Quando l’estate volge al termine, lasciati conquistare dal fascino dell’autunno. Foglie che si colorano di infinite tonalità di giallo e rosso, odore di terra bagnata e campi avvolti in un velo di foschia. Esci in compagnia, vai a cena fuori, fai lunghe passeggiate o visita un museo. L’autunno è la stagione ideale per partire per il weekend, vivere una breve vacanza o fare una gita fuori porta.
Soggiorna in un castello romantico
In tutta l’Olanda sorgono castelli medievali e residenze di campagna risalenti al Seicento e al Settecento dove puoi pernottare e godere di lusso, quiete e spazio. Hai mai desiderato dormire in un castello? Con i loro arredi eleganti e i loro giardini stupendi, avrai la sensazione di essere il protagonista di una fiaba medievale. Potrai assaporare l’atmosfera della vita di corte, ma con tutti i comfort del 21° secolo.
Castelli lungo la costa
Se visiti le località che sorgono lungo la costa olandese, puoi pernottare in castelli magnifici. Nell’Olanda Meridionale puoi dormire, ad esempio, nel Castello Oud-Poelgeest, non lontano da Leida. Nell’Olanda Settentrionale puoi soggiornare presso la tenuta Duin en Kruidberg a Santpoort-Noord o il Castello Assumburg a Heemskerk.
Castelli nel Limburg
La gaudente provincia del Limburg è il luogo ideale per pernottare in un castello. Soggiorna ad esempio allo Château St. Gerlach, definito anche la residenza di campagna di Maastricht, dove potrai anche cenare presso il raffinato ristorante che vanta una stella Michelin. Un’altra sistemazione esclusiva è offerta dal piccolo Castello Hattem, vicino al centro di Roermond. Il Castello Geulzicht e il Castello TerWorm sono immersi in un ambiente meraviglioso che offre la possibilità di fare splendide passeggiate.
Castelli nel Gelderland
Immagina di trascorrere una piacevole giornata nella meravigliosa natura del Veluwe e di riposarti in seguito in un castello principesco. Il popolare parco naturale della provincia del Gelderland offre svariate possibilità. Scopri ad esempio il Castello de Essenburgh, nei cui dintorni si trova il centro estetico con la sauna De Zwaluwhoeve. Qui puoi rilassarti completamente e concludere la giornata in modo perfetto pernottando nel lussuoso castello.
Anche il Castello Engelenburg, membro dell’associazione Relais & Châteaux, sorge nei pressi del Veluwe. Con un campo da golf a disposizione degli ospiti, questo è il luogo ideale per trascorrere una vacanza attiva.
A Ophemert, vicino a Tiel, sorge il Castello Ophemert risalente al 13° secolo, ora convertito in un Bed and Breakfast con camere elegantemente arredate. Con il bel tempo, potrai fare un tuffo in piscina.
Fonte: holland.com/it
I reached Aswan at the end of my Nile cruise… Thousand-year-old temples and necropolises paraded before my eyes, always incredulous, testifying to the mental refinement of the Ancient Egyptian rulers, who dedicated their existence to reign in harmony with their people, eager to live up to an extraordinary afterlife, always ready to welcome them.
I would never have imagined experiencing such an intense emotion, even if completely different from the previous ones that Egypt offered me since I started the journey.
The surprise came when visiting the prestigious Sofitel Legend Old Cataract Aswan hotel, which literally left me speechless! After crossing the manicured gardens, enriched by splendid water features, I found myself sipping a cold ruby red karkadè, served in a simple flute. My gaze was captured by a decor that goes beyond luxury… an Arab-French style full of Moorish arches, purple chandeliers, hand-carved furniture, crystals, flowers and objects that embodied the story of many guests who shared few moments of their lives here.
I was taken to suite number 1201, a very special one! My heart leapt when I read the name imprinted in gold lettering on the dark wood of the door: Agatha Christie!
Suddenly I took a step back in time and found myself in the 1930s, when the famous English writer chose to live in the Old Cataract hotel while writing one of her best-known novels Death on the Nile, from which the famous movie was made.
The parquet creaked under my feet as I approached the desk located in a connecting room between the sumptuous living room, enriched by two huge golden chandeliers and fabrics in different shades of blue, and the master bedroom, furnished with a four-poster bed, honey-colored sofas and Persian carpets.
I sat down at “her desk” and, for a moment, I imagined the emotions that the writer felt every time she added a sentence to her novel, cheered by the sight of the sun as it gave the last rays of the day to the pink granite rocks of Aswan.
Almost hypnotized, I stopped time! There are places where you meet magic, where emotions nourish happiness, moments that I will remember forever. Turning my eyes towards the Nile, I could see the same panorama that Agatha Christie contemplated hundreds of times as she found the inspiration to write the plot of the famous thriller.
I was not surprised that other famous people stayed at this hotel, including King Farouk, the Shah of Persia, Lady Diana and Margaret Thatcher. Suite 1101, named after Sir Winston Churchill, who came to Aswan with recurrence! From the large terrace of his apartment, you can enjoy the breathtaking view of the Elephantine Island, full of centuries-old vestiges, while the feluccas, with their enormous white sails, slowly move between the islets dotted with lush palm trees and granite rocks reflecting in the river. The Nile laps the desert, which takes its vitality from the strength of its waters.
Agatha Christie said: “An experience that you really enjoyed should never be repeated!”
I do not entirely agree! That experience can be a starting point! Every time I come to Egypt, I see different facets that always represent a new beginning and the depth of the emotions I perceive derives from the union between the genius of the Ancient Egyptian people, who were able to make their history immortal, and the generosity of the Egyptian people who make great this Country.
Foto: Alessandra Fiorillo
La piramide di Sesostri II potrebbe non essere la più bella d’Egitto, ma è sicuramente molto singolare
L’Egitto si identifica con le sue famose piramidi di Giza, ma non sono le uniche piramidi del Paese. Ci sono anche esempi meno fotogenici di tombe triangolari che non hanno resistito così bene ai secoli, come La piramide di Sesostri II, che si trova a Al Lahoun, in prossimità di Faiyum.
Sesostri II governò l’Egitto alla fine del 1800 a.C.. Quando morì, fu posto in una tomba piramidale come molti altri governanti egizi. Tuttavia, la tomba di Sesostri II, come quella di suo padre, era un po’ insolita dal punto di vista architettonico. A differenza delle piramidi di Giza, che erano realizzate con blocchi di calcare, la tomba di Sesostri II era fatta di mattoni di fango sostenuti da una base di calcare. Per completare l’effetto e proteggere gli interni in mattoni di fango, l’intera struttura fu rivestita da uno strato esterno di pietra calcarea.
Se la piramide fosse rimasta intatta, probabilmente sarebbe sopravvissuta in condizioni migliori nell’età moderna, ma sfortunatamente gli involucri esterni furono in seguito riutilizzati da Ramses II per i suoi scopi monumentali, lasciando i mattoni di fango esposti e destinati a rovinarsi nel corso dei secoli. Ma non tutto è andato perduto e miracolosamente i resti della più debole piramide di mattoni rimasta sono giunti fino a noi.
Grazie in parte al suo interno in pietra calcarea, le rimanenti camere funerarie hanno resistito e furono esplorate già nell’Ottocento (anche se da tempo erano state saccheggiate da tombaroli). Oggi la piramide può ancora essere visitata, anche se non è così bella e popolare come le altre, ma sempre interessante dal punto di vista archeologico.
Fonte: atlasobscura.com
Gli amanti dell’avventura possono aggiungere le nuove montagne russe, situate nello Stato di New York, all’elenco delle esperienze all’aria aperta nella loro lista dei desideri. Il Cliffside Mountain Coaster è stato recentemente aperto sul monte Va Hoevenberg a Lake Placid, riutilizzando una ex pista di bob risalente ai Giochi Olimpici del 1932 e del 1980.
Gli intrepidi riders scivolano attraverso curve e tornanti che replicano la storica pista, ammirando il magnifico fogliame autunnale durante il percorso. Potranno ascoltare un commento che permetterà loro di provare la stessa emozione come se si fosse a bordo di un bob durante i Giochi Olimpici Invernali del 1980. Il coaster sarà aperto al pubblico solo nei fine settimana, con orari prolungati nel weekend del Columbus Day.
I visitatori potranno guidare il proprio mezzo e controllarne la velocità sul tracciato lungo più di due chilometri (1,4 miglia), la cui lunghezza lo rende il più lungo coaster degli Stati Uniti. Saranno tenuti a indossare mascherine e pre-acquistare i biglietti online per gestire meglio il controllo dell’affluenza presso la sede. Le strutture seguiranno tutti i protocolli dello Stato di New York e i mezzi delle montagne russe verranno ripuliti e disinfettati dopo ogni utilizzo.
“Il Cliffside Coaster è una delle nostre ultime e più entusiasmanti novità aggiunte alle sedi dell’Autorità per lo Sviluppo Regionale Olimpico e fa parte del nostro costante impegno per modernizzare l’intero complesso del Monte Van Hoevenberg”, afferma il Governatore Andrew M. Cuomo. “Questa rivitalizzazione sta trasformando il complesso in un sito che per tutto l’anno garantirà entusiasmo e intrattenimento sia per gli atleti che per le famiglie e che attirerà più visitatori durante il periodo estivo, fornendo una spinta fondamentale alle imprese locali mentre continueremo a lavorare per un costante miglioramento”.
Fonte: lonelyplanet.com
La One Happy Island fa parte delle Antille Olandesi ed è situata fuori dalla rotta degli uragani, fattore che vi permetterà di visitarla in qualsiasi periodo dell’anno: Aruba è l’Isola con più giorni di sole di tutti i Caraibi.
Solo 31 km di lunghezza e 10 di larghezza, questo stupendo pezzetto di soffice sabbia bianca è un paradiso plasmato dal mare, un’isola che vi abbraccia con giorni assolati e gente ancora più solare!
A sud e ovest, Aruba è animata da resort, shopping e vita notturna. A nord, le onde e il vento scolpiscono coste frastagliate. Nel cuore dell’isola, il parco nazionale Arikok protegge un paesaggio punteggiato da sabbia desertica e meraviglie naturali.
Dal paradiso degli sport acquatici, costellato di resort lussuosi, alle baie appartate circondate da scogliere calcaree, la stupefacente varietà delle spiagge dell’isola di Aruba offre qualcosa di speciale per tutti.
Potrete infilare i piedi nella soffice sabbia d’alabastro al sole di Eagle Beach, terza migliore spiaggia al mondo secondo TripAdvisor, fare snorkeling tra incantevoli falesie, nelle acque poco fonde di Mangel Halto, oppure fuggire dalla confusione e godervi la quieta solitudine di Baby Beach. Queste sono solo alcune delle tantissime attività che si possono fare sulle spiagge dell’isola di Aruba.
Attrazioni naturali in un paesaggio Caraibico molto vario.
Esplorate le calme distese sabbiose della costa occidentale e le eccelse bocas al nord. Salite i gradini spazzati dal vento fino alla cima di Hooiberg hill, iconica vetta arubana forgiata da antichi vulcani.
Nel Parco Nazionale Arikok, le bellissime spiagge caraibiche fanno spazio a rudi deserti, imponenti cactus verdi e scogliere calcaree levigate da onde e alisei. Troverete le grotte Fontein e la ‘Natural Pool’ (piscina naturale), alcune delle più incontaminate meraviglie arubane.
Dune di sabbia
Sfuggite dalla folla, rifugiatevi in un’oasi di tranquillità lungo l’aspra costa nord.
Le bianche dune di sabbia valorizzano il paesaggio dalle trame sottili e dai delicati toni del verde e marrone dell’ambiente desertico di Aruba con la vista delle tipiche piante di cactus e aloe.
Le imponenti dune di sabbia spesso incuriosiscono turisti che visitano la costa nord-orientale. Aiutateci a tutelare queste dune. Non è consentito guidare sulle dune di sabbia, ma è possibile esplorarle a piedi.
Le “Dune California” di Hudishibana, prendono il nome dal relitto della famosa nave ‘California’ e sono situate sulla punta nord-occidentale dell’isola offrendo alcuni degli scenari più spettacolari, con estese dune di sabbia nell’area del vecchio faro in pietra e uno spettacolare litorale scavato nella roccia.
Il Parco Nazionale Arikok ospita le immacolate dune di sabbia di Boca Prins.
La frastagliata costa settentrionale di Aruba
Esplorate l’aspra costa nord di Aruba e scoprite i numerosi ponti naturali.
Il frangersi delle onde e dei venti costanti durante migliaia di anni hanno pian piano intagliato le scogliere calcaree della costa nord creando numerosi ponti naturali.
Fino al 2005 il più grande e più fotografato di questi ponti era il famoso Ponte Naturale tra le rovine delle miniere di Bushiribana e Andicuri Beach, poi crollato. I resti del ponte sono però rimasti un’attrazione turistica insieme all’adiacente Baby Bridge che merita sicuramente una visita.
Nell’area del Ponte Naturale potrete trovare un negozio di souvenir e uno snack bar all’interno di una riproduzione di una casa cunucu.
Altri ponti naturali si trovano nella parte sud dell’isola nell’area di Seroe Colorado (verso Baby Beach), sulla costa nord e vicino a Black Stone Beach dove potrete ammirare un particolare ponte a tripode.
Grotte
Stalattiti, stalagmiti, incisioni rupestri e pipistrelli occupano le grotte di Aruba.
Le caverne, situate lungo le rientranze rocciose della costa ovest dell’isola, rappresentano una grande attrattiva per i turisti.
Le grotte si trovano nel Parco Nazionale Arikok, quindi sono accessibili al pubblico durante gli orari di apertura del Parco (8:00 – 16:00).
Chiedete ai ranger del parco all’ingresso delle grotte di guidarvi nella visita: vi sapranno dare informazioni interessanti sulle incisioni rupestri e i capolavori della natura come le stalagmiti e le stalattiti.
La grotta Guadirikiri è famosa per essere illuminata naturalmente dalla luce del sole che riesce a penetrare dai fori nel soffitto. La grotta si estende per circa 30 metri. Nelle parti più buie della grotta risiedono centinaia di innocui pipistrelli.
La grotta Fontein è la più famosa e l’unica in cui è possibile trovare disegni degli indiani Arawak, testimonianza visibile della storia dell’isola.
Fonte: aruba.com/it
La piramide di Sesostri II potrebbe non essere la più bella d’Egitto, ma è sicuramente molto singolare
L’Egitto si identifica con le sue famose piramidi di Giza, ma non sono le uniche piramidi del Paese. Ci sono anche esempi meno fotogenici di tombe triangolari che non hanno resistito così bene ai secoli, come La piramide di Sesostri II, che si trova a Al Lahoun, in prossimità di Faiyum.
Sesostri II governò l’Egitto alla fine del 1800 a.C.. Quando morì, fu posto in una tomba piramidale come molti altri governanti egizi. Tuttavia, la tomba di Sesostri II, come quella di suo padre, era un po’ insolita dal punto di vista architettonico. A differenza delle piramidi di Giza, che erano realizzate con blocchi di calcare, la tomba di Sesostri II era fatta di mattoni di fango sostenuti da una base di calcare. Per completare l’effetto e proteggere gli interni in mattoni di fango, l’intera struttura fu rivestita da uno strato esterno di pietra calcarea.
Se la piramide fosse rimasta intatta, probabilmente sarebbe sopravvissuta in condizioni migliori nell’età moderna, ma sfortunatamente gli involucri esterni furono in seguito riutilizzati da Ramses II per i suoi scopi monumentali, lasciando i mattoni di fango esposti e destinati a rovinarsi nel corso dei secoli. Ma non tutto è andato perduto e miracolosamente i resti della più debole piramide di mattoni rimasta sono giunti fino a noi.
Grazie in parte al suo interno in pietra calcarea, le rimanenti camere funerarie hanno resistito e furono esplorate già nell’Ottocento (anche se da tempo erano state saccheggiate da tombaroli). Oggi la piramide può ancora essere visitata, anche se non è così bella e popolare come le altre, ma sempre interessante dal punto di vista archeologico.
Fonte: atlasobscura.com
Scopriamo Bruxelles in due giorni
Bruxelles, vivace e internazionale, è ricca di canali, parchi, una rete di piste ciclabili, mercatini, negozi di tendenza e musei d’arte ricchi di opere di artisti belgi; per non parlare della birra e del cioccolato, tra i migliori al mondo. Ecco come visitarla con 2 giorni di tempo.
Primo giorno
La splendida Grand Place di Bruxelles è il punto di partenza ideale per la visita della capitale. Vivacizzata dai tipici café, la piazza assume volti diversi a seconda di quando la si vede. Visitatela più di una volta, anche la sera, quando le luci la avvolgono in un’aura di calore e magia. Il punto focale è il municipio del XV secolo, con le sue splendide guglie, ma tutti i favolosi palazzi delle corporazioni (risalenti per lo più al periodo 1697- 1705) hanno fascino da vendere.
Dopo un giro al Museo della Città di Bruxelles, dove vi aspettano antiche cartine, reperti architettonici e dipinti che forniscono una panoramica storica della città. Da non perdere l’opera di Pieter Bruegel il Vecchio Cortège de noces (Corteo nuziale), del 1567.
Passeggiate sotto il tetto in vetro delle Galeries Saint-Hubert: inaugurate nel 1847 da re Leopoldo, furono il primo centro commerciale d’Europa. Dietro le arcate neoclassiche in vetro, fiancheggiate da pilastri di marmo, si celano negozi affascinanti e café di ogni genere con i tavolini anche all’esterno. Il complesso si trova a pochi passi da Rue du Marché aux Herbes.
Raggiungete quindi la Cathédrale des Saints Michel et Gudule. Sede di cerimonie di incoronazione e di matrimoni reali, la grandiosa cattedrale a due torri di Bruxelles ricorda vagamente la parigina Notre-Dame. La sua costruzione fu avviata nel 1226 e richiese 300 anni. Dopo tanta bellezza pranzate nel caffè sul tetto del MIM, a Mont des Arts, e dedicate almeno due ore alla visita del museo. Mettete gli auricolari che vi verranno consegnati all’ingresso e posizionatevi sui pannelli a pavimento di fronte ai preziosi strumenti della mostra (tra cui strumenti provenienti da tutto il mondo e i prototipi di Adolphe Sax) per ascoltarne il suono. Di grande interesse è anche l’Old England, il magnifico edificio art nouveau che ospita il museo.
Fate due passi nel vasto Parc de Bruxelles, un antico parco tradizionale su cui si affacciano il Palais Royal e il Palais de la Nation. Realizzato per volontà dei duchi di Brabante, è disseminato di statue e alberi imprigionati da angusti graticci. Nei mesi estivi è frequentato da impiegati in pausa pranzo, amanti del jogging e famiglie con bambini.
Scendete verso Le Cercle des Voyageurs, un delizioso bistrò con mappamondi, un’antica mappa sul soffitto e una biblioteca sul tema dei viaggi. Nell’attesa del vostro ordine sfogliate una vecchia copia del National Geographic seduti in una poltrona di pelle in stile coloniale. Oppure salite con l’ascensore di vetro fuori dal Palais de Justice, ancora più vasto di San Pietro a Roma. La sua struttura imponente e labirintica è anche difficile da gestire sul piano della sicurezza; è infatti accaduto più volte che i criminali in custodia siano riusciti a fuggire. Dalla terrazza sul retro dell’edificio si aprono ampie vedute sui tetti di Bruxelles, cui fanno da sfondo l’Atomium e la Basilica di Koekelberg. L’ascensore vi porterà fino al quartiere di Marolles, dove potrete cenare in uno dei suoi ristoranti ricchi di fascino come Het Warmwater.
Secondo giorno
Curiosate nelle boutique di Rue Antoine Dansaert e visitate il Musée Mode & Dentelle, il museo del costume e del merletto. Il merletto è una delle forme artigianali più raffinate delle Fiandre sin dal XVI secolo. Mentre il kloskant (merletto a tombolo) nacque a Brugge, il naaldkant (merletto ad ago) si sviluppò in Italia, ma ebbe il suo principale centro di produzione a Bruxelles. Questo splendido museo illustra l’uso del merletto nell’abbigliamento nei secoli ed espone lussuose stoffe nel corso di mostre a rotazione molto ben allestite.
Raggiungete con la metro il Musée Art & Histoire, che ospita una collezione che spazia dai sarcofagi dell’antico Egitto alle maschere mesoamericane, dalle icone alle biciclette con telaio in legno. Decidete in anticipo cosa vedere: visitare l’intera esposizione è un’impresa titanica. Particolarmente suggestive sono le sculture medievali in pietra del chiostro neogotico e le alte colonne corinzie (copie in fibra di vetro) che fanno da sfondo a un mosaico originale del V secolo d.C. rinvenuto in Siria.
Dopodiché visitate la Casa della Storia Europea, il Musée des Sciences Naturelles o il Parlamentarium, il centro visitatori del Parlamento Europeo che offre una coinvolgente esperienza multimediale. Troverete una mappa interattiva a pavimento per un viaggio virtuale nei paesi membri dell’UE, le biografie degli eurodeputati, una sala sul modello dell’aula in cui vengono discusse le leggi e una caccia al tesoro di un’ora per far conoscere l’UE ai bambini.
Fate due passi nel Parc du Cinquantenaire, realizzato durante il regno di Leopoldo II, e famoso soprattutto per i suoi musei – dedicati all’arte, alla storia, alla storia militare e ai veicoli a motore – che tutti insieme raccolgono ben 350.000 manufatti.
E quando viene la sera cominciate da Le Cirio, assistete a uno spettacolo di marionette al Théâtre Royal de Toone, o ascoltate musica dal vivo cenando al Music Village, al BOZAR o da L’Archiduc. Infine tornate in Grand Place per ammirarla illuminata.
Fonte: lonelyplanetitalia.it
Per la prima volta dopo 30 anni Japex (Jamaica Product Exchange) sarà virtuale e si aprirà on line per rivelarvi le eccellenze del prodotto turistico Giamaica. Il 9 ed il 10 novembre JHTA (Jamaica Hotel and Tourist Association) e JTB (Jamaica Tourist Board) coinvolgeranno gli operatori turistici per offrire occasioni di incontro e contrattazione a tour operator e grossisti di tutto il mondo.
Denominata JAPEX Live 2020 la piattaforma virtuale interattiva di quest’anno porterà JAPEX a un pubblico più vasto che mai. I partecipanti avranno la possibilità di esplorare da casa propria le diverse aree turistiche dell’Isola, potranno entrare in un’esclusiva lounge di networking e partecipare alle live chat accedendo così ad un mare di informazioni e novità.
Ci saranno premi ed omaggi a sorpresa per i partecipanti che potranno così ricordare con simpatia la loro partecipazione al JAPEX2020.
“JAPEX è sempre stato un evento importante nel calendario turistico della Giamaica e non vediamo l’ora di replicare un nuovo successo“, ha affermato Donovan White, Direttore del turismo della Giamaica. “Quest’anno non siamo in grado di incontrarci di persona ed abbiamo messo a punto un’entusiasmante opportunità per collegarci virtualmente, fornendo ai nostri Ospiti l’accesso.
Si potranno così scoprire nuove offerte, informarsi sui protocolli sanitari da noi implementati al fine di mantenere i residenti e i visitatori al sicuro. Contiamo di consolidare la collaborazione con nuovi accordi e giovare così alla nostra industria turistica”.
Così come una fiera tradizionale, JAPEX2020 si aprirà con il discorso di apertura del Ministro del Turismo, l’on. Edmund Bartlett.
I partecipanti potranno esplorare virtualmente i padiglioni utilizzando una mappa interattiva di Google che li porterà nelle aree turistiche di Negril, South Coast, Montego Bay, Ocho Rios, Kingston e Port Antonio.
I video verranno riprodotti automaticamente così da coinvolgere i partecipanti e gli stand degli espositori saranno interattivi offrendo contenuti condivisibili e funzionalità di chat
Ci saranno sessioni interattive e di formazione, riunioni video individuali pre-programmabili con i partner. L’innovativo software di pianificazione include Instant Scheduler grazie al quale gli utenti potranno prenotare le riunioni sul calendario degli espositori, nonché l’Auto Scheduler che mostra gli orari disponibili nei calendari di entrambe le parti.
Attenzione! A novembre il fuso orario è di -6 ore rispetto all’Italia e pertanto tutto ciò sarà accessibile dalle ore 15 alla 1 am ora Italiana.
Le sale riunioni saranno in linea con ZOOM con tutte le funzionalità inclusi video, condivisione dello schermo e messaggistica live.
Per sapere di più su JAPEX Live2020 vai su www.japex.org.
Altre informazioni su www.visitjamaica.com
Fonte: JTB – Jamaica Tourist Board – Paolo Buonfino
Per l’argentino riunirsi attorno a un tavolo, più che nutrirsi è mettere insieme il cibo che ci identifica, è parteggiare i sentimenti, è incontro e unione, è intrattenere, onorare e condividere. Scoprire l’Argentina attraverso il suo cibo è intraprendere un viaggio di cento profumi, migliaia di sensazioni. che non solo invaderanno il vostro palato ma conquisteranno anche il vostro cuore viaggiatore. Condividiamo con voi la nostra dieta dove l’obiettivo non è quello di perdere peso, ma di riempirsi di emozioni.
Dall’Europa con amore
La “milanga”, nomignolo affettuoso, per la “milanesa”, è senza dubbio uno dei piatti preferiti dai nati in terra argentina. La semplicità della sua preparazione (un filetto di solito di manzo, speziato e pastellato che viene cotto fritto o al forno) non cessa di essere una sfida per chi osa prepararlo. Prima si affermava che è stata nata a Vienna, poi a Milano e quando il dibattito sembrava finito, i tedeschi si sono presentati. Anche se non siamo sicuri della sua origine, possiamo confermare che quando Jose Nápoli, proprietario di un “bodegón”, ha utilizzato prosciutto, formaggio e salsa di pomodoro per nascondere il fatto che erano stati troppo cotti, è nata la versione “milanesa alla napoletana”. Una versione con indubbio DNA argentino.
Signore e signori, ecco a voi: Il Choripàn
Per alcuni, è il “vero boccone argentino” che, come spiega il nome, è fatto con un pane e un “chorizo” (salsiccia) arrosto al centro. Per gli argentini, è il cibo urbano per eccellenza, capace di attraversare il paese, la sua cultura e le sue classi sociali. Il “chori”, come viene affettuosamente chiamato dagli argentini, ci rappresenta e ci definisce gastronomicamente in un paese dove mangiare non è una necessità, ma una religione.
E la vincitrice è…
Pochi concorsi nel paese richiedono estrema sensibilità come il CAMPIONATO DELLA EMPANADA. Ma cos’è una empanada? È quella squisitezza che viene servita avvolta in una pasta, con ripieno di carne e che gli intenditori dicono debba essere mangiata con le gambe aperte a causa della succosità del suo ripieno. Tranquilli, vi sono versioni per tutti i tipi di pubblico: vegetariani e vegani tra gli altri. Un prodotto che riceve da ogni provincia il suo personale tocco locale e differente e se vi sentite coraggiosi, non lasciatevi scappare la versione piccante e soprattutto non chiedete mai in quale luogo si mangi la miglior empanada.
Una maratona in suo onore
Ogni anno, nel mese di settembre, si svolge a Buenos Aires “la MUZZA 5K”, una maratona dedicata alla pizza. Ma questa maratona, non è per tutti. Per partecipare è richiesto: calzature adatte per percorrere i 5 km lungo l’Avenida Corrientes; sforzo fisico per raggiungere l’obiettivo; sostare in 7 o 8 pizzerie, assaggiare le loro specialità e scegliere quale è la migliore pizza. Indispensabile, indossare abiti comodi, credeteci che dopo la quarta porzione di pizza, ci ringrazierete.
Un applauso per l’asador!
L’asado, grigliata tipica que gli argentini godono dall’inizio alla fine. Un asado inizia con la preparazione, l’asador (il grigliatore) prepara gli ingredienti e gli utensili, poi mette la carne sulla griglia, e nel frattenmpo si degusta un aperitivio con un meritato riposo durante il quale la chiacchera del calccio fa parte del menu . Quando la carne sarà cotta a puntino, tutti a tavola e dopo qualche boccone, saremo pronti per chiedere gli applausi per il grigliatore!
Cosa c’è più argentino del dulce de leche?
Sebbene sia uno dei dolci o ingredienti più emblematici della pasticceria argentina, non vi è certezza che sia argentino. Ma, se si tratta di prendere qualcosa e dargli la propria impronta, allora senza dubbio il dulce de leche ed i suoi usi sono unici nel nostro paese: sia come ripieno di alfajores, torte, pancakes o come fedele compagno di un flan, il dulce de leche (cajeta, manjar o arequipe come é noto nel resto dell’America), è argentino tanto quanto il mate.
Fonte: Eurotur – DMC Argentina
Rabat, la moderna capitale del Marocco, era un tempo un rifugio di pirati, che arrivarono al punto di fondare una propria repubblica
Una kasbah nella capitale del Marocco potrebbe non sembrare il più oscuro dei luoghi. Ma quello che molti non sanno è che molti anni fa Rabat era anche la capitale di una repubblica pirata, di breve durata.
Situata sulla costa atlantica alla foce del fiume Bou Regreg, la città di Rabat fu fondata nel 1146 come base militare dell’Impero Almohade. Il terzo califfo Almohade, Yaqub al-Mansur, costruì la kasbah, così come la Torre Hassan e le mura della città. Dopo la sua morte, l’impero iniziò a crollare e Rabat fu del tutto abbandonata.
Nel XVII secolo, la Spagna espulse un gran numero di Moriscos, o discendenti di musulmani costretti a convertirsi al cristianesimo. Alcuni di loro si recarono a Rabat e si stabilirono in città, e alcuni di quel gruppo si dedicarono alla pirateria e al commercio di schiavi, principalmente predando navi spagnole e offrendo un decimo del loro bottino al re del Marocco.
Alla fine, i corsari moreschi decisero di ribellarsi alla corona. Nel 1624, insieme ai Salé Rovers dal lato opposto del Bou Regreg, guidati dal pirata olandese Jan Janszoon, dichiararono Rabat uno Stato autonomo noto come Repubblica di Salé o Repubblica Corsara.
La repubblica durò 44 anni, fino a quando il sultano Al-Rashid della dinastia Alouita (che ancora oggi governa il Marocco) conquistò Rabat e Salé e le tenne sotto il suo controllo, unendo il regno. Ma questo non significa che si sia sbarazzato dei pirati; continuarono a utilizzare il porto di Rabat e rimasero attivi fino all’inizio del XIX secolo, ben dopo la fine dell’Età d’Oro della Pirateria.
La Kasbah degli Oudaïa era un importante centro della Repubblica di Salé. Nel corso degli anni, furono effettuati molti lavori di ristrutturazione, tra cui piattaforme, fortificazioni e una torre rotonda che domina il Bou Regreg, nota come Torre dei Corsari. Un padiglione reale fu costruito sotto il regno del sultano alouita Moulay Ismail, responsabile dell’insediamento della tribù araba degli Oudaïa a Rabat.
Oggi, la kasbah, insieme alla medina adiacente, è un’attrazione popolare a Rabat. Contiene una moschea, un grande museo (ospitato nel padiglione di Moulay Ismail), giardini andalusi e un quartiere residenziale, noto per le sue splendide pareti blu e bianche. Nel 2012 le è stato concesso lo status di Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Fonte: atlasobscura.com