Dieci anni di restauro per ridare lustro alla tomba ‘maledetta’ di Tutankhamon, il giovanissimo faraone icona dell’Egittologia. I lavori del Getty Conservation Institute avevano come obiettivo ridurre al minimo possibile i danni prodotti dall’afflusso di turisti (graffi, polvere e muffe create dall’umidità) e sono stati presentati ufficialmente. Tutankhamon (XIV secolo a.C.), diventato faraone quando era ancora un bambino, morì a 18 anni. La sua tomba fu ritrovata intatta nel 1922 dall’archeologo inglese Howard Carter a Luxor, sulla sponda sinistra del Nilo, e la sua mummia portava sul capo l’oggetto più famoso della iconografia egiziana: la maschera d’oro massiccio e paste vitree. La tomba di Tutankhamon era collocata nella Valle dei Re, la necropoli dei faraoni, e il corredo funebre, ben conservato, consisteva di più di 5.000 pezzi: oltre alla maschera mortuaria, spiccavano anche tre sarcofagi. La sepoltura reale è diventata l’icona dell’egittologia anche per la fama nefasta che da sempre la accompagna: secondo la ‘vulgata’, infatti, tutti coloro che parteciparono alla ricerca e alla scoperta, sarebbero successivamente morti.
Una vera e propria fake news ante litteram, che va da considerarsi come una trovata pubblicitaria dell’epoca.
Fonte: repubblica.it
Dieci anni di restauro per ridare lustro alla tomba ‘maledetta’ di Tutankhamon, il giovanissimo faraone icona dell’Egittologia. I lavori del Getty Conservation Institute avevano come obiettivo ridurre al minimo possibile i danni prodotti dall’afflusso di turisti (graffi, polvere e muffe create dall’umidità) e sono stati presentati ufficialmente. Tutankhamon (XIV secolo a.C.), diventato faraone quando era ancora un bambino, morì a 18 anni. La sua tomba fu ritrovata intatta nel 1922 dall’archeologo inglese Howard Carter a Luxor, sulla sponda sinistra del Nilo, e la sua mummia portava sul capo l’oggetto più famoso della iconografia egiziana: la maschera d’oro massiccio e paste vitree. La tomba di Tutankhamon era collocata nella Valle dei Re, la necropoli dei faraoni, e il corredo funebre, ben conservato, consisteva di più di 5.000 pezzi: oltre alla maschera mortuaria, spiccavano anche tre sarcofagi. La sepoltura reale è diventata l’icona dell’egittologia anche per la fama nefasta che da sempre la accompagna: secondo la ‘vulgata’, infatti, tutti coloro che parteciparono alla ricerca e alla scoperta, sarebbero successivamente morti.
Una vera e propria fake news ante litteram, che va da considerarsi come una trovata pubblicitaria dell’epoca.
Fonte: repubblica.it
Le Hawaii portano avanti la crociata contro il fumo: dopo essere diventate il primo Stato americano ad alzare l’età minima per l’acquisto di sigarette a 21 anni, ora pensano di aumentarla a 100 anni. Una simile proposta di legge equivarrebbe a bandire le bionde nello Stato Usa entro il 2024. Il deputato statale Richard Creagan, un medico, ha promosso una misura che mira a mettere portando il limite di età a 30 anni nel 2020, a 40 nel 2021, a 50 nel 2022 e a 100 anni nel 2024. Il divieto non coinvolgerebbe, secondo i media Usa, le sigarette elettroniche e i sigari. Negli Usa sono altri cinque gli Stati – California, New Jersey, Massachusetts, Oregon e Maine – che hanno l’età per fumare a 21 anni, e se la misura nelle Hawaii diventasse legge, potrebbe aprire la strada a divieti più ampi anche altrove.
Fonte: Ansa
Nella splendida cornice della sala Europa dell’hotel Villa Romanazzi Carducci, si è svolto ieri a Bari il Travel Open Day durante la quale tour operators provenienti da tutta Italia hanno incontrato numerosi operatori turistici e agenti di viaggio pugliesi.
La giornata si è conclusa con un’ottima cena e intrattenimento musicale!
Quando gli ospiti si avventurano nella penisola di Phranang in Tailandia, scopriranno spettacolari meraviglie naturali e l’epica destinazione del Rayavadee Resort. Immerso in un angolo tranquillo del Rabi Marine National Park, questo esclusivo hotel offre esperienze su misura e ricordi indimenticabili che vengono presentati con l’ospitalità più lussuosa.
LE MIGLIORI STRUTTURE RICETTIVE
Questo resort premier offre agli ospiti una scelta di quasi cento alloggi esclusivi a due piani e quattro ville private che sono disperse tra la lussureggiante vegetazione dei loro 26 ettari di palme da cocco. L’architettura è pura tailandese, con servizi e appuntamenti all’avanguardia. Ogni spazio per gli ospiti offre le viste più incontaminate della regione, con calde brezze che fluttuano attraverso grandi ingressi e finestre. I moderni arredi tailandesi consentono di riposare nei quartieri più sontuosi, mentre le aree comuni evocano il desiderio di interazione ed euforia.
PRANZO TAILANDESE PER L’ELITE
I punti ristoro del Rayavadee Resort sono informali, ma lontani dalla zona pedonale. Il servizio elegante si fonde con menu innovativi per trasportare il corpo e la mente. Gli ospiti possono scegliere di cenare al Kru Phranang, al Raitalay Terrace o The Grotto. La cena al mare è una scelta romantica che ogni ospite dovrebbe provare. Soprattutto se abbinato a vini pregiati e piatti gastronomici creati con prodotti locali. Goditi cocktail artigianali e curry deliziosamente sinuosi, il tutto guardando le onde e il meraviglioso tramonto ogni giorno.
RILASSATI E ACQUISTA COME UN REGALO
Le antiche tradizioni curative tailandesi sono offerte presso la Rayavadee Spa, dove i trattamenti vanno oltre la tipica esperienza termale. Considerato uno dei centri termali più unici e lussuosi della Thailandia, gli ospiti sono incoraggiati a creare il proprio pacchetto di servizi in qualsiasi momento. Gli amanti dello shopping troveranno il loro paradiso nella Boutique. Con migliaia di oggetti in mostra ogni giorno, ci sono molte meraviglie da vedere. Acquista i capi di abbigliamento e gioielli più dettagliati e le incredibili ceramiche fatte a mano offerte dagli abitanti locali dei villaggi tailandesi.
SII ATTIVO DURANTE IL TUO SOGGIORNO
Mentre gli alloggi di lusso, i ristoranti e le strutture termali possono tenerti occupato per giorni, ci sono molte attività per gli ospiti del resort. Le escursioni in mare offrono la possibilità di esplorare l’habitat marino che circonda la regione, mentre le escursioni terrestri potrebbero trovarti a cavalcare un elefante o fare escursioni nella giungla. Sono previste lezioni specializzate per consentire un’esperienza culturale thailandese coinvolgente. Partecipa a un corso di intaglio della frutta, a un corso di tessitura di ghirlande di fiori o anche a una lezione di cucina thailandese. I visitatori amanti dell’outdoor adoreranno le opportunità per immersioni subacquee, arrampicata su roccia, escursioni guidate e molti sport acquatici.
Lo staff del Rayavadee Resort vorrebbe ospitare il tuo prossimo evento speciale. Gli ospiti possono ospitare il matrimonio più lussuoso, un incontro di lavoro indimenticabile o una sublime vacanza in luna di miele. Ogni evento è creato per soddisfare le esigenze dell’ospite e nessun desiderio è troppo bizzarro o impossibile. Questa filosofia distingue il resort da tutti gli altri in Thailandia e ha reso il Rayavadee una destinazione esclusivamente ricercata.
Fonte: xoprivate.com – rayavadee.com
Il concorso di architettura risale al 2002 e fu vinto dallo studio Heneghan Peng Architects, dopo una serie di vicissitudini il museo aprirà nel 2020. L’intervista al direttore generale Dr. Tarek Tawfik.
Il Grand Egyptian Museum sorgerà a soli 2 km dalle piramidi di Giza; ospiterà parte della collezione dell’Egyptian Museum al Cairo, oltre ai reperti provenienti dai depositi dei siti archeologici di tutto l’Egitto. Il progetto del museo è stato scelto in seguito concorso di architettura nel 2002; i lavori di costruzione termineranno il prossimo anno grazie a un prestito dal Giappone. Abbiamo chiesto al Dr. Tarek Tawfik, docente alla facoltà di Archeologia dell’Università del Cairo e direttore generale della collezione archeologica del Grand Egyptian Museum, in cui lavora dal 2014, di parlarci delle fasi del museo e delle difficoltà che si sono presentate in questi anni.
Il progetto del Grand Egyptian Museum risale al concorso di architettura del 2002. Qual è stata la motivazione che ha incoraggiato la sua creazione? Qual è l’obiettivo di questo museo?
L’Egyptian Museum a Il Cairo è diventato eccessivamente colmo di reperti, così l’Egitto vuole costruire un nuovo museo per assicurare un ambiente migliore alla collezione, usando nuove tecnologie. L’obiettivo del Grand Egyptian Museum è essere il museo del XXI secolo e sensibilizzare il popolo egiziano riguardo la propria storia e radici. L’Egitto vuole condividere il suo enorme patrimonio con il resto del mondo, così il museo è il regalo del paese all’umanità.
La competizione è stata vinta dallo studio Heneghan Peng Architects. Può spiegarci il progetto e l’evoluzione che ha avuto nel corso degli anni?
Il progetto dello studio Heneghan Peng Architects ha vinto il concorso di architettura nel 2002. In seguito, è stato necessario organizzare il cantiere e nel 2012 è stato assegnato l’appalto dei lavori di costruzione. Da allora la realizzazione è andati avanti e finora è stato completato più dell’88% dell’intero progetto, in attesa dell’apertura nel 2020.
Quali difficoltà ha riscontrato nel corso degli anni?
Nel corso degli anni la sfida più grande è stata quella di garantire il finanziamento del progetto. Nel 2016 è stato firmato il secondo prestito dal Giappone pari a 450 milioni di dollari USA. E, grazie a questo, non vediamo l’ora di completare i lavori senza difficoltà finanziarie.
Dopo questi anni di costruzione è già stata fissata la data di apertura del museo? C’è già una programmazione di mostre ed eventi?
L’apertura è al momento prevista per l’anno 2020, la data precisa verrà annunciata entro pochi mesi. La programmazione degli eventi e delle visite è stata affidata a un’azienda che si occuperà anche della cerimonia inaugurale.
Fonte: Artribune – Ilaria Bulgarelli
I rappresentanti di dieci tra le maggiori agenzie turistiche italiane sono stati ospitati a Iași per un viaggio conoscitivo
della capitale culturale della Romania.
Accompagnati dal Console della Repubblica italiana a Iași, Enrico Novella, sono stati accolti domenica scorsa nel Palazzo Roznovanu dal sindaco Mihai Chirica e dai presidenti del Consiglio delle Contee di Iași e Neamț, Maricel Popa e Iona Arsenio.
Il viaggio è stato organizzato con la collaborazione dei più importanti operatori della città e, soprattutto, attraverso l’attiva partecipazione del product manager della compagnia aerea Blue Air, Adrian Duru, e dal direttore generale dell’aeroporto internazionale di Iași, Cătălin Bulgariu, che insieme al professore Mihai Bulai e alla professoressa Gabriela Dima, dell’università di Iași, hanno contribuito agli approfondimenti storico-culturali e turistici, principali risorse della città.
Sono stati i primi operatori italiani a venire nella zona nord-est del Paese per verificare il potenziale della regione Moldova per un progetto di collaborazione reciproca.
Avendo l’università e il teatro Nazionale più antichi del Paese, interessanti palazzi come quello della Cultura e stupende cattedrali cristiano-ortodosse, Iași è un centro rilevante da cui partire per un tour conoscitivo delle aree circostanti ricche di stupendi monasteri e vigneti, che producono ottimi vini.
L’instancabile George-Alin Pătru, CEO della Europe Now, ha accompagnato il gruppo italiano, ricevuto ovunque da un’eccezionale accoglienza.
Il volo diretto della Blue Air da Roma a Iași è stato molto apprezzato dalla delegazione turistica, che per tre giorni ha goduto della calorosa ospitalità locale e ha avuto modo di conoscere a fondo le potenzialità in crescita dell’aeroporto internazionale della città.
La delegazione italiana è stata rappresentata da:
Adrian Duru, Blue Air, Roma
Alessandra Fiorillo, Karisma Travel, Roma
Etleva Balla, Viaggi dell’Elefante, Roma
Laura Bitursi, Insieme In Tour, Roma
Andrea Bucciarelli, Push Travel, Roma
Cinzia Crosara, Boscolo Tours, Padova
Francesco Ferrara, Kunene Viaggi, Sant’Arpino (CE)
Anna Paola Mura, Entour, Roma
Stefania Ortenzi, Idee per Viaggiare, Roma
Massimo Silvi, Testaccio Viaggi, Roma
Salperà nel 2020 la MSC Virtuosa, una mastodontica nave che promette di portare l’intrattenimento di bordo al livello successivo.
Nel 2020, le acque del mondo saranno solcate da una nuova nave: la MSC Virtuosa, (futura) nuova nata di casa MSC Crociere.
Il suo nome deriva da “virtuoso”, termine utilizzato per indicare un soggetto particolarmente dotato musicalmente. E sarà infatti a tema musica, la MSC Virtuosa. Ogni ponte si chiamerà come uno strumento musicale, e l‘intrattenimento a bordo sarà affidato all’altisonante nome del Cirque du Soleil. Persino la Galleria – lunga passeggiata centrale piena di boutique e di locali – la sera s’accenderà di musica.
Tra i luoghi must della MSC Virtuosa, l’Atmosphere Pool (con una fantastica illuminazione, uno schermo gigante e un design accattivante che brillerà sotto le luci del tramonto), l’MSC Yacht Club (una nave all’interno della nave, dove vivere il lusso d’un club esclusivo, ma ad un passo dai tantissimi intrattenimenti che la nave da crociera offre), la spa balinese MSC Aurea Spa e la MSC Gym by Technogym.
Ma sarà soprattutto l’intrattenimento, ad essere sensazionale: due volte a serata, sei sere a settimana, gli ospiti della MSC Virtuosa potranno assistere a due spettacoli del Cirque du Soleil, all’intero del Carousel Lounge, luogo d’intrattenimento e di ristoro creato su misura proprio per il pubblico del “circo” più famoso del mondo.
Grandi e piccini si divertiranno all’interno del Polar Aquapark, uno dei più emozionanti parchi acquatici sul mare con scivoli curvi e attività d’animazione, mentre il TV Studio & Bar sarà uno spazio polifunzionale e tecnologicamente avanzato con stazione radiofonica e uno studio televisivo che trasmetterà quiz e talent show. E poi un nightclub, un’area per lo sport, il Simulatore F1 (che permetterà ai ragazzi di cimentarsi nella guida di un’auto da corsa di Formula Uno), una pista da bowling e club riservati agli ospiti tra i 12 e i 17 anni.
Anch’essa con assistente virtuale, l’ultima nata di casa MSC Crociere offrirà diverse opportunità d’alloggio: la soluzione più spettacolare sarà la MSC Yacht Club Royal Suite, con balcone ad angolo di 70 mq e vasca idromassaggio sul terrazzino.
Dove condurrà la MSC Virtuosa? Per il debutto (il 6 dicembre 2020), la navigazione sarà quella classica del Mediterraneo: Genova, Civitavecchia, Palermo, La Valletta, Barcellona, Marsiglia. Poi, si prenderà il mondo.
Fonte: SiViaggia.it
L’edificio conosciuto per essere stato in passato l’hotel delle star è al centro di una vicenda giudiziaria.
Il celebre Chelsea Hotel di New York torna a far parlare di sé a causa di un’accesa contestazione da parte degli ultimi residenti dell’edificio contro la nuova proprietà che vorrebbe trasformarlo in un albergo di lusso.
Lo storico hotel, situato a Manhattan, vicino a Chelsea, è stato fondato nel 1884 ed è famoso per aver ospitato tantissimi scrittori, come Jack Kerouac e Mark Twain, registi, come Stanley Kubrick, artisti come Frida Kahlo, e poi tantissimi personaggi del mondo dello spettacolo e della musica, come ad esempio Bob Dylan, Janis Joplin, Patti Smith, Leonard Cohen, Sid Vicious, Tom Waits, Iggy Pop, Pink Floyd, Jimi Hendrix, e tanti altri.
In realtà, l’albergo non accoglie più ospiti ormai dal 2011: l’anno scorso sono stati completati alcuni lavori di ristrutturazione che duravano ormai da anni, causando non pochi problemi ai residenti degli appartamenti situati nella stessa struttura. La nuova proprietà, che include la Chelsea Hotel F&B LLC e Richard Born, di recente ha fatto sapere che l’albergo avrebbe riaperto all’inizio di quest’anno, trasformandosi in una residenza di lusso con 130 stanze, più 50 appartamenti destinati agli attuali residenti grazie a quanto previsto dalla legge di “rent stabilization”, ossia l’insieme di norme che regolano il sistema della locazione di abitazioni nello Stato di New York; a questi appartamenti ne sarebbero stati aggiunti poi altri 30 da affittare a nuovi inquilini.
Lo scorso 22 gennaio, però, cinque residenti, tra i quali lo scrittore Ed Hamilton che vive lì da decenni, hanno presentato una denuncia alla Corte Suprema di Manhattan: nell’atto si legge che poiché si tratta di un edificio ad uso abitativo, “il palazzo è costituito da monolocali destinati alla residenza in maniera stabile”. La denuncia si appella anche al fatto che, durante i lavori di ristrutturazione e nelle richieste dei permessi al Dipartimento per l’Edilizia, necessari per eseguirli, la proprietà del Chelsea Hotel non ha mai cercato di modificare la destinazione d’uso dell’immobile. In sostanza, i permessi richiesti dai proprietari per costruire all’interno dell’hotel, in particolare al 12esimo e 13esimo piano, locali commerciali come ristoranti e spa, non sarebbero validi in quanto l’edificio è destinato a uso abitativo e non commerciale.
Grazie a questa denuncia dei cittadini che risiedono stabilmente nel palazzo i lavori per l’apertura dell’hotel di lusso sono stati bloccati: finora gli avvocati della proprietà del Chelsea Hotel hanno preferito non commentare la questione giudiziaria in corso. Al momento, dunque, l’hotel delle star è salvo, ma è ancora alto il rischio che la storia che lo rende così prezioso sia spazzata via per lasciare spazio a un albergo di lusso.
Fonte: virginradio.it
E non solo quello di lusso dei resort: il nuovo governo vuole incentivare i soggiorni dei viaggiatori “da zaino in spalla”,
ma non tutti sono convinti.
Le Maldive sono da sempre considerate uno dei posti di vacanza più costosi al mondo, ma il nuovo governo vuole investire e far crescere il turismo di fascia medio-bassa per favorire lo sviluppo di tutto il Paese. Le Maldive si trovano nell’Oceano Indiano e sono formate da più di mille isole, molte delle quali abitate solo da residenti che vivono di pesca e agricoltura. Fino a dieci anni fa queste isole non erano nemmeno accessibili ai turisti. Il nuovo presidente Ibrahim Mohamed Solih – leader dell’opposizione che è stato eletto lo scorso anno un po’ a sorpresa, battendo il presidente uscente Abdulla Yameen – vuole però trasformare il Paese in un punto di riferimento per le vacanze «della classe media», come ha spiegato. E ha, tra le altre cose, promesso di sostenere finanziariamente i residenti che vorranno aprire una pensione o altri servizi utili a raggiungere questo obiettivo.
Questo cambiamento non sarà semplice. La popolarità delle Maldive è stata costruita con cura, negli anni, su un’immagine ben precisa: «Il lusso è la pietra angolare della nostra storia», ha detto Ibrahim Munaz, responsabile di un’associazione di agenti di viaggio del luogo. E il turismo di lusso ha rappresentato e rappresenta circa un quarto del prodotto interno lordo del paese. «Ora la domanda è: come presenteremo entrambe le facce?», si è chiesto Munaz parlando con il Wall Street Journal. Alcuni hanno infatti paura che un messaggio confuso e un aumento dei “viaggiatori con gli zaini in spalla” potrebbero ridurre l’affluenza di turisti di fascia alta e favorire mete alternative come le Mauritius o le Seychelles. Ma il governo sostiene che la nuova opportunità di turismo accessibile porterà al paese un nuovo flusso di denaro dall’estero con ricadute positive sugli abitanti, e non solo sui proprietari dei grandi resort.
Attualmente le Maldive hanno 8 mila posti letto nelle pensioni, contro i 30.500 dei grandi alberghi, ma non sono molto pubblicizzate. Una buona strategia comunicativa, ha spiegato Munaz, è stata finora quella di rinominare le pensioni come “boutique hotel”, aggiungendo specifiche come “turismo sostenibile”. Il nuovo responsabile della promozione turistica del paese, Thoyyib Mohamed, ha poi detto che il suo compito sarà ora quello promuovere le guesthouse senza perdere il segmento del lusso.
Fino a dieci anni fa, le isole abitate dai maldiviani non erano aperte al turismo. I leader politici e religiosi pensavano che l’arrivo in massa degli stranieri avrebbe minacciato i valori tradizionali del paese. Dopo la prima elezione democratica del paese, nel 2008, il divieto venne rimosso, ma questo non cambiò molto la situazione: le isole non avevano un servizio puntuale di traghetti, i rifornimenti di base arrivavano in modo irregolare in molti posti e le iniziative imprenditoriali delle comunità legate da generazioni alla pesca e all’agricoltura furono molto scarse. A tutto questo si aggiunse il timore dell’élite religiosa di vedere donne in costume in giro per le isole. I turisti non sarebbero insomma rimasti chiusi all’interno di resort e spiagge private, ma si sarebbero mescolati con i maldiviani nei luoghi dove vivono e pregano.
Una delle prime guesthouse ad aprire alle Maldive, nel 2012, si trova a Ukulhas, una piccola isola in cui vivono circa mille persone. Ma è solo dal 2016 che gli abitanti hanno davvero iniziato a trasformare le loro attività in servizi per i turisti, creando anche un’associazione per gestire le relazioni con la gente del posto. Sono stati creati degli spazi in cui si può stare in costume, che alcuni maldiviani musulmani evitano, e le procedure di check-in includono una spiegazione sulle sensibilità culturali del luogo. Mohamed Anwar, 33 anni, un tempo pescatore, ha spiegato al New York Times che con le nuove opportunità offerte dal turismo il suo reddito è cresciuto di cinque volte. «Il turismo è buono, ma non troppo turismo», ha detto un altro residente: «Abbiamo bisogno di equilibrio».
Fonte: ilpost.it