio Spagnolo del Turismo

Il ristorante Mirazur di Mentone, comune francese molto suggestivo, ha vinto la classifica 2019 dei migliori ristoranti del mondo.

Nella classifica 2019 dei 50 migliori ristoranti al mondo, il primo posto è stato assegnato al ristorante Mirazur a Mentone, in Francia. A giudicarli sono stati un migliaio fra chef, professionisti dell’industria alimentare, critici gastronomici sparsi per il mondo e suddivisi in base alle zone di riferimento.

In questo 2019 il Mirazur, guidato dallo chef Mauro Colagreco, ha conquistato la giuria aggiudicandosi il primo posto, seguito al secondo posto dal Noma di Copenhagen, dello chef René Redzepi, e al terzo posto dall’Asadro Extebarri nei Paesi Bassi, guidato dallo chef Victor Arguinzoniz.

Qual è il motivo di tanto successo? La cucina multietnica di Colagreco, che unisce sapori italo-argentini, dovuti alle sue origini, con ingredienti tipici della Costa Azzurra, luogo dove ha sede il ristorante.

Se capitate a Mentone, vale davvero la pena concedersi una cena in questo super-ristorante, considerata la bontà (garantita) dei piatti.

Senza contare che Mentone, comune francese poco distante da Ventimiglia, soprannominato “la Perla della Francia”, ha molto da offrire anche in termini turistici, tant’è che è frequentato ogni estate da moltissimi italiani. A parte il piacevolissimo clima mediterraneo, tra città vecchia, porto, giardini e ville, è davvero una meraviglia tutta da scoprire.

Molto suggestive le case dipinte di pastello, e le stradine pittoresche che conducono alla Basilica di San Michele, in perfetto stile barocco, e alla vicina Cappella dei Penitenti Bianchi, sempre barocca, risalente al 1687. Bello anche il Porto antico e il museo Jean-Cocteau, dedicato all’artista omonimo.

Altro museo da non perdere è quello delle Belle Arti, ospitato in un palazzo storico, e facilmente raggiungibile a piedi. La città vecchia è situata dietro il lungomare e risale al XIII secolo, quando venne fondata dai genovesi. Qui ogni mattina ha luogo il Mercato in uno spazio chiuso, dove si possono trovare autentiche prelibatezze. La parte nuova di Mentone è altrettanto bella, soprattutto per la presenza di molte ville della Belle Epoque. Infine non perdetevi i meravigliosi giardini sparsi per la città, gioielli semi-tropicali dove perdere la testa!

Fonte: SiViaggia.it


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