Lo scorso 3 ottobre, il Ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled Al-Anani, ha presentato l’eccezionale ritrovamento nell’antica necropoli di Saqqara, il noto sito archeologico famoso per la piramide a gradoni.
All’interno di tre pozzi funerari situati a diverse profondità, tra i 10 e i 12 metri, 59 sarcofagi di legno intatti e sigillati, che hanno mantenuto i loro colori originali, sono stati rinvenuti in ottimo stato di conservazione insieme ad una significativa collezione di reperti appartenenti a diversi corredi funerari.
Durante gli scavi sono state anche rinvenute 28 statuette raffiguranti il dio Ptah-Soker, importante dio venerato nella necropoli, molti amuleti, statue ushabti, considerate indispensabili in un corredo funebre e una bellissima statuetta in bronzo del dio Nefertum, finemente scolpita e intarsiata con pietre di agata rossa e turchese e alta 35 cm.
La missione archeologica, guidata da Mustafa Waziry, Segretario Generale del Consiglio Supremo per l’Archeologia, ha scoperto inizialmente 13 sarcofagi in un primo pozzo sepolcrale, a 11 metri di profondità. Successivamente, in un secondo pozzo, ne sono stati ritrovati altri 14 e infine, in un terzo pozzo, gli ultimi 32, impilati uno sull’altro, per un totale di 59 sorprendenti sarcofagi, molti dei quali contenenti le mummie inviolate. Da un’analisi preliminare, si ritiene che i sarcofagi risalgano alla XXVI Dinastia e appartengano a sacerdoti e a figure prestigiose della società egizia dell’epoca. Verranno trasferiti al Grand Egyptian Museum, il GEM, l’atteso nuovo museo situato vicino alle piramidi di Giza.
Davanti alla stampa e con una notevole copertura mediatica, il ministro ha aperto in diretta uno dei sarcofagi rinvenuti, svelando la mummia contenuta al suo interno.
Il noto archeologo Zahi Hawass, presente durante la presentazione, si è congratulato per il successo delle scoperte archeologiche e ha assicurato che questa importante rivelazione sarà un tesoro del nuovo Grande Museo Egizio.
Il Ministro Khaled Al-Anani ha rivelato che saranno annunciate a breve nuove scoperte archeologiche.
Foto: Ministry of Tourism and Antiquities – facebook.com/moantiquities
La piccola isola vergine vicino Fuerteventura
L’Isolotto di Lobos è una piccola isola situata a nord di Fuerteventura, da cui dista circa 2 km. Ospita habitat di grande valore e in un magnifico stato di conservazione.
Questa piccola isola, appartenente al comune di La Oliva, possiede un importante patrimonio paesaggistico, molto particolare e rappresentativo della geologia e geomorfologia delle Canarie. Gran parte delle specie vegetali del parco sono attualmente protette da varie normative. Ospita numerose varietà esclusive ed endemismi (come la Limonium ovalifolium canariensis), che vivono in habitat magnificamente conservati.
Il comune di La Oliva è una delle zone archeologiche più ricche di Fuerteventura e dimostra ampiamente la presenza aborigena nella zona. Da non perdere assolutamente una visita ai petroglifi della Montaña de Tindaya, tra cui predominano forme e strutture che richiamano il piede.
Oltre agli onnipresenti gabbiani od occhioni, spiccano gli invertebrati, soprattutto i coleotteri.
Si raggiunge in barca. Il viaggio di andata e ritorno va effettuato in giornata, dato che non è possibile pernottare sull’isola. Per la visita sono più che sufficienti poche ore.
Fonte: spain.info/it
La sinagoga Ibn Danan del XVII secolo è una delle poche strutture rimaste nei quartieri ebraici del Marocco
Situata nel Mellah di Fès, il primo quartiere ebraico designato del Marocco fondato nel 1438, Ibn Danan è una delle sinagoghe più antiche della regione. Costruita nel 1600 da un’importante famiglia ebrea marocchina, la sinagoga è tra gli ultimi edifici rimasti in questa parte storica della città.
La sinagoga Ibn Danan fu costruita dalla ricca famiglia Ibn Danan nel XVII secolo, quando il quartiere ebraico costituiva una fiorente regione della città. Caratterizzata da punti di design tradizionali marocchini e islamici, la sinagoga vantava spettacolari piastrelle, stucchi e porte ad arco.
Un importante restauro fu avviato nel 1996 per rafforzare e ripristinare la sinagoga, che era caduta in un allarmante stato di rovina dopo la Seconda Guerra Mondiale, nonostante gli sforzi delle comunità ebraiche vicine di preservarla per il suo significato religioso, culturale e storico.
L’intonaco scrostato, un tetto spaccato, travi marce e finestre rotte sono stati finalmente conservati dal World Monuments Fund in collaborazione con il Ministero della Cultura marocchino e la Fondazione per il patrimonio culturale giudeo-marocchino in collaborazione con la comunità locale. Nel 1999 la sinagoga ha riaperto al pubblico.
Oggi, si pensa che Ibn Danan sia l’unica sinagoga marocchina completa esistente, con panchine di legno, lampade a olio, arazzi ricamati e le originali pergamene della Torah in pelle di gazzella che adornano l’interno dell’edificio.
La sinagoga è situata in posizione centrale nel mellah. Si consiglia ai visitatori di trovare una guida fidata per un tour dell’edificio.
Fonte: atlasobscura.com
L’ARABIA SAUDITA ANNUNCIA DI VOLER FINANZIARE IL RESTAURO DELLA CASA IN CUI ABITÒ IL MILITARE E AGENTE SEGRETO BRITANNICO, CHE NEL 1914 ORGANIZZÒ LA RIVOLTA ARABA CONTRO L’IMPERO OTTOMANO.
PER DECENNI L’EDIFICIO ERA RIMASTO ABBANDONATO: SI CREDEVA FOSSE INFESTATO DAI FANTASMI
Nella cittadina portuale di Yanbu, nell’Arabia Saudita centro-occidentale, sorge un edificio che per tutto il Medio Oriente riveste un profondo valore storico e simbolico. Qui infatti abitò per un periodo imprecisato nel 1916 Thomas Edward Lawrence (Tremadog, 1888 – Wareham, 1935) meglio noto come Lawrence d’Arabia, il leggendario militare e agente segreto che contribuì a liberare la regione dal giogo ottomano. Su tre piani, con terrazze in legno traforato secondo lo stile locale, il prezioso e simbolico edificio rischiava il crollo dopo decenni di abbandono, poiché una voce locale, a quanto pare piuttosto insistente, lo marchiava come infestato dagli spettri. Ma è di pochi giorni fa la notizia che il sindaco di Yanbu, Ahmed Al Mahtout, è intenzionato a restaurarlo e a farne un piccolo museo, che nelle previsioni dovrebbe aprire al pubblico entro la fine dell’anno.
THOMAS EDWARD LAWRENCE: UNA FIGURA LEGGENDARIA
Laureato nel 1909 alla Oxford University, si innamorò del Medio Oriente dopo aver partecipato a una campagna archeologica in Siria (allora sotto il controllo di Costantinopoli), fra il 1911 e il 1914. In quei tre anni imparò l’arabo e studiò a fondo la cultura della regione, venendo anche a conoscenza dei movimenti indipendentisti locali che cercavano di abbattere il dominio ottomano. Con l’inizio della Grande Guerra nell’agosto 1914, Lawrence si unì al dipartimento di geografia del Ministero della Guerra di Londra, e per le sue conoscenze linguistiche e culturali fu nominato ufficiale del gruppo d’intelligence britannico al Cairo, importante base dell’Intesa da cui minare le fragili basi interne dell’Impero Ottomano, schierato con la Germania e l’Austria-Ungheria.
LA STORIA DI LAWRENCE D’ARABIA
Nel 1916, Lawrence riuscì a penetrare sotto falso nome nella penisola araba, dove, divenuto consigliere di Fayṣal ibn al-Ḥusayn ibn ʿAlī (che fu poi il primo sovrano iracheno), organizzò le bande armate locali in un vero e proprio esercito che lanciò nella guerriglia contro i turchi, attaccando le vie di comunicazione e di rifornimento ottomane, e tenendo impegnate diverse divisioni imperiali che non poterono così fronteggiare le forze guidate dal generale Edward Allenby. Conquistate poi Aqaba e Damasca fra il 1917 e il 1918, la presenza ottomana nella regione fu drasticamente ridotta. La sua azione contribuì in maniera sostanziale alla vittoria finale, poiché in Turchia le forze britanniche erano state messe a dura prova dall’esercito imperiale e difficilmente, senza l’aiuto della resistenza araba, avrebbero potuto vincere la guerra. Nonostante i suoi grandi meriti, Lawrence lasciò l’esercito nel 1922 per l’aeronautica, e morì nel 1935 in un ancora oggi misterioso incidente motociclistico.
Fonte: artribune.com – Niccolò Lucarelli
Un viaggio per incontrare il popolo delle renne nel nord della Mongolia
“Cosa ne pensi della spiritualità e della natura remota?” chiede Aminaa. I miei occhi stanno già viaggiando ben oltre la città, dove vedo il sole tramontare dietro scure catene montuose in un mistico bagliore dorato.
Sono arrivata in Mongolia, la Terra del cielo blu eterno, ad ottobre. Un amico mi ha consigliato due guide esperte che sarebbero partite per l’ultimo viaggio della stagione nell’estremo nord e ho incontrato Aminaa e suo marito Khuyagaa all’aeroporto di Ulaanbaatar. I nostri programmi di viaggio: guidare verso nord fino alla Taiga per accamparci nella valle dei loro antenati, incontrare famiglie nomadi, antichi sciamani e camminare verso le leggendarie tribù che allevano renne. Il viaggio mi porterà nel cuore della cultura mongola e forse oltre.
Entrare nella Valle Incantata
La Darkhad Valley è tutto tranne che accessibile. Dopo due giorni di guida – tre quarti dei quali trascorsi su strade sterrate attraverso valli rocciose e montagne dove pascolano le mucche – arriviamo vicino Tsagaannuur, il villaggio sulle rive del Lago Bianco. All’entrata della valle si trovano totem sciamanici, giganteschi coni a forma di tenda indiana fatti con strisce di tessuto colorate colpite dal vento.
Quando raggiungiamo il villaggio stesso, siamo già trasportati in un altro mondo. Vediamo laghi a specchio dove le acque non si distinguono dal cielo e montagne innevate che appaiono davanti all’orizzonte. Il padrone di casa Tsendmaa ci accoglie con una padella calda di carne di cavallo (inclusi gli organi) e noodle piatti fatti in casa. Scopro che la carne di cavallo viene consumata in inverno perché genera calore corporeo.
Una grande ger (tenda) è stata allestita nel retro della casa di Tsendmaa per gli ospiti. Dormire in una ger fa parte dello sperimentare lo stile di vita nomade sebbene scoprirò che i nomadi non stanno nelle gers tutto l’anno. Questa ha veri letti e cuscini, coperte extra e un grande forno al centro che ci tiene ancora più al caldo durante lunghe ore trascorse a chiacchierare, cucinare e condividere pasti. È quasi lussuosa!
Trekking a cavallo con cavalieri nomadi
Nei giorni successivi, ci prepariamo alla nostra spedizione per incontrare i Tsaatan, la tribù di allevatori di renne nella Taiga orientale. Non sappiamo ancora se hanno già lasciato il loro accampamento estivo ma nonostante ciò ci prepariamo per la nostra prima sosta, alcuni chilometri sopra l’altopiano. Incontriamo Erdene e sua moglie Tuvshin, che ci accolgono nella loro casa, una cabina di legno decorata con tappeti dai colori caldi e coperte con motivi tradizionali. Come sempre il focolare centrale serve sia da stufa che da forno. È qui che Tuvshin prepara tè caldo con il latte da servire a chiunque entri in casa. Tradizionalmente, le case dei mongoli sono aperte agli ospiti in ogni momento del giorno e il tè al latte è sempre pronto per essere servito.
Finalmente Aminaa e Khuyagaa hanno notizie degli allevatori di renne: sono oltre la foresta, raggiungibili solo a cavallo o dorso di una renna. “La prima regola è non fare nessun movimento brusco. Questi cavalli sono semi-selvaggi e si spaventano facilmente. La cosa migliore da fare è affidare a loro la vostra andatura perché loro conoscono la Taiga”. Ci viene detto.
Mi viene dato un cavallo esperto. Dobbiamo abituarci l’uno all’altro se attraverseremo foreste, letti di fiumi scivolosi e paludi insieme. Sei di noi e un cavallo che porta le nostre attrezzature, partono nella direzione dell’insediamento degli allevatori di renne.
Incontrare allevatori di renne nella Taiga orientale
La camminata per il campo è durata 4-5 ore. Abbiamo cavalcato seguiti dai cani di Tuvshin tra le foreste che stanno lentamente perdendo i loro colori estivi e diventando più scure. Tuttavia, il cielo blu eterno sopra le nostre teste dà ai vasti paesaggi una calda atmosfera protettiva. Sto meditando in silenzio sulla magnificenza della natura intorno a noi quando mi appare una visione da una favola: un cavaliere emerge da dietro gli alberi, a pochi metri di distanza, a dorso di una renna alta con corna enormi. Il mio cuore ha un sussulto: questo è un sogno che arriva direttamente dalla mia infanzia.
Raggiungiamo finalmente il fondo della valle e sull’altra riva del fiume ghiacciato, le tende degli allevatori iniziano a vedersi tra i rami. Giovani renne sono legate a ceppi di legno per impedire loro di fuggire e quando ci avviciniamo a giocare, strusciano le corna giocose sulle nostre braccia e gambe. È il periodo dell’anno in cui perdono la pelle sulle corna quindi calmano il prurito strusciandosi contro qualsiasi cosa riescano a trovare.
Mentre il sole tramonta oltre le tende, le renne adulte ritornano al campo con i loro allevatori. Alcune renne hanno corna gigantesche e i raggi di sole dorati le attraversano. Mi sento come se avessi aspettato per tutta la vita questo momento con questi animali maestosi. Giacciono silenziosamente per terra e ci guardano quiete.
Il giorno dopo, nulla mi rende più felice di cavalcare una renna e coprirmi le mani di sale così che possano avvicinarsi e leccarmi i palmi: il sale è come lo zucchero per loro, lo adorano. Le mie guide scherzano già sul farmi sposare un allevatore di renne!
Ho trascorso il resto del viaggio nel nord della Mongolia con il sorriso sulla faccia. Non posso nemmeno cominciare a descrivere come mi sentissi fortunata a viaggiare e scoprire un modo di vivere così unico, duro eppure ospitale con delle persone del posto. È uno stile di vita che sta scomparendo con il cambiamento climatico dal momento che le renne trovano sempre meno cibo nella Taiga. I mongoli hanno previsto che in meno di due generazioni queste tribù non esisteranno più. Mentre lasciamo la valle incantata a bordo dell’auto che ci accompagna di nuovo a Ulaanbaataar, il mio cuore di viaggiatrice è pieno di gioia e meraviglia. Mi ritrovo persino a pensare che se dovessi smettere di viaggiare ora lo accetterei perché con questo mio viaggio fino a quella che sembra la fine del mondo, mi sento di aver visto e sentito tutto.
Posso tornare a casa felice.
Fonte: lonelyplanetitalia.it – Fabienne Fong Yan
Se niente ti rende più felice di trovare una lettura perfetta per le vacanze, allora un lavoro da sogno ti aspetta alle Maldive come il nuovo “Libraio scalzo”
Ultimate Library, insieme al lussuoso resort a cinque stelle Soneva Fushi, ha creato la libreria alle Maldive nel 2018. Ogni anno, da quando hanno fatto un annuncio per chi cercava di lasciarsi tutto alle spalle e assumere l’incarico di dirigere il negozio, hanno attratto l’attenzione degli amanti dei libri e dei viaggi in tutto il mondo. L’ultima addetta alla libreria, Chrissy Ryan, si è unita lo scorso novembre e ha trascorso le sue giornate scrivendo post sul blog, ospitando corsi di scrittura creativa, curando biblioteche, nuotando, facendo snorkeling, leggendo sulla spiaggia e facendo yoga.
Scrivendo sul blog Barefoot Bookseller, Chrissy ha detto “Mi sono trasferita attraversando il pianeta, ho lasciato i miei amici e la mia famiglia dietro di me e ho trovato un’intera nuova comunità su una piccola isola nel mezzo dell’Oceano Indiano. Ho testato il mio confini e riscoperto il mio senso di sé “.
Grazie al suo tempo come “libraia scalza”, Chrissy ha detto di aver “avuto il privilegio di condividere il mio amore per la letteratura con persone di tutto il mondo e, si spera, di aver ispirato anche loro ad amare la lettura”.
Ora il negozio riaprirà i battenti a metà ottobre e un altro nuovo collaboratore dovrà occuparsi della vendita di libri a “piedi nudi” sul bellissimo Atollo di Baa per sei mesi. Il libraio aiuterà gli ospiti del resort con esperienze letterarie come laboratori di scrittori e consulenze di lettura personali. Chi ottiene il lavoro sarà anche libero di proporre idee nuove e interessanti e avrà un sacco di tempo libero per godersi la vita dell’isola, dividendosi tra biblioteca, spiaggia e giungla.
Il candidato prescelto riceverà un mese di formazione sui prodotti prima dell’inizio del lavoro con il team di Ultimate Library e poi volerà alle Maldive per il tirocinio di sei mesi. Ti chiedi come ottenere il lavoro dei sogni? Il candidato ideale deve avere una passione per i libri e deve saper interagire con ospiti di tutte le età. Deve inoltre possedere “eccellenti capacità di inglese scritto e verbale” e dovrà scrivere un blog sulle sue esperienze. Dovrà anche avere le capacità di ospitare workshop e altri eventi con gli ospiti.
Le Maldive attualmente accettano turisti internazionali, con alcuni requisiti per i viaggiatori nonostante la pandemia di coronavirus in corso.
Fonte: lonelyplanet.com
Valladolid: Capitale della Corte nel Secolo d’Oro spagnolo
Per arrivare al cuore di Valladolid questi sono i tre elementi che devi conoscere
CAPITALE DEL REGNO
Nelle sue strade si respira aria regale. Valladolid ha avuto un ruolo di primo piano nei principali eventi della storia di Spagna. Luogo di nascita di Felipe II; capitale del Regno di Spagna con Felipe III e luogo di nascita di suo figlio Felipe IV; nonché celebrazione del matrimonio dei Re Cattolici nel XV secolo e rifugio di Cristoforo Colombo per diversi anni, dove morì e fu sepolto.
CITTÀ DI STORIA E ARTE
Monarchi, cortigiani, i migliori artisti e architetti plastici e scrittori rinomati hanno avuto soprattutto Valladolid come città di residenza. Conserva quindi un importante patrimonio monumentale nel suo centro storico offrendo al visitatore un autentico viaggio attraverso i secoli.
CITTÀ DELLA CULTURA
Valladolid ospita numerosi eventi culturali dalla Settimana Internazionale del Cinema (SEMINCI) alla riconosciuta Settimana Santa, dichiarata di Interesse Turistico Internazionale. Con una grande tradizione letteraria, Valladolid è anche conosciuta come la città dove si parla il castigliano più puro.
Cosa vedere?
Il carattere pedonale del suo centro urbano è un invito irresistibile a passeggiare tra parchi e piazze, incontrando arte e storia. Ogni angolo è curato, i colori vivaci, l’atmosfera è armoniosa, complici la cordialità e l’ospitalità della gente del luogo.
Nel cuore della città, presieduta dalla statua del conte Ansúrez, si trova la Plaza Mayor, del XVI secolo. È considerata come la prima Plaza Mayor regolare in Spagna, e utilizzata come modello per altre piazze come Salamanca o Madrid. All’epoca era la Piazza del Mercato e il luogo ove si svolgevano tra gli svariati tipi di feste, sia civili che religiosi, nonché le dimostrazioni di atto di fede. Attualmente è la sede del municipio.
Da Plaza Mayor si continua verso l’incompiuta Cattedrale. Il progetto originale fu commissionato dal re Felipe II all’architetto Juan de Herrera nel XVI secolo. Ma la morte di entrambi lasciò incompleta la chiesa, il cui corpo centrale fu inaugurato solo nel 1668. Anni dopo, nel 1730, il maestro Churriguera concluse i lavori della facciata principale. All’interno, la cappella maggiore custodisce una magnifica pala d’altare realizzata nel 1562 da Juan de Juni.
Nei dintorni della cattedrale si trovano la chiesa di Santa María la Antigua, con la sua caratteristica torre romanica con la punta a forma piramidale, l’edificio dell’Università (sec. XVIII), la cui facciata barocca è decorata da diversi simboli accademici, e il Collegio di Santa Cruz che, oltre ad ospitare una preziosa biblioteca con manoscritti del X secolo, rappresenta una delle prime manifestazioni del rinascimento spagnolo.
La Piazza di San Pablo è tappa obbligatoria in questo percorso di arte e storia. Imponente è la chiesa di San Pablo con la sua portentosa facciata. Costruita nel XV secolo, vede l’incoronazione dei re di Castiglia: Doña Juana I, figlia dei Re Cattolici, e suo marito, Felipe el Hermoso. I tratti reali si riflettono anche nel Palazzo di Pimentel, che ha visto la nascita di Felipe II nel 1527 e il Palazzo Reale, a suo tempo il più sontuoso dei palazzi di Valladolid, residenza del re Carlos V e testimone di numerosi eventi importanti.
Nella stessa zona spicca uno degli edifici più belli della città: il Collegio di San Gregorio, fondato dalla regina Isabel La Cattolica come scuola di teologia. In questo edificio, nel 1550, si tenne la “Controversia de Valladolid”, dibattito storico sull’anima umana, la prima volta nella storia in cui si sollevò il valore dell’uguaglianza tra gli uomini. Oggi è la sede del Museo Nazionale di Scultura.
Cosa mangiare?
Ormai conquistato dall’eleganza di Valladolid e dalla sua profondità storica e culturale, il visitatore non può che perdersi ancora una volta tra i vicoli del centro, per esplorarne le tradizioni e l’aspetto gastronomico.
Valladolid è nota per la sua ricchezza gastronomica ed enologica. Le “tapas” hanno conferito fama internazionale alla gastronomia di Valladolid, detentrice del titolo di Capitale della Tapa. Basta dire che la città è sede ogni anno, a novembre, del Concorso Nazionale di Pinchos e Tapas, di carattere nazionale e internazionale, considerato il maggiore showcooking dal vivo del Paese.
La qualità delle proposte, l’ampia offerta e l’atmosfera amichevole che si respira nei bar rendono le tapas a Valladolid un’esperienza unica. Ce ne sono diverse zone di tapeo nei dintorni di Plaza Mayor, di Plaza Martí y Monsó, Portugalete, Universidad o San Martín. Si può passare dall’una all’altra a piedi e godersi la combinazione sensoriale tra gastronomia, vini dalle cinque denominazioni di origine che si uniscono nella provincia (D.O. Ribera del Duero, D.O. Rueda, D.O. Toro, D.O. Cigales e D.O. León) e patrimonio, poiché queste zone di tapas si trovano nel centro storico di Valladolid.
Il Mercato del Val risiede in un palazzo del XIX secolo e combina un mercato tradizionale (il più antico e conservato della città) con i gastrobar che sorprenderanno il più esigente dei palati. Qui il gourmet si sposa divinamente con le pietanze tipiche (per maggiore informazioni qui).
Il pezzo forte della cucina vallisoletana? Indubbiamente il lechazo, ovvero, l’agnellino arrostito in forno da legna con acqua e sale che sarà una delizia per i buongustai, accompagnato dalle molte varietà di pane artigianale. Come antipasto, è consigliato deliziarsi con una zuppa castigliana, piatto umile ma squisito, mantenuto da secoli. Nella nostra visita a Valladolid non dobbiamo dimenticare di assaggiare i famosi piatti di selvaggina, i formaggi, l’ampia varietà di legumi, i gustosi pinoli e la deliziosa offerta di dolci tipici, come i Mantecados de Portillo, las pastas empiñonadas e le tradizionali ciambelle all’anice. Una delizia invitante da non perdere.
Cosa fare?
Valladolid festeggia durante l’anno 2020 il centenario della nascita (1920-2020) di uno dei suoi più celebri scrittori, Miguel Delibes, Premio Nazionale di Letteratura nel 1955.
Perché non approfittare di questo momento per addentrarsi nel suo universo letterario attraverso l’itinerario “El Hereje” . Scopri Valladolid dallo sguardo di Cipriano Salcedo, protagonista dell’ultimo romanzo di Delibes, “El Hereje” (L’Eretico). Ci porterà attraverso le enclavi più storiche della città natale dello scrittore. Una trama di fantasia, ma con un background storico, che ci farà riflettere sulla tolleranza.
Uno dei polmoni della città è Campo Grande. Nel 1877, su iniziativa del sindaco Miguel Íscar, questo giardino storico romantico, raggiunse un’estensione di più di 115.000 m2. Vale la pena concedersi qualche minuto di contemplazione della sua flora e fauna, oltre ad alla maestosa ricchezza decorativa, busti e statue dedicati a illustri personaggi di Valladolid.
I musei della città sono un’altra attività degna di attenzione. Spiccano il Museo Nazionale di Scultura, che ha sede nel collegio di San Gregorio, è veramente un gioiello per gli amanti dell’arte. Questo splendido edificio spicca per la sua esposizione di sculture in legno policromo, la più grande al mondo, le cui opere sono realizzate da artisti come Alonso Berruguete e Gregorio Fernández, e si estende a due edifici nei dintorni, il Palacio de Villena e la Casa del Sol.
Il Museo di Arte Contemporanea Spagnola, ubicato nel Patio Herreriano, uno dei chiostri dell’antico Monastero di San Benito, del XIV secolo, conserva oltre 800 dipinti e sculture del XX secolo.
Per conoscere la città si possono anche realizzare le visite turistiche guidate organizzate dall’Ufficio del Turismo, consultando il sito www.info.valladolid.es; tour storici, notturni, sceneggiati, nonché una visita alla torre della cattedrale da dove si scorge una veduta mozzafiato di Valladolid dal punto più alto della città.
Valladolid è un’attiva città moderna con una spiccata qualità di vita, un patrimonio importante e una ricca agenda culturale per tutto l’anno. Se sei un amante delle due ruote, l’appuntamento di Pingüinos a gennaio è d’obbligo; migliaia di motociclisti da tutto il mondo si incontrano a Valladolid.
Il Festival Internazionale di Teatro e Arte di Strada (TAC) si svolge per le strade della città a maggio dove le migliori compagnie teatrali nazionali e internazionali mostrano il meglio del loro repertorio.
Perché non dedicare una sera ad uno spettacolo al Teatro Calderón? Ospita durante la stagione spettacoli di teatro, opera, zarzuela, danza, balletto, flamenco e jazz oltre ad essere la sede, a ottobre, della Settimana Internazionale del Cinema di Valladolid (SEMINCI) uno dei festival cinematografici più antichi e prestigiosi d’Europa. Un vero polo culturale in città.
Cosa comprare?
Senza dubbio uno dei prodotti tipici di Valladolid è il vino. Ribera del Duero, Rueda, Cigales … Con questi riferimenti, qualsiasi amante del buon vino non potrà privarsi del capriccio di acquistare un vino di Valladolid. I visitatori che amano il buon vino possono anche scegliere uno degli itinerari enoturistici e acquistarlo nelle cantine della provincia.
Lo shopping a Valladolid è anche un ottimo programma che può essere combinato con altre attività turistiche. Passeggiando per il centro storico possiamo scorgere negozi e boutique di tutti gli stili per goderci una giornata di shopping. L’opzione migliore è visitare il centro della città. Questo quartiere è costellato di negozi di abbigliamento, gioiellerie e negozi delle migliori marche e la sua vicinanza al centro città lo rende un’opzione perfetta.
Nei dintorni della Cattedrale, adiacente a via Fray Luis de León e Via Castelar, si trova il maestoso Pasaje Gutiérrez, del XIX secolo. È l’unica galleria commerciale della città e tra le poche costruite in Spagna. Entrare li è percorrere un’altra epoca.
Inoltre, puoi scommettere sulla sostenibilità consumando nei locali che compongono “L’Itinerario commerciale solidale e bio di Valladolid”, così come nei mercati storici della città. Fare shopping a Valladolid è una garanzia di fiducia.
Fonte: Ufficio Spagnolo del Turismo – Roma
Il robot gigante Gundam, simbolo della città di Tokyo, presenzierà all’inaugurazione delle prossime olimpiadi previste a luglio 2021
Il grande robot Gundam RX-78, alto 18 metri che sorvegliava la baia di Tokyo (Odaiba), ormai dismesso da un po’ di anni, sarà presente durante l’inaugurazione delle prossime Olimpiadi di Tokyo a luglio 2021.
Come per il 2016, questo gigantesco robot, sarà un simbolo importante per la città di Tokyo e per tutto il Giappone. Gli ingegneri giapponesi stanno lavorando al progetto per rendere una parte del Gundam, non più statica ma dinamica.
Ne vedremo delle belle da questi giapponesi…
Fonte: Viaggio in Giappone by J&W Travel
Perché andare di corsa? Per apprezzare al meglio l’Irlanda, i ritmi devono essere rilassati. Ecco 6 luoghi fantastici per prendersela comoda…
In barca nella regione dei laghi del Fermanagh
Uno dei modi migliori per vedere la meraviglia acquatica della regione dei laghi del Fermanagh? Su una chiatta. Fai una crociera sulle Blueways e perditi tra i laghi e i fiumi che ospitano segreti insospettati, come antiche isole monastiche, una completa di statue risalenti a 2.000 anni fa e un’altra dedicata all’allevamento dei maiali. Le isole sono 154, quindi prenditi tutto il tempo che ti serve.
Passeggiare nelle Mourne Mountains
Pochi luoghi in Irlanda sono più intensi delle Mourne Mountains nella contea di Down. Queste vette avvolte dalla nebbia sono tutte da scoprire e hanno ispirato musicisti, artisti e autori quali C.S. Lewis. Passeggia attraverso laghi cristallini, pendii ricoperti di erica e cotone di palude, e vista impareggiabile fino al Galles nelle giornate limpide.
Rifugiati nella serenità del Delphi Resort, Connemara
Fuga. Questo è il Delphi Resort. Nascosto ai piedi delle colline delle Mweelrea Mountains, tra muretti a secco e orchidee selvatiche che ricoprono il Connemara, questo resort propone ritmi lenti e delicati. Perditi lungo tour in bicicletta su tortuose stradine di campagna o pratica il kayak nelle tranquille acque del Killary Fjord. Una vera e propria oasi.
Fuggi a Mulranny, contea di Mayo
Mulranny, un tesoro nascosto sulla Wild Atlantic Way, è stata votata come Migliore destinazione d’Irlanda per il turismo responsabile, e non senza motivo. Vai a cavallo su spiagge immacolate, passeggia nell’indomito scenario montano del West Mayo o mettiti alla prova nella raccolta e nella degustazione di alghe. Cerchi una storia locale incredibile? Rockfleet Castle, Burrishoole Abbey e i vicini Céide Fields sono perle perfettamente preservate della lunga eredità dell’Irlanda nel corso del tempo. Rilassati, fai la conoscenza della gente del posto e apprezza le tradizioni della zona.
Tuffati nella Doolin Cave
È stata sufficiente una sola goccia d’acqua per dare inizio alla creazione della più grande stalattite dell’emisfero boreale. Al di sotto del paesaggio lunare del Burren, nella contea di Clare, i fiumi sotterranei hanno scavato un dedalo di grotte nel calcare. Una di queste meraviglie sotterranee, la Doolin Cave, presenta non soltanto la gigantesca stalattite e altre bizzarre formazioni, ma incoraggia anche l’ecoturismo e promuove il turismo sostenibile nella regione attraverso il proprio impegno alla conservazione e al non lasciare tracce.
Torna alla natura su Sheep’s Head
La costa occidentale dell’Irlanda ospita la Penisola di Sheep’s Head, uno dei tratti di spiaggia più incontaminati e tranquilli dell’intera isola. Parti come base da Bantry e percorri la Sheep’s Head Way lungo itinerari ricoperti d’erica, dove prevale un senso di pace. Potrai anche scoprire la scena dell’artigianato locale con un corso di incisione della pietra con Victor Daly, visitare le rovine di una scuola bardica a Dromnea e chiacchierare di miti e leggende con la vivace popolazione locale presso The Tin Pub di Ahakista.
Fonte: ireland.com
Perché andare di corsa? Per apprezzare al meglio l’Irlanda, i ritmi devono essere rilassati. Ecco 6 luoghi fantastici per prendersela comoda…
In barca nella regione dei laghi del Fermanagh
Uno dei modi migliori per vedere la meraviglia acquatica della regione dei laghi del Fermanagh? Su una chiatta. Fai una crociera sulle Blueways e perditi tra i laghi e i fiumi che ospitano segreti insospettati, come antiche isole monastiche, una completa di statue risalenti a 2.000 anni fa e un’altra dedicata all’allevamento dei maiali. Le isole sono 154, quindi prenditi tutto il tempo che ti serve.
Passeggiare nelle Mourne Mountains
Pochi luoghi in Irlanda sono più intensi delle Mourne Mountains nella contea di Down. Queste vette avvolte dalla nebbia sono tutte da scoprire e hanno ispirato musicisti, artisti e autori quali C.S. Lewis. Passeggia attraverso laghi cristallini, pendii ricoperti di erica e cotone di palude, e vista impareggiabile fino al Galles nelle giornate limpide.
Rifugiati nella serenità del Delphi Resort, Connemara
Fuga. Questo è il Delphi Resort. Nascosto ai piedi delle colline delle Mweelrea Mountains, tra muretti a secco e orchidee selvatiche che ricoprono il Connemara, questo resort propone ritmi lenti e delicati. Perditi lungo tour in bicicletta su tortuose stradine di campagna o pratica il kayak nelle tranquille acque del Killary Fjord. Una vera e propria oasi.
Fuggi a Mulranny, contea di Mayo
Mulranny, un tesoro nascosto sulla Wild Atlantic Way, è stata votata come Migliore destinazione d’Irlanda per il turismo responsabile, e non senza motivo. Vai a cavallo su spiagge immacolate, passeggia nell’indomito scenario montano del West Mayo o mettiti alla prova nella raccolta e nella degustazione di alghe. Cerchi una storia locale incredibile? Rockfleet Castle, Burrishoole Abbey e i vicini Céide Fields sono perle perfettamente preservate della lunga eredità dell’Irlanda nel corso del tempo. Rilassati, fai la conoscenza della gente del posto e apprezza le tradizioni della zona.
Tuffati nella Doolin Cave
È stata sufficiente una sola goccia d’acqua per dare inizio alla creazione della più grande stalattite dell’emisfero boreale. Al di sotto del paesaggio lunare del Burren, nella contea di Clare, i fiumi sotterranei hanno scavato un dedalo di grotte nel calcare. Una di queste meraviglie sotterranee, la Doolin Cave, presenta non soltanto la gigantesca stalattite e altre bizzarre formazioni, ma incoraggia anche l’ecoturismo e promuove il turismo sostenibile nella regione attraverso il proprio impegno alla conservazione e al non lasciare tracce.
Torna alla natura su Sheep’s Head
La costa occidentale dell’Irlanda ospita la Penisola di Sheep’s Head, uno dei tratti di spiaggia più incontaminati e tranquilli dell’intera isola. Parti come base da Bantry e percorri la Sheep’s Head Way lungo itinerari ricoperti d’erica, dove prevale un senso di pace. Potrai anche scoprire la scena dell’artigianato locale con un corso di incisione della pietra con Victor Daly, visitare le rovine di una scuola bardica a Dromnea e chiacchierare di miti e leggende con la vivace popolazione locale presso The Tin Pub di Ahakista.
Fonte: ireland.com