LE MAGNIFICHE FESTIVITA’ IN PERU’!

11 Mar 2019 In: Perù

Non c’è modo migliore per avvicinarsi allo spirito di una comunità piuttosto che farlo attraverso le loro celebrazioni. In questi eventi, la gioia e le tradizioni si svolgono attraverso la danza, la musica, i costumi tipici e la gastronomia. In questa occasione, vi presentiamo due dei festival più importanti del paese: l’Inti Raymi e il Paucartambo Festival.

INTI RAYMI – IL FESTIVAL DEL SOLE

Ogni 24 giugno, il giorno del solstizio d’inverno, la città di Cusco si paralizza per la celebrazione dell’Inti Raymi. Questo festival celebra il Dio Sole con gruppi di danza che provengono dai 4 Suyos, le vecchie regioni dell’Impero. Gruppi di danza e musica conquistano la città mentre scortano il sovrano Inca fino alla spianata del centro archeologico di Sacsayhuamán. Qui, centinaia di attori ricreano la tradizionale lode del Sole, un’esperienza indimenticabile.

PAUCARTAMBO – IL FESTIVAL DELLA VERGINE DEL CARMEN

Il Festival della Vergine del Carmen a Paucartambo è una delle grandi celebrazioni di Cusco. Ogni luglio, la pittoresca cittadina coloniale scoppia di gioia durante quattro giorni di musica, danza e tradizione. Il 16 è il giorno centrale della celebrazione, a partire dalle 5 del mattino, una folla si raduna per la messa. Nel pomeriggio, la Vergine esce in processione mentre i gruppi di danza eseguono danze tipiche, diffondendo le loro energie e creando un’atmosfera straordinaria.

Fonte: Limatours Italia

MAROCCO: TRA L’ATLANTE E IL SAHARA

11 Mar 2019 In: Marocco


Errachidia-Midelt -Merzouga

Midelt, Errachidia e Merzouga vi danno il benvenuto nell’est del Marocco. Le prime due città vi presenteranno un suggestivo scenario montuoso formato dalla catena del Medio Atlante, un’ambientazione spettacolare in grado di incantare e sedurre. Questo era anche il punto di partenza e di arrivo per le carovane che un tempo trasportavano cibo a Timbuktu.

Merzouga, un piccolo villaggio perso nelle sabbie, è una delle porte per il Sahara. La terra dell’Erg Chebbi, un mondo di dune, palmeti, strade e sentieri, si trova proprio qui. Esplorate il deserto e questi tratti di sabbia inondati di sole e silenzio. Mentre camminerete in questi luoghi aridi e immensi, vi imbatterete in un lago, Dayet Srij.

Gli uccelli acquatici sono fermi nell’acqua mentre colombe e cutrettole si levano in volo, insieme alle cicogne. Uno dei più ricchi ecosistemi del Marocco prospera nel bel mezzo del deserto!

Un modo originale per esplorare questa fantastica regione con le sue innumerevoli sorprese, è attraverso le attività all’aria aperta: scegline una tra le tue preferite o provane una nuova.

Fai una passeggiata o cavalca un mulo lungo i sentieri nelle gole mozzafiato di Ziz, Amsed, Tadighoust, Assoul o Armellagou, rinomata come una delle migliori destinazioni di arrampicata al mondo. Puoi anche ammirare le dune a Erg Chebbi, a Merzouga, prendendo parte a una cammellata oppure a una sciata nella sabbia. Se ti piacciono le emozioni forti, gli erg di Moulay Omar e Znigui sono i posti perfetti per divertirti a bordo di un quad o di una 4×4.

I pescatori esperti e gli amanti degli sport acquatici saranno felici nell’Alto Atlante orientale sulle rive dei laghi di Tislit ed Isli, che sovrabbondano di trote, lucci e barbi. I più romantici apprezzeranno la leggenda dei laghi che narra la storia d’amore proibito tra amanti appartenenti a tribù rivali.

Gli amanti della speleologia si potranno dilettare nella scoperta dei segreti delle numerose grotte, compresa quella di Akhiam nei pressi di Imilchil.

Tafialet è il posto perfetto per essere attivi in una regione senza eguali.

L’est del Marocco è pieno di curiosità: abbandonatevi alle sue montagne e ai suoi deserti e scoprite un nuovo Paese.

Fonte: visitmorocco.it

Città imperiale, patria della Secessione e della psicanalisi, sede ONU e OPEC, offre ai suoi visitatori un ricco calendario d’eventi, complessi museali, palazzi storici e giardini fioriti. Con il Prater, i molti caffè, i locali di tendenza, e l’isola del Danubio, è capace anche di far godere momenti di relax e di svago.

Vienna è una delle 9 regioni austriache, la più piccola per estensione, ma quella con il maggior numero di abitanti. Capitale della Repubblica Federale Austriaca, città più grande, centro dell’economia, della cultura e della politica dell’Austria. È nota per i suoi eventi culturali, gli edifici imperiali, i caffè, il vino e il tipico charme viennese. Si possono scoprire sia tradizioni imperiali sia architettura moderna.

L’elenco delle attrattive della città sarebbe lunghissimo, citiamo solo alcune tra i monumenti più conosciuti: il palazzo di Schoenbrunn, residenza estiva degli Asburgo; il duomo di Santo Stefano e l’Hofburg, residenza invernale degli Ausburgo, il Volksgarten, il Parlamento, il Municipio.

Il Ring (come dicono i viennesi) o più correttamente, la Ringstrasse, sono 5,3 chilometri di vita urbana, di memorie, di bellezza. Il viale monumentale che racchiude il centro storico di Vienna nel 2015 ha compiuto 150 anni e camminando lungo i suoi larghi marciapiedi si passa davanti a palazzi monumentali e giardini fioriti, musei e istituzioni, caffè e grand hotel, si incontrano i caratteristici tram rossi, carrozze trainate da cavalli, gente a passeggio e tanti ciclisti.  Proviamo a immaginare Vienna senza il Ring, senza il Parlamento dalle candide colonne greche e il Municipio con la torre neogotica, l’Opera e il Burgtheater ovvero lirica e prosa, il Kunsthistorisches Museum e quello dell’Arte Applicata, il profumo di rose che il vento porta dal Volksgarten, e quello di caffè che si sente vicino al Caffè Landtmann, senza i cancelli dorati davanti al Palazzo Imperiale e gli angeli liberty sul tetto della Postsparkasse. Impossibile, senza il Ring Vienna non sarebbe la stessa.

Vienna è ricchissima anche di mostre e musei come il MuseumsQuartierWien (MQW). Situato in centro città a fianco di rinomati musei, è con la sua area di 45.000 mq uno dei dieci complessi culturali più grandi del mondo. Dal punto di vista architettonico, esso costituisce un’affascinante simbiosi fra lo stile barocco degli edifici preesistenti (le antiche scuderie della casa imperiale) e le idee avanguardistiche degli architetti Ortner & Ortner.

Nella bella stagione vale la pena anche di fare un salto al Prater, il grande parco pubblico della città dove è situata la ruota panoramica – Riesenrad. Per coloro che vogliono fare shopping la Mariahilfer Strasse è un ottimo indirizzo.

Fonte: Ente per il Turismo di Vienna

Natura spettacolare, panorami mozzafiato, vette che raggiungono i 4.200 metri, rinomati comprensori sciistici, parchi nazionali e atmosfere che rimandano al vecchio West. Il Colorado offre diverse opportunità di vacanza e paesaggi meravigliosi in tutte le stagioni dell’anno. Le sue 25 stazioni sciistiche sono considerate tra le migliori del nord America e famose a livello mondiale non solo per la qualità della neve e delle piste, ma anche per le eccezionali possibilità di après-ski. In estate il Colorado diventa il paradiso degli amanti delle attività all’aria aperta. Nei suoi fiumi e laghi è possibile praticare rafting, canottaggio, kayak e pesca sportiva, mentre i ciclisti e gli escursionisti possono ammirare gli splendidi panorami di alta montagna e le affascinanti valli ricoperte di fiori selvatici. Non è necessario essere sportivi per godersi queste meraviglie, 25 strade panoramiche e otto treni storici permettono di apprezzare a pieno la varietà e la bellezza dei paesaggi. Lo stato del Colorado è una terra di vasti spazi e luogo ideale per chi vuole percorrere le terre dei cowboy e dei nativi americani ed esplorare le pittoresche cittadine del vecchio West. A tutto questo si aggiunge un clima invidiabile con una media di più di 300 giorni di sole all’anno.

Denver, capitale del Colorado, è una città giovane e cosmopolita situata sul versante orientale delle Montagne Rocciose ad un’altitudine di 1.609 metri sul livello del mare.

Altra località interessante dove fermarsi per una breve tappa è Colorado Springs, la seconda città dello stato. E’ sede della US Air Force Academy e del Broadmoor Hotel, un albergo a cinque stelle e cinque diamanti di raffinata eleganza europea. Nelle vicinanze si trovano la maestosa Pikes Peak (vetta di 4.300 metri), Manitou Springs, pittoresco centro storico, e le aspre rocce rosse del Giardino degli Dei. Situata tra le formazioni rocciose nella valle del fiume Animas a sud-ovest, Durango è la base ideale per visitare il Parco Nazionale di Mesa Verde e per godersi lo spettacolare viaggio a bordo del treno a vapore della Durango and Silverton Narrow Gauge Railroad. Da visitare sono inoltre Fort Collins, sede di pluripremiati birrifici artigianali, Grand Junction, porta d’accesso al Colorado National Monument e Gunnison, situata in posizione ottimale per visitare il vicino parco nazionale del Black Canyon of the Gunnison. Un altro parco nazionale da non perdere è il Great Sand Dunes National Park, nella parte orientale dello stato, dove ammirare le dune di sabbia più alte di tutto il nord America.

Il Colorado sta rapidamente diventando il punto di riferimento per gli amanti di una cucina genuina e salutare. Numerose sono le aziende agricole che accolgono i visitatori offrendo diverse soluzioni di soggiorno. Molti ristoranti hanno abbracciato il movimento “farm-to-table”, proponendo piatti preparati con ingredienti freschi provenienti dalle aziende agricole locali. Qui si produce il più alto numero di birre artigianali negli USA. Sono, infatti, più di 200 i birrifici artigianali diffusi in tutto il territorio.

Fonte: visitusaita.com

A circa 600 km a sud di Tahiti si trova un arcipelago che, grazie al proprio isolamento, ha potuto conservare una profonda autenticità e purezza, fatta di paesaggi mozzafiato, significativi siti archeologici e una comunità locale accogliente di artigiani, pescatori e agricoltori che tramanda le proprie arti di generazione in generazione.

Si tratta dell’arcipelago delle Australi, 7 isole (solo 5 delle quali abitate) che esulano degli itinerari classici. Le isole sono collegate a Tahiti da voli domestici ed il soggiorno può essere previsto in una delle tipiche Guesthouse tahitiane o in piccoli hotel.

Uno dei motivi più comuni per una visita in queste isole, è l’interesse nel whale watching: da agosto a ottobre le balene raggiungono infatti le isole Australi per riprodursi e dare alla luce i propri piccoli.

Tra le isole principali dell’arcipelago, troviamo Rurutu, in tahitiano “roccia zampillante”, nome dovuto all’origine vulcanica dell’isola. L’ambiente naturale offre aspre scogliere coralline con bellissime caverne dalle mille leggende, rocce basaltiche con incredibili stalattiti e stalagmiti ed una ricca barriera corallina.

Si tratta di terre rigogliose ricche di varie opzioni per gli amanti del trekking, che potranno apprezzare le diverse piantagioni, le suggestive baie e le lunghe spiagge di sabbia bianca che caratterizzano l’isola.

La ridotta comunità locale (poco più di 2.400 persone) è profondamente impegnata a preservare le proprie tradizioni e la propria cultura, strettamente legata alle arti dell’intreccio e della produzione di oggetti di artigianato fatti a mano con i prodotti locali con cui vengono creati i caratteristici cappelli, cesti o tappeti intrecciati, oltre ai coloratissimi tessuti tīfaifai.

Rurutu in breve:

Come arrivare: Rurutu è raggiungibile con voli domestici Air Tahiti della durata di 1h30 (se il volo è diretto).
Accommodation: a Rurutu sono presenti alcune guesthouse tahitiane
Attività: escursioni di snorkeling e immersioni, whale watching, visita alle caverne e ai siti archeologici dell’isola, trekking.

Fonte: Tahiti Tourisme Italia

Che cos’è una International Dark Sky Reserve certificata dalla IDA (International Dark Sky Association)? E’ una zona terrestre pubblica o privata che possiede una qualità eccezionale o distinta di notti stellate ed ambienti notturni che sono specificatamente protetti per il loro godimento scientifico, naturalistico, educativo, culturale, patrimoniale e/o pubblico. Le riserve consistono di aspetti fondamentali che contemplino i criteri minimi di qualità del cielo e oscurità naturale, oltre ad una zona periferica che sia di supporto al mantenimento dei cieli bui quale nucleo primario. Le riserve si formano grazie ad una partnership di molteplici manager di terre, che riconoscano il valore dell’ambiente notturno naturale tramite regolamentazioni e pianificazione a lungo termine.

Chiarito questo singolare aspetto, un’area di oltre 3.600 kmq. nel cuore dell’Idaho negli Stati Uniti del nord-ovest sono stati designati prima International Dark Sky Reserve: la CENTRAL IDAHO DARK SKY RESERVE è la prima quindi di questo genere negli USA ed una tra le sole 12 riserve esistenti al mondo. L’importanza di questo traguardo nel movimento dei cieli bui negli USA non può essere sottostimata, riflettendo sulla complessità nelle nomine degli International Dark Sky Reserve e sul rigore delle norme protettive richiesta dall’IDA per essere qualificati.  La nomina per l’Idaho è uno spartiacque importantissimo nella storia del conservazionismo americano.

La riserva si estende da KETCHUM/SUNVALLEY a STANLEY, includendo terre delle Contee di Blaine, Custer e Elmoree la Sawtooth National Recreation Area. E’ la terza maggiore International Dark Sky Reserve del mondo. E’ stata creata non solo per la gente che ci vive, bensì per tutta la popolazione dell’Idaho e per i visitatori e turisti di tutto il mondo affinché la visitino e provino l’esperienza di una meraviglia primordiale. Grazie al contributo dei leader locali, dei cittadini residenti che si è operato per la riduzione dell’inquinamento dell’illuminazione, della luce artificiale che infligge effetti negativi sull’ambiente ed in una varietà di specie faunistiche, uccelli, anfibi, mammiferi, insetti ed anche piante. Il lavoro e l’impegno profuso dalle comunità di Ketchum, Sun Valley e Stanley e dalla Idaho Conservation League, dai proprietari privati e pubblici dei terreni offre oggi opportunità notevoli d’ammirare i cieli stellati in notturna, e di ammirare una finestra spettacolare dell’universo.

La IDA ha conferito alla Central Idaho Dark Sky Reserve la qualifica Gold per il livello massimo di qualità di cielo oscurato, di norma titolo che è esteso ai cieli più bui consolo una piccola percentuale di inquinamento tollerata.

Fonte: The Great American West – Italia

I CASTELLI DEL DESERTO IN GIORDANIA

8 Mar 2019 In: Giordania

I castelli del deserto della Giordania, splendidi esempi dell’arte e dell’architettura islamica dell’antichità, testimoniano un’epoca affascinante della ricca storia del Paese. I loro raffinati mosaici, affreschi, incisioni e stucchi, ispirati alle migliori tradizioni persiane e greco-romane, illustrano innumerevoli storie di vita dell’VIII secolo. Chiamati castelli per la loro imponente mole, i complessi del deserto avevano in effetti vari scopi e fungevano da stazioni per le carovane, centri agricoli e commerciali, punti di ristoro e avamposti utili ai lontani regnanti per stringere legami con i beduini locali. Molte delle strutture tuttora in buono stato di conservazione, tutte raggruppate a est e sud di Amman, possono essere raggiunte mediante escursioni di uno o due giorni dalla città.

Quseir ‘Amra, uno dei monumenti meglio conservati, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: i muri e i soffitti interni sono ricoperti di brillanti affreschi e due stanze presentano mosaici pavimentali dagli splendidi colori.

Qasr Mushatta, Qasr al-Kharrana, Qasr at-Tuba e Qasr al-Hallabat sono stati restaurati e si presentano tutti in eccellenti condizioni. Il basalto nero del forte di Azraq, utilizzato ininterrottamente sin dal tardo periodo romano, funse da quartier generale di Lawrence d’Arabia durante la Rivolta Araba.

I Castelli Crociati

Chi è appassionato di leggende sui crociati, subirà il richiamo dei Castelli Crociati in Giordania. La panoramica Strada dei Re è disseminata dai resti di fortezze e avamposti crociati, i più importanti dei quali sono Karak e Showbak – straordinari esempi della tradizione architettonica e militare dell’epopea crociata. Le loro gallerie, torri, cappelle e bastioni rievocano la determinazione dei crociati che li hanno eretti quasi mille anni fa.

Fonte: Ente Turismo Giordania Italia

Battesimo a Southampton per l’ultima arrivata in casa MSC Crociere, la MSC Bellissima. Cerimonia tradizionale alla quale sono stati invitati svariati personaggi famosi. Il nome che incuriosisce maggiormente è però quello dell’ormai storica madrina, Sophia Loren, per la quale questa è la 14esima nave inaugurata. Una giornata davvero speciale, considerando l’annuncio della nuova partnership con il celebre chef Raymond Blanc, tra i migliori al mondo, il che vuol dire poter gustare il suo squisito menu durante la serata di gala presso lo Yacht Club di Southampton.

La MSC Bellissima è la seconda nave a entrare in servizio per quanto riguarda la classe Meraviglia. L’accurata progettazione consente la navigazione in ogni stagione dell’anno, offrendo ai viaggiatori un gran numero di funzionalità. Si registra infatti un grande avanzamento tecnologico, a partire dall’innovativo sistema di connettività tra passeggeri, equipaggio e la stessa nave, il MSC for Me. A questo si aggiunge inoltre un’assistente digitale, Zoe, volendo indicare le principali strumentazioni a disposizione degli utenti. Questi potranno sfruttare un sistema virtuale in grado di rispondere a qualsiasi quesito.

Splendida a vedersi, la MSC Bellissima è anche particolarmente attenta al rispetto dell’ambiente. Vanta infatti dei sistemi di depurazione dei gas di scarico, oltre a un sistema avanzato per il trattamento delle acque reflue. Il comparto tecnologico ed ecosostenibile è particolarmente ampio, con i viaggiatori che potranno godere di un riscaldamento intelligente, con impianti atti al recupero del calore dalla sala macchine.

Una nave dalla quale sarà molto difficile separarsi, una volta conclusa la crociera. Al suo interno sono infatti presenti ben 12 aree ristorante, con più di 20 bar e lounge. Un mix di aree relax e ottimo cibo per garantire la vacanza della vita. Ciò vale per gli adulti come per i più piccoli, con intere sezioni loro dedicate, come quella riservata ai partner Lego e Chicco. Ben 10 differenti tipologie di cabine tra le quali scegliere, un servizio Maggiordomo h24, un emozionante Water Park e una galleria con passeggiata da 96 metri, sovrastata da un gigantesco schermo LED, che ha il compito di creare sempre la giusta atmosfera.

Viaggiare sulla MSC Bellissima sarà un’esperienza incredibile, con il viaggio inaugurale al via il 4 marzo in direzione Genova, home-port per la prima stagione nel Mediterraneo occidentale. Partenze previste ogni settimana, con imbarchi alla domenica da Genova, al lunedì da Napoli e al martedì da Messina, scoprendo La Valletta, Barcellona e Marsiglia.

Fonte: SiViaggia.it

La nuova tendenza per chi decide di andare alle Maldive è quella di scegliere una guest house anziché un resort di lusso

Gli italiani sono sempre più amanti delle Maldive. Nel 2018, secondo l’Ente del turismo maldiviano, hanno superato addirittura il record di arrivi (oltre 105mila, +18,5%).

E come sempre, gli italiani sono i migliori influencer di viaggi. Come nel campo della moda, anche in quello delle vacanze i nostri connazionali sono sempre al passo coi tempi e addirittura, spesso, anticipano i trend.

La nuova tendenza per chi decide di andare alle Maldive è quella di scegliere non più un mega resort di lusso, bellissimo, sì, ma che non ha nulla a che fare con l’ambiente in cui ci si trova. Bensì una semplice e autentica guest house. Dove non manchino comunque tutti i comfort indispensabili, ovviamente. Pulizia, aria condizionata, wi-fi, pasti completi, spa e sdraio dove rilassarsi al sole. Il resto, poco importa. Tanto più che costano molto meno dei più blasonati resort.

Tra gli atolli delle Maldive stanno nascendo sempre più guest house. Se ne contano circa 521 sparsi tra gli atolli. Alcune isole ne hanno uno solo, rendendo una vacanza qui davvero paradisiaca.

Per chi non può fare a meno del contatto con l’Italia, ci sono persino guest house gestite da nostri connazionali. Come Maldives Sunset, sull’atollo di Vaavu, a Sud di Malé, la Capitale. Coperta per tre quarti da una fitta foresta di palme da cocco, banani, alberi del pane, rampicanti e piante fiorite, questo piccolo resort si affaccia su un bellissimo reef corallino, una spiagge di sabbia bianca e finissima ed è circondato da un mare caldo e cristallino dai colori fantastici come i pesci che lo abitano. Si può alloggiare in camera o in un bungalow.

Sull’atollo di Laamu, ancora più a Sud di Vaavu, c’è la guest house Reveries Diving Village che nel 2018 ha vinto il premio come migliore guest house delle Maldive. Ha camere, bungalow e ville e una bellissima spa e addirittura tre ristoranti.

Sull’atollo di Alifu Dhaalu si trova la guest house Bliss Dhigurah. L’isola è un vero paradiso, con una lunga spiaggia borotalco affacciata sulla laguna e uno splendido mare dove nuotare con gli squali balena tutto l’anno. Il resort è composto da una piccola palazzina con camere di varie metrature (anche family room), ciascuna con terrazzo e un bellissimo rooftop con jacuzzi dove sorseggiare un cocktail al tramonto.

A Nord di Malé, invece, sull’atollo di Kaafu c’è il Liyela Retreat, una guest house più simile a un boutique hotel con camere e suite di design. Il centro diving – Maafushi Dive and Water Sports Center – garantisce esperienze di snorkeling e di immersione meravigliose dall’alba al tramonto e, pur non avendo una spa, gli ospiti possono godere di trattamenti personalizzati direttamente sulla spiaggia.

Tutte le guest house, come un qualunque resort di lusso, garantiscono il trasporto da e verso l’aeroporto di Malé.

Volete mettere il piacere di un contatto vero con la popolazione locale oppure pasteggiare con il pesce appena pescato durante l’ultima battuta o sorseggiare un latte di cocco appena preso dalla palma. E rilassarsi con il rumore del mare e il cinguettio degli uccelli che fanno capolino di tanto in tanto sulle isole senza il rimbombo della musica dei DJ e degli animatori dei villaggi più grandi?

Un ritorno alle origini, a come erano le Maldive una volta quando, proprio gli italiani iniziarono ad andarci in vacanza per primi qualche decina di anni fa, è la vera (ri)scoperta di questo viaggio da sogno.

Fonte: SiViaggia.it

Per festeggiare il bicentenario dalla sua nascita, il museo madrileno crea e rende fruibile un grande archivio audiovisivo che raccoglie film e documentari d’arte sulla storia dell’istituzione.

Continuano i festeggiamenti in occasione del bicentenario dalla nascita del Museo del Prado di Madrid, con una programmazione di eventi che, partita già nel 2018, si protrarrà per tutto il 2019. Oltre alla grande mostra Museo del Prado 1819-2019. Un lugar de memoria che ripercorre la storia dell’istituzione, cattura l’attenzione una particolare iniziativa realizzata in collaborazione con la Filmoteca Española e la Radio Televisión Española (RTVE), con il supporto di aziende private. Si tratta di Memoria Audiovisual, una raccolta di oltre 400 archivi audiovisivi che copre oltre 100 anni di storia del museo, fruibile gratuitamente sul sito web dell’istituzione.

I PRIMI DOCUMENTARI D’ARTE

Grazie a questo progetto, sono venuti alla luce opere importanti per ricostruire la storia del Prado: tra tutte, il documentario dal titolo Introducción al Museo del Prado (1985) di Basilio Martín Patino, con la direzione della fotografia di Juan Mariné. Sono stari recuperati inoltre alcuni cortometraggi che rappresentano, nella storia del cinema, le prime produzioni di documentari d’arte: Velázquez (1937) da Ramón Barreiro, La mitología en el Prado: Rubens (1948) di José María Elorrieta, Il Paradiso Perduto (1948) di Luciano Emmer ed Enrico Gras (pionieri nella produzione del documentario d’arte), e Goya en el Museo del Prado di José A. Sobrino.

L’ARCHIVIO

L’archivio è strutturato attorno a due concetti principali: El Museo como escenario ed El Museo como inspiración. In El Museo como escenario la documentazione si focalizza sulla storia dell’edificio del Prado e dei suoi dintorni, includendo anche le varie fasi costruttive del museo. Sono inclusi in questa parte di archivio anche i documentari televisivi e i servizi dei notiziari che raccontano i personaggi e il pubblico che hanno visitato il museo nei decenni passati. El Museo como inspiración invece raccoglie documentari e film dalle funzioni didattiche. Tra questi ricordiamo Prado Vivo (1965) di Ramón Masats, che affronta l’aspetto più umano del museo, ovvero i suoi visitatori, e Tres horas en el Museo del Prado (1968), film basato sul classico dello scrittore catalano Eugenio d’Ors e diretto da Jesús Fernández Santos.

Fonte: Artribune.com – Desirée Maida


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