Per la prima volta una mostra riunisce le collezioni di sculture francesi dell’Ottocento assemblate da due grandi collezionisti del XX secolo, Calouste Gulbenkian e Carl Jacobsen.
Due grandi collezionisti del XX secolo con una passione in comune: la scultura francese. Stiamo parlando di Calouste Sarkis Gulbenkian (1869-1955) e di Carl Jacobsen (1842-1914) che, per la prima volta, riuniscono le rispettive collezioni in una mostra dedicata al tema della posa nelle opere scultoree della Francia ottocentesca.
Una trentina di lavori provenienti dalle collezioni del Calouste Gulbenkian Museum di Lisbona e del Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen sono così riunite in Pose and Variations – questo il titolo della mostra itinerante partita dal Portogallo, prima di recarsi in Danimarca – all’interno di cinque sezioni che rispecchiano altrettante pose delle figure: The unposed; Crouching; Nursing; Intertwined; Standing.
Le convergenze tra le due collezioni sono evidenti non solo negli artisti rappresentati – dal pittore e anche scultore Edgar Degas (celebre la sua ballerina conservata al Musée d’Orsay) ad Auguste Rodin – ma anche nel modo in cui questi artisti hanno adottato e adattato alcune pose, principalmente ispirate alla mitologia classica.
Fonte: Artribune-– Claudia Giraud
A New York c’è una mostra davvero imperdibile!
Al Whitney Museum of American Art avrete la possibilità di vedere ben 350 opere di uno degli artisti più geniali del secolo scorso, con una retrospettiva che mette in evidenza l’evoluzione artistica di Andy Warhol e che ne ripercorre la carriera attraverso le sue famose creazioni!
Warhol comprese il potere delle immagini nella vita contemporanea e, grazie alla sua incredibile capacità di sperimentazione con tecniche non tradizionali, diventò un’icona internazionale, le cui opere lo hanno reso uno dei più importanti e influenti artisti americani.
Una mostra molto ricca di contenuti che vi suggeriamo di vedere con l’ausilio di audioguide, perché contengono anche commenti di famosi artisti, galleristi e curatori.
New York – Whitney Museum of American Art
“Andy Warhol. From A to B and Back Again”
FINO AL 31 MARZO 2019
99 Gansevoort Street – NYC
In viaggio con un assistente personale digitale pronto a esaudire ogni desiderio. Si chiama Zoe e debutterà a bordo di Msc Bellissima, la nave targata Msc Crociere attualmente in costruzione presso i cantieri di Stx France a Saint-Nazaire – in predicato di passare sotto il controllo di Fincantieri – e il cui battesimo è previsto il prossimo 2 marzo a Southampton, nel Regno Unito. Msc Bellissima è la seconda unità di generazione Meraviglia e potrà ospitare fino a 5686 passeggeri che, per la stagione inaugurale, potranno usufruire di crociere di sette notti nel Mediterraneo Occidentale.
Arriva l’assistente personale digitale
A bordo di Msc Bellissima, gli ospiti troveranno però, come detto, anche l’assistente personale digitale: un servizio rivoluzionario che la compagnia italo-svizzera ha sviluppato in collaborazione con Harman International, società controllata da Samsung Electronics e leader nelle tecnologie legate ai mercati automotive, consumer e delle imprese. Zoe si affianca alle funzioni di Msc for me, il programma di innovazione digitale di Msc Crociere.
Tutti i servizi offerti da Zoe
Ma come funziona l’assistente virtuale? Lo strumento si attiva con un comando vocale che sfrutta l’intelligenza artificiale. È un’innovazione in grado di comunicare in 7 lingue e di rispondere alle richieste più frequenti dei crocieristi a bordo. Si tratta di una tecnologia molto semplice a disposizione dei passeggeri: dispone, per esempio, di mappe interattive per guidarti in giro per la nave e di servizi di prenotazione on line per i ristoranti. Ma può anche fornire programmi personalizzati, tenendo conto delle preferenze degli ospiti, come i film preferiti. I passeggeri potranno quindi delegare all’assistente digitale la prenotazione e l’organizzazione dell’intera vacanza.
L’offerta complessiva di Msc Bellissima
Zoe costituisce l’ultima novità di Msc for me, una piattaforma multicanale digitale che è stata messa a punto dalla compagnia italo-svizzera per facilitare la permanenza dei passeggeri a bordo delle navi Msc. Il servizio comprende l’applicazione Msc for me, una tv interattiva all’interno di ogni cabina oltre a dei monitor di informazione disposti su tutta la nave. Oltre a tecnologie all’avanguardia, Msc Bellissima offrirà poi ai passeggeri una ricca offerta food (lo chef stellato Michelin, Ramon Freixa, aprirà il suo secondo ristorante a bordo delle navi Msc), ma anche un programma molto assortito di intrattenimento che farà leva, tra l’altro, su nuovi spettacoli in esclusiva ideati dal Cirque du Soleil at Sea. Per i passeggeri, infine, sarà disponibile altresì una proposta completa per il divertimento di tutte le fasce d’età (dal simulatore di F1 al cinema XD), inclusi svariate attività per i più piccoli.
Fonte: amp.ilsole24ore.com
La mia avventura nel deserto parte da Erfoud!
Durante il mio tour in Marocco, arrivo a Erfoud, una deliziosa cittadina nel cuore del Paese e centro vitale della grande oasi di Tafilalet, una sorprendente macchia verde che contrasta con il paesaggio circostante. Mi trovo alle porte del Sahara, un deserto di rocce e dune di sabbia fine, che cambia colore ad ogni movimento dei raggi del sole, dal giallo oro al rosso intenso fino alle delicate tonalità rosa del tramonto.
Soggetto ai capricci del vento e ad altre circostanze naturali, il deserto è in continua evoluzione e le immagini davanti ai miei occhi si fissano nella memoria, consapevole di aver vissuto un attimo irripetibile!
Costruita dai francesi accanto al corso del fiume Oued Ziz, che le garantisce un costante approvvigionamento di acqua, Erfoud mi piace sin dal primo istante!
Gli edifici di sabbia rossa spiccano tra palmeti rigogliosi e bellissime Kasbah, tra una natura maestosa e una cultura secolare,
sotto un cielo, che di notte, sembra non avere confini.
La città è vivace, ricca di ristoranti e hotel. Visito l’imperdibile souk, dove, una volta entrata, perdo la cognizione del tempo, inebriata da aromi di spezie colorate, da oggetti di artigianato, cibo fresco e dal vero protagonista di questa terra: sua maestà il “dattero”!
Mi raccontano che nel mese di ottobre si svolge la “Festa dei Datteri”, quando svariate tribù si riuniscono per celebrare il dolce frutto, maturato durante l’estate, con numerose degustazioni di cibo accompagnate da canti, balli e musica tradizionali, al ritmo di tamburi e circondati dalle tipiche tende berbere, richiamando visitatori provenienti da tutto il Paese. Dall’entusiasmo del racconto, percepisco che si tratta di una celebrazione molto radicata nella cultura locale, che esprime un legame spirituale tra il popolo e i preziosi frutti di una terra piena di vita, ma circondata da uno spettacolare territorio roccioso apparentemente inospitale.
Poco distanti da Erfoud, le bellissime cave regalano uno stupendo marmo nero e la sabbia restituisce numerosi fossili marini risalenti a milioni di anni fa, da cui vengono creati oggetti decorativi, ambiti acquisti dei turisti, che non perdono l’occasione di visitare il Museo dei Fossili, a memoria del passato fertile di questa zona attualmente arida.
Salgo in cima ad una ripida collina fino alla fortezza di Borj-est, dalla cui sommità domino tutto il paesaggio: la valle che ospita Erfoud, l’oasi e il deserto e decido di esplorare le straordinarie zone circostanti.
Al sorgere del sole, in Jeep, raggiungo la vicina oasi di Merzouga, ultimo avamposto prima di inoltrarmi tra le spettacolari dune e raggiungere la maestosa Erg Chebbi, icona del deserto sahariano! La luce rossa dell’alba si diffonde velocemente conferendo mille riflessi alla sabbia.
Non avrei mai immaginato che il deserto potesse esprimere così tante sfumature di colore!
Vi chiederete: ma non hai mai mangiato durante questo tour?
La cucina marocchina mi ha conquistata! Immancabile è il cous cous, che ha un sapore completamente diverso da quello che conoscevo. Mi sono seduta attorno ad un tavolo rotondo davanti alla tipica pentola in terracotta in cui è stato preparato con carne, verdure e spezie e ho addirittura mangiato con le mani, come da usanza locale!
E quando ho partecipato al rito del tè, preparato con foglie di menta fresca, bevuto tre volte consecutive, ripetendo un rituale antico, volto ad offrire la massima ospitalità, ho colto appieno il fascino di un Marocco ancora autentico, insieme a sapori, profumi e ricordi che ho sempre nel cuore!
Descrivere a parole il paesaggio del Parco Nazionale dei Picos de Europa non è difficile, è quasi impossibile! Tutto sembra impressionante in questo luogo della Spagna settentrionale: le cime rocciose, le gole, le valli, i grandi laghi glaciali, i boschi frondosi… Camminare è il modo migliore di visitarlo e, credici, resterai a bocca aperta passo dopo passo.
Il territorio protetto dei Picos de Europa è suddiviso fra tre province settentrionali: Cantabria, Asturie e León. Si tratta del primo Parco Nazionale creato in Spagna e, sicuramente, di un luogo unico per la ricchezza naturale e il superbo paesaggio. Il trekking è la soluzione ideale per scoprirne tutte le bellezze, perché esiste una rete di itinerari ben segnalati che attraversa il parco toccandone i punti più significativi. Ammirando i laghi di Covadonga, il panorama del Naranjo de Bulnes o la fantastica gola del Cares, ti sentirai sicuramente soddisfatto dell’escursionePronti per la partenza
Ti consigliamo di scegliere un posto come “centro operativo” da cui programmare le escursioni. Potrà essere una qualsiasi delle località distribuite intorno al Parco Nazionale, che ti offriranno diverse alternative di alloggio. La zona è accessibile mediante servizi di autobus e taxi dai paesi vicini o direttamente in automobile. All’interno del parco è possibile parcheggiare presso i centri abitati e nelle aree vicine agli itinerari più visitati. La primavera e l’autunno sono periodi particolarmente consigliati per esplorare i Picos de Europa: per le gradevoli temperature, perché avrai a disposizione più ore di luce e per la bellezza stessa delle stagioni. Nello zaino non potranno mancare acqua, cibo, protezione solare, un impermeabile e un indumento più caldo. Naturalmente gli scarponi da montagna saranno imprescindibili.
In estate e nei periodi di grande afflusso di pubblico si allestiscono punti di informazione anche presso gli accessi principali. Inoltre a luglio, agosto e settembre il Parco Nazionale offre un programma di visite guidate gratuite, che rappresentano un’eccellente alternativa per conoscere le varie aree naturali dei Picos de Europa.
Sentieri per tutti: la rete di sentieri è composta da 30 sentieri di breve distanza (PR), due di grande distanza (GR) e quattro itinerari d’alta montagna di diversi gradi di difficoltà. I percorsi di livello medio e basso sono accessibili per difficoltà e lunghezza, mentre quelli più impegnativi richiedono una certa esperienza di montagna e un’ottima forma fisica. Nel parco ci sono poi vari rifugi di montagna che vi conviene prenotare in anticipo se programmate una lunga camminata o varie tappe.I sentieri più conosciuti sono generalmente semplici, sono segnalati molto bene e richiedono da tre a sei ore di tempo per completarli. Alcuni dei percorsi più belli sono l’Itinerario del Cares, i laghi di Covadonga, il belvedere di Ordiales, la Vega de Ario e la risalita sulla funivia di Fuente Dé. Tutte alternative che vi schiuderanno panorami di montagna impressionanti. E vale anche la pena, soprattutto per scoprire il paesaggio più boscoso del parco, arrivare agli Horcados Rojos e ai passi di Áliva, dell’Hayedo de las Ilces e di Brez-Canal de Arredondas.
Fonte: Ente Spagnolo del Turismo
Sulla punta del promontorio di Grignano si erge un magico castello di età imperiale, circondato da un bellissimo parco.
Coniuga i fasti dell’impero asburgico con le bellezze paesaggistiche italiane, il Castello di Miramare a Trieste. Un edificio che, nel periodo natalizio, si mostra ancor più suggestivo che negli altri giorni dell’anno.
La fortezza voluta dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo è stata infatti scelta come location per un coinvolgente Concerto di Natale lo scorso 21 dicembre: ad esibirsi nella Sala del Trono è stato un trio d’archi d’eccezione, composto dalle americane Tai Murray al violino e Jennifer Stumm alla Viola insieme all’italiano Giovanni Gnocchi al violoncello, con un programma “austro-ungarico, da Bach ai giorni nostri“. Un’occasione che ha permesso di ammirare il castello immergendosi in un’atmosfera unica, simile a quella dei tempi in cui era abitato da nobili e imperatori.
Il Castello di Miramare fu voluto a metà Ottocento da Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per abitarvi insieme alla consorte Carlotta del Belgio. Circondato da un rigoglioso parco, ricco di pregiate specie botaniche, gode di una posizione panoramica incantevole: si affaccia a picco sul mare, sulla punta del promontorio di Grignano, che si protende nel golfo di Trieste a circa una decina di chilometri dalla città.
Progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker, riflette la moda architettonica dell’epoca ottocentesca, in cui si fondevano modelli tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale. Gli interni, perfettamente conservati, recano invece la firma degli artigiani Franz e Julius Hofmann.
Il valore aggiunto è chiaramente dato dall’elemento paesaggistico: la presenza del mare non solo conferisce uno scenario da favola, ma ispira il colore azzurro delle tappezzerie e i nomi e arredi di diversi ambienti.
Per quanto riguarda il giardino che circonda la fortezza, invece, presenta sia una zona “a bosco”, con alberi alternati a spazi erbosi, gazebi e laghetti, che un’area in cui prevalgono spazi geometrici, come i giardini all’italiana o le aiuole intorno al porticciolo.
Il parco triestino si caratterizza anche per la presenza di alcuni edifici inclusi nel progetto di Junker: il castelletto, abitato da Massimiliano e Carlotta; le serre, destinate alla coltivazione di piante da collocare nel parco; le rovine della cappella dedicata a San Canciano ed infine una piccola casa, utilizzata oggi come un coffee-shop, la “Casa svizzera”, collocata sul bordo del lago dei cigni.
Questo complesso unico e suggestivo merita senza alcun dubbio una visita. Sappiate però che il Castello di Miramare resta chiuso per due giorni all’anno: il 25 dicembre e il 1° gennaio. Nei restanti giorni, invece, potrete rivivere i fasti dell’impero asburgico dalle 9.00 alle 19.00, concedendovi anche una passeggiata nello splendido parco. Armati di sciarpa e guanti, ovviamente!
Fonte: SiViaggia.it
Sull’isola di Tashirojima nella prefettura di Miyagi,
i gatti sono più numerosi delle persone alla gente piace così!
Non è un caso che i gatti che abitano a Tashirojima – conosciuta anche come “Cat Island” – in Giappone siano diventati i primi residenti dell’isola. In Giappone i gatti si ritiene portino fortuna e siano di buon auspicio soprattutto se li si nutre e ci si prende cura di loro. Così, i gatti vengono trattati come dei re, e sebbene la maggior parte di loro sia selvaggia perché tenerli come “animali domestici” è generalmente considerato inappropriato, sono ben nutriti e ben curati.
Nonostante questo, fortuna e buon auspicio non sono esattamente arrivate agli abitanti di “Cat Island”. Negli ultimi 50 anni, la popolazione umana dell’isola è diminuita da 1.000 a meno di 100. Sempre più persone hanno evitato l’isola siccome ormai è dominata dai felini e le persone che sono rimaste sono diventate sempre più protettive nei confronti dei gatti.
Attualmente, i cani non sono ammessi sull’isola per proteggere il benessere dei gatti, e anche, presumibilmente, la salvezza di ogni cane abbastanza sciocco da avventurarsi su un’isola piena di gatti selvatici. C’è anche un piccolo santuario per gatti (Neko-jinja 猫 神社 in giapponese) nel centro dell’isola per commemorare un gatto ucciso accidentalmente.
Dopo tutto, comunque, i gatti hanno portato fortuna! Grazie alla presenza di tanti gatti, il turismo è cresciuto in quanto l’isola è diventata un’attrazione per i viaggiatori curiosi!
Può essere difficile trovare cibo per gatti sull’isola, quindi se si sceglie di portare loro qualche prelibatezza, è meglio acquistarla prima di prendere il traghetto.
Fonte: AtlasObscura
La nuova tendenza delle compagnie aeree è quella di intrattenere i bambini durante i voli di lunga durata.
Bambini irrequieti in volo e genitori disperati. La normalità che molte compagnie sperano di rendere obsoleta con alcune innovazioni.
A tutti i viaggiatori incalliti sarà capitato di ritrovarsi a bordo con bambini a dir poco irrequieti, così come con genitori alquanto negligenti. Un fastidio per un volo di un paio d’ore, una tortura per un viaggio di 8-9 ore al di là dell’oceano. Per venire incontro alle esigenze di chi viaggia senza figli (o riesce a tenere sotto controllo i propri), attirando allo stesso tempo madri e padri desiderosi di metodi alternativi d’intrattenimento in cielo, molte compagnie aeree stanno volgendo lo sguardo ai più piccoli.
Soprattutto in caso di lunghi viaggi a bordo saranno disponibili giocattoli, sedili amplificati e kit da bagno a misura di bimbo. Il concetto di fondo è quello di rendere felici i bambini, riuscendo di conseguenza nella stessa impresa con i genitori, che non vogliono altro che qualche ora di puro relax. Un piccolo che grida non è un fastidio soltanto per chi deve ascoltarlo, pur non essendo suo parente. Una situazione del genere crea stress nei genitori, oltre che profondo imbarazzo. Sarà dunque lo staff a fare un passo verso di loro, aiutandoli a tenerli occupati. Ciò non vuol dire però gli o le assistenti di volo ricopriranno il ruolo di babysitter. Offriranno semplicemente dei mezzi da utilizzare al meglio.
Svariate le compagnie impegnate in tal senso, con Emirates che fornisce un kit ai più piccoli non appena salgono a bordo. Al suo interno vi è un lunch box o una borsa da viaggio da poter riutilizzare in seguito, un libro da colorare e un mini kit per potersi intrattenere con un progetto manuale come gli origami. I neonati ricevono invece un peluche, mentre i bambini più grandi, di circa 10 anni per voler indicare una fascia precisa, avranno uno zaino a forma di animale e un diario di viaggio. A ciò si aggiunge un menù formato bimbo, servito su vassoi variopinti (tra un pasto e l’altro sono previsti degli snack).
Qatar Airways propone invece pagine da colorare, un set di pastelli, libri puzzle e adesivi. Peluche e un libro invece per i più piccoli. Stando seduti al proprio sedile sarà inoltre possibile gustare un film per famiglie, con una lista di più di 24 titoli, che viene aggiornata ogni mese, con programmi tv per bimbi tra Nickelodeon, Disney Channel e non solo. Soltanto due esempi per una tendenza che sta prendendo rapidamente piede, per viaggi più sereni per chiunque.
Fonte: SiViaggia.it
I colori e i luoghi della laguna sono semplicemente indescrivibili. Nessuna foto rende giustizia. Dalle acque turchesi cristalline ai bianchi banchi di sabbia e alle piccole isole disabitate, sentirai che non esiste un mondo al di fuori della protezione della barriera corallina.
La laguna di Aitutaki è conosciuta come una delle più magnifiche del Pacifico e una delle più grandi al mondo. Un vero paradiso per nuotatori, snorkelers, subacquei e pescatori. Scopri la laguna durante una crociera in laguna, con un istruttore locale su un catamarano Hobie, o pagaiando in kayak e visita tutte le isole disabitate a tuo piacimento.
Il reef esterno abbonda di vita marina e verso la fine dell’anno, da ottobre a dicembre, le grandi balene arrivano per giocare. L’enorme laguna protetta offre le condizioni ideali per il kite-surf, catamarano, vela e canoe. Sede di competizioni veliche internazionali e comunità di Kit-Surfing in continua crescita, la laguna di Aitutaki compete ogni anno per il titolo mondiale. Il punto culminante dello sport nautico annuale è naturalmente la gara “MOTU 2 MOTU” di dicembre che riunisce canoisti remoti in canoa da tutto il Pacifico. Immergiti in un infinito tripudio di colori e lasciati stupire. Guarda la striscia di sabbia di fronte a One Foot Island e scoprirai subito che questo è uno scenario magico.
Un mondo di felicità
riflesso nell’acqua!
Fonte: Etu Moana
Una vasta raccolta di testi, un laboratorio di conservazione e molto altro, è quello che offre la biblioteca di Doha, progettata dallo studio olandese OMA.
Con i suoi 45.000 mq, la Qatar National Library di Doha vuole “diffondere la conoscenza, coltivare l’immaginazione, la creatività e preservare l’eredità della nazione per il futuro”, offrendo al pubblico un vasto ambiente, un’ampia scelta di testi e avvalendosi dell’innovazione tecnologica. “La Heritage Library, un simbolo iconico della Qatar National Library, è una raccolta di alcuni dei libri e manoscritti più rari e preziosi sulla storia della regione, una risorsa per i ricercatori che consente di comprendere meglio le radici della civiltà araba e islamica”, spiega ad Artribune Sohair Wastawy, Executive Director della biblioteca. “La Heritage Library comprende oltre 26.000 libri stampati, 4.000 manoscritti, 70.000 fotografie e 1.400 mappe, numerosi atlanti, globi, strumenti del viaggiatore, oggetti storici legati al cinema arabo e un vasto materiale archivistico.
È presente inoltre un laboratorio di conservazione all’avanguardia e un centro di digitalizzazione, che utilizza le ultime tecnologie per tutelare e proteggere la sua preziosa collezione”. La Qatar Digital Library è una parte fondamentale della biblioteca che rende gratuitamente disponibili online una vasta gamma di documenti storici, consentendo così il progredire della ricerca degli studiosi di tutto il mondo.
La biblioteca è stata concepita come un unico grande ambiente con i lati corti sollevati. Questa scelta progettuale dona movimento all’ambiente e permette di collocare le librerie, intervallate da spazi per la lettura, su dei “gradoni”, consentendo così all’occhio umano di poter esplorare con un solo sguardo tutta la superficie.
Gli scaffali, realizzati in marmo bianco come i pavimenti, incorporano l’illuminazione artificiale, il sistema di ventilazione e di restituzione dei libri. Oltre ai lembi alzati questo grande ambiente ospita una stecca sopraelevata e uno spazio scavato collocato a 6 m di profondità, rivestito di travertino beige, che ospita la heritage collection. “Abbiamo progettato lo spazio in modo da poter avere il panorama di tutti i libri”, afferma Rem Koolhaas dello studio OMA. Avendo posizionato l’accesso al centro della sala “emergete immediatamente circondati da ogni libro – tutti visibilmente presenti e accessibili senza particolari sforzi. L’interno è così grande che è su scala quasi urbana: potrebbe contenere un’intera popolazione con un’altrettanta collezione di libri”. Gli altri edifici progettati da OMA nel nuovo campus includono Qatar Foundation Headquarters e una nuova filiale per il Research Institute.
Fonte: Artribune – Ilaria Bulgarelli