Se desiderate dare un tocco di diversità ed originalità al vostro matrimonio, un’ottima occasione è inserire nella cerimonia e nel ricevimento alcune delle tradizioni irlandesi, ricche di usanze particolari tramandate nel tempo, intrise di storia, miti e leggende.
Scopriamo alcune usanze che daranno un’impronta di esclusività alle vostre nozze e che gli ospiti ricorderanno per sempre.
Dalla promessa simbolo di unione alla musica tradizionale, dagli abiti per gli sposi all’anello che simboleggia l’amore, dal cibo al brindisi con cocktail caratteristici e infine la scelta di oggetti tipici irlandesi e le bomboniere.
Stringi il nodo, letteralmente
Si crede che l’origine della frase “stringere il nodo” provenga dall’antica cerimonia celtica di handfasting, durante la quale si passavano dei fili intorno alle mani della coppia come simbolo di unione. Oggi, questa tradizione è stata riportata in auge dalle coppie desiderose di aggiungere un antico rituale alla cerimonia e, secondo thevow.ie, è una delle tendenze in più rapida crescita per i matrimoni sull’isola d’Irlanda.
“È un bellissimo momento di unione, quello in cui i destini di due persone si intrecciano davanti a tutti”
NIAMH DEMPSEY, IRISH WEAVER ALL’EMBRACING UNION
Nastri, strisce di stoffa, o persino merletti possono essere utilizzati durante la cerimonia di handfasting, ma se vuoi un tocco extra davvero speciale, potresti scegliere una fascia tradizionale delle Aran Island chiamata “crios”.
Musica tradizionale
Se siete il tipo di coppia a cui piacciono gli ingressi in pompa magna, non c’è niente di meglio che farlo accompagnati dal suono distintivo delle uilleann pipes. Molto apprezzate per il loro tono dolce e suadente, le uilleann pipes sono la versione irlandese delle cornamuse. Da secoli vengono utilizzate durante le cerimonie e gli eventi e possono essere suonate durante la cerimonia o il ricevimento di nozze, sia per accogliere gli ospiti che per accompagnare gli sposi durante il loro ingresso.
Le uilleann pipes sono un ottimo espediente musicale per dare carattere alla scena, ma anche altri strumenti tradizionali irlandesi possono essere utilizzati durante il tuo grande giorno, ad esempio il flauto, il violino e l’arpa. E per un pieno di divertimento celebrativo, perché non provare una tradizionale danza céilí dopo il ricevimento? Pensa a balli ritmati, vivace musica tradizionale e tante, tante risate.
Il tuo guardaroba nuziale
Se stai per sposarti in Irlanda, potresti volere un abito che rispecchi in pieno l’occasione. E quale modo migliore per portare un tocco di Irlanda nella cerimonia se non indossare dei capi radicati nelle tradizioni dell’isola? Per lui, un abito da sposo di tweed del Donegal tessuto a mano da Magee che garantisce un aspetto elegante e sciolto, specialmente se si opta per una tonalità eccentrica o un quadrettato acceso. Oppure si può scegliere un tessuto leggero, come un puro lino dell’Irlanda del Nord di Ulster Weavers, un’azienda che fila, tesse e tinge il lino dal 1880.
Per lei, c’è davvero l’imbarazzo della scelta grazie a tutti i super talentuosi e premiati stilisti irlandesi che creano abiti di un’eleganza superiore. Cerca tra i grandi nomi: Kathy de Stafford, Sharon Hoey o Lizzie Agnew, con loro avrai la certezza di indossare l’abito che hai sempre sognato.
Il Claddagh ring
Il Claddagh ring è probabilmente il gioiello più iconico d’Irlanda. Il suo disegno (un cuore con una corona tenuto da due mani) simboleggia l’amore, la fedeltà e l’amicizia e si dice sia stato ideato da un uomo originario di Galway, Richard Joyce, che fu catturato da pirati nordafricani e venduto come schiavo nel 1689.
Joyce, brutalmente strappato al suo unico vero amore, apprese l’arte di oreficeria dal suo padrone che, alla fine, gli concesse di fare ritorno a Galway. Realizzò il Claddagh ring in onore della sua adorata e ancora oggi viene utilizzato come anello di fidanzamento o di nozze, se indossato con il cuore rivolto verso il polso significa che si è “impegnati”. Se invece stai cercando un simbolo della tua devozione più moderno ma altrettanto autentico, scopri le opere di alcuni dei talentuosi gioiellieri irlandesi al Craft Council of Ireland o al Craft NI.
Brindisi, benedizioni o letture tradizionali
Per essere una piccola isola, l’Irlanda ha un gran peso in fatto di letteratura e avrai l’imbarazzo della scelta se vorrai inserire una poesia irlandese nella cerimonia. Se sei abbastanza audace, potresti provare a brindare al matrimonio “as Gaeilge” (in irlandese), con brindisi popolari come “Go Maire tú!” (che possiate vivere a lungo), o il semplice “Sláinte” (salute).
Ma se ciò che vuoi è un vero senso di tradizione, una delle più popolari benedizioni da matrimonio è senza dubbio “Possa il vento essere sempre alle tue spalle, possa il sole splendere caldo sul tuo viso e la pioggia cadere leggera sui tuoi campi. E finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio custodirti nel palmo della Sua mano.”
Sii creativo
Vorresti aggiungere un tocco di cultura irlandese contemporanea al tuo ricevimento? Ci sono molte opzioni creative dalle candele artigianali di cera d’api al profumo di miele da accendere dopo la cerimonia, ai bouquet realizzati con i fiori selvatici del posto. E che ne diresti di un cocktail di benvenuto al fiore di sambuco irlandese e gin artigianale realizzato in una delle piccole distillerie dell’isola come la ShortCross, la Glendalough o la Dingle Gin? Potresti fare un brindisi con un Glendalough Single Malt invecchiato 13 anni, un Bushmills Single Malt invecchiato 10 anni o un più classico Jameson Irish Whiskey.
E per la bomboniera, perché non utilizzare qualche opera dei guru della ceramica Nicholas Mosse o Louis Mulcahy, un pizzo irlandese classico, o un ricordo da Newbridge Silver? E i tuoi ospiti più golosi adoreranno i cioccolatini irlandesi o il fudge delle cioccolaterie artigianali come Wilde Irish Chocolates, Chez Emily e Man of Aran Fudge.
Un assaggio d’Irlanda
Vuoi che il tuo ricevimento sia perfetto e l’Irlanda, con la sua crescente reputazione internazionale per il buon cibo, è lieta di accontentarti. Con gli ingredienti più freschi, entusiasti produttori artigianali e chef all’avanguardia nella cucina contemporanea, i tuoi ospiti saranno coccolati durante una festa che non dimenticherai mai.
Che tu scelga il manzo Glenarm Shorthorn, frollato alla perfezione con il metodo dry aging con il sale dell’Himalaya, il pesce delle acque incontaminate delle nostre coste o i salumi e le tartine premiate che si sciolgono in bocca, puoi star certo che tutto sarà preparato con cura e creatività.
Fonte: ireland.com/it-it
La Romania è un Paese con una interessante storia intrecciata a numerosi miti e leggende, caratteristica che conferisce un’impronta singolare ad un viaggio alla scoperta dei luoghi più belli del territorio.
Influenzata da secoli di storia imperiale, l’architettura degli edifici antichi è straordinaria e, spesso, lo stile gotico si mescola a quello utilizzato durante il successivo periodo comunista. Numerosi sono i castelli, i monasteri e le chiese.
L’iconico castello di Bran, situato nel cuore del Paese, nella regione della Transilvania, svetta, quasi minaccioso, sui tetti degli edifici sottostanti. Costruito in stile medievale gotico sulla sommità di un’imponente roccia, con ripide pareti che si affacciano su entrambi i lati della valle, il castello domina il verde paesaggio circostante. Sin dai tempi del Regno di Ungheria, la sua posizione fu considerata strategica da tutti i sovrani che vollero averne il controllo. Fu una roccaforte difficile da sconfiggere e rappresentò un importante sito difensivo per tutti i regnanti che si succedettero in più di 500 anni.
Nel 1920, a seguito dell’unificazione tra la Transilvania e la Romania, il castello divenne la residenza dei sovrani del Regno di Romania. Gli arredamenti interni vennero rinnovati, secondo lo stile rumeno in voga all’epoca, dalla regina Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha che, insieme a sua figlia, la principessa Ileana, vi soggiornò a lungo soprattutto durante il periodo estivo. Nel 1948 il regime comunista esiliò tutta la famiglia e il castello, nazionalizzato, divenne successivamente un museo.
Ma qual è il motivo per cui il castello di Bran è conosciuto come il castello del Conte Dracula?
Fu Bram Stoker, scrittore irlandese, celebre autore di Dracula, il famoso romanzo gotico del terrore del 1897, che scelse la regione della Transilvania come ambientazione per la sua opera. Il romanziere immaginò che paurosi vampiri dimorassero nei castelli medievali disseminati nel territorio. Nonostante Stoker non avesse mai visitato la Romania, la descrizione della dimora del celebre Conte Dracula coincide con le caratteristiche del castello di Bran.
Il personaggio di Dracula sembra essere ispirato a Vlad III di Valacchia, il principe sanguinario noto come Vlad Tepes o Vlad l’Impalatore, soprannome che deriva dalla sua ferocia nell’uccidere i nemici. Nonostante la sua crudeltà, in Romania, Vlad viene venerato come eroe per aver protetto il popolo rumeno da attacchi esterni.
Storia e romanzo si intrecciano al punto da confondere la realtà con la finzione e, quando l’oscurità avvolge il castello, si percepisce un’atmosfera surreale tanto da immaginare il famigerato Conte Dracula aggirarsi tra le stanze della sua dimora.
La fortezza dove visse Vlad Tepes è, in realtà, il castello di Poenari, ora in rovina, che si trova nella valle attraversata dal fiume Argeș. È accessibile tramite una scala di ben 1480 gradini ed è visitabile due volte al giorno, previa prenotazione.
Il lussuoso all-inclusive ha iniziato ad accogliere gli ospiti la scorsa settimana ed è l’undicesimo resort che Sandals ha riaperto dall’inizio della pandemia.
“La recente riapertura di Sandals Royal Plantation è una testimonianza del duro lavoro e della dedizione dei membri del nostro team per tornare a fare ciò che amano fare al meglio, il che rende felici i nostri ospiti”, così ha commentato Gordon “Butch” Stewart, Presidente e fondatore di Sandals Resorts International, aggiungendo: “Abbiamo anche coniato un piccolo detto che siamo tutti ‘Back to Happy’, di nuovo felici di festeggiare. Non solo siamo felici di essere tornati, ma anche i nostri ospiti sono molto felici di essere tornati con noi. Con la sua atmosfera da boutique, la privacy e la ricca storia, Sandals Royal Plantation continuerà a superare le aspettative dei nostri ospiti negli anni a venire “.
È anche il quinto resort in Giamaica che la compagnia ha riaperto dopo il Sandals South Coast, il Sandali Negril, il Sandals Royal Caribbean e il Sandals Montego Bay.
Il Royal Plantation è il resort più piccolo di Sandals, con solo 74 suite con vista sull’oceano su una scogliera a Ocho Rios.
La struttura per soli adulti ospita l’unico bar con champagne e caviale del brand, insieme ad altre attività incluse come il golf presso il vicino Sandals Golf and Country Club e le immersioni certificate PADI.
Tutte le proprietà di Sandals nei Caraibi sono state riaperte in base ai nuovi “Protocolli di pulizia Platinum” dell’azienda, che vanno da misure di pulizia migliorate nelle camere degli ospiti ai controlli della temperatura al check-in online.
Il prossimo resort di Sandals in Giamaica a riaprire sarà il Sandals Ochi, che accoglierà nuovamente gli ospiti il 1° novembre.
“Essendo in attività da quasi quarant’anni, abbiamo assistito a molti tipi di eventi mondiali, dai disastri naturali alle recessioni economiche”, ha detto Stewart. “Sebbene nessuno avrebbe mai potuto immaginare l’impatto che COVID-19 avrebbe avuto in tutto il mondo, ci siamo impegnati con noi stessi, con i membri del nostro team e con i nostri stimati ospiti che Sandals Resorts sarebbe tornato più forte e migliore che mai. Siamo così lieti di mantenere fede a questa promessa e di essere stata una delle prime società di resort dei Caraibi ad aprire le porte ed entrare nel futuro “.
Fonte: caribjournal.com
Uno straordinario strumento antico utilizzato per misurare le acque del Nilo in modo che i contadini egizi sapessero se aspettarsi carestie o inondazioni
Nell’antico Egitto il comportamento del Nilo poteva significare vita o morte ad ogni stagione del raccolto. Così, molto prima che la diga di Aswan fosse costruita per gestire le inondazioni del grande fiume, gli egizi inventarono uno strumento per misurare le acque al fine di prevedere il comportamento del Nilo: il nilometro.
C’erano tre tipi di nilometri e si possono ancora vedere esempi di tutti e tre in Egitto. Il più semplice era un’alta colonna alloggiata in una struttura di pietra sommersa. Uno di questi nilometri può essere visto sull’isola di Rhoda a Il Cairo, una colonna di marmo ottagonale tenuta in posizione da una trave di legno nella parte superiore che copre la larghezza del pozzo. Il pozzo comprendeva una scala in modo che i sacerdoti, che erano incaricati di monitorare i nilometri, potessero scendere ed esaminare la colonna.
I nilometri sono stati utilizzati per misurare i livelli dell’acqua già 5.000 anni fa. Il nilometro a Rhoda Island risale all’861, quando fu costruito al posto di un nilometro più antico, basato su un progetto di Afraganus, un famoso astronomo. L’enorme metro aveva dei segni per indicare dove si trovava il livello dell’acqua in un dato momento, informazioni che i sacerdoti avrebbero usato per determinare le condizioni del futuro: siccità, che avrebbe significato carestia; desiderabile, il che avrebbe significato un trabocco quel tanto che basta per lasciare un buon terreno per l’agricoltura; o inondazioni, che avrebbe potuto essere catastrofico.
Solo i sacerdoti e i governanti, siano essi faraoni o, successivamente, leader romani o arabi, potevano monitorare i nilometri e la loro capacità di prevedere il comportamento del Nilo veniva usata per impressionare la gente comune, e per determinare quanto denaro sarebbe stato raccolto in tasse. Questo è il motivo per cui furono costruiti così tanti nilometri nei templi, dove solo i sacerdoti potevano accedere al misterioso strumento.
Il nilometro di Rhoda Island è oggi ospitato in un edificio modernizzato. Il tetto conico ha sostituito una cupola più antica che fu distrutta nel 1825 durante l’occupazione francese. L’interno è riccamente scolpito e sono stati riempiti tre tunnel che un tempo facevano entrare l’acqua nel pozzo a diversi livelli, quindi i visitatori possono scendere fino in fondo.
Un altro tipo di nilometro, come quello che può essere visto sull’isola Elefantina ad Aswan, aveva gradini equidistanti che conducevano direttamente al Nilo e indicatori sui muri a diversi livelli per ogni gradino. Questo era spesso il primo a indicare quali condizioni aspettarsi, essendo situato vicino al confine meridionale dell’Egitto. Il terzo tipo, un esempio del quale può essere visto al Tempio di Kom Ombo, un po’ più a nord, portava l’acqua lontano dal Nilo attraverso un canale che la depositava in una cisterna. E ancora, gli indicatori erano incisi nel muro, accessibili tramite scale per i sacerdoti e i governanti che predicevano il destino del raccolto egizio.
Fonte: atlasobscura.com
Renne, orsi e foche sfuggenti: le più belle esperienze nella natura in Finlandia
Gran parte della Finlandia è ricoperta da una fitta e selvaggia foresta che offre habitat per le più diverse e magnifiche specie in Europa. Il paese è stato persino nominato come migliore destinazione per i viaggi nella natura da Global Wildlife Travel Index. Le foreste finlandesi ospitano, però, anche diverse specie in via d’estinzione, quindi scegliere un tour etico e sostenibile è importante. Queste sono le esperienze che abbiamo selezionato per voi.
Slitte trainate da cani
Le slitte trainate da cani fanno parte dello stile di vita finlandese da secoli. Oggigiorno, non si tratta più solo di andare dal punto A al B, ma è un’industria supportata quasi interamente da viaggiatori che amano essere trascinati in giro in slitta.
La Finlandia ha alcune delle più rigide leggi sul benessere degli animali e le fattorie di husky vengono visitate e valutate ogni anno dalle autorità.
Sebbene agli husky piaccia la struttura e l’addestramento del traino, è importante per i viaggiatori avere un’idea di come sia la qualità di vita dei cani durante i giorni di riposo.
Bear Hill Husky è un canile per husky a conduzione familiare a Rovaniemi, nella regione della Lapponia in Finlandia, che offre corse trainate da cani, ma i cui proprietari scelgono di non concentrarsi solo su di loro. I visitatori fanno, invece, un breve giro attraverso la foresta rigogliosa circostante e trascorrono il resto del loro tempo scoprendo la vera vita di un cane da slitta: vanno a fare una passeggiata nella foresta con i cani, giocano con i cuccioli e i cagnolini in pensione e osservano i metodi di addestramento e le tecniche. Ogni cane ha un nome e una storia e il personale le condivide volentieri. Il canile lavora anche secondo una politica “senza angoli nascosti”, ovvero tutte le zone – così come i cani e come vengono trattati- sono visibili apertamente in ogni momento.
Allevamento di renne
L’allevamento di renne è una pratica tradizionale dei popoli indigeni Sami in Lapponia. In passato, prendersi cura delle renne era cruciale per la sopravvivenza siccome fornivano cibo e trasporti. I tempi sono cambiati, ma gli allevatori di renne come la famiglia Orbas esistono ancora.
La famiglia, che vive a circa 70 km da Rovaniemi, è stata coinvolta nella professione per decenni. Alcune cose sono rimaste le stesse rispetto anni passati, per esempio la famiglia fa del suo meglio per vivere nella natura senza elettricità. Ma un approccio più moderno include andare in motoslitta per raggiungere le renne e dargli da mangiare, unirsi a loro nelle passeggiate nella foresta e mangiare pasti a base di zuppa di renna e salsiccia, con lunghe conversazioni con la famiglia che rivelano il rapporto ciclico, complesso e affascinante tra gli animali e i loro padroni.
A Salla, a circa due ore a est di Rovaniemi, un gruppo di famiglie Sami protegge uno degli ultimi gruppi di renne selvatiche al Salla Reindeer Park. I visitatori possono fare un’escursione guidata intorno alla foresta recintata e palude, avvistando questi animali semi-domestici nel loro habitat. Escursioni con gli allevatori di renne includono anche giri in slitta e dare da mangiare agli animali nella incontaminata natura del nord.
Foche dagli anelli del Saimaa
La foca del Saimaa è una bellissima creatura originaria del lago Saimaa nel sud-est della Finlandia. Gli iconici anelli sul pelo (che assomigliano un po’ alle macchie di sale che a volte vengono a noi esseri umani sui vestiti con il sudore) si sono formati quando gli animali vennero separati dalle altre foche durante l’era glaciale.
Sono una delle specie di foche più minacciate del mondo a causa dell’attività umana. La popolazione ha raggiunto poco più di 400 animali grazie alle misure di conservazione, ma gli avvistamenti sono rari. Se sarete fortunati potrete vedere una foca durante un’escursione di avvistamento, ma è estremamente importante seguire le istruzioni della vostra guida e comportarvi responsabilmente in modo da non danneggiare la crescita della popolazione.
Durante la stagione della muta, da maggio circa a giugno, si potranno vedere un maggior numero di foche mentre prendono il sole sulle rocce. Più tardi in estate diventa più difficile in quanto escono dall’acqua solamente ogni 10 minuti e non si fermano mai sulla terraferma. Vedere dei piccoli è davvero raro. Da Puumala, potrete salire su una barca ecologica per l’avvistamento di foche che si focalizza sull’avvistamento di un gruppo locale di circa 20 foche. Crociere guidate vengono offerte inoltre nel Linnansaari National Park. Prima di scegliere un’escursione, non abbiate paura di fare un sacco di domande riguardo la filosofia del tour operator sugli avvistamenti e sulla protezione degli animali. Aziende rispettabili assicurano che le escursioni per avvistamenti abbiano luogo sempre da una certa distanza, per cui un binocolo è utile.
Ranua Wildlife Park
Ranua Wildlife Park, 80 km a sud di Rovaniemi, è uno degli zoo più a nord del mondo. Il rifugio per animali, ricavato naturalmente nella foresta e con ampi spazi, è dedicato a salvaguardare specie artiche minacciate come orsi polari, visoni, ghiottoni e lontre, ma si prende cura di un totale di 50 specie, inclusi diversi tipi di orsi, gufi e renne.
Questo parco è affiliato con organismi come il Programma europeo per le specie minacciate (EEP) e European Studbook (ESB), e gestisce anche una clinica veterinaria dove tutti gli animali selvatici persi o feriti possono essere portati e curati. Quelli che sono di nuovo in buona salute vengono rilasciati nella natura, mentre gli altri rimangono nel parco.
Non ci sono luci quando è buio per rispettare gli habitat naturali degli animali, quindi se arrivate di notte (il che, in inverno significa la maggior parte della giornata), dovrete portarvi una torcia oppure una lampada da testa, o noleggiarne una nel parco.
Si possono noleggiare guide per un prezzo aggiuntivo e ne vale proprio la pena per informazioni supplementari sugli animali ed esperienze particolari come dare da mangiare a volpi artiche e altri animali.
Osservare la fauna nella Finlandia orientale
La Finlandia orientale con le sue paludi e foreste incontaminate, è una zona meno conosciuta per scoprire i “big five” europei: orsi, ghiottoni, lupi, linci e alci.
La regione Kainuu, vicino al confine con la Russia, è popolata da molti animali selvatici. È facile avvistare orsi bruni, ghiottoni e alci, mentre linci e lupi sono più sfuggenti.
Lieksa, invece, nella regione della Carelia settentrionale, è la vostra via di accesso per il Patvinsuo National Park (conosciuto anche per il vasto numero di orsi bruni) e sede dei lodge di osservazione Erä Eero, dove è possibile pernottare nella natura. Tra aprile e ottobre è il momento migliore per andare, poiché potrete vedere orsi e castori, ma c’è anche la possibilità di avvistare lupi, linci, ghiottoni e uccelli rapaci durante tutto l’anno.
Fonte: lonelyplanetitalia.it
Milford Sound: viaggio nell’insenatura più spettacolare della Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda possiede una gamma completa di paesaggi leggendari, dai ghiacciai montani alle foreste di felci, ma anche in un panorama così ricco il Milford Sound – Piopiotahi, per le popolazioni indigene di South Island – spicca per la sua bellezza.
Dominata dal profilo imponente del Mitre Peak (1692 m), questa spettacolare insenatura fu scavata dai ghiacciai nel corso dell’ultima era glaciale. Quando i ghiacci si ritirarono, circa 10.000 anni fa, lasciarono dietro di sé un paesaggio irreale di montagne scolpite che si ergono a strapiombo sulla superficie dell’acqua. Viste dalle navi da crociera che solcano questo tranquillo braccio di mare, le vette sembrano megattere che emergono dalle onde, isolando il fiordo dal mondo esterno.
Quando piove, il che accade spesso in questo angolo della South Island, cascate spumeggianti si gettano nel fiordo, per ridursi a un rigagnolo quando il cielo torna limpido. Le più spettacolari sono le Stirling Falls e le Lady Bowen Falls, dove gli spruzzi danno vita ad arcobaleni quando il sole ricompare dopo la pioggia. Per apprezzare al meglio questo paesaggio bisogna osservarlo dall’acqua. Invece di una nave da crociera, optate per un tour guidato in kayak, oppure partecipate a un’immersione per osservare polipi, foche, pinguini e delfini.
I migliori itinerari
3-4 giorni
Poiché le strutture ricettive sul fiordo sono limitate, quasi tutti i visitatori optano per una gita in giornata da Queenstown o Te Anau, quindi potrete programmare un itinerario che colleghi queste tre mete, includendo anche qualche attività adrenalinica. Iniziate con un paio di giorni a Queenstown, dedicandone uno al favoloso paesaggio circostante, dove si possono praticare rafting, escursionismo, parapendio, bungee-jumping, canyoning e arrampicata. Il terzo giorno partite presto alla volta del fiordo e godetevi il panorama sia all’arrivo sia durante il tragitto. Dopo aver pernottato al Milford Sound Lodge, il quarto giorno proseguite il viaggio fino a Te Anau, che offre magnifici scorci sul lago.
7-10 giorni
Disponendo di una settimana, sarebbe un vero peccato trascorrere soltanto un giorno sul fiordo. Il leggendario Milford Track, che corre da Glade Wharf sul Lake Te Anau al Milford Sound, offre un trekking di quattro giorni in uno scenario magnifico di possenti cascate, passi alpini, profonde valli glaciali e macchie di foresta pluviale. Gli escursionisti vengono trasportati in barca da Te Anau a Glade Wharf, ma il loro numero è rigorosamente controllato, e ogni anno i posti disponibili si esauriscono nel giro di pochi giorni dall’apertura delle prenotazioni. Andate poi a Queenstown per godere dell’offerta gastronomica e dell’atmosfera festaiola, e infine raggiungete Wanaka, cittadina sul lago dal ritmo di vita più tranquillo.
Come arrivare
Voli turistici raggiungono il minuscolo Milford Sound Airport da Queenstown, Wanaka e Te Anau, ma Queenstown ha l’uni – co aeroporto servito da voli internazionali. Alcune compagnie aeree servono Sydney e la costa orientale dell’Australia, ma se dovete prendere un aereo per l’Asia o altri Paesi, prima dovrete volare su Dunedin o Christchurch. Un servizio di autobus raggiunge il fiordo da Queenstown e Te Anau, ma molti visitatori preferiscono arrivare fin qui per conto proprio.
Trasporti interni
Quasi tutti visitano il Milford Sound da Queenstown o Te Anau, perché questa meraviglia della natura dispone di poche infrastrutture e alloggi, a parte il Milford Sound Lodge e le cabine sulle navi da crociera. Da entrambe le città partono giornalmente autobus e voli turistici, per cui le escursioni in giornata sono un’opzione assai popolare. A chi viaggia con un veicolo indipendente si consiglia di fare rifornimento prima di partire da Queenstown o Te Anau, perché l’unica stazione di servizio sul posto applica prezzi elevati.
Fonte: lonelyplanetitalia.it
Essaouira si sviluppa intorno a due siti principali: la medina e il porto, che comprende una kashah fortificata. Originariamente era chiamata Mogador, che significa piccola fortezza. Furono i francesi a trasformare il piccolo villaggio di pescatori in una cittadina fortificata circa trecento anni fa, conferendo al luogo uno stile unico, che unisce influenze arabe a quelle d’Oltre Mare.
Nel porto i pescatori vendono il pesce sin dalle prime ore del mattino dopo averlo scaricato dai pescherecci ed esposto su numerose bancarelle. Ci sono alcuni banchetti dove il pesce viene grigliato per essere consumato direttamente sul posto, mentre si guarda l’oceano spazzato dagli alisei che soffiano intensamente durante tutto l’anno. In lontananza si scorgono temerari surfisti che sfidano la forza del mare nella ricerca dell’onda che regalerà loro emozioni adrenaliniche quando crederanno di volare sopra le acque blu dell’Atlantico.
Lungo le mura fortificate, cannoni spagnoli in ottone, puntati verso l’oceano, proteggono simbolicamente i pescatori intenti a sistemare le lunghe reti rosse per la successiva battura di pesca notturna che salperanno a bordo di barche in legno dipinte con lo stesso colore blu del mare!
La medina è affacciata sull’oceano ed è talmente bella da essere inserita tra i siti del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Stretti vicoli si intrecciano tra di loro in un dedalo labirintico che ogni tanto si apre a delle deliziose piazzette colorate da merci vendute nei tipici bazar e mercatini ricchi di souvenir e prodotti di ogni tipologia. Ogni tanto si sente una musica caratteristica marocchina suonata dal vivo da musicisti locali. Le case sono tutte bianche abbellite da infissi azzurri. Ogni tanto una bancarella vende lo msemmen, il tipico pane marocchino, che spesso accompagna spiedini di carne di agnello appena arrostiti.
La spiaggia a mezzaluna è ideale per praticare sport acquatici come il windsurf e il kitesurf oltre ad essere frequentata da tutti coloro che desiderano rilassarsi sotto il caldo sole del Marocco.
Di sera, la cittadina esprime il suo lato artistico e una sorprendente vivacità nei numerosi locali che animano la notte, dove vari performers si esibiscono suonando musica dal vivo di tutti i generi musicali.
Una grande energia si sprigiona da Essaouira, dove passato e presente si mescolano lasciando inalterate le tradizioni tramandate nel corso dei secoli, quando era considerata un importante punto strategico che collegava il Paese con l’Europa e il Nord Africa.
Due giorni perfetti a Brugge
Brugge (Bruges), romantica e intessuta di canali, è ricca di parchi, ha una rete di piste ciclabili e vi conquisterà con i suoi mercatini, i negozi di tendenza e i musei d’arte ricchi di opere di artisti belgi. Per non parlare della birra e del cioccolato, tra i migliori al mondo. Ecco come godervi questo piccolo capolavoro con due giorni di tempo.
Primo giorno a Brugge
Passeggiate fin oltre il mercato del pesce, il Vismarkt: ancora oggi sui banchi di pietra di questo colonnato del 1821, i pescivendoli espongono la loro merce più fresca, insieme a venditori di chincaglieria che si aggiungono nel corso della giornata. Diversi ristoranti di pesce affacciano sull’adiacente Huidenvettersplein, una pittoresca piazzetta di edifici medievali tra cui figura l’antica sede della gilda dei conciatori. In alternativa dedicate 30 minuti a una crociera sui canali: vedere Brugge dall’acqua nel corso è un’esperienza da non perdere.
Salite sul Belfort, simbolo di Brugge e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Il campanile risale al del XIII secolo e domina il Markt con i suoi 83 metri di altezza. Salendo i 366 gradini potrete ammirare il tesoro, la campana principale e il carillon composto da 47 campane che viene suonato a mano. Oltre le guglie e i tetti in tegole rosse, dalla cima si vedono le pale eoliche e le gigantesche gru di Zeebrugge.
Omaggiate la reliquia più sacra della città nella Basiliek van het Heilig Bloed e poi rifocillatevi con un pranzo al De Belegde Boterham, apprezzato da una clientela locale e benestante. Il design monocromo risulta un po’ formale, ma l’ambiente è accogliente e l’eccellente cucina (zuppe, sandwich e insalate miste) fa uso di ingredienti freschi e saporiti.
Siete ora pronti per immergervi nell’arte belga al Groeningemuseum. La più importante pinacoteca di Brugge riunisce una ricchissima collezione di quadri di primitivi fiamminghi e rinascimentali che testimonia delle cospicue fortune della città, ritratte con magistrale realismo. Vi si possono ammirare interessanti vedute dell’antica Brugge, uno strabiliante dipinto di Hieronymus Bosch e opere più meditative di Van Eyck e di Memling. Tra gli artisti più recenti figurano Khnopff, Magritte e Delvaux. Se avete poco tempo, concentratevi sulle opere dei primitivi fiamminghi, il fiore all’occhiello della collezione.
Se preferite rilassarvi, optate per la serenità del begijnhof che resta un’oasi di pace relativamente tranquilla. Di fronte al ponte d’accesso del 1776 ci sono diversi ristoranti turistici con dehors, negozi di merletti e chioschi che vendono waffle.
Verso sera, fate una tappa al Brouwerij De Halve Maan, il birrificio della Brugse Zot, fondato nel 1856, l’ultimo brouwerij (birrificio) a conduzione familiare ancora presente nel centro di Brugge. Cenate poi al Den Dyver, dove ogni piatto è abbinato alla birra usata per la sua preparazione. Chiudete la serata nel pub più vecchio di Brugge, il pittoresco Herberg Vlissinghe. Una leggenda locale narra che Rubens, dopo aver dipinto una moneta finta su uno dei tavoli, se la diede a gambe. L’interno ha ben conservato le pannellature e la stufa a legna; in estate i tavoli migliori sono nel giardino ombreggiato, dove si gioca anche a bocce.
Secondo giorno
Fate una passeggiata mattutina nel quartiere di Sint-Anna per visitare la Jeruzalemkerk, una delle chiese più insolite di Brugge, che si trova all’interno del cosiddetto Adornesdomein. Probabilmente ispirata alla Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, è un sinistro edificio con una lugubre pala d’altare ricoperta di teschi scolpiti e un’effige del Cristo senza vita, nascosta in una cappella sul retro. Il biglietto d’ingresso è valido anche per il piccolo museo che occupa diversi dei graziosi edifici della tenuta.
Nel Volkskundemuseum vi aspettano suggestioni dello stile di vita fiammingo d’altri tempi: un negozio di dolciumi degli anni ’30, il laboratorio di un cappellaio, una cucina tradizionale e tanto altro. La mostra occupa una suggestiva godshuis (casa di carità), mentre il café del museo, De Zwarte Kat, è un luogo senza tempo con una buona selezione di birre. Le esposizioni temporanee al piano superiore sono spesso di grande interesse. I tradizionali lecca-lecca vengono prodotti qui il primo e il terzo giovedì del mese.
Pranzate con i piatti da pub e la gueuze (birra) del De Windmolen, da cui potrete osservare un mulino a vento ancora funzionante. Immergetevi nell’arte e l’architettura del Museum Sint-Janshospitaal, allestito nella cappella restaurata di un ospedale del XII secolo con superbe travi lignee originali, questo museo ospita una collezione di strumenti medici d’epoca, ma la sua fama è dovuta soprattutto ai sei capolavori dell’artista quattrocentesco Hans Memling, tra cui l’incantevole Reliquiario di Sant’Orsola, che sembra una cattedrale gotica in miniatura.
Dopo tanta arte fate un giro nel Minnewater Park, fermatevi per un aperitivo nel delizioso dehors del De Stoepa, un locale in un tranquillo contesto residenziale, che ha un’aria vagamente hippy/buddhista, con sculture orientali, pareti color terracotta, una stufa di metallo e pavimenti e mobili in legno che creano un ambiente familiare ma di classe.
La sera, concedetevi uno spettacolo al Concertgebouw, la futuristica sala da concerti di Brugge, opera degli architetti Paul Robbrecht e Hilde Daem. Terminate la giornata facendo due passi sotto i lampioni a gas fermandovi per l’ultima bevuta al De Republiek. Disposto intorno a un cortile tra pittoreschi edifici in mattoni, è un ampio e dinamico locale che vi farà sentire a casa tra i bruggelingen (abitanti di Brugge).
Fonte: lonelyplanetitalia.it
Milford Sound: viaggio nell’insenatura più spettacolare della Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda possiede una gamma completa di paesaggi leggendari, dai ghiacciai montani alle foreste di felci, ma anche in un panorama così ricco il Milford Sound – Piopiotahi, per le popolazioni indigene di South Island – spicca per la sua bellezza.
Dominata dal profilo imponente del Mitre Peak (1692 m), questa spettacolare insenatura fu scavata dai ghiacciai nel corso dell’ultima era glaciale. Quando i ghiacci si ritirarono, circa 10.000 anni fa, lasciarono dietro di sé un paesaggio irreale di montagne scolpite che si ergono a strapiombo sulla superficie dell’acqua. Viste dalle navi da crociera che solcano questo tranquillo braccio di mare, le vette sembrano megattere che emergono dalle onde, isolando il fiordo dal mondo esterno.
Quando piove, il che accade spesso in questo angolo della South Island, cascate spumeggianti si gettano nel fiordo, per ridursi a un rigagnolo quando il cielo torna limpido. Le più spettacolari sono le Stirling Falls e le Lady Bowen Falls, dove gli spruzzi danno vita ad arcobaleni quando il sole ricompare dopo la pioggia. Per apprezzare al meglio questo paesaggio bisogna osservarlo dall’acqua. Invece di una nave da crociera, optate per un tour guidato in kayak, oppure partecipate a un’immersione per osservare polipi, foche, pinguini e delfini.
I migliori itinerari
3-4 giorni
Poiché le strutture ricettive sul fiordo sono limitate, quasi tutti i visitatori optano per una gita in giornata da Queenstown o Te Anau, quindi potrete programmare un itinerario che colleghi queste tre mete, includendo anche qualche attività adrenalinica. Iniziate con un paio di giorni a Queenstown, dedicandone uno al favoloso paesaggio circostante, dove si possono praticare rafting, escursionismo, parapendio, bungee-jumping, canyoning e arrampicata. Il terzo giorno partite presto alla volta del fiordo e godetevi il panorama sia all’arrivo sia durante il tragitto. Dopo aver pernottato al Milford Sound Lodge, il quarto giorno proseguite il viaggio fino a Te Anau, che offre magnifici scorci sul lago.
7-10 giorni
Disponendo di una settimana, sarebbe un vero peccato trascorrere soltanto un giorno sul fiordo. Il leggendario Milford Track, che corre da Glade Wharf sul Lake Te Anau al Milford Sound, offre un trekking di quattro giorni in uno scenario magnifico di possenti cascate, passi alpini, profonde valli glaciali e macchie di foresta pluviale. Gli escursionisti vengono trasportati in barca da Te Anau a Glade Wharf, ma il loro numero è rigorosamente controllato, e ogni anno i posti disponibili si esauriscono nel giro di pochi giorni dall’apertura delle prenotazioni. Andate poi a Queenstown per godere dell’offerta gastronomica e dell’atmosfera festaiola, e infine raggiungete Wanaka, cittadina sul lago dal ritmo di vita più tranquillo.
Come arrivare
Voli turistici raggiungono il minuscolo Milford Sound Airport da Queenstown, Wanaka e Te Anau, ma Queenstown ha l’uni – co aeroporto servito da voli internazionali. Alcune compagnie aeree servono Sydney e la costa orientale dell’Australia, ma se dovete prendere un aereo per l’Asia o altri Paesi, prima dovrete volare su Dunedin o Christchurch. Un servizio di autobus raggiunge il fiordo da Queenstown e Te Anau, ma molti visitatori preferiscono arrivare fin qui per conto proprio.
Trasporti interni
Quasi tutti visitano il Milford Sound da Queenstown o Te Anau, perché questa meraviglia della natura dispone di poche infrastrutture e alloggi, a parte il Milford Sound Lodge e le cabine sulle navi da crociera. Da entrambe le città partono giornalmente autobus e voli turistici, per cui le escursioni in giornata sono un’opzione assai popolare. A chi viaggia con un veicolo indipendente si consiglia di fare rifornimento prima di partire da Queenstown o Te Anau, perché l’unica stazione di servizio sul posto applica prezzi elevati.
Fonte: lonelyplanetitalia.it
La Contea di Fermanagh è uno dei segreti meglio custoditi d’Europa. Ricchissimo di laghi, fiumi, insenature e vie navigabili, il Fermanagh è un vero paradiso per gli amanti dell’acqua
La contea di Fermanagh è un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’acqua. Può sembrare forse strano per una contea senza una costa, ma ecco la spiegazione: il Fermanagh è ricchissimo di laghi, fiumi, insenature e vie navigabili. Spostati di isola in isola in kayak o canoa, fai una tranquilla crociera, percorri in bicicletta le riviere o fai trekking sulle montagne. Questo luogo è anche ricco di storia. Pensa alle incisioni nella roccia risalenti al 3000 a.C., alle maestose tenute e alle misteriose sculture sulle isole.
Dopotutto, questo è il luogo in cui i maiali biologici vivono su un’isola tutta loro. Non stiamo scherzando. Suona tutto un po’ insolito, vero? Be’, la regione dei laghi del Fermanagh è sempre stata un po’ diversa. Forse è per questo che ci piace così tanto…
Un assaggio del meglio del Fermanagh
Il Fermanagh è noto anche per il suo cibo e le sue bevande, come tutta l’Irlanda del Nord. Gusta una zuppa di pesce o un Ulster Fry bollente: avrai la certezza che gli ingredienti sono di produzione locale e provenienti da allevamento a terra. Prendi Pat O’Doherty, i cui panini al bacon nero sono leggendari (guarda il video sopra per saperne di più). Hai voglia di prepararti personalmente un pasto da buongustaio? La Belle Isle Cookery School, in splendida posizione, vanta una cucina all’avanguardia e lezioni di cucina private: non soltanto cucinerai capolavori culinari, potrai anche assaporarli. Specialità locali come il purè di patate (con latte, burro e cipollotti) e il boxty (un tortino di patate) sono imperdibili.
Esplorare le isole del Fermanagh, e oltre
Il Lough Erne nel Fermanagh ospita molte isolette, tutte affascinanti. Scopri White Island, famosa per le sue curiose figure in pietra che si ritiene risalgano a quasi 2.000 anni fa. Situate tra i resti di una chiesa del XII secolo, queste sei strane statuette in pietra sembrano rappresentare dei pellegrini. Altrettanto inquietante è la figura di Giano su Boa Island (400-800 d.C.). Scolpita dai Celti, questa misteriosa figura è nota per la sua capacità di far drizzare i capelli: guardala attentamene e vedrai che la statua ha due facce, una maschile e una femminile.
Viaggio al centro della terra
Ma il Fermanagh non ha da offrire solo isole. Il Marble Arch Caves Global Geopark ospita alcune tra le grotte più belle d’Europa. Perché? Situate ai piedi della Cuilcagh Mountain, consentono di scoprire un mondo sotterraneo pieno di fiumi, cascate, passaggi tortuosi e alte gallerie. Scopri anche il vicino Burren nel Cavan, uno straordinario altopiano calcareo che risale all’epoca preistorica, e che fa parte delle terre millenarie d’Irlanda. Se cerchi un’avventura sopra il livello del suolo, ti consigliamo Lusty Beg Island, dove potrai praticare la guida fuoristrada, il tiro con l’arco e la canoa.
Fonte: ireland.com