Il Gruppo Xaluca, dal 21 settembre, è pronto a dare nuovamente il benvenuto ai turisti nel Marocco del Sud.
Grup Xaluca non ha bisogno di presentazioni. La migliore accoglienza turistica nel sud del Paese porta il suo nome!
Un gruppo familiare che offre servizi di qualità nei suoi numerosi hotel e campi tendati situati in una vasta area nel sud del Paese, dove si vive una profonda esperienza immersiva nel deserto a contatto con le tradizioni del territorio all’insegna di una perfetta organizzazione e confort.
L’accoglienza di Grup Xaluca è attenta a garantire un approccio graduale ed empatico con il deserto, in totale sintonia con i ritmi scanditi dall’ambiente. Pone il turista al centro dell’esperienza tanto da personalizzarla e modellarla spingendosi oltre le aspettative del cliente.
In questi giorni ha sottolineato il suo impegno con il seguente messaggio: “Il gruppo Xaluca apre di nuovo le sue porte in modo che si possa continuare a godere del sud del Marocco. Dal 21 settembre 2020, gli hotel del Gruppo Xaluca riapriranno i battenti per far sentire i clienti di nuovo a casa.
Tutto il gruppo è stato molto impegnato nell’investire nelle trasformazioni necessarie affinché il ritorno in Marocco avvenga nelle migliori condizioni possibili.
L’intero team del Grup Xaluca ringrazia ancora per la fiducia e spera di vedere i propri clienti al più presto nelle loro strutture”.
Partendo da Erfoud, conosciuta come la “porta del deserto”, nello splendido Kasbah Hotel Xaluca si percepisce immediatamente uno spirito di avventura, poiché è frequentato da numerosi sportivi che giungono con moto da enduro e auto da rally per concedersi eccezionali emozioni sulla famosa pista della Parigi-Dakar. Grazie alle sue caratteristiche distintive uniche, l’hotel abbina l’architettura tradizionale marocchina delle kasbah a confort moderni con un’eccezionale spa e proposte di gastronomia tipiche regionali ed internazionali.
Difficile resistere alla tentazione di fare un giro in quad tra le dune di sabbia dorata accese dai raggi del sole che tramonta alle spalle della proprietà!
Spesso si incontrano attori noti che scelgono il Kasbah Hotel Xaluca per rilassarsi dopo giornate trascorse a filmare nel Sahara. Molti film famosi sono stati girati in questa straordinaria location.
Le maestose dune dell’Erg Chebbi si raggiungono a bordo di fuoristrada 4×4. Esperti autisti seguono percorsi apparentemente invisibili attraverso un terreno roccioso che improvvisamente si trasforma in sabbia fine.
Le iconiche dune sono plasmate dal vento e si evolvono, si increspano e si tingono di colori che cambiano in base ai capricci del sole. Durante la passeggiata a dorso di dromedari, l’emozione è enfatizzata dal silenzio e dall’inaspettata sensazione di vuoto ricco di fascino e di energia capace di riempire l’anima. Seduti sulla sommità della duna, orgogliosamente conquistata, si assiste al tramonto che assume un significato diverso rispetto a tutti gli altri visti precedentemente. Quando l’ultimo cenno di luce svanisce, il deserto si spegne per permettere al cielo stellato di diventare il vero protagonista.
Trascorrere una notte in un campo tendato del Grup Xaluca è highlight del viaggio
Circondati dalle luci tremolanti delle candele, ogni passo viene attutito da innumerevoli tappeti che tracciano il percorso tra lussuose tende, rivestite internamente di lana di dromedario e meravigliosamente arredate con cenni etnici della tradizione nomade. Dopo una cena tipica, allietata da musicisti di discendenza subsahariana, tutte le luci vengono spente… l’appuntamento è con le stelle! La bellezza del cielo del Sahara è nota, ma contemplarlo sdraiati su un tappeto circondati dal nulla, ha un impatto emotivo notevole. Si vedono numerose stelle cadenti attraversare la volta celeste e si vive l’illusione che i desideri espressi si avverino durante una notte travolgente.
All’alba il sole nutre nuovamente il paesaggio ondulato circostante che prende calore, vivacità e vigore.
Dopo lo straordinario campo tendato, il Kasbah Hotel Tombouctou è un’oasi di confort nel cuore del deserto dell’Erg Chebbi. Una tappa irresistibile in una struttura prestigiosa costruita con materiali naturali e un’architettura in linea con l’essenza delle costruzioni tradizionali, perfettamente in armonia con l’ambiente.
Tra gli hotel del Grup Xaluca, una menzione particolare va riservata all’hotel Xaluca Dades. È come vivere un sogno tra le montagne dell’Alto Atlante. Situato ad un’altitudine di 1612 metri, l’hotel domina la splendida valle di Dades, costellata di villaggi berberi mimetizzati nei colori rossastri della natura. La piscina esterna, con Jacuzzi, riflette i colori del cielo ed è incastonata nel terrazzo che ospita il solarium e una zona dedicata al relax.
L’hotel è squisitamente arredato con materiali provenienti da diverse zone africane ed offre scorci panoramici straordinari. La spa e l’hammam, la zona per il fitness, un campo da tennis e un’area dedicata alle bocce, insieme ad una ristorazione d’eccellenza, sono ingredienti fondamentali per una vacanza appagante.
Il Grup Xaluca ha in serbo progetti che prevedono nuove strutture, attualmente in costruzione, in zone straordinariamente belle e ricche di storia.
Foto: xaluca.com
Sin dalla sua inaugurazione nel 1888, l’Hotel Del Coronado ha ospitato presidenti, reali e forse i più famosi scrittori
L. Frank Baum rimase in albergo mentre scriveva parte della sua serie Il mago di Oz. Ha anche progettato il famoso lampadario nella famosa Crown Room dell’hotel
L ‘”Hotel Del”, come è noto alla gente del posto, si trova proprio di fronte a San Diego. È uno dei pochi esempi sopravvissuti di un genere di architettura americano, il resort balneare vittoriano in legno. Lo si può considerare come l’ispirazione per il Grand Floridian di Disney World. È un monumento storico nazionale e la seconda struttura in legno più grande degli Stati Uniti.
L’hotel è noto per molte cose, incluso il famoso fantasma di Kate Morgan; il primo albero di Natale al mondo illuminato elettricamente per esterni; e il suo ruolo nei film A qualcuno piace caldo, con Marilyn Monroe e Tony Curtis, e The Stunt Man con Peter O’Toole e Steven Railsback. Il resort era considerato una meraviglia della struttura tecnologica nei primi anni, e sia Nikola Tesla che Thomas Edison contavano tra i suoi ospiti.
Oggi, l’Hotel del Coronado ha sia l’edificio originale che un’ala più recente, ma la Crown Room e altre stanze molto note risalenti ad epoche passate rimangono intatte e congelate nel tempo.
Per raggiungere l’hotel, si attraversa il San Diego-Coronado Bay Bridge, che è un incredibile ponte che presenta una curva a 90 gradi nel suo punto centrale. Un’altra opzione è prendere il traghetto che parte ai piedi di Broadway a San Diego.
Fonte: www.atlasobscura.com
La Malesia è una delle mete più esotiche che si possano immaginare
Non è un Paese come gli altri. Qui la natura quasi primordiale la fa da padrona. La meravigliosa foresta pluviale e le tante isole dalle sabbie chiare e l’acqua dalle mille sfumature di turchese ci riportano indietro di secoli
Se poi si sceglie di trascorrere una vacanza su una delle isole (“Pulau”) sembrerà davvero di essere stati catapultati nel paradiso terrestre. In Malesia ve ne sono tantissime. Solo sulla costa Est se ne trovano di bellissime. Come le Perenthian, Tioman, Redang (che sono anche le maggiori per dimensioni) e poi Tenggol, Lang Tengah e Kapas.
Le isole della costa orientale della Malesia non sono solo spiagge, fondali meravigliosi e mare cristallino, ma anche fitte foreste pluviali, eredità storiche, villaggi di pescatori dove la vita scorre ancora lenta e semplice e naturalmente bellissimi resort. Ciascuna isola ha le proprie caratteristiche e la propria atmosfera.
Le due isole che formano le Perenthian sono a soli a 20 km dalla costa. Qui non ci sono grosse catene alberghiere, ma comunque resort esclusivi di minori dimensioni e anche sistemazioni per i backpacker. Alcuni visitatori scelgono l’isoletta di Kecil, la più piccola e low cost dove la vita sociale è vivace; altri preferiscono Besar, per l’atmosfera tranquilla, i silenzi della natura e sistemazioni di livello superiore. Perenthain è probabilmente il posto migliore dove prendere la licenza da subacqueo e dove soggiornare se siete amanti dello snorkeling, che potete facilmente fare non appena uscite dal resort e attraversate la spiaggia di fine sabbia bianca.
Il gruppo di isole che forma Redang, invece, è più lontano ed è situato all’interno di un parco marino protetto. Redang è conosciuta per la bellezza delle spiagge immacolate (su quella di Pasir Mak Kepit si narra che sia ancora possibile sentire il profumo lasciato da una leggendaria principessa vissuta nel passato), per la natura e i resort di lusso, molti dei quali appartengono a catene internazionali. L’isola attrae diver e appassionati di avventure eco-sostenibili (per esempio nella nursery delle tartarughe marine) oltre che di amanti del puro relax. Lussureggianti foreste color smeraldo coprono Redang, dalle cui morbide colline si possono avere bellissimi scorci del mare del Sud della Cina.
Tioman è l’isola più grande di un arcipelago che include anche Seri Bulat, Sembilang, Tulai, Chebeh, Labas, Sibu and Renggis. Tioman si trova a circa 60 km dalla costa, nello stato federale di Pahang. Come Perenthian e Redang è conosciuta per i suoi meravigliosi fondali e per le innumerevoli possibilità di fare diving e snorkeling. Se paragonata alle altre due isole, la stretta Tioman appare piacevolmente meno sviluppata e in gran parte coperta da una fitta giungla, senza infrastrutture invasive, grosse strade e hotel di grosse dimensioni. Tioman si attraversa principalmente a piedi, con sentieri e percorsi che collegano piccole spiagge paradisiache e villaggi. È, infatti, riconosciuta come una delle più belle isole del mondo, con una natura rigogliosa, cervi, scimmie, iguane e una ricchissima fauna marina. Tioman possiede acque cristalline azzurre e color smeraldo, eccellenti per lo snorkeling. Inoltre, Tioman offre la possibilità di venire a contatto con usi e costumi locali: ogni villaggio (i maggiori sono Salang, Tekek, Genting, Paya e Juara) ha il suo charme e la sua autenticità e sicuramente merita di essere visitato. Per gli amanti delle ascensioni su roccia è possibile scalare le ripide rocce granitiche che sorgono in mezzo alla giungla
Pulau Tenggol è una piccola isola ed è una destinazione meno nota rispetto alle tre isole citate precedentemente. I suoi fondali sono allo stesso modo ottimi per il diving, con oltre 20 spot per le immersioni. Qui le correnti sono più forti ed è per questo che Tenggol viene consigliata a subacquei con esperienza piuttosto che ai principianti. Sull’isola ci sono anche diversi sentieri per un light trekking e ovviamente spiagge dove semplicemente sdraiarsi al sole. Pochi i resort sull’isola e fatti da tipiche capanne di legno sulla spiaggia raggiungibili solo dal mare
Anche Lang Tengah è un’isola molto piccola. L’unico modo per raggiungerla è via mare da Merang. L’isola può essere circumnavigata in soli dieci minuti e le sue spiagge sono molto strette, quindi senza un ampio entroterra. Come per Tenggol, le ridotte dimensioni dell’isola l’hanno preservata dalla costruzione di grossi resort, che infatti sono pochi e inseriti perfettamente nel contesto naturale.
Piccolissima è anche Kapas e, come per le altre isole minori, la sua caratteristica è l’atmosfera intima e tranquilla dove i soli rumori che si sentono sono quelli delle onde e del vento che scuote le palme. Le sue spiagge sono bianche e immacolate e le acque trasparenti sono casa di un’incredibile fauna marina fatta di coralli, pesci multicolori e tartarughe. Anche a Kapas è facile praticare diving e snorkeling ovviamente, oltre al windsurf, alla vela e la pesca. Le strutture sono limitate ma è possibile trovare soluzioni per ogni budget.
Due importanti informazioni per chi decide di visitare queste isole: si raggiungono facilmente con i traghetti che partono dalla costa, a loro volta ben collegata a Kuala Lumpur, dove si trova l’aeroporto internazionale. Ma la cosa più importante da tenere a mente è che sulla costa Est da ottobre a marzo soffia il monsone pertanto in questo periodo i resort sono chiusi.
Fonte: siviaggia.it
La collezione Ocean Hotels a Barbados ha in programma di debuttare in un nuovo resort di lusso all-inclusive sulla spiaggia alle Barbados il prossimo anno
Il nuovo O2 Beach Club dovrebbe debuttare nel giugno 2021, con 130 camere e suite su una bellissima spiaggia sulla costa meridionale delle Barbados.
Si tratta di una rivisitazione ed espansione dell’esistente hotel Ocean Two nel famoso St Lawrence Gap delle Barbados.
È l’ultima trasformazione per Ocean Hotels, che di recente ha debuttato con il rinominato Sea Breeze Beach House.
I servizi del resort includeranno tre piscine (due delle quali solo per adulti), sei punti ristoro, sette bar (di cui due swim-up bar, un roof deck e un bar aperto fino a tarda notte) e un centro benessere completo.
Ci sarà un’ala separata per soli adulti.
La struttura avrà anche una palestra aperta 24 ore su 24, una sala per adolescenti e un roof deck all’ottavo piano.
L’hotel include molti servizi, dal servizio in piscina e in spiaggia a lezioni giornaliere e al Wi-Fi gratuito.
Tutti gli ospiti dell’O2 avranno accesso “illimitato” ai pasti presso la Sea Breeze Beach House.
Tutto questo insieme ai nuovi protocolli di salute e sicurezza StaySafe di Ocean Hotels.
“Dal momento in cui arrivi ti sentirai come se fossi appena diventato un membro VIP in uno dei beach club più cool delle Barbados”, ha detto in una nota Ocean Hotels.
Il portafoglio di Ocean Hotels alle Barbados comprende anche l’hotel South Beach, anch’esso sulla costa meridionale.
Fonte: www.caribjournal.com
Scoperte 13 bare intatte e sigillate dell’Antico Egitto vecchie più di 2500 anni
Secondo una dichiarazione rilasciata su Facebook dal Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano, gli archeologi hanno scoperto un pozzo sepolcrale nella necropoli di Saqqara che conteneva 13 bare intatte e sigillate risalenti al periodo dell’Antico Egitto. Si tratta di un pozzo sepolcrale profondo più di 11 metri che contiene diverse bare di legno colorate appoggiate l’una sull’altra.
Le bare, che risalgono più di 2500 anni fa, sono state scoperte nella necropoli di Saqqara, una città situata nel mezzo del deserto. La caratteristica più interessante della scoperta sta proprio nel fatto che tutte le tombe risultano sigillate e conservate benissimo tanto che si possono ancora notare le forme e i disegni dipinti sul legno a distanza di 25 secoli.
Secondo gli esperti è molto probabile che le stesse bare siano state sigillate e chiuse ermeticamente nel momento della collocazione nella stessa fossa.
Per il momento ne sono state trovate 13 ma gli esperti sono convinti che il numero di bare ancora sigillate sia superiore.
Nella stessa fossa sono state trovate anche due nicchie, poste a entrambi i lati del pozzo, all’interno delle quali i ricercatori hanno trovato diversi manufatti.
Le identità delle persone sepolte nelle bare sono ancora sconosciute ma già si tratta della più importante scoperta riguardante bare sigillate risalenti all’Antico Egitto mai effettuata. Secondo i ricercatori, in ogni caso, le persone sepolte in queste bare dovevano essere personaggi importanti, probabilmente appartenenti a caste nobiliari.
L’area di Saqqara ha visto importanti e numerose scoperte a livello archeologiche effettuate negli ultimi anni ed una delle più importanti è stata la scoperta della Tomba di Wahty nonché quella di numerose mummie animali, tra cui uccelli, un vero e proprio cimitero degli animali scoperto nell’aprile del 2018.
Fonte: notiziescientifiche.it
La forma stravagante dell’edificio che ospita una banca è stata ispirata dal giocattolo di un bambino
Alla fine degli anni ’70, l’architetto THAI Sumet Jumsai fu contattato dalla Bank of Asia. La banca stava cercando un progetto per la sua nuova sede a Bangkok, qualcosa che riflettesse l’informatizzazione del settore bancario. Per molto tempo Sumet si concentrò per trovare un design adatto. Ma poi suo figlio entrò nel suo studio portando un robot giocattolo e l’ispirazione fu immediata.
Attività bancarie e divertimento generalmente non si mescolano. In Thailandia, tuttavia, il divertimento fa parte dello stile di vita, un venerato ethos noto come sanuk. Forse per questo motivo la Bank of Asia fu così compiaciuta dalla proposta di Sumet che iniziò con entusiasmo la costruzione del Robot Building.
Completato nel 1987 con un costo di 10 milioni di dollari, l’edificio di 20 piani era inizialmente l’edificio più alto nel principale quartiere commerciale di Sathorn. E anche se ora non domina più l’orizzonte, rimane una delle torri più riconoscibili della città.
I piani dell’edificio diminuiscono di superficie ad intervalli regolari, creando il “corpo” del robot. Due finestre rotonde nella parte superiore (la testa) assomigliano a bulbi oculari con le palpebre, conferendo al robot un aspetto simile a un cartone animato, e leggermente assonnato. Per completare l’effetto, Sumet aggiunse delle antenne sul tetto, che fungono sia da pali di comunicazione che da parafulmini, mentre i lati dell’edificio sono adornati con grandi dadi dall’aspetto metallico.
L’edificio è stato successivamente selezionato dal Museum of Contemporary Art di Los Angeles come uno dei 50 edifici fondamentali del secolo. Ha i suoi detrattori, ovviamente, ma poi chi non li ha? E per molte persone, specialmente quelle non sopraffatte dal cinismo, l’idea di avere un gigantesco robot giocattolo in piedi nel mezzo di una città è semplicemente divertente. Anche se contiene un intero gruppo di banchieri.
Il Robot Building si trova in 191 South Sathorn Road nel distretto di Sathorn a Bangkok. Attualmente è occupato dalla United Overseas Bank (che ha acquisito la Bank of Asia nel 2005) e funge da quartier generale di Bangkok. Puoi arrivarci prendendo la BTS Skytain a Chong Nonsi, che si trova a pochi passi dall’edificio. Puoi anche vederlo mentre viaggi sullo Skytrain. Lo vedrai sulla tua sinistra subito dopo aver lasciato la stazione di Chong Nonsi se sei sulla linea Silom in direzione di Saphan Taksin, o sulla tua destra dopo aver lasciato la stazione di Surasak da Saphan Taksin in direzione di Siam o National Stadium.
Fonte: atlasobscura.com
In Marocco, il golf è più che uno sport: è una tradizione! Più di 40 campi disponibili!
Da oltre un secolo, spuntano campi da golf in tutto il Paese. Attualmente ce ne sono 37, che offrono le condizioni ideali per assecondare la tua passione, tra bellissimi scenari e con accesso alle infrastrutture più moderne.
Fino agli anni ’70, il Marocco aveva solo una manciata di corsi nelle città di Tangeri, Mohammedia e Marrakech; oggi, più di 40 corsi sono offerti da nord a sud e da est a ovest del Marocco. Questo lo rende l’unico Paese della regione MENA (Medio Oriente, Nord Africa) ad avere così tanti campi da golf. Al sole, ai piedi delle montagne dell’Atlante, sulle rive del Mediterraneo o dell’Atlantico o vicino a città ricche di cultura.
Nel nord, il Mediterraneo si profila all’orizzonte mentre tiri il tuo drive. A Tetouan, Lixus e Tangeri, camminerai all’ombra di pini e abeti e costeggerai sentieri delimitati da fiori.
Sulla costa atlantica e nelle zone interne, il golf è un’esperienza abbastanza differente. Qui sport e cultura si mescolano. A Meknes, il campo segue le mura della città ed è godibile giorno e notte grazie alla presenza dei fari. I campi in Marocco sono perfettamente armonizzati con l’ambiente naturale circostante. Se punti in alto, prova lo spettacolare campo di Mazagan, che presenta sfide impegnative anche ai golfisti più esperti.
A Marrakech, lo scenario cambia: bunker, fairway e green si dispiegano sulle colline alle pendici dell’Atlante. L’orizzonte frastagliato è a tratti interrotto dalla piacevole visione di palmeti.
Infine, nell’estremo sud, Agadir è sede di campi fastosi. Goditi il sole tra le dune e lasciati incantare dalla vegetazione circostante, mentre pratichi il tuo hobby preferito in quello che possiamo certamente definire il paradiso in terra.
Cosa aspetti? Vai in Marocco a segnare i tuoi punteggi migliori!
Fonte: www.visitmorocco.com/it
Autunno nella regione del Great American West avvistando ed ascoltando i cervi Wapiti in amore
L’autunno nella regione del Great American West è caratterizzato in molti modi: la brina sull’erba di prima mattina, il fruscio delle foglie scintillanti dei pioppi tremuli, i laghetti montani con un contorno di ghiaccio, Colori ed odori forti, ma niente di così ammaliante quanto il bramito del cervo americano, Cervus alaphus. Parlando correttamente, questi animali sono chiamati Wapiti nome di derivazione degli nativi Shawnee, che significa “cervo bianco” riferendosi al manto chiaro primaverile, “sbiancato”. Il cervo è stato storicamente importante per i nativi americani fornendo cibo, abbigliamento, armi, decorazioni, strumenti, spiritualismo e mezzo di scambio. Durante l’accoppiamento autunnale, un cervo maschio dominante raccoglie un harem di femmine, e tramite il proprio bramito esercita le alte frequenze per attrarre le femmine e accoppiarsi. I maschi difendono il loro harem confrontandosi in veri e propri duelli a cornate con altri maschi, strofinando il palco di corna su alberi e arbusti e stabilendo così una gerarchia di dominio tra gli altri maschi all’interno del loro territorio. Uno spettacolo della natura che è una fascinazione quasi interamente uditiva. Il suono di un cervo maschio adulto americano è qualcosa che attira molti visitatori nei PARCHI NAZIONALI dello YELLOWSTONE e del GRAND TETON come in altri luoghi del Great American West ove la natura sprigiona la sua forza ogni autunno, perché è un’esperienza memorabile. Lo Yellowstone National Park (YNP) ospita senza dubbio la più grande mandria di cervi di circa 6 mila capi che migrano nei diversi periodi dell’anno. Ogni autunno, a partire da metà agosto da alcuni anni, i wapiti entrano nella loro stagione riproduttiva che continua per circa un mese, e quel mese è tipicamente settembre, con la metà del mese che segna il picco della fase dell’accoppiamento. A volte si estende fino a ottobre tanto che il bramito del cervo maschio si sente a gran voce fino a metà ottobre. Lungo il fiume Madison all’interno del parco dello Yellowstone, in particolare, settembre è un mese in cui si può vedere la stagione dell’accoppiamento dei cervi in pieno svolgimento. Qui, alcuni dei migliori fotografi del mondo si riuniscono ogni anno per scattare foto dopo foto dei cervi maschi e dei loro harem. Tipicamente in questo periodo dell’anno, un grosso cervo maturo tiene a bada e domina una mandria fino a trenta o più femmine, la metà delle quali sono in ottime condizioni per il primo accoppiamento.
Nel MONTANA centrale e nord-orientale – a meno di un’ora d’auto da Lewistown – il Charles M. Russell National Wildlife Refuge si estende per più di un milione di ettari lungo il fiume Missouri. Ogni autunno, quando i pioppi lungo il “Big Muddy” diventano gialli nella fresca aria autunnale, i wapiti del Missouri River Breaks mettono in scena un grande spettacolo. La Slippery Ann Elk Viewing Area vede centinaia di cervi durante il picco dell’accoppiamento. Il cervo maschio emerge dai salici lungo il Missouri per competere per le femmine, spesso scontrandosi in modo drammatico con un altro esemplare maschio, antagonista. La scena lungo il fiume sembra più o meno la stessa oggi così come nel 1805 debbono averla ammirata i membri della spedizione di Lewis e Clark durante l’avventurosa ricerca del Passaggio a Nord-Ovest. I cervi si radunano a Slippery Ann da ormai più di 100 anni. Dei circa 5.000 cervi che popolano la riserva Russell, è attestato che 500 cervi possono frequentare la zona a settembre. Il numero dei cervi a Slippery Ann rimane alto fino ad ottobre.
Il momento migliore per vedere il cervo in amore a Slippery Ann è tra le 17 e le 20 e – curiosamente – il maschio arriva a perdere il 30% del suo peso corporeo durante la stagione in calore poiché non ha la possibilità di mangiare e bere molto data l’intensità della sua attività! A Missoula invece, la Rocky Mountain Elk Foundation ha un centro con esposizioni divertenti e interattive, mostre che invitano ad apprendere di più sul cervo americano, il proprio territorio e il ruolo che gioca la fondazione nella conservazione della specie. Si scopre la variegata fauna selvatica che dimora nel territorio dei cervi, si esplora il ruolo che tutti noi giochiamo nella conservazione dell’habitat e ci si connette con il ricco patrimonio che rende lo spazio all’aperto così importante per tanti di noi. Lungo il percorso si ascolta il bramito del cervo, si mette alla prova la propria conoscenza della fauna selvatica, si impara ad identificherai le tracce degli animali, si valuta il peso di un corno di cervo e ci si intrattiene con filmati sulla conservazione della fauna selvatica. Altri punti salienti includono un’impressionante esposizione di trofei di cervi, il negozio di souvenir e il sentiero all’aperto per una passeggiata. Nella zona del Greater Yellowstone la migrazione della fauna selvatica è ben nota e proprio la Paradise Valley del Montana, nel sud-ovest dello stato, è una zona importante per la sopravvivenza della famosa mandria di Northern Elk dello Yellowstone e per una popolazione di wapiti residenti – la Paradise Herd (Mandria del Paradiso) – che si sposta tra le terre pubbliche di montagna sul versante settentrionale della valle. In questo quadro rurale sono ben radicate le tradizioni dei ranch, le splendide vedute e la svariata gamma di svaghi ricreativi nell’accesso settentrionale del parco nazionale. La Paradise Valley è circondata dal patrimonio forestale che protegge una varietà di fauna selvatica, tra le quali spicca il cervo oltre ad altre specie ed una crescente presenza di lupi grigi e orsi grizzly.
Quale parte dell’ecosistema naturale, i wapiti appartengono anche al NORTH DAKOTA. Una volta il cervo americano era nativo delle Badlands del North Dakota ma scomparve dalla regione alla fine del 1800 essendo un alimento base per le prime civiltà. Quando Theodore Roosevelt arrivò nelle Badlands negli anni 1880, pochi cervi erano rimasti in questa zona del paese. Anche se Roosevelt chiamò il suo Elkhorn Ranch come le corna ad incastro trovate in loco, era difficile trovare esemplari vivi. “Questo maestoso e splendido cervo, il più nobile del suo genere… sta svanendo rapidamente”, scrisse nel 1880. Alla fine del secolo non si trovavano più cervi nelle Badlands. Il Theodore Roosevelt National Park reintrodusse il cervo nelle Badlands del North Dakota nel 1985. Dopo la reintroduzione, la popolazione dei wapiti è cresciuta significativamente a causa del foraggio produttivo, dell’habitat favorevole e dell’assenza di predatori naturali. I visitatori della South Unit del parco nazionale hanno l’opportunità di vedere cervi, molto più frequenti rispetto alla North Unit. Gli animali possono essere difficili da individuare, e il fattore chiave non è dove ma quando. Come la maggior parte dei mammiferi da pascolo, i cervi sono comunemente visibili proprio accanto alle così dette “città dei prairie dog”, le tane dei roditori. Il momento migliore per cercarli è all’alba e al tramonto, in quanto di solito rimangono nascosti in aree boschive durante gran parte della giornata. La popolazione dei cervi in North Dakota è presente anche nella zona della Killdeer Mountain con esemplari che si presume siano scappati dalla Fort Berthold Indian Reservation. Queste montagne del nord-ovest dello stato presentano grandi sinuose colline, folti cespugli e prati erbosi, proprio il tipo di terreno che i cervi amano. Chiamate dai nativi indiani TAH-KAH-O-KUTY, “il luogo in cui uccidiamo i cervi” sorgono sopra le pianure a nord della città Killdeer. Sul lato occidentale della catena si trova un rifugio per cervi, alci, pecore bighorn, fagiani, galli cedroni, tacchini selvatici e antilopi. La Killdeer Mountain Four Bears Scenic Byway di un centinaio di km. offre un paesaggio unico ed incantevole in una delle zone più scenografiche del North Dakota occidentale che riunisce la Killdeer Mountain e le Badlands.
Anche nel SOUTH DAKOTA ci sono prove che il wapiti vagava per le sue terre 35.000 anni fa. Gli indiani delle pianure li cacciavano per la carne e la pelle, creavano ornamenti dai denti, modellavano strumenti da ossa e palchi di corna e palchi per fare medicine. Lewis e Clark, nel 1804 e nel 1806, trovarono cervi del Manitoban nelle praterie lungo il fiume Missouri, ma 75 anni dopo pochi esemplari rimasero nelle pianure. I cercatori d’oro nel 1876 trovarono le Black Hills ricche di cervi del Manitoban, ma nel giro di una decina d’anni scomparvero. Tra il 1911 e il 1920, 200 cervi delle Montagne Rocciose (di colore più chiaro del Manitoban e con corna più grandi ma corpi leggermente più piccoli) furono trapiantati dalle Teton e Yellowstone alle Black Hills. Essi prosperarono e furono l’inizio dell’attuale mandria delle Black Hills che ne conta più di 2.000. La caccia con l’arco e il fucile riesce a mantenere costante e monitorata la dimensione del branco, grazie ai comuni sforzi del Dipartimento di Stato di Caccia, Pesca e Parchi, lo U.S. Forest Service e la Rocky Mountain Elk Foundation che lavorano insieme per il benessere del branco e per migliorare l’habitat. Ed è proprio a settembre che i ranger del Wind Cave National Park offrono programmi guidati durante diverse serate alla settimana per ascoltare questo affascinante rituale dell’accoppiamento con il bramito d’accompagnamento. Il cervo americano o wapiti é la più grande specie di cervo di questo parco nazionale situato nel sud-est delle Black Hills del South Dakota e che si estende in 28.295 ettari di prati con una prateria di erba mista e foreste di pino di Ponderosa (Pinus Ponderosa). Il parco ospita una varietà di fauna selvatica nativa oltre ai cervi, tra cui bisonti (Bison bison), antilopi pronghorn (Antilocapra americana), cervi (Odocoileusspp), coyote (Canis latrans) e cani della prateria coda nera (Cynomys ludovicianus). Anche qui i cervi americani furono reintrodotti tra il 1914 e il 1916.
L’autunno porta un vivace spettacolo di colori nel territorio di Yellowstone Teton dell’IDAHO orientale. Con le foglie che cambiano a settembre e all’inizio di ottobre, è un ottimo momento per stare all’aria aperta e immergersi nella bellezza della natura e dei suoi paesaggi. La valle inizia a raffreddarsi in autunno, ma ci sono ancora un sacco di attività all’aperto accessibili per goderne a pieno: pesca, gite a cavallo, hiking. I suoni del bramito dei cervi rimbalzano attraverso le colline: assistere all’accoppiamento è un evento speciale. Si suggerisce di trascorrere almeno qualche giorno esplorando l’Idaho orientale in autunno, poiché è in grado di far innamorare per tutte le meraviglie naturali che preserva. L’Idaho orientale è una porta d’ingresso al Parco Nazionale di Yellowstone, il che significa che questa regione da sempre rappresenta l’avventura. Soggiornarvi è anche sperimentare le sue acque fluviali di pesca a mosca famose a livello mondiale, inoltrarsi in escursioni nelle pinete e prati di lupini. Le cittadine di Driggs, Victor e Tetonia, che sorgono tranquille sul lato occidentale delle montagne Tetons, sono destinazioni pittoresche per chi ama esplorare e cercare ricreazione all’aperto senza la folla dei turisti. Il soggiorno al Teton Mountain Ranch è abbastanza speciale durante i mesi autunnali con i cervi maschi in fase di corteggiamento nelle vicinanze. Dal ranch si può sentire loro bramito, ma – per un’esperienza davvero speciale – si può sempre prendere in considerazione di partecipare ad un tour d’avvistamento dei cervi, disponibile da giugno fino alla fine di settembre. Il rituale dell’accoppiamento del cervo è un periodo intenso dell’anno per ammirare una testimonianza della natura, quando i cervi maschi si sfidano l’un l’altro ed eseguono molti altri rituali di accoppiamento. Durante un Elk Tour si è trasportati in modo sicuro vicino a una mandria di cervi per un incontro ravvicinato. Guidare intorno Palisades Reservoir in autunno offre paesaggi veramente spettacolari: in un unico luogo idilliaco è possibile ammirare ogni colore autunnale, in genere fino alla fine di settembre e agli inizi di ottobre. In giro in auto o in moto si snoda intorno al lago, offrendo molte soste per scattare una foto del fogliame sui fianchi delle montagne circostanti. I fotografi sanno che l’alba è il momento migliore per fotografare i colori vicino al lago. All’alba, il sole sorge da dietro le montagne e getta un bel bagliore attraverso il lago e anche la fauna selvatica tende ad essere più attiva nelle ore del mattino. Per i pescatori avidi, l’autunno (come la primavera) è uno dei periodi migliori per la pesca lacustre, poiché le temperature si rinfrescano e i pesci sono più attivi.
Denver (Colorado) è la porta d’accesso ufficiale all’immensa regione del Great American West.
Fonte: The Great American West – Italia
Research shows the protected bay on Oʻahu has been recovering since the state shutdown in March
The protected marine bay in East Honolulu on Oʻahu closed to visitors on March 18 and still hasn’t reopened. (Other city beaches had reopened since, but the bay remained closed this whole time because visitors are required to watch an educational video before entering the park and there was no way to manage proper social distancing.) And since then researchers have been able to study the impact humans have had on the bay’s diverse marine life without the nearly 3,000 visitors it received every day prior to COVID-19.
What have they noticed? Larger fish, more monk seal activity and clearer waters. (This is all reported in the 2nd annual Biological Carrying Capacity Survey. You can read it in its entirity here.)
The water quality, in particular, is worth noting: The bay’s water is 18% clearer with improved visibility of 2 meters (or 6.5 feet) than when scientists tested it during regular Tuesday closures of the bay before March. It’s an astounding 42% clearer with improved visibility of 4.9 meters (or 16 feet) than on days when the bay was open to the public.
There’s no set public reopening date for Hanauma Bay. But when it does, it will be a much healthier bay. And we hope it stays that way.
Source: hawaiimagazine.com
Le Isole Canarie lanciano una polizza di assistenza viaggio legata al Covid-19 in collaborazione con Axa Spagna
L’assicurazione si applica a tutti i viaggiatori, sia spagnoli sia stranieri, che si recano sull’arcipelago spagnolo e risponde a diverse necessità, da quella di prolungare il soggiorno alla quarantena. L’accordo è stato firmato dal ministro del turismo Yaiza Castilla, in qualità di ad dell’ente pubblico Promotur Turismo de Islas Canarias, e dalla società Axa Seguros.
In base all’intesa, Axa metterà a disposizione del Governo delle Isole Canarie una linea telefonica dedicata per occuparsi di qualsiasi circostanza relativa alla polizza. L’assicurazione entra in vigore questa settimana e sarà inizialmente valida per 12 mesi. Coprirà tutti i visitatori che non sapevano di essere affetti di Covid-19 prima del viaggio e che non hanno un’assicurazione personale a copertura dei costi.
Le Isole Canarie sono la prima Comunità Autonoma della Spagna ad offrire una polizza di assistenza viaggio. Nel caso di positività al Covid-19, questo accordo garantisce la copertura di tutte le spese mediche correlate, il rimpatrio sanitario e l’estensione del soggiorno per la quarantena richiesta dalle norme. Tuttavia, non coprirà i casi di Covid-19 noti prima del viaggio, come stabilito nelle condizioni della polizza assicurativa.
Fonte: travelquotidiano.com