Storie, leggende e rituali accompagnate dalle celebrazioni delle festività hanno tutti contribuito alla leggenda egiziana nota come l’Oasi di Siwa.
Molti sono i miti nati intorno a questa pittoresca oasi nel cuore del deserto egiziano, che da sempre esercita su chi la visita un fascino speciale.
La più famosa di queste leggende è la storia degli abitanti dell’oasi. Rimanda ad una storia antica, quando Jebel Dakrour, il tempio della rivelazione, era collegato al Monte dei Morti da un tunnel sotterraneo.
L’Egitto ha diversi monti i quali, anche se fatti da Dio, vengono considerati di interesse archeologico. Per la loro bellezza, questi luoghi sono diventati popolari e tra questi in particolare il “Monte dei Morti”,
Gebel Al-Matwa, un monte contenente delle tombe, scoperto dagli abitanti di Siwa durante la seconda guerra mondiale nel 1944.
Il Monte dei Morti è uno dei reliquari più famosi di Siwa. Geograficamente parlando non si tratta di un monte vero e proprio, ma di un altipiano al centro del quale si protende un cono montuoso.
Il Monte dei Morti contiene migliaia di tombe intagliate nella roccia. Sono di forma tondeggiante, come quella di un alveare. È uno dei luoghi archeologici più belli e strani dell’Egitto. È una delle meraviglie di Siwa.
A nord di Qal’at Shali, a un’altezza di 50 metri, si trova un cimitero antico di grande valore per l’arte egizia e greca. Le tombe sono scavate in profondità nella montagna e ogni tomba rettangolare termina con una corte quadrata. Nella corte si aprono diverse nicchie che, in tombe di foggia intensa e bella, ospitano i morti. Le tombe più famose della regione sono quelle di Si Amun, che presenta diverse iscrizioni importanti.
Il cimitero dei coccodrilli prende il suo nome dall’iscrizione che lo contraddistingue. È a forma di coccodrillo, gialla. Il cimitero è una struttura a tre camere. Ad oggi non si sa chi fosse colui che vi è sepolto.
Il Monte dei Morti è una delle attrazioni turistiche più importanti dell’Oasi di Siwa, distante all’incirca un chilometro dalla cittadina, a sud-est dell’oasi. Si trova cinque chilometri a sud della città di Siwa ed è attrezzato con una spa con acqua sorgiva, terapie che sfruttano le proprietà della sabbia contro i reumatismi e bagni caldi.
Fonte: egypt.travel/it
Primo fra tutti lo Yellowstone National Park a solo un’ora e mezza d’auto, a 130 km. – infatti – si trova GARDINER porta d’accesso settentrionale del parco nazionale. Con le montagne disposte su ogni lato, Bozeman offre tutto l’anno attività ricreative: dalle avventure in motoslitta sulla neve al river rafting primaverile o estivo sulle rapide, fino ad esperienze più tranquille, ciaspolate invernali o pesca a mosca. La storia – comunque sia – è presente in ogni località.
Per chi è appassionato di reperti di storia naturale ed umana, il Museum of the Rockies conserva un patrimonio impressionante sulla regione delle Rocky Mountain. Strabiliante la collezione di fossili di dinosauri con esposizioni esplicative che aggiungono veramente significato all’esperienza educativa. Le mostre sulla storia dell’uomo includono una sezione su Nativi Indiani d’America, la storia mineraria ed i trasporti. Inoltre l’esposizione “Explore Yellowstone” al Martin Children’s Discovery Center introduce i bambini che viaggiano con i genitori agli animali, alla geologia ed alle attività all’aria aperta che si possono trovare allo Yellowstone National Park. Un planetario, una fattoria con interpreti ed altre mostre contribuiscono alla ricchezza di questo Museo, punta di diamante museale nel Montana.
Dove c’è una fonte naturale d’acqua sorgiva calda nasce un resort e nella zona di Bozeman ce ne sono ben due. Al Bozeman Hot Springs si trovano vasche con acque minerali che variano per temperatura da bollenti a fredde, con una varietà di servizi e trattamenti salutari, spa e di attività fisica. A Sud di Livingston invece – nella Paradise Valley del Montana – sorge Chico Hot Springs Resort & Day Spa, che oltre alle vasche d’acqua calda per nuotare o semplicemente immergersi (tutto l’anno) offre una scelta di alloggi storici e moderni, una ristorazione eccellente con vini pregiati, un saloon, una spa. Il resort dispone anche di un numero di attività outdoor: passeggiate a cavallo, river rafting e in inverno gite in slitta coi cani.
Il West e le vaste praterie del Montana richiamano alla storia dei Nativi d’America: una visita ad un Buffalo Jump è un’immersione in un capitolo storico importante per la Grande Nazione Sioux e le sue tribù di nomadi guerrieri e cacciatori di bisonti. Gli esperti di storia del West sanno che i buffalo jump sono i luoghi dove venivano cacciati i bisonti, spinti verso i burroni dagli indiani a cavallo armati di archi e frecce. Il Madison Buffalo Jump a Three Forks è uno scenario perfetto che aiuta ad immaginare una scena di caccia storica degli Indiani. Richiede una passeggiata breve ma ripida dal parcheggio all’ “Interpretive Pavilion,” ove sono collocati pannelli informativi e pensiline riparate con panche. Il parco statale offre anche passeggiate, luoghi per fare picnic e piste per mountain bike.
In tema di storia Livingston con il suo The Yellowstone Gateway Museum riassume il periodo storico dell’arrivo della ferrovia Northern Pacific Railway nel 1882; la città divenne rapidamente la prima porta d’accesso per la visita al parco nazionale. Il museo conserva la storia di questo periodo con foto d’archivio e reperti, oltre a mostre sui nativi Indiani, la geologia, la paleontologia e la storia locale. Il museo è ospitato in un edificio di un’antica scuola di tre piani.
A chi capitasse di trovarsi a Bozeman in Agosto si consiglia vivamente l’esperienza di uno dei tanti festival cittadini, ma certamente il migliore: lo Sweet Pea Festival, che si svolge nel Lindley Park ed è giunto alla 42° edizione. Offre musica dal vivo e tanta cucina, arte ed artigianato, una esposizione d’arte, teatro, danza ed una mostra di fiori, la parata Sweet Pea parade, ballo e la corsa dei bambini. Chi invece visita la città ad ottobre può partecipate al Bridger Raptor Festival: festival gratuito che celebra l’annuale migrazione dell’aquila calva – la Golden Eagle – con documentari, passeggiate naturalistiche, incontri e programmi educativi. Infine: un piccolo museo locale Gallatin Pioneer Museum che consente di scoprire la vita all’epoca pionieristica. Illustra la storia dei primi coloni a Bozeman e nella Gallatin Valley, con alcune informazioni sui tempi moderni. le mostre includono agricoltura, musica, legge e l’annuale Sweet Pea Festival.
Fonte: The Great American West – Italia
A Santiago de Compostela raggiungerete la meta del Cammino di Santiago attraverso un percorso che rappresenterà un’esperienza unica. Sentirete una sensazione di appagamento arrivando con il vostro zaino e avvistando da lontano le torri della Cattedrale. Se avete fatto il viaggio in bicicletta potrete portarla con voi, trionfanti e contenti, nella stessa piazza dell’Obradoiro. E se invece viaggiate a dorso di cavallo, dovrete avvisare in anticipo la Polizia Locale che vi lascerà arrivare di fronte alla Cattedrale.
Dopo aver visto paesaggi affascinanti e conosciuto persone gradevoli, avrete sicuramente voglia di condividere con loro l’ingresso nella Cattedrale, per assistere alle 12.00 alla messa del pellegrino e abbracciare la statua di Santiago secondo tradizione. Il vostro viaggio perfetto si completerà con una passeggiata per il centro storico, ricco di chiese, ristoranti e negozi di tutti i tipi dove poter acquistare il ricordo di un viaggio indimenticabile.
A Santiago de Compostela avete un appuntamento con la storia. Appena vi addentrerete nel suo centro storico vedrete che non stiamo esagerando. Il capoluogo della Galizia custodisce uno dei complessi monumentali meglio conservati dell’Europa, in un contesto che evoca epoche remote. Così è la città, meta finale del Cammino di Santiago, un grande percorso dichiarato Primo Itinerario Culturale Europeo.
Santiago de Compostela è sinonimo di arte e cultura. Ma se c’è qualcosa che spicca in questa città della Galizia è il suo impressionante patrimonio monumentale, concentrato soprattutto nel centro storico. Ne sono prova i palazzi, le chiese, i vicoli e le piazze di questa zona. E la bellezza del suo centro storico è davvero difficile da eguagliare. Ad ogni passo ci sono costruzioni diverse, autentici gioielli in differenti stili architettonici. Gli edifici, con secoli di storia, danno al capoluogo della Galizia un aspetto inimitabile.
Potrete verificarlo di persona passeggiando per le strade e le piazze di pietra e granito della parte vecchia. Molti di questi monumenti sono nati nel Medioevo. Tra tutti si distingue la Cattedrale, con la sua imponente e armoniosa facciata che si staglia sulla piazza dell’Obradoiro. Assistendo alla messa del pellegrino alle 12.00 si può ammirare come il botafumeiro, un gigantesco incensiere, viene fatto oscillare lungo il transetto della Cattedrale. Approfittatene anche per salire sul tetto di questo capolavoro del romanico e ammirare dall’alto tutta la città.
Passeggiando per Santiago vi sembrerà che il tempo si sia fermato. Le vie Nova, Vilar, San Pedro e Preguntoiro; piazza Toural, Cervantes e das Praterías… testimoniano tutte un passato splendido e un presente molto vivo, come dimostra l’animato ambiente studentesco che riempie la città grazie alla sua Università.
Ma parlare di Santiago significa parlare obbligatoriamente del Cammino: un millenario itinerario di pellegrinaggio nato nel IX secolo e che da allora unisce questo luogo con il resto dell’Europa. Ogni anno migliaia di pellegrini decidono di vivere, a piedi, in bicicletta e perfino a cavallo, questa esperienza insieme avventurosa e spirituale, che ha per meta finale la Cattedrale di questa città santa della cristianità.
Ma Santiago è molto di più. Non andate via senza aver prima assaporato la deliziosa gastronomia della Galizia; passeggiate per i numerosi parchi e giardini; visitatene i musei e approfittate tutto l’anno del suo completo programma culturale: musica, conferenze, teatro, concerti, esposizioni, festival…
Venite con noi?
Fonte: spain.info/it
Le pozze primaverili degli Stati Uniti, anche se evaporano nel giro di poche settimane, sono degli straordinari microcosmi di biodiversità, fondamentali in particolare per gli anfibi.
Stagni che spariscono e poi ricompaiono, animali “dormienti” che ritornano in vita: le pozze primaverili hanno un che di magico, ma sono reali al 100%.
Questi habitat effimeri, che negli Stati Uniti possono essere trovati lungo la costa occidentale, nel Nord-est e nel Midwest, si formano all’interno di depressioni naturali poste su terreni adatti a trattenere l’acqua.
Non sono connesse a fiumi o ad altre sorgenti d’acqua e si riempiono solo grazie alle piogge o allo scioglimento delle nevi e la loro acqua in estate, solitamente a luglio, finirà per evaporare.
“La prima volta che ho scoperto una pozza primaverile stavo camminando attraverso un bosco e ho visto le nuvole riflettersi sul terreno”, dice per email Evan Grant, ecologo presso il U.S. Geological Survey. “Ho guardato meglio e ho visto che si trattava di uno stagno nel mezzo della foresta”.
Le pozze primaverili si formano sempre negli stessi punti, solitamente su un leggero declivio, e possono variare molto di dimensioni, dal piccolo lago poco profondo fino al minuscolo stagno.
Le dimensioni però non contano per i tanti animali che fanno affidamento su questo habitat. Anche in alcune pozze grandi appena quanto un secchio è possibile trovare delle uova di salamandra.
L’equinozio di primavera è l’occasione per ricordare la diversità della fauna che prospera in questi bizzarri specchi d’acqua.
Le specie che hanno bisogno delle pozze primaverili per completare il loro ciclo di vita sono degli indicatori biologici e sono prevalentemente degli anfibi, come le salamandre e le rane del legno. Molti di questi animali per riprodursi fanno ritorno alla stessa pozza dove sono nate.
Anche i crostacei, compresi i minuscoli anostraca, dipendono da queste pozze stagionali per poter deporre le uova.
Alcuni di questi escono presto dall’uovo e poi affondano nel fango. Quando il terreno si asciuga entrano in uno stato chiamato di diapausa che può protrarsi anche per decenni, spiega via email Tim Maret, un ecologo della Shippensburg University in Pennsylvania.
Ciò garantisce che “anche nel caso le condizioni fossero negative o che la riproduzione non fosse stata possibile, l’anno successivo un certo numero di anostraca ci saranno comunque”, dice.
Un tipo di animali che ci si potrebbe aspettare di trovare in una pozza primaverile non è invece presente: i pesci.
I pesci non possono sopravvivere in questi ecosistemi in quanto finiscono per seccarsi, ricorda in una email James P. Gibbs, biologo della State University of New York.
Il che rappresenta invece un vantaggio per gli anfibi, le cui uova finirebbero altrimenti per diventare cibo per i pesci, aggiunge.
Ci sono però altri predatori pronti ad approfittare delle pozze primaverili come i serpenti, che Grant ha visto diverse volte sfamarsi con delle uova di rane del legno.
Esistono poi le cosiddette specie facoltative, quelle che non hanno bisogno delle pozze primaverili, ma che ne fanno uso. Tra questi animali fanno parte anche gli uccelli e i procioni. Rettili, come le tartarughe di Blanding, si rinfrescano, mangiano e persino si riproducono in questi siti.
Sfortunatamente per tutte le specie che ne dipendono, le pozze primaverili vanno sempre più scomparendo per colpa dell’urbanizzazione, dell’agricoltura e per altre cause. Negli Stati Uniti, secondo l’Agenzia per l’ambiente (EPA), oltre il 90% delle pozze primaverili della California non esiste più. Resistono invece in altre zone del paese, come la Pennsylvania.
Fonte: nationalgeographic.it – Liz Langley
Strade acciottolate e in lontananza echi di musiche ritmate, mentre gli edifici, illuminati dai caldi raggi del sole, si vestono di sfumature brillanti e si accendono di colore. Questo è il cuore de L’Avana (La Habana Vieja), dove le tradizioni si perdono ancora nel passato e alle auto d’epoca si contrappongono balli tipici, dimore coloniali e il sorriso immancabile dei più anziani che sorseggiano rhum, con il sigaro locale in mano.
Il tour nella sua parte storica, traccia un cammino diviso in un dedalo di viuzze che attraversano un nucleo di sette isolati per due, restaurato, a formare un romboide. Le principali piazze sono agli angoli e i gioielli architettonici non si contano, distribuiti su diversi percorsi spesso pedonali. Attenzione però: il caldo, a volte, può essere opprimente, quindi meglio intraprendere il giro di mattina.
La passeggiata può iniziare dall’angolo sud-ovest di Plaza de Armas: su Calle Obisco spiccano case coloniali con balconi lignei, portoni in mogano e architettura particolare. Sulla stessa strada, al numero 119, c’è una libreria che rappresenta la casa più antica della città, proprio accanto al Museo de la Orfebreria, che espone manufatti in argento. Raggiungendo Calle Oficios si incontra la Casa de los Arabes, dedicata alla cultura araba a Cuba. Di fronte, invece, ecco il Deposito del Automovil che espone auto d’epoca. Proseguendo fino a la Plaza de San Francisco.
Andare per dimore coloniali
Le più belle de La Habana Vieja si trovano nell’isolato di fronte alla Iglesia y Convento de San Francisco de Asis. Tra queste spicca la Galeria Carmen Montilla Tinoco con facciate verde chiaro e rosa pallido. In zona c’è anche il Museo Palacio de Gobierno con un atrio neoclassico che prende luce dalle vetrate policrome. Ha ospitato nel tempo la Camera dei Rappresentanti, il Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Comunale. Oggi espone oggetti storici.
Tra musei e curiosità
Da non perdere è certamente uno sguardo al Coche Presidencial Mambi, un antico vagone ferroviario presidenziale, che occupa lo spazio tra il Convento prima citato e la Antigua Camara. Superata Plaza Veja, ci si può dirigere verso il Museo del Chocolate, per provare diverse varietà artigianali. Se cercate una zona di sicuro effetto, il vostro indirizzo è la Casa de la Obra Pia, nell’omonima via, dalla facciata giallo chiaro e crema, che risale al Cinquecento. Apparteneva a un uomo buono, le cui opere caritatevoli hanno dato il nome alla strada. Sempre sullo stesso tema, chi ama la cultura africana, può visitare a Calle Obisco, Casa de Africa.
In zona, altre esposizioni interessanti sono quelle del Museo del Tabaco, a Calle Mercaderes, sopra alla Casa del Tabaco, con oggetti a tema e, soprattutto, la curiosa Maqueta del Centro Historico che espone un modello in scala 1:500 de La Habana Vieja. E, ancora, se avete tempo non perdete la possibilità di fermarvi all’Hotel Ambos Mundos e salire alla Camera 511 dove soggiornò Hernest Hemingway e vi scrisse Per chi suona la campana. Per concludere il giro, dirigetevi verso Plaza de la Catedral, continuate verso Calle San Ignacio che sfocia in Calle Tacon. Questa strada rappresentava il confine de La Habana Vieja e ancora oggi corre parallela ai resti delle mura fortificate della città. Prima di tornare in hotel, infine, dare una occhiata alla facciata barocca del Seminario de San Carlos y San Ambrosio, gesuita, fondato nel 1774 ma oggi chiuso al pubblico e al caratteristico mercato dell’artigianato che si allunga fino alla plazuela all’incrocio fra Tacon e Empedrado.
Fonte: ilmessaggero.it – Francesca Spanò
Un’alternativa alle grandi navi da crociera? Sono le chiatte, e sono perfette per navigare con lentezza lungo i fiumi d’Europa.
Non ci sono solamente le crociere a bordo delle grandi navi: una splendida alternativa è rappresentata dalla crociere in chiatta, che nei fiumi – specie in quelli europei – si stanno rapidamente diffondendo.
In realtà, il potenziale turistico delle chiatte fu scoperto negli anni Sessanta, quando le navi da carico dell’era pre-ferroviaria iniziarono ad essere “abbellite” e convertite in hotel galleggianti. Il loro momento d’oro è però quello attuale, con le chiatte trasformate in navi da crociera e utilizzate per navigare lungo i fiumi. Navigare in modo lento, sostenibile, per apprezzare tutta la bellezza dei luoghi e non per passargli semplicemente accanto: se una nave da crociera è capace di percorrere migliaia di chilometri lungo il Reno o il Danubio in una sola settimana, nel medesimo tempo una chiatta percorrerà un’ottantina di chilometri lungo i canali della Borgogna francese.
Perché è un’esperienza intima, la crociera in chiatta. Un’esperienza autentica, capace di regalare un senso di pace e di bellezza. In genere, le chiatte sono piccole, capaci di accogliere una o due dozzine di passeggeri. Si fa amicizia in fretta, tra ospiti e con l’equipaggio, e sono la soluzione perfetta per chi viaggia in solitaria o con la propria famiglia (ma anche per chi soffre il mal di mare, vista la lentezza con cui si procede). A differenza delle crociere tradizionali, non si attraversano più Paesi ma ci si concentra in genere su di una sola regione, regalandosi l’opportunità di conoscerla a fondo. Ovviamente, anche le crociere in chiatta prevedono escursioni a terra: visite ai castelli, ai monasteri, ai villaggi locali, degustazioni nei vigneti e tutta una serie di esperienze alla scoperta dell’Europa più autentica.
Dove fare una crociera in chiatta? La Francia è perfetta, con quel suo intricato e antico sistemi di canali: Borgogna, Champagne-Ardenne, Provenzia, Alsazia, Lorena, Guascogna sono le regioni più battute, ma anche la Valle della Loira e i dintorni di Bordeaux. Ma anche in Olanda, Germania, Inghilterra, Belgio, Scozia, Irlanda e Italia ci sono splendide opportunità (tra le migliori compagnie, la Barge Lady Cruises e la European Waterways).
Nel nostro Paese, ad esempio, crociere in chiatta sono organizzate lungo il Tartaro-Canalbianco-Po di Levante: si parte da Venezia, si passa da città rinascimentali come Ferrara e da splendide regioni vitivinicole e si raggiunge poi Mantova. In Francia, il luogo perfetto è invece la Borgogna: la navigazione più bella è lungo il Canal du Nivernais, che collega la Senna alla Loira. Si parte da Auxerre, e si naviga lungo il canale tra pittoreschi villaggi e verdissimi vigneti.
In Germania, le crociere in chiatta più belle si fanno lungo la Mosella, in Scozia lungo il Canale di Caledonia dove – al posto di cantine e vigneti – si visitano distillerie di whisky e poi castelli. Ma sono davvero tante, le opportunità. Per vivere una crociera straordinaria, e un’esperienza indimenticabile.
Fonte: SiViaggia.it
Contrariamente a quanto suggerisce il suo nome,
qui non troverai coniglietti!
L’isola di Lampedusa è il pezzo di terra più meridionale d’Italia – è così a sud del continente europeo che è geologicamente una parte dell’Africa. Appena fuori dalla sua riva, c’è un piccolo isolotto chiamato Isola dei Conigli, tradotto in inglese Rabbit Islet, con un nome piuttosto fuorviante.
L’Isola dei Conigli in realtà non è sempre un’isola e, a volte, un piccolo istmo di sabbia lo collega a Lampedusa. A causa di questa caratteristica peculiare, l’isola fu chiamata Rabit Islet in una mappa nautica del 1824, riferendosi al termine arabo rabit, che significa “collegamento” o “connessione”. Nelle mappe successive, questo nome fu ritenuto un errore di ortografia e “rabit” è diventato “rabbit”, tradotto dall’inglese: “coniglio”
Un’altra teoria sull’origine del nome dell’isola dice che la piccola connessione terrestre consentiva ad alcuni conigli di raggiungere l’isolotto di Lampedusa. Ma quando la marea inghiottì il ponte di terra, i conigli rimasero bloccati sull’isola e, facendo quello che fanno i conigli,si riprodussero rapidamente e sovrappopolarono il luogo. Secondo questa teoria, la colonia di conigli in seguito morì, ma il nome dell’isola sopravvisse.
Oggi l’isolotto fa parte di una riserva naturale e la sua spiaggia è uno dei pochi posti in cui la tartaruga marina depone le uova. È anche popolato da molti gabbiani e lucertole, ma non da conigli!
Fonte: Atlasoscura.com
Un castello medievale, con tanto di fossato, ponte levatoio e torri fortificate, Chateau de Bagnols è stato trasformato in un sereno rifugio di campagna con un’offerta gastronomica d’eccezione, ottimo vino ed esperienze di benessere.
Soggiorna come un re scegliendo una delle grandi suite nell’edificio principale, circondato da affreschi originali, letti a baldacchino e mobili d’epoca, oppure opta per le eleganti e moderne suite nella ex cantina.
1217, il ristorante gourmet che abbina prodotti regionali a sapori esotici, ha fatto guadagnare allo Chef Jean-Alexandre Ouaratta la sua prima stella Michelin. Per un mix più informale di cucina francese contemporanea e classica, Le Café du Chateau è altrettanto interessante.
Situato nel cuore della regione del Beaujolais, ci sono innumerevoli cantine da visitare e annate di vini da degustare e i sommelier sono a disposizione per consigliare abbinamenti di vini ideali ad ogni pasto. Giardini meravigliosi, frutteti e una piscina all’aperto circondano il castello; all’interno l’elegante spa ESPA offre di tutto, dai trattamenti per il viso scientificamente avanzati alle pedicure Shellac e ai massaggi rigeneranti.
Fonte: xoprivate.com
I lettori di Irish Independent hanno votato le scogliere di Moher l’attrazione turistica preferita in Irlanda nel 2019.
Non puoi semplicemente recarti in Irlanda senza fare una visita alla principale attrazione turistica irlandese, le incredibili Cliffs of Moher, situate nella Contea di Clare lungo la selvaggia Via dell’Atlantico. Le Cliffs of Moher hanno affrontato l’Atlantico maestosamente per oltre 350 milioni di anni e la loro bellezza è incomparabile: è l’attrazione turistica più visitata d’Irlanda e quando visiterai capirai perché.
Un’area di straordinaria bellezza naturale
Le scogliere salgono a 214 m al loro punto più alto e si estendono per 8 km sopra l’oceano Atlantico. La scala pura e l’impatto drammatico delle scogliere non finisce mai di stupire e deliziare in egual misura.
Un paradiso per la fauna selvatica
Le scogliere sono una zona protetta speciale (SPA) per gli uccelli marini con oltre 20 specie rappresentate. Diamo il benvenuto a più di 30.000 coppie riproduttive all’anno, tra cui guillemot, gazze marine, gabbiani tridattili, falchi pellegrini e le sempre più famose pulcinelle di mare. Le scogliere sono anche sede di molte piante rare tra cui Cat’s Eat e Sea Pink.
Burren e Cliffs of Moher Geopark
Le scogliere fanno parte del Global Geopark dell’UNESCO, una regione speciale con una geologia eccezionale. Il centro visitatori eco-compatibile è stato costruito nel 2007 e si annida sul fianco della collina riducendo al minimo l’impatto visivo su questa favolosa posizione panoramica. La mostra The Cliffs dà vita alla storia delle scogliere.
Fonte: Cliffsofmoher.ie
MSC Seaview, un gioiello di tecnologia e design che salperà
ogni martedì dal Molo Garibaldi!
MSC Seaview, la nave più grande e tecnologicamente avanzata mai costruita in Italia, arriva oggi per la prima volta a La Spezia. E nello scalo ligure l’ammiraglia di MSC Crociere effettuerà, durante la stagione estiva, complessivamente 31 scali movimentando un totale di circa 160.000 passeggeri.
MSC Seaview partirà ogni martedì da La Spezia per crociere di una settimana in Mediterraneo, portando i suoi ospiti alla scoperta di luoghi esclusivi e affascinanti come Palma di Maiorca, Barcellona, Ajaccio e Cannes. Grazie al suo design iconico e innovativo, MSC Seaview offre un’esperienza di vacanza in forte simbiosi con il mare, particolarmente adatta a chi ami navigare le acque temperate. La nave segna infatti un punto di svolta nell’architettura navale contemporanea, offrendo grandi spazi all’aperto e una promenade esterna che la abbraccia per intero, garantendo agli ospiti l’esperienza unica di vivere la vacanza sempre a contatto con la realtà marina. La realizzazione di MSC Seaview ha richiesto un investimento pari a circa 800 milioni di euro. Con una stazza lorda superiore a 153 mila tonnellate e una lunghezza di 323 metri, MSC Seaview è la nave più grande e tecnologicamente avanzata ad essere mai stata progettata e costruita in Italia.
MSC Seaview sarà una delle navi più innovative a solcare i mari anche per quanto riguarda la tecnologia ambientale presente a bordo. La nave rispetta infatti i più elevati standard ambientali internazionali e raggiunge i massimi livelli di eco-compatibilità grazie alle innovative misure che contribuiscono a ridurne in maniera significativa l’impatto ambientale complessivo. Queste misure includono, per esempio, il sistema di depurazione dei gas di scarico, il trattamento avanzato delle acque reflue, i sistemi per la prevenzione dello scarico dell’olio dai locali macchine, il sistema di trattamento delle acque di zavorra e il piano di gestione ambientale generale della nave, oltre a illuminazione a LED a risparmio energetico. MSC Seaview e le altre navi di MSC Crociere utilizzano solo luci a LED e fluorescenti.
MSC Crociere è la più grande compagnia crocieristica a capitale privato al mondo, leader di mercato in Italia, Europa, Sud America e Sud Africa. La società ha innovato profondamente il settore delle crociere, registrando una crescita dell’800% nei primi dieci anni e costruendosi una solida reputazione globale. MSC Crociere dispone di una delle più giovani flotte al mondo, composta da 16 navi ultramoderne, altamente innovative ed elegantemente progettate, che offrono un’esperienza di vacanza ineguagliabile.
Fonte: cittadellaspezia.com