Nell’arcipelago della Società, tra le più estese e popolari isole di Moorea e Bora Bora, si trova anche la più piccola, ma ugualmente splendida, Taha’a, chiamata anche “L’Isola della Vaniglia”. L’isola è raggiungibile solo via mare dalla più grande Raiatea, che ne condivide la stessa laguna. L’isola vanta diversi motu, isolotti privati che, data la bellezza e la totale privacy che sono capaci di regalare ai visitatori, sono stati scelti da alcune strutture di lusso per ospitare proprietà esclusive.

Il panorama è unico: una ricca e verde vegetazione, situata nel mezzo di una laguna turchese dalle mille sfumature delimitata da un anello di incantevoli motu.

Il modo più suggestivo per scoprire l’isola è quello di un tour in 4×4 nell’interno. L’escursione consente di partire alla scoperta delle profumate piantagioni di vaniglia che caratterizzano l’isola e che producono circa l’80% di tutta la produzione de Le Isole di Tahiti. I tour guidano gli ospiti attraverso l’intero processo produttivo, dalla coltivazione alla lavorazione manuale per l’inseminazione dei fiori, fino all’essicatura dei baccelli e alla produzione di diversi beni artigianali, dalle bacche di vaniglia, alle conserve, fino ai profumi e alle essenze, che spesso è possibile acquistare in loco.

Alcuni tour includono la visita a una delle coltivazioni di perle dell’isola: anche qui viene mostrato l’intero processo di produzione, classificazione e vendita di questo prezioso prodotto locale.

Altrettanto affascinanti le escursioni in laguna: gli appassionati di immersioni potranno godere di alcune imperdibili sessioni tra squaletti, pesci napoleone, barracuda, anguille e coloratissimi banchi di pesce e coralli marini.

Le attività acquatiche includono anche tour guidati in canoa intorno all’isola, picnic sui motu, osservazione delle razze e dei delfini, crociere in yacht o catamarano.

Taha’a in breve:

Come arrivare: Taha’a è raggiungibile via mare con servizi giornalieri dall’isola di Raiatea.

Accommodation: A Taha’a, e sui motu della sua laguna, si trovano elegantissimi hotel di lusso, ma anche affascinanti guesthouse tahitiane, spesso gestite da famiglie del posto.

Attività: immersioni per osservare la flora e la fauna della laguna; tour guidati per scoprire l’interno dell’isola, con la sua ricca vegetazione, le piantagioni di vaniglia e le colture di perle.

Fonte: Tahiti Tourisme Italia

Ecco come funziona il primo ristorante al mondo dove il tuo seguito social decide il conto!

Dopo aver prenotato un tavolo, ora al ristorante si può anche saldare il conto con una foto su Instagram, a patto che si abbiano almeno 1000 seguaci. Tanti ne servono per guadagnarsi (almeno) un piatto nel This is not a Sushi Bar di via Lazzaro Papi (Porta Romana) a Milano: locale della catena di ristoranti giapponesi che così diventa il primo al mondo dove si può pagare in base al numero di followers.

Ora il ristorante lo prenoti con Instagram

In fondo sfrutta la mania contemporanea di scattare ossessivamente foto al cibo, ancora più irrefrenabile se è particolarmente bello come succede nel caso del sushi.

Per provare a farla fruttare si fa così: si pubblica su Instagram la foto del piatto scelto taggando il ristorante (@thisisnotasushibar e con l’hashtag #thisisnotasushibar), e una volta alla cassa si presenta il post (che lo store manager avrà preventivamente controllato grazie ad hashtag e tag). Una volta ordinato il primo piatto, da 1000 a 5000 followers ne regalano uno in più, da 5000 a 10.000 due, da 10.000 a 50.000 quattro, da 50.000 a 100.000 otto. Chi invece ha 100.000 followers e oltre ha tutto gratis. O meglio, non proprio tutto dato che dalla promozione sono esclusi una decina di piatti e le bibite.

L’IDEA

I titolari Matteo e Tommaso Pittarello hanno spiegato che in questo modo vogliono stimolare la partecipazione dei clienti, rendere speciale il nuovo locale della catena (e l’unico tra i sei che ne fanno parte dove c’è l’opportunità di pagare con Instagram). In definitiva un modo per farsi pubblicità. L’idea però non ha riscosso solo commenti favorevoli: c’è chi, proprio su Instagram, ritiene che questa trovata sia un po’ scontata, e in tanti suoi social stanno ricordando ai titolari di prepararsi anche a falsi influencer con finti seguaci. Arriveremo a comprare follower per pochi spiccioli per farci offrire la cena?

Fonte: Vanity Fair

Manco da Fez da molti anni e sono curiosa di scoprire i cambiamenti che troverò nella più antica delle
città Imperiali del Marocco.

Arrivo al tramonto… Fez è adagiata su una dolce collina e le lucine, timidamente accese, me la fanno apparire come un magico presepe.

Ho un deja-vu! Qui il tempo si è fermato e ogni scorcio sembra custodire intatti i miei ricordi…

La città è considerata la capitale religiosa e culturale del Marocco: annovera la nascita della prima università religiosa del mondo islamico e manifesta una spiccata propensione all’arte e all’artigianato.

Fès el-Bali, la sua medina, come viene definita la zona antica di ogni città araba, è un intricatissimo dedalo di stradine talmente strette e tortuose che sono percorribili soltanto a piedi. Mi faccio accompagnare da una guida locale, perché nemmeno seguendo l’itinerario suggerito dal navigatore del mio telefono riesco ad orientarmi.

Rispetto alla mia precedente visita è cambiata la tecnologia, ma questi luoghi sono rimasti incredibilmente immutati, come la gentilezza dei marocchini che affollano i negozietti, le botteghe e i piccoli locali che servono tè e cibo speziato. L’offerta è molto ricca: si passa dai prodotti tipici, come oggetti di legno di cedro, di metallo e di rame, a irresistibili pezzi di ceramica bianca e blu, la cui pregiata lavorazione è nota in tutto il Paese.

Ci sono anche moschee, scuole e università circondate da edifici che svelano straordinarie architetture arabeggianti. La porta principale di accesso alla medina, Bab Bouljoud, internamente è rivestita da piastrelle di colore verde, colore che rappresenta la religione islamica, mentre esternamente è blu, colore che caratterizza la città.

A Fès el-Jedid, la zona nuova, rimango incantata davanti all’imponente Palazzo Reale, con sontuosi portoni in bronzo dorato realizzati a mano, purtroppo, chiusi ai turisti.

Immancabile è la visita alle famosissime concerie. Chiunque le abbia visitate, non credo possa dimenticare il pungente odore a stento coperto dal ramoscello di menta che amabilmente viene offerto ai turisti
nel tentativo di farli sopravvivere!

Scavate nel terreno, le vasche utilizzate per la concia e la tintura delle pelli mi ricordano una tavolozza dalle innumerevoli sfumature di colore, magnifiche viste dall’alto, ma non avevo dimenticato quanto duro fosse il lavoro degli operai che, con sorprendente agilità, saltano da una fossa all’altra sotto un sole che non aiuta, certamente, ad alleviare la loro fatica.

La spiritualità di Fez è, a dir poco, sorprendente!
Ovunque c’è un po’ di magia!

Sono estremamente curiosa di cogliere ogni dettaglio e, grazie alla pazienza della guida che mi aiuta con la traduzione, mi intrattengo con uomini e donne del luogo, dall’età apparentemente indefinita, per approfondire la conoscenza della cultura e delle tradizioni millenarie e….

…carpire il segreto del loro approccio alla vita
che sembra rendere tutti felici.

Se inizi a sentire un irresistibile desiderio di mare – o se lo hai sempre sentito e cerchi nuove ispirazioni – dà un’occhiata a questa top list dedicata al Grande Blu e ai suoi tesori più preziosi, fragili e da preservare:
le splendide barriere coralline.

Grande Barriera corallina, Australia

Sarà anche una delle mete più scontate, ma la popolarità della Grande Barriera Corallina è giustificata. Il parco marino più grande del mondo si estende per oltre 2300 km lungo le limpide acque poco profonde al largo della costa nord-orientale dell’Australia e custodisce una formidabile ricchezza, tra cui 400 tipi di coralli, 1500 specie di pesci e 400 varietà di molluschi. Questi fondali, Patrimonio dell’Umanità, offrono agli appassionati di snorkelling un ampio ventaglio di escursioni e servizi.

Barriera corallina di Andros, Bahamas

Le acque cristalline di Andros, l’isola meno popolata delle Bahamas, formano il terzo sistema corallino del mondo per dimensioni e offrono un’esperienza subacquea unica. I coralli si estendono per 225 km lungo la costa orientale, fino al margine della Lingua dell’Oceano, una piattaforma della profondità di 35 m dalla quale si forma un canyon sottomarino che sprofonda a più di 1800 m. L’esplorazione delle grotte coralline della Foresta Pietrificata è un’esperienza indimenticabile.

Barriera corallina della Nuova Caledonia

La barriera corallina si presenta in molte forme e dimensioni e la Nuova Caledonia, nel Pacifico, vanta addirittura un doppio sistema lungo 1300 km che si sviluppa intorno all’isola principale di Grand Terre. Distante circa 30 km dalla costa, il reef forma una laguna popolata da specie di ogni tipo – pesci balestra, tonni, squali e testuggini – sullo sfondo di formazioni coralline iridescenti. Molte di queste sono endemiche della regione, catalogata dall’UNESCO come ‘area di eccezionale bellezza naturale’ e dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 2008.

Isole Raja Ampat, Papua Occidentale, Indonesia

Situate al largo di Sorong, nella Papua Occidentale, le Isole Raja Ampat costituiscono il fulcro del cosiddetto ‘triangolo dei coralli’, formato dalle barriere coralline di Indonesia, Filippine e Australia settentrionale. Le strabilianti formazioni sono annoverate tra le più spettacolari del mondo e costituiscono l’habitat di oltre 1200 tipi di pesci e 600 varietà di coralli, circa il 75% di quelli conosciuti. La ricchezza dell’ecosistema ha permesso a un sub di stabilire il record mondiale del numero di specie di pesci viste in un’ora: ben 283.

Atollo Carolina, Kiribati

Il Sud Pacifico è l’ultima frontiera delle escursioni su isole deserte. La Repubblica di Kiribati, costituita da 32 atolli e un’unica isola corallina, è il sito di una straordinaria barriera corallina lagunare. L’Atollo Carolina, 4200 km a est della capitale Tarawa, è un insieme di isolotti che misura appena 13 km in lunghezza e 2,5 km in larghezza. In virtù del suo isolamento, è tuttora incontaminato e ricco di formazioni coralline e sgargianti specie marine, tra cui vongole giganti, granchi del cocco e labri Napoleone. L’Atollo Carolina fa parte delle Line Islands.

Atollo di Aldabra, Seychelles

L’Aldabra è il secondo atollo più grande del mondo. Vista la posizione non ha una comunità residente e i turisti sono pochi, ma chi ama i fondali marini potrebbe sceglierlo per i bassi fondali, i pendii e le scogliere profonde, ricche di formazioni coralline incontaminate, pesci e invertebrati. In questo biosistema autosufficiente, non ancora rovinato dalla presenza dell’uomo, vivono specie come gli squali martello, i barracuda e oltre 150.000 tartarughe giganti. La pista di atterraggio più vicina si trova su Assomption Island, a 25 km di distanza.

Barriera corallina del Belize

La Barriera Corallina del Belize fa parte della Barriera Mesoamericana che dalla Penisola dello Yucatán, in Messico, si sviluppa verso sud fino all’Honduras. Lungo il tratto della costa caraibica del Belize, lungo 300 km, vivono 100 tipi di coralli e 500 specie di pesci. Il reef vanta alcuni dei migliori siti di immersione al mondo, come il Blue Hole, una grande dolina carsica larga 300 m e profonda 124 m. Nel 1996 l’UNESCO ha dichiarato la regione Patrimonio dell’Umanità, benché il riscaldamento globale, l’inquinamento e il turismo ne stiano minando le condizioni.

Parco Nazionale di Komodo, Isole della Sonda, Indonesia

Il nome ‘Komodo’ è associato all’omonimo varano, il grande carnivoro diventato un emblema delle isole indonesiane. Non sorprende, quindi, che il simpatico draghetto sia la vedette del Parco Nazionale di Komodo. Ma spostando l’attenzione verso l’oceano, scoprirete qualcosa di altrettanto straordinario: un iridescente sistema di barriere coralline caratterizzato da variopinti cavallucci, rane pescatrici bicolore, polpi dagli anelli blu e impalpabili tunicati.

Barriera di Abrolhos, Brasile

Situata a bassa profondità vicino alla costa meridionale di Bahia, la Barriera di Abrolhos è da tempo un luogo conosciuto a livello mondiale per le specie endemiche di coralli fungo. Nel 2008 i ricercatori hanno scoperto nuove strutture coralline, che hanno raddoppiato le dimensioni di un sistema già classificato come il più grande di tutto l’Atlantico meridionale. Oggi si calcola che i reef dell’arcipelago si sviluppino su un’area di 46.000 kmq e che siano popolati da coralli, molluschi e pesci finora sconosciuti.

Røst Reef, Norvegia

Situata all’interno del Circolo Polare Artico e scoperta solo nel 2002, il Røst Reef è il sistema corallino in acque fredde più grande del mondo, esteso su un’area di 120 kmq, a una profondità di 400 m. Røst è una delle Isole Lofoten, un arcipelago situato 200 km a sudovest di Tromsø. Il reef è troppo distante e profondo per i sub, ma offre anche altre alternative. Le isole sono circondate da correnti ricche di nutrienti, in cui proliferano coralli, relitti e molte specie marine.

Fonte: Lonelyplanetitalia.it

Ora si può provare un giro della Città Eterna con un fidanzato a tempo che si dedica solo a te, ti fa d’autista e ti fa foto (non selfie) da postare sui social

Siete stanche di viaggiare da sole? Di fare selfie davanti ai monumenti? Rome Experience ha pensato all’Insta-Boyfriend Rome Private Tour: un giro della Città Eterna destinato alle ragazze che prevede l’accompagnamento di un fidanzato a tempo che contemporaneamente fa da fotografo, autista privato, ma anche galantuomo offrendo alla fortunata di turno tutte le attenzioni che merita.

IL TOUR

Il tour dura tre ore, si fa in auto, e tocca i punti più celebri e «instagrammabili» di Roma: Colosseo e Campidoglio, il Giardino degli Aranci sul colle Aventino, la Fontana di Trevi con Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, Castel Sant’Angelo e la Città del Vaticano, Gianicolo e il Fontanone, Piazza Navona e il Pantheon.

«Con l’Insta-Boyfriend Rome Private Tour avrai un fotografo professionista che ti scatterà delle foto perfette per mostrarti al meglio» racconta la compagnia in un video su Instagram specificando i dettagli del suo tour.

IL VANTAGGIO DA NON SOTTOVALUTARE

Il fatto è che, oltre a fare la modella per mezza giornata sentendoti un po’ una star con lo pseudo fidanzato fotografo che ti inquadra con il suo obbiettivo negli angoli più fotogenici di Roma, ci sono tanti altri vantaggi di questo tour da non sottovalutare: a differenza di un fidanzato vero un insta-boyfriend come questo non si stanca mai, non si lamenta se vuoi farti troppe foto, e poi dato che è un professionista quando scatta lo fa bene. Sarà anche perché è pagato per farlo? Di sicuro questo conta: l’Insta-Boyfriend Rome Private Tour costa 599 euro a testa. Volendo si può anche coinvolgere un’amica per abbassare i costi (in due costa 639), ma vorreste davvero dividerlo un fidanzato così?

Fonte: VanityFair

Elephant Nature Park

Gli elefanti in difficoltà della Thailandia trovano pace in questo santuario di Chiang Mai.

Situato nella provincia thailandese di Chiang Mai, Elephant Nature Park offre un rifugio per gli elefanti salvati in tutto il paese. 

Originariamente fondato nel 1990, Elephant Nature Park si trova a circa 60 chilometri dalla città di Chiang Mai, nascosto tra le pittoresche colline del nord della Thailandia. Un centro di soccorso e di riabilitazione per gli elefanti di tutto il paese, Elephant Nature Park è, semplicemente, il modo migliore per godersi la compagnia di un pachiderma quando ci si trova in Asia. 

In Thailandia, le popolazioni di elefanti sono diminuite in modo significativo passando da 100.000 un secolo fa a circa 3.000 esemplari di elefanti rimasti attualmente. La diminuzione del numero di elefanti è dovuto al fatto che gli animali vengono usati per il turismo e le industrie del disboscamento, il che sottopone queste magnifiche creature a violenti soprusi. 

Per i turisti, cavalcare un elefante può sembrare abbastanza innocuo, ma sono le tecniche di “addestramento” utilizzate per far compiere agli animali tali imprese che sono motivo di preoccupazione. Mahouts – un termine per definire gli uomini che lavorano con gli elefanti nel Sudest asiatico – spesso sottopongono i loro animali a forme barbariche di abuso fisico per intimidire, spaventare e infine rompere lo spirito dell’elefante. 

A Elephant Nature Park, gli elefanti salvati spesso arrivano al santuario con ossa rotte, problemi psicologici e con le cicatrici di anni di abusi. Al Elephant Nature Park si combatte per salvare questi animali e dare loro un ambiente privo di stress dove i volontari possono trascorrere il tempo con gli elefanti in modo etico. 

Dal nutrire gli elefanti con abbondanti quantità di cocomero fino a camminare lungo il fiume, a guardarli mentre giocano nel fango, Elephant Nature Park pone l’accento sul benessere dei suoi animali. In breve, una visita a questo santuario è come dovrebbe essere il turismo animale: mettere l’animale al primo posto. 

Una visita a Elephant Nature Park richiede una prenotazione anticipata online. I volontari hanno la possibilità di fare una visita di un giorno con gli elefanti, una visita di mezza giornata o una visita di due giorni con un pernottamento nella proprietà. Se il tempo lo permette, vale la pena passare la notte al Elephant Nature Park per vivere veramente la bellezza di questo santuario degli animali e trascorrere un po ‘di tempo in più con gli elefanti.

Mentre l’attrazione principale di Elephant Nature Park sono gli elefanti, il santuario ospita anche cani e gatti che sono stati salvati in tutto il paese. 

Fonte : AtlasObscura

Viviamo nell’era della sorveglianza digitale. I nostri dati vengono raccolti, analizzati e sfruttati a fini commerciali e di controllo. Un’installazione artistica ci mette, letteralmente, di fronte a questa controversa realtà.

Un libro interattivo che ti riconosce e scrive in tempo reale una storia personalizzata. Facebook, questo il titolo del progetto – che fa ovviamente riferimento al social network più famoso al mondo – utilizza la tecnologia del riconoscimento facciale per identificare la persona che ha di fronte e poi confronta i dati raccolti con le informazioni ricercabili su Internet usando i motori di ricerca e i profili social. Con questi dati, l’installazione costruisce una storia che incorpora dettagli specifici sullo spettatore di turno: il suo nome, la sua età, il suo genere, la sua localizzazione, la sua data di nascita, il suo gruppo etnico e la sua professione.

Il progetto, ideato dall’art director newyorkese Lim Si Ping, vuole mettere in guardia sui pericoli della sorveglianza nell’era digitale, costruendo un’esperienza che è allo stesso tempo accattivante e inquietante.

Fonte: Artribune.it

MITI E SPIRITUALITA’ DEGLI ANTICHI EGIZI

1 Feb 2019 In: Egitto

Ho avuto la fortuna di approfondire alcuni aspetti spirituali della religione degli antichi Egizi con l’egittologo Mohamed Fadl, che ho incontrato recentemente a Il Cairo.

“Mohamed, ci vuoi spiegare come gli antichi Egizi affrontavano il tema della morte?”

“Nell’epoca faraonica, gli Egizi attribuivamo molta importanza alla vita ultraterrena, convinti di avere la possibilità di godere di una lunga vita in paradiso”.

Statua del Ka del sovrano Auibra-Hor

Secondo la loro mitologia, l’essere umano era composto da quattro elementi principali:

il Ghet – il corpo – che preservavano attraverso l’imbalsamazione;
il Ba – l’anima – rappresentata da un uccello dalla testa umana;
il Ren – il nome – pronunciare il nome di una persona, anche se defunta, significava continuare a farla vivere;
il Ka – il doppio spirituale, la proiezione dell’essere umano, l’elemento spirituale immortale che continua a vivere dopo la morte.

Statua del Ka di Tutankhamon a guardia della sua camera funeraria

Il Ka conferisce energia vitale all’individuo sia durante la sua vita terrena
che dopo la sua morte.

“Qual era il simbolo geroglifico che veniva usato?”

“Il simbolo  raffigura due braccia umane alzate verso l’alto e le interpretazioni sono molteplici” – continua Fadl – “All’interno della tomba il Ka veniva raffigurato con una statua con il simbolo posto sul capo, che oltre a conferire energia al defunto, lo proteggeva dagli spiriti maligni e dai tombaroli che instancabilmente avevano la mummia come obiettivo primario. Per alimentare l’energia e garantirne la sopravvivenza, al Ka del defunto venivano presentate numerose offerte”.

“Il Ka, dopo la morte, si univa ad Osiride, Dio e giudice supremo del Regno dei Morti, e quindi il Ka era il punto di contatto tra il defunto e il mondo dell’aldilà” – ci spiega Mohamed.

Mi sembra di comprendere che gli elementi di cui stiamo parlando
siano legati uno all’altro!

“E’ difficile scinderli” – commenta Fadl – “ad esempio il Ba, l’elemento completamente spirituale, era indipendente dal corpo del defunto, ma esisteva soltanto quando il Ka si era unito al corpo mummificato. Viene spesso raffigurato mentre vola al di fuori della tomba, ma ritorna sempre durante le tenebre”.

“Anche il Ren, il nome, lega l’identità di un individuo al suo destino e garantisce continuità al suo Ka nella vita dopo la morte”

Mi piace molto il concetto di rinascita che avviene ogni volta che si pronuncia il nome di un defunto per continuare a farlo esistere!

“Favorire la sua identificazione attraverso il Renaggiunge Mohamed -consente di non annullare il suo ricordo e di non privarlo della possibilità che il suo Ka lo identifichi per farlo sopravvivere nella vita ultraterrena”.

Concetti abbastanza difficili da interpretare, ma, grazie alle preziose spiegazioni di Mohamed Fadl, che ringrazio,
ora riesco a comprenderli meglio!

Gli antichi Egizi ci hanno lasciato in eredità un patrimonio archeologico-storico il cui perno è la vita ultraterrena, intorno alla quale hanno elaborato raffinatissime mitologie e importanti testimonianze rese immortali attraverso i magnifici templi, le necropoli, gli innumerevoli testi in geroglifico e la ricca rappresentazione iconografica.

La Lakes Region del New Hampshire è puro svago ed avventura tra acqua, fauna locale, natura e deliziosi villaggi. Il posto giusto per amanti di barche e moto!

Avete mai sentito il richiamo della strolaga (in inglese loon), l’uccello d’acqua migratore dei laghi forestali degli Stati Uniti? Nel New Hampshire i concerti estivi – tipicamente la sera – sono un incanto magico, mistico e suggestivo…. “Loon Magic”, come l’ululato del lupo, il bramito del cervo o il canto della balena.  Il “common loon” del New Hampshire alberga nella Regione dei Laghi. Al Loon Center di Moultonborough sulle sponde del grande lago Winnipesaukee Lake, c’è l’habitat perfetto con i 80 ettari di foreste, laghetti e ruscelli d’acqua pura. Esposizioni e video ci avvicinano a questa iconica creatura del New Hampshire. Se desiderate vederle da vicino, d’estate basta intraprendere una delle Loon Cruise organizzate sul delizioso vicino piccolo lago Squam Lake, ad Holderness. Il giro in barca condotta da un biologo è “Tour alla ricerca delle Loon” oppure “Tour dei retroscena del film On Golden Pond”. Rimarrete affascinati dalla sua livrea spettacolare, elegante e vellutata: occhi di un rosso non comune, testa e collo neri, con striature, macchie e punti biancastri sul dorso.

Il grazioso lago Squam all’origine si chiamava Asquam — “Beautiful Water” — e le sue acque sono così pure che quasi si possono bere. Con una costa di soli 10 km è piccolo se comparato al lago “Winni” a pochi chilometri di distanza, ma è anche molto più tranquillo. Approfittate di una visita allo Squam Lakes Natural Science Center, centro di recupero per specie di animali nativi del New Hampshire, feriti o orfani, felici di essere ancora in vita: puma, volpi, linci rosse, civette. Infine ripagatevi con una vista di Squam Lake e Lake Winnipesaukee con una camminata sul sentiero roccioso che conduce a West Rattlesnake Mountain: il panorama è unico con le oltre 60 isole che costellano le acque di Squam Lake. Salite a bordo dello storico battello lacustre M/S Mount Washington per una crociera sul Lake Winnipesaukee, magari al tramonto. 

Il Newfound Lake sembra essere tra i laghi più puliti del mondo ed è anche uno dei più profondi del New Hampshire (55 mt.), largo solo 4 km a lungo 11 km, ospita ben 22 specie di pesci, molte trote e salmoni. Tra i suoi più tipici appuntamenti il Newfound Rendezvous, raduno di costruttori di barche di legno a settembre; nei mesi invernali la Ice Racing, corsa automobilistica su ghiaccio e Snodeo, gare di motoslitta.

Il vicino Winnisquam Lake ha una forma triangolare ed annovera il villaggio di Laconia dove ogni anno a giugno si svolge la famosa Motorcycle Week, raduno di Harley Davidson più antico degli Stati Uniti che invita amanti del turismo in motocicletta e perlustrare la bella regione a cavallo di una due ruote. Nelle vicinanze si gareggia sulle quattro ruote sul circuito NASCAR  Loudon’s New Hampshire Motor Speedway. Tra i tanti graziosi villaggi lacustri una delle più piacevoli scoperte sul Lake Winnipesaukee è la cittadina di Wolfeboro annidata sul versante orientale e circondata da foreste e montagne: è la quintessenza di una tipica comunità del New England, con la sua storia ed il vanto d’essere “The Oldest Summer Resort in America.” Vale visitate il Boat Museum che con mostre, barche esposte e programmi, fa capire quanto importante sia il ruolo dei laghi del New Hampshire nella vita della gente da varie generazioni.  La magia invernale nella regione dei laghi comporta spettacolari esperienze: le Northern Lights, ovvero il fenomeno dell’Aurora Boreale, le ice boats che slittano sul lago ghiacciato della Wolfeboro Bay o una battuta di ice fishing insieme ai locali.  Nella cittadina di Moultonborough si visita invece Castle in the Clouds, la meravigliosa dimora del magnate Tom Plant che dall’alto della collina apre le sue 16 stanze al pubblico. Panorami spettacolari, un’architettura fiabesca ed il giusto kitsch intrecciato anche all’arte delle vetrate di Tiffany e dei bei pavimenti lignei.  Infine, ricordiamo che lo shopping è Tax Free nel New Hampshire e consigliamo vivamente una visita al villaggio di East Sandwich al League of NH Craftsmen il primo emporio di una serie di 8 distribuiti nello stato. Il lavoro degli artigiani crea ceste, giocattoli, tavole, tappeti e tanti oggetti unici – certamente non seriali ed industriali – che portano con sé l’anima del New England.

Fonte: Thema Nuovi Mondi per Ufficio Turismo del New Hampshire

VIAGGIO DI NOZZE IN CROCIERA

31 Gen 2019 In: Crociere

Vediamo insieme alcune destinazioni per trascorre
in crociera la luna di miele!

Le Hawaii

Le Hawaii sono da sempre una delle mete per eccellenza di un viaggio di nozze. Royal Caribbean propone un itinerario di 11 notte alla scoperta dei loro luoghi più belli: Honolulu, Kailua Kona, un passaggio al tramonto dinnanzi il Monte Kilauea, Napali Coast e Maui, per poi terminare nella Columbia Britannica (a Victoria e a Vancouver).

Il Mediterraneo

Per chi volesse rimanere nel Mar Mediterraneo, una splendida proposta arriva da Princess Cruises. Si parte da Atene, e si va alla scoperta di alcune tra le più romantiche destinazioni d’Europa: Santorini, Kotor, Messina, Napoli, Barcellona, Gibilterra, Marsiglia, Genova, Livorno, Roma. Un itinerario completo, tra le isole greche e città storiche dell’Europa Meridionale.

I Fiordi Norvegesi

Tra gli angoli più romantici d’Europa, i Fiordi Norvegesi occupano una posizione d’onore. Ecco dunque che, esplorarli in viaggio di nozze diventa un’esperienza davvero suggestiva. Royal Caribbean propone un itinerario a bordo della Serenade of the Seas, che parte da Copenaghen e tocca Geiranger, Bergen, Stavanger e Kristiansand. Otto giorni nell’Europa del Nord, alla scoperta d’una natura incontaminata.

Tra i Caraibi e le Antille

MSC Crociere propone numerose destinazioni per un viaggio di nozze in crociera che sia davvero indimenticabile. Uno tra gli itinerari più spettacolari è quello che conduce – per 22 giorni e 21 notti – alla scoperta dei Caraibi e delle Antille. Le località toccate? Sono un vero sogno, e sono perfette per una luna di miele: Miami, Antigua-Barbuda, Saint Kitts – Nevis, Isole Vergini Britanniche, Guadalupe, St. Maarten, Giamaica, Aruba, Colombia, Panama, Messico.

L’Estremo Oriente

Per chi volesse approfittare del proprio viaggio di nozze per esplorare l’Estremo Oriente, Costa Crociere propone un viaggio di 15 giorni e 14 notte, con partenza e arrivo a Singapore. A bordo della Costa Fortuna, si va alla scoperta delle bellezze di Thailandia, Malesia e Cambogia per una luna di miele che visiti luoghi paradisiaci, ma che permetta anche d’entrare in contatto con tutto il fascino della cultura orientale. Tra i luoghi toccati, le turistiche isole di Phuket e Koh Samui, zone tutelate dall’UNESCO come Langkawi e città come Penang.

Dall’India alle Maldive

Meta per eccellenza di una luna di miele, le Maldive possono essere esplorate anche nel corso d’una crociera. Abbinandovi magari tutta l’autenticità di un tour in India. È l’offerta di Costa Crociere, che propone un itinerario tra Bombay, Nuova Mangalore, Cochin e Mali. Un’esperienza indimenticabile, tra una cultura autentica – di quelle che ti restano dentro – e i paesaggi paradisiaci delle Maldive.

Fonte: SiViaggia.it


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