Quasi tutta la Finlandia potrebbe essere definita una ‘regione dei laghi’, ma da queste parti sembra veramente esserci più acqua che terra. E che acqua! Limpida e scintillante, riflette il cielo e le foreste con la perfezione di uno specchio. Non c’è modo migliore per esplorare questa regione che prendere una canoa o salire a bordo di uno storico battello a vapore per fare una placida crociera tra laghi e canali

Anche la terraferma ha molto da offrire. Gli appassionati di architettura arrivano da ogni dove per visitare gli edifici progettati da Alvar Aalto, mentre le tranquille foreste di abeti rossi, pini e betulle sono un vero paradiso per gli escursionisti. E dopo tutte queste attività, troverete sempre ad attendervi una sauna per rilassarvi a fine giornata.

Il Castello di Olavinlinna ©Nikiforov Alexander/Shutterstock

Savonlinna

Adagiata su una serie di isolette tra il Lago Haukivesi e il Lago Pihlajavesi, Savonlinna è una delle località più graziose e affascinanti della Finlandia. La città si sviluppa intorno alla sua attrattiva più conosciuta, lo scenografico Castello di Olavinlinna (XV secolo), che nel mese di luglio di ogni anno diventa la spettacolare cornice di un festival lirico di fama mondiale. In estate, quando i bagliori del sole si riflettono nel lago e l’aria profumata dai pini si riempie delle arie operistiche, la città assume un’aura magica. In inverno il paesaggio ammantato di neve è quasi fiabesco e i cordiali abitanti del posto riservano ai visitatori una calda accoglienza.

Punkaharju

Punkaharju è il famoso esker (crinale formato da sabbia o ghiaia) ammantato di pini sulle sponde del Lago Saimaa, pubblicizzato come ‘paesaggio nazionale finlandese’. Questa regione fu dichiarata area protetta dallo zar Alessandro I già nel lontano 1803 e in seguito divenne una delle mete di villeggiatura estiva preferite dei membri della nobiltà di San Pietroburgo. Il paesaggio incontaminato è molto pittoresco e ideale per fare escursioni a piedi, in bicicletta e con gli sci di fondo. Punkaharju può essere visitata con una comoda escursione in giornata da Savonlinna, ma questa zona è talmente attraente che varrebbe la pena di trattenersi più a lungo.

La foca dagli anelli di Saimaa è una rara specie di foca d’acqua dolce©Seppo Ulmanen/500px/Getty Images

Laghi delle Foche

Costituiti prevalentemente da laghi, i due parchi nazionali situati nei pressi di Savonlinna – Kolovesi e Linnansaari – presentano incantevoli paesaggi lacustri punteggiati di isole e ideali da esplorare in canoa o in kayak. Al loro interno ci sono diversi operatori che noleggiano imbarcazioni e lungo le sponde dei laghi ci sono molte aree adibite al campeggio libero. Di tutta la Regione dei Laghi questa zona è con ogni probabilità quella che si presta meglio a immergersi in una natura meravigliosamente incontaminata.

Inoltre questo è l’habitat della foca dagli anelli di Saimaa, una rara specie di foca d’acqua dolce. Separatasi dai suoi parenti baltici alla fine dell’ultima Era Glaciale, questa specie è stata a rischio di estinzione per gran parte del XX secolo a causa della caccia spietata e dell’impatto umano sul territorio. Pur contando attualmente solo 300 esemplari, la popolazione di foche dagli anelli di Saimaa risulta oggi in leggero aumento. Il periodo migliore per avvistarle coincide con gli ultimi giorni di maggio, ovvero il periodo della muta, quando trascorrono molto tempo sulle rocce.

Il Säynätsalon Kunnantalo, progettato da Alvar Aalto ©Claudio Divizia/Shutterstock

Alvar Aalto

Tra le opere più significative di Alvar Aalto presenti a Jyväskylä meritano di essere ricordati gli edifici principali dell’università, l’Alvar Aalto Museo, il Keski Suomen Museo, i tre edifici del Centro Amministrativo e Culturale, il Circolo operaio, la Vitatorni Apartment Tower e diverse case situate nei quartieri residenziali della città. Fuori città, due edifici da non perdere sono il Säynätsalon Kunnantalo e il Muuratsalon Koetalo.

Jätkänkämppä

Questa grandissima savusauna (sauna a fumo) consente di vivere una memorabile esperienza collettiva. Si tratta di una sauna mista con 60 posti a sedere, dove all’ingresso vi verrà dato un asciugamano. Ricordate di portare con voi un costume per poi potervi tuffare nel lago – i finlandesi e i turisti più coraggiosi lo fanno anche quando l’acqua è coperta da una crosta di ghiaccio. La sauna e il tuffo nel lago devono essere ripetuti diverse volte. Alla fine acquistate una birra e centellinatela contemplando il lago, immersi nella quiete nordica.

Valamon Luostari

L’unico monastero ortodosso della Finlandia sorge in posizione idilliaca su un’isola del Lago Juojävi. I visitatori sono liberi di girare tra gli edifici e di entrare nelle chiese. La più antica fu realizzata collegando due baracche; la rustica architettura degli esterni contrasta con la ricchezza delle icone dorate esposte all’interno. La chiesa nuova, profumata d’incenso e caratterizzata dalla tipica cupola a cipolla, custodisce al suo interno alcune elaborate icone. Dal monastero si diparte un sentiero lungo 4,5 km che conduce alla Croce dei Pellegrini, una croce in legno situata sulla sponda del lago.

Le visite guidate del monastero si svolgono la domenica dalle 10 alle 17 e durante l’alta stagione estiva anche in altri giorni. I visitatori possono anche assistere alle funzioni. La comunità monastica incoraggia apertamente l’afflusso di visitatori, che troveranno ad attenderli un self service, un vasto gift shop, alcune sistemazioni per la notte e una cantina dove è possibile degustare e acquistare i vini e il whisky prodotti dai monaci. Tenete presente che per visitare il monastero è richiesto un abbigliamento sobrio: gonna o pantaloni lunghi e spalle coperte.

Non c’è modo migliore per esplorare questa regione che prendere una canoa © Telia

In canoa lungo la via dello scoiattolo

Oravareitti (Via dello Scoiattolo) è un itinerario canoistico considerato da molti tra le attrattive principali della Regione dei Laghi. Questo percorso, lungo 57 km e adatto anche alle famiglie e ai canoisti alle prime armi, inizia a Juva e si snoda tra laghi, fiumi e facili rapide fino a Sulkava. Il viaggio è molto panoramico e rilassante e ci si sente lontani mille miglia dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Alcuni cartelli dislocati lungo il percorso forniscono informazioni sull’ambiente e sulle caratteristiche naturali della zona.

In teoria, l’itinerario può essere percorso in due giorni, pernottando in un buon campeggio situato a metà del percorso. Per farlo, occorre però pagaiare dalle sei alle nove ore al giorno, per cui potrebbe rivelarsi preferibile prendersela comoda e portarlo a termine in tre o quattro giorni. In questo caso avrete bisogno di una tenda, che potrete noleggiare allo Juva Camping. Un’altra possibilità consiste nel farsi portare a un certo punto del percorso, in modo da abbreviare il tragitto del primo giorno. La fine della primavera e l’inizio dell’estate sono i periodi di massima portata dell’acqua (e quindi i migliori per compiere l’escursione).

Lungo il percorso si incontrano a intervalli regolari punti attrezzati per la sosta, con servizi igienici e posti per accendere il fuoco. Dopo essere partiti dallo Juva Camping, si percorrono i primi 8 km pagaiando senza difficoltà nello Jukajärvi fino all’inizio del tratto lungo il fiume Polvijoki, dove bisogna trasportare la canoa oltre la diga tenendosi sul lato destro. Dopo avere attraversato i due piccoli laghi di Riemiö e di Souru, si raggiungono le rapide di Voikoski, lunghe 200 m e facili da superare. A questo punto si prosegue lungo il canale, alla fine del quale occorre trasportare la canoa dalla parte opposta della strada, per poi affrontare il Karijoki.

Sulle sponde del Kaitajärvi si trova il Sulkavan Oravanpesät, un accogliente campeggio dotato di piazzole per tende, bungalow e un’apprezzatissima sauna a fumo. Anche i gestori di questo campeggio noleggiano canoe e kayak e offrono il trasporto lungo il percorso. In questa struttura troverete anche un chiosco che vende bevande e serve pasti, che però devono essere prenotati con un certo anticipo. A questo punto ci si trova più o meno a metà dell’itinerario. Il tratto successivo comprende una serie di rapide, tra cui le Kissakoski e le forti correnti del Kyrsyänjoki. Si continua poi lungo i fiumi Rasakanjoki e Tikanjoki, prima di raggiungere il grande Lago Halmejärvi. L’itinerario prosegue lungo la sponda occidentale del Lohnajärvi fino al fiume Lohnankoski. Da questo punto inizia una facile pagaiata lungo il Kuhajärvi che ‒ dopo un’ultima serie di rapide ‒ conduce a Sulkava. Il percorso termina ufficialmente presso il Centro Nautico Kulkemus, situato sulla destra poco oltre il ponte, dove si trovano anche un caffè ed è possibile campeggiare.

Fonte: lonelyplanetitalia.it

Un itinerario suggestivo per vivere un’esperienza immersiva in crociera sul Nilo abbinata alla vibrante Cairo, dove le vestigia della civiltà Egizia si fondono alla modernità della capitale


Scivolando lungo le morbide acque del fiume, tra rocce di granito rosa e dune di sabbia dorata, dall’Alto al Basso Egitto, da Aswan a Il Cairo, templi, piramidi e necropoli sfilano davanti ad occhi pronti a cogliere la raffinatezza artistica e culturale della civiltà che ha reso immortale il suo lascito millenario.

La bellezza del Mar Rosso promette giornate di relax e di divertimento qualora si abbini qualche giorno in una delle meravigliose destinazioni balneari.

Itinerario di Capodanno voli Alitalia – tour esclusivo Karisma Travelnet – con guide in italiano

30 DICEMBRE – 1° Giorno: Italia – Luxor 
Partenza con volo di linea via Il Cairo per Luxor. Arrivo a Luxor; incontro con l’assistente per il disbrigo delle formalità doganali e trasferimento in hotel. Cena e pernottamento.

31 DICEMBRE – 2° Giorno: Luxor
Prima colazione. Trasferimento a bordo della motonave. In mattinata visite nella necropoli di Tebe: Valle dei Re e Hatshepsut, il tempio funerario del celebre faraone donna (facoltativa la visita alla Tomba di Tutankhamon). Visita ai colossi di Memnon. Pranzo a bordo. Nel pomeriggio visita degli imponenti templi di Karnak e Luxor dedicati al dio Amon. Cena e pernottamento.

01 GENNAIO – 3° Giorno:  Esna
Prima colazione. Inizio della navigazione verso Esna e passaggio attraverso la chiusa. Cena e pernottamento.

02 GENNAIO – 4° Giorno: Edfu – Kom Ombo
Prima colazione. Al mattino visita al tempio di Horus ad Edfu, dedicato al dio falco. Navigazione verso Kom Ombo. Pranzo a bordo. Nel pomeriggio visita al doppio tempio di epoca tolemaica, dedicato a Sobek e a Haroeris, il dio coccodrillo e il dio falco. Navigazione verso Aswan. Cena e pernottamento.

03 GENNAIO – 5° Giorno: Aswan
Prima colazione. In mattinata visita alla Vecchia e alla Grande diga, la cui costruzione ha creato l’imponente lago artificiale Nasser, dando nuova vitalità all’economia del Paese. Visita al suggestivo tempio di Philae, dedicato a Iside, la dea dell’amore. Pranzo; nel pomeriggio escursione in feluca, la piccola imbarcazione a vela che scivola lentamente sulle tranquille acque del Nilo. Cena e pernottamento a bordo.

04 GENNAIO – 6° Giorno: Aswan – Il Cairo
Prima colazione possibilità di effettuare un’escursione facoltativa ad Abu Simbel per la visita dei due templi scavati nella roccia considerati il capolavoro del grande faraone Ramses II. Al termine trasferimento in aeroporto e partenza per Il Cairo. Nel pomeriggio passeggiata al vivace Bazaar di Khan el-Khalili. Cena e pernottamento in hotel.

05 GENNAIO – 7° Giorno: Il Cairo
Prima colazione, visita della parte musulmana della città: la cittadella di Saladino con la moschea di alabastro Mohamed Ali. Si prosegue la visita per Saqqara con la stupenda piramide a gradoni del faraone Djoser risalente alla III dinastia. Pranzo. Nel pomeriggio visita delle celeberrime piramidi di Giza e dell’enigmatica Sfinge. Cena e pernottamento.

06 GENNAIO – 8° Giorno : Il Cairo – Italia
Dopo la prima colazione, mattinata dedicata alla visita del Museo Egizio, che raccoglie la più ricca collezione di antichità egizie e greco-romane del mondo. Trasferimento in aeroporto in tempo utile per il volo di rientro in Italia. 

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Foto: Karisma Travel

Anguilla inizierà ad accettare le domande di ingresso dai visitatori che desiderano recarsi nell’isola a partire dal 21 agosto 2020. L’annuncio è stato dato dall’On. Quincia Gumbs-Marie, Segretario parlamentare per il turismo nella conferenza stampa di giovedì 13 agosto svoltasi presso l’ufficio del Premier, On. Dr. Ellis Webster. Il Segretario parlamentare guida la task force incaricata della riapertura

*Le domande di iscrizione possono essere presentate a partire dal 21 agosto 2020*

La Fase Uno si svolgerà dal 21 agosto al 31 ottobre 2020

“Anguilla è attualmente libera da COVID-19, quindi il nostro obiettivo è sempre stato quello di riaprire in modo prudente, prendendo ogni precauzione per proteggere la salute e la sicurezza dei nostri residenti e dei nostri ospiti”, ha dichiarato la signora Gumbs-Marie. “Abbiamo osservato le situazioni in alcune delle nostre isole vicine e abbiamo quindi stabilito protocolli molto rigidi, basati sulla nostra capacità di contenere e mitigare i rischi di un caso importato”, ha continuato.

“Non vediamo l’ora di dare il benvenuto ai nostri ospiti ad Anguilla, in modo sicuro e responsabile”, ha dichiarato Kenroy Herbert, Presidente dell’Anguilla Tourist Board. “Sappiamo che c’è una notevole domanda repressa per Anguilla, tra i nostri proprietari di casa, i nostri ospiti abituali e coloro che hanno solo bisogno di una pausa dallo stress e dalla tensione degli ultimi mesi. Offriamo una pausa meravigliosa, un rifugio sicuro dove puoi rilassarti e goderti le nostre spiagge spettacolari e le nostre delizie culinarie, nel comfort di una graziosa villa, la tua casa lontano da casa. “

A partire da venerdì 21 agosto, i visitatori che desiderano entrare ad Anguilla possono avviare il processo di pre-registrazione online sul sito web dell’Anguilla Tourist Board. I requisiti per la domanda includono l’indirizzo di casa del visitatore e le date di viaggio proposte; la presentazione di un test PCR negativo, effettuato entro tre-cinque giorni prima dell’arrivo; e una polizza assicurativa sanitaria che coprirà le spese mediche sostenute in relazione al trattamento COVID-19. Una volta approvata la domanda, verrà rilasciato un certificato elettronico che autorizza il viaggio ad Anguilla.

Tutti i passeggeri riceveranno un test PCR all’arrivo, con un secondo test per 10° giorno del loro soggiorno. Durante questo periodo, possono godere di tutte le strutture e i comfort della loro villa. Una volta ricevuto il risultato negativo del secondo test, gli ospiti sono quindi liberi di esplorare l’isola.

In caso di test positivo, l’ospite dovrà isolarsi in un luogo approvato dal governo. È inoltre vietato l’uso di veicoli a noleggio fino al ricevimento dell’autorizzazione del 10° giorno. Va notato, tuttavia, che non è richiesto un soggiorno minimo; gli ospiti sono liberi di visitare anche per periodi più brevi. Sarà data la preferenza ai visitatori provenienti da Paesi a basso rischio; quelli provenienti da Paesi ad alto rischio saranno valutati caso per caso, tenendo conto del loro luogo di residenza.

Un elenco di alloggi approvati, in particolare nel settore delle ville, sarà disponibile sul portale, poiché tutte le proprietà devono essere registrate e certificate per ricevere gli ospiti. Attualmente è in corso un rigoroso programma di formazione del personale. Va notato che poiché l’isola è attualmente esente da COVID-19, non è obbligatorio indossare una mascherina. Tuttavia, gli ospiti dell’isola dovrebbero osservare l’allontanamento sociale e seguire le rigorose pratiche igieniche che hanno permesso all’isola di mantenere il suo ambito status negli ultimi quattro mesi.

Informazioni su Anguilla:

Anguilla è una bellezza unica nascosta nei Caraibi settentrionali. L’isola è ricca di coralli e rocce calcaree ed è contornata da 33 spiagge, conosciute per essere le più belle del mondo. La cucina prelibata, la qualità dei suoi hotel e le attrazioni turistiche la rendono una destinazione incantevole. Ha mantenuto inoltre il suo antico fascino, essendo un luogo remoto e incontaminato. Può essere raggiunta da Puerto Rico e St. Martin o con aerei privati.

Romanticismo, eleganza, fascino, tranquillità… Anguilla va oltre ciò che potete immaginare.

Fonte: Anguilla Tourist Board – Italy  

I CASTELLI DEL DESERTO DELLA GIORDANIA

25 Ago 2020 In: Giordania

Immaginate uno spazio desolato e vuoto al punto tale che neppure un masso o un arbusto compaiono all’orizzonte. Aggiungete poi uno strato di antica roccia vulcanica nera su cui neanche i cammelli possono avventurarsi. Infine, completate il tutto con temperature estive così infuocate che la terra tremola davanti ai vostri occhi e miraggi appaiono in lontananza. Benvenuti nel Deserto Orientale della Giordania!

Ma questa regione a prima vista così inospitale è in realtà ricca di attrattive: l’intera regione è costellata dalle suggestive rovine di forti, padiglioni di caccia e caravanserragli, noti collettivamente come ‘castelli del deserto’, che aspettano di essere scoperti dai viaggiatori più avventurosi.

Qasr Kharana la più affascinante tra queste antiche costruzioni del Deserto Orientale ©JPRichard/Shutterstock

Qasr Kharana

In mezzo a una vasta pianura priva di alberi, nei pressi della strada che collega Azraq ad Amman, sorge il Qasr Kharana, un’imponente struttura dalle spesse mura che molto probabilmente ispirò l’espressione ‘castelli nel deserto’. Sebbene non vi siano pareri concordi sulla sua funzione, questo edificio omayyade è la più affascinante tra queste antiche costruzioni del Deserto Orientale.

Pur non essendo un castello, Kharana era comunque un edificio importantissimo per gli Omayyadi, come s’intuisce dalle dimensioni e dalla forma della costruzione. Anche se ha l’aspetto tipico di un khan (caravanserraglio), Qasr Kharana non era situato lungo alcuna rotta commerciale importante, e inoltre era del tutto privo di strutture per l’immagazzinamento dell’acqua. Gli studiosi hanno ipotizzato che l’edificio servisse come luogo d’incontro tra i signori di Damasco e i beduini della zona. Il nome deriva da harra (le pianure ghiaiose che lo circondano) e infatti Kharana svetta imponente su una landa brulla e inospitale, un paesaggio lunare che sembra davvero poco adatto all’insediamento umano. La corte interna è un’oasi di quiete in cui neppure il vento riesce a entrare.

Nonostante il suo aspetto minaccioso, questo edificio a due piani dotato di torri rotonde che sembrano avere una funzione difensiva e munito di strette feritoie, non venne mai utilizzato come forte. In effetti, le torri sono piene, quindi non potevano essere presidiate da soldati armati, e non sarebbe stato possibile lanciare frecce dalle ‘feritoie’ a causa della loro forma insolita, per cui si pensa che si trattasse piuttosto di semplici aperture per far entrare l’aria e la luce.

Il cortile interno è circondato da una sessantina di sale, utilizzate probabilmente come luoghi d’incontro per le delegazioni in visita. I lunghi ambienti situati ai due lati dell’ingresso ad arco venivano utilizzati come stalle, mentre al centro del cortile c’era una vasca in cui veniva raccolta l’acqua piovana. Guardando l’edificio dall’esterno si immagina che internamente sia molto più spazioso, ma in realtà si viene ingannati dal notevole spessore dei muri.

Qusayr Amra, uno dei castelli del deserto della Giordania

Qusayr Amra

Oggi si ha l’impressione che Qusayr Amra sia sorto come per caso nella desertica pianura bruciata dal sole, ma in realtà la posizione di questo complesso fu il risultato di un’attenta scelta per la sua vicinanza a un rigoglioso wadi, famoso per gli alberi di pistacchio che vi crescevano spontaneamente. Formato da un hammam con pareti decorate da dipinti e da un caravanserraglio, il Quasayr Amar merita assolutamente la deviazione che occorre effettuare per raggiungerlo.

L’edificio principale, suddiviso in tre ambienti coperti da volte a botte, è stato sottoposto a un accurato restauro, ma quello che sarebbe altrimenti un sito abbastanza modesto è reso particolarmente interessante dall’ottimo stato di conservazione degli affreschi che coprono interamente le pareti degli spazi interni. Grazie a un meticoloso restauro, i dipinti, raffiguranti feste, sensuali figure femminili e scene di caccia, hanno riacquistato molta dell’originale vividezza.

Accanto a un pozzo profondo 36 m che riforniva d’acqua l’hammam c’è una saqiyah (una noria, cioè un dispositivo azionato da un asino che si muove in cerchio) ben restaurata, che mostra come l’acqua veniva attinta dal pozzo e convogliata in un serbatoio e utilizzata per l’hammam oppure venduta alle carovane di passaggio.

Quando dal centro visitatori si scende verso il castello, una struttura piccola e modesta, è normale chiedersi perché questo luogo sia così famoso. Anche entrando nella sala delle udienze, situata nell’edificio principale, dove si svolgevano incontri, feste, spettacoli e banchetti, si prova una certa delusione, poiché, dopo essere stati immersi nell’abbacinante luce del deserto, gli affreschi che la decorano sembrano quasi sbiaditi.

L’affresco nell’apodyterium di Qasr Amra, Giordania

Ma quando i vostri occhi si saranno abituati alla luce soffusa dell’interno, vedrete, dipinte sugli archi, due donne a seno nudo che si stagliano sullo sfondo azzurro, con i fianchi drappeggiati da un tessuto raffigurato in maniera dettagliata e in mano ciotole piene di cibo (o denaro). Questi affreschi, realizzati prima del fiorire del Rinascimento in Europa, denotano una notevole sensibilità artistica: dei lottatori si scaldano prima della gara, una donna coperta da un succinto lembo di stoffa fa il bagno senza imbarazzo illuminata da un cenno di sole, l’orecchio di una gazzella ha uno scatto mentre il branco scappa inseguito. Sulla parete occidentale è raffigurato un gruppo di cani ansimanti che spingono alcuni onagri in una trappola di reti. Gli affreschi immortalano anche momenti più prosaici, come la realizzazione dell’hammam, le cui fasi sono raffigurate nei riquadri in cui è suddiviso il soffitto: l’estrazione delle pietre dalla cava, il loro trasporto a dorso di cammello, i lavori di costruzione e l’intonacatura delle pareti.

Sulla sinistra si apre uno stretto vano che immette in tre piccoli ambienti che formavano l’hammam. Sul soffitto dell’apodyterium (spogliatoio) si notano tre volti anneriti, che dovrebbero raffigurare le tre età dell’uomo. Per i giordani di fede cristiana la figura centrale rappresenterebbe Gesù. Bizzarra la scena dipinta sulla parete sinistra: un orso che suona con entusiasmo uno strumento a corde, applaudito da una scimmia; probabilmente l’intento è satirico e a essere preso di mira è qualche potente dell’epoca.

Nel tepidarium (dove ci si immergeva nell’acqua tiepida, mentre sotto il pavimento circolava aria calda) sono ritratte delle donne nude che fanno il bagno a un bambino. L’ultimo ambiente, quello più vicino alla fornace esterna, è il calidarium, il cui soffitto è decorato da una raffigurazione della volta celeste, una carta astronomica dell’emisfero settentrionale, accompagnata dai segni dello zodiaco. Si tratta di uno dei primi tentativi noti di rappresentare l’universo su una superficie che non fosse piana. Tra i vari segni si riconoscono l’Orsa Maggiore e il sagittario, simile a un centauro (la cartina esposta presso il centro visitatori vi aiuterà a individuarli).

Qasr Al Azraq, un imponente forte che sorge ai margini della polverosa Azraq ©Joe Windsor-Williams/Lonely Planet

Qasr Al Azraq

In questo imponente forte che sorge ai margini della polverosa Azraq, Thomas Edward Lawrence e Sharif Hussein bin Ali stabilirono il loro quartier generale nell’inverno del 1917-8 durante la Rivolta Araba contro i turchi. Lawrence si sistemò nella camera sopra l’ingresso sud, mentre i suoi fedeli seguaci sfidarono i rigori del clima in altre zone dell’edificio. Lawrence e i suoi uomini vi rimasero bloccati per diversi mesi, soffrendo per l’affollamento e il freddo intenso – le grosse aperture nel tetto furono chiuse alla meglio con argilla e rami di palma.

Nonostante questi disagi, Lawrence rievocò con nostalgia il periodo trascorso qui insieme alle sue truppe. Di sera tutti si radunavano davanti a un falò acceso nel cortile e si dividevano il pane raccontandosi storie di guerra, di pace e di amore. A quel tempo dal forte lo sguardo spaziava sulla vicina Oasi di Azraq, verdeggiante di palme.

Costruito con blocchi di nera roccia basaltica, Qasr Al Azraq era in origine alto tre piani. Nell’ingresso principale alcune pietre della pavimentazione presentano piccole tacche, scolpite dai vecchi custodi per un gioco che facevano per passare il tempo, in cui si utilizzavano dei ciottoli. Vicino all’ingresso del cortile si notano alcune iscrizioni e incisioni raffiguranti animali.

Conosciamo relativamente poco sulla storia del Qasr Al Azraq, anche perché sinora questo complesso è stato oggetto solo di esigui scavi e restauri. Dalle iscrizioni greche e latine sappiamo che i primi edifici sorti nel sito datano al 300 d.C. circa, periodo che coincide con il dominio romano nella regione. 

Al di sopra dell’entrata si trovava la camera di Lawrence, strategicamente affacciata sull’ingresso e munita di feritoie. Di fronte all’ingresso, subito a sinistra, si vedono i resti di un altare, costruito nel III secolo d.C. dai romani. Al centro del cortile sorge una piccola moschea rivolta verso la Mecca risalente al periodo ayyubide (inizio del XIII secolo), edificata sui ruderi di una chiesa bizantina. Nell’angolo nord-orientale del cortile si apre una cavità con scale che scendono a un pozzo, pieno d’acqua fino a circa 20 anni fa, mentre in quello nord-occidentale si scorgono i resti di una prigione.

Fonte: lonelyplanetitalia.it

LA SPAGNA AGISCE CONTRO I FOCOLAI E APPLICA NUOVE NORME

I focolai: coordinamento per le misure tra enti regionali e governo centrale

NUOVE NORME

Il Ministero dell’Industria, del Commercio e del Turismo ha preparato 18 guide turistiche specifiche dettagliate per tipo di stabilimento con raccomandazioni tecniche e sanitarie per il divertimento del turismo sicuro.

PIÙ GARANZIE AI TURISTI

Diverse regioni autonome si sono impegnate a pagare il soggiorno prolungato del visitatore nel caso in cui fosse costretto a mantenere una quarantena (Isole Canarie, Comunità Valenciana, ad esempio). Inoltre, molte sono le regioni che hanno previsto soluzioni ponte per isolare i casi positivi.

APP

Il governo sta anche promuovendo un’APP di tracciamento (COVID Radar) che è in grado di avvisare ogni utente se si trova a meno di due metri da una persona risultata positiva al coronavirus in un Test PCR (test molecolare per mezzo di tampone).

LINEE GUIDE TRASPORTO

Allo stesso modo, sono stati adottati tutti gli standard internazionali di salute e sicurezza dei trasporti.

Negli aeroporti spagnoli:
– possono entrare solo i passeggeri che stanno per viaggiare (e non i loro compagni) ;
– è obbligatorio l’uso di una mascherina;
– sono disponibili distributori di gel idroalcolici per gli utenti;
– i sedili sono contrassegnati per garantire la distanza interpersonale.


Triplo controllo sui passeggeri in arrivo dall’estero:

1. documento con i propri dati per poter essere localizzati se necessario, si può compilare e scaricare dal sito https://www.spth.gob.es/;
2. viene rilevata la loro temperatura;
3. esame visivo per osservare il loro apparente stato di salute.

MASCHERINA

L’utilizzo della mascherina è obbligatorio sia nei trasporti che negli spazi pubblici (siano chiusi o all’aperto) su tutto il territorio nazionale (nelle Isole Canarie se ne può fare a meno per strada purché sia ​​possibile mantenere una distanza minima di 1,5 metri).

PISCINE E SPIAGGE

Su spiagge e piscine è possibile togliersi la mascherina purché non si passi per lo spazio e, ovviamente, durante il bagno. Lo stesso accade nei ristoranti (anche nei tavoli all’aperto), dove è consentito stare senza mascherina al momento del consumo.

DISCOTECHE E SALE DA BALLO

In tutto il territorio spagnolo le discoteche e le sale da ballo sono chiuse come misura preventiva di assembramenti.

BAR E RISTORANTI

Possono essere aperti fino all’1.00 e dalle ore 00.00 non ammetteranno nuovi clienti. I tavoli saranno separati gli uni dagli altri un minimo di 1,5 metri e potranno sedersi a ciascuno di essi un massimo di 10 persone.

DIVIETO DI FUMARE

È vietato fumare sulle strade pubbliche o negli spazi esterni quando non è possibile mantenere una distanza minima di 2 metri.

AL RIENTRO IN ITALIA

A seguito dell’ordinanza del Ministero Italiano della Salute del 12 agosto 2020, chi torna in Italia dalla Spagna dovrà:

a) presentare attestazione di essersi sottoposto, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso in Italia, ad un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo, oppure,

b) sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, all’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile, ovvero entro 48 ore dall’ingresso in Italia presso l’azienda sanitaria locale di riferimento; in attesa di sottoporsi al test le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora.

È obbligatorio comunicare immediatamente il proprio ingresso al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio.

Fonte: UFFICIO SPAGNOLO DEL TURISMO, ROMA – tourspainit.makeyourboard.com

I GIOIELLI NASCOSTI DEL MAROCCO

24 Ago 2020 In: Marocco

Gemme architettoniche mozzafiato, Kasbah, Riad e giardini botanici del Marocco

La maestosa architettura del regno del Marocco è sicuramente uno dei motivi principali che rende il Paese una delle principali destinazioni turistiche di tutto il mondo. Ogni regione ha conservato il suo fascino e lo stile architettonico caratteristico, da medine, immensi minareti, epiche Kasbah, porte monumentali, riad autentici e splendidi giardini botanici. Un viaggio che lascerà ricordi memorabili!

LE KASBAH

Le Kasbah sono cittadelle maestose che si trovano prevalentemente in Marocco. Una volta erano la residenza principale dei capi tribù o della regione. Ce ne sono molte nel Paese; vediamone alcune:

KASBAH AIT BEN HADDOU

Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1987, la Kasbah Aït Ben Haddou era una volta una tappa importante lungo la rotta delle carovane tra Marrakech e il Sahara. Ha un aspetto familiare dato che molti film famosi sono stati girati lì come ad esempio Lawrence d’Arabia, Gesù di Nazareth, Il principe di Persia, Il Trono di Spade e Il Gladiatore.

KASBAH DES OUDAYAS

La Kasbah des Oudayas è una città nella città di Rabat. La Kasbah des Oudayas si trova sulle alture della costa meridionale dell’estuario di Rabat. Questo edificio è unico nel suo genere con le sue pareti blu e bianche. Il suo nome deriva dalla tribù degli Oudaya che aveva la missione di vegliare sulla città.

KASBAH TAMNOUGALT

La Kasbah des Caids fu costruita nel XVI secolo, nel piccolo villaggio di Tamnougalt, nell’oasi della valle del Draa. Ai suoi tempi, Tamnougalt era strategicamente posizionata sulla Rotta delle Spezie per Marrakech, rendendola un vivace centro commerciale.

I RIAD

I Riad sono i più autentici e lussuosi alloggi tipici del Marocco. Brillanti e freschi, sono un’ottima scelta per vivere un’esperienza autentica in sintonia con le tradizioni locali. Spesso i Riad sono situati all’interno della medina e sono composti da un grande patio che ospita una fontana al centro, un giardino privato e una piscina posta nel patio o sul tetto.

I GIARDINI DI MARRAKECH

Il Giardino Segreto

Oggi gli spazi verdi del Giardino Segreto sono divisi in un Gardino Esotico e un Giardino Islamico. Il primo è ricco di piante provenienti da tutto il mondo richiamando l’aspetto sperimentale dei grandi giardini di Marrakech. Strettamente legato alle strutture dei riads, questo tipico giardino era un’oasi di pace dove potersi permettere di abbandonarsi al proprio ozio e alla contemplazione grazie all’ombra degli alberi e all’intimità dello spazio chiuso.

Il Giardino Anima

I due ettari di esposizione botanica del noto artista André Heller sono un luogo magico ricco di sensualità, di meraviglia e di contemplazione, di gioia e di benessere, di ispirazione. È adatto a tutti coloro che desiderano sperimentare “l’indimenticabile”!

Il Giardino Majorelle

Il Giardino Majorelle a Marrakech è uno dei siti tra i più visitati in Marocco. Esprime la passione del pittore francese Jacques Majorelle (1886 – 1962) che per quarant’anni ha dedicato le sue attenzioni per la creazione di un giardino incantato nel cuore della città. Fresco, con ruscelli gorgoglianti e fontane ricche di ninfee e fiori di loto, il giardino ospita un edificio in stile moresco con un accenno di Art Deco, caratteristiche che lo rendono unico nel mondo.

Il Giardino Mamounia

700 alberi di arancio, 5000 cespugli di rose, 21 specie di cactus e 200 alberi di olivo: numeri impressionanti che insieme contribuiscono a creare una miriade di colori, fragranze e forme. Alberi di limone, bouganville, amaranto, agave, alberi di pero e molto altro.

Fonte: amazingmorocco.com

Nell’ex casa di Zeffirelli a Positano, ora hotel da 10mila euro a notte: feste e litigi, «il Paradiso era qui». Villa Tre Ville è stata per decenni un incrocio di star internazionali ospiti del grande regista, infaticabile padrone di casa. Oggi è un lussuoso hotel che ha mantenuto intatto il fascino della dimora: diecimila euro a notte per dormire nella camera del maestro

«il Paradiso era qui» Franco Zeffirelli con le sue ospiti durante una festa in tema Giapponeshadow

C’era, in coloro che l’hanno frequentata, la vivida sensazione che il Paradiso fosse quello, quale che sia la sua vera natura, ma era una sensazione non immediata che ti afferrava soltanto quando lasciavi quel posto, Villa Tre Ville, proprio di fronte a Positano, l’antico borgo marinaro di casette colorate su terrazze digradanti, tutte piramidi di scale, che raggiungi nel tempo di una sigaretta con un barchino che fa la spola. Franco Zeffirelli, soffiandola a Gore Vidal che poi costruì il suo buen retiro a Ravello, acquistò quella residenza «con la voglia feroce di renderlo sempre più bello e sempre più mio». Lo decorò alla fine degli Anni ’60, trasformandolo quasi in un luogo di teatro, tra verande, giardini rigogliosi e saloni ricolmi di marmi, avori, specchi e madreperla. La villa, negli ultimi quindici anni, è passata di mano due volte. Dapprima la rilevò l’imprenditore Giovanni Russo, per la ristrutturazione si affidò a Fausta Gaetani, sorella di Raimonda, una delle costumiste e scenografe di Franco. Non poteva esservi successore migliore, padrone di casa attento, premuroso, rispettoso del passato, conservò la grazia, l’eleganza la bellezza di un posto dove di notte la luna è più bella. Dal 2011 è proprietaria la famiglia americana Friedland.

La Rosa, la Azzurra e la Bianca

Come racconta Daniela Barba, responsabile del marketing e assistente del direttore Peter John, vi apporrà qualche ritocco, per esempio rendendo più calda la reception, che in origine era il casaro, il punto di raccolta del latte. Immutato il corpo delle tre Ville: 16 camere esclusive (oltre agli ampi spazi verdi), ognuna diversa dall’altra, ma tutte con vista sul mare; costano da 1800 a 10 mila euro a notte, se si vuole la camera del maestro. Il collegamento è assicurato da quattro ascensori scavati nella roccia e da gallerie illuminate da Yahya Rouach, noto artista del Marocco che lavora per il suo re. Le ville, come vengono definite con un tocco di understatement, hanno ognuna un colore e il senso delle radici e dei ricordi: quella Rosa accoglie le camere intitolate a Nijinski, dove sembrano aleggiare i fantasmi di Diaghilev e Massine, e a Bernstein, dove si trovava l’antico forno del pane che ora è una doccia. Nella Villa Azzurra ecco i pavimenti lasciati dal maestro e le ceramiche del ‘700 napoletano acquistate dagli antiquari e raccolte in nicchie; qui si darà un tocco diverso: d’altra parte non è un museo. E poi Villa Bianca, progettata dall’architetto e scenografo Renzo Mongiardino, è il corpo centrale, ospitava tra l’altro l’appartamento del maestro, d’impronta marocchina, e il soggiorno è impreziosito da un lampadario di Murano. Sui divani con tendaggi bianchi affacciati sulla baia di Positano si radunavano gli ospiti di Franco.

La strategia anti-paparazzi di Liz Taylor

Da Zeffirelli ritrovavi ogni estate il jet set internazionale, attori, cantanti, direttori d’orchestra, e gli amici di una vita, Gregory Peck e Pasquino, tutti mescolati insieme, e ognuno si sentiva libero. L’unico richiamo, come ricorda Pippo Corsi, il figlio adottivo del grande regista che manda avanti la Fondazione Zeffirelli a Firenze, era la campanella che risuonava all’ora convenuta del pranzo e della cena, alle 14 e alle 21. La Fondazione, con un centro di documentazione dedicato alle arti dello spettacolo, è rivolta agli studiosi, agli addetti ai lavori e ai giovani desiderosi di entrare in contatto con materiali preziosi sulle varie fasi delle creazioni di Franco. L’atmosfera accogliente di Positano è rimasta, e sono rimaste tante altre cose, mentre cerchi di allontanare la nostalgia. Chi c’era? Elizabeth Taylor, assediata dai paparazzi, non riusciva a andare al mare così accettò il consiglio di Franco: vestiti e truccati, fatti fotografare e poi ti lasceranno in pace; Liza Minnelli andava con Kay Thompson, la sua madrina e insegnante (lo fu anche della madre Judy Garland) che l’accompagnava al piano; Laurence Olivier andava per annusare da vicino il mondo di Eduardo De Filippo in vista di un «progettino» comune.

La «vendetta» di Nureyev, l’esuberanza di Bernstein

Ci sono stati due episodi complicati: il primo vide protagonista Nureyev, il quale risalendo dalla discesa che porta al mare dopo un’avventura sessuale dall’esito incerto con un ragazzo, trovò il cancello chiuso: era notte fonda ed era stato lasciato fuori, ritenendo, i guardiani, che il grande ballerino fosse già rientrato. Furibondo, Nureyev dapprima disseminò il viale di suoi escrementi, poi in salone cominciò a distruggere tutto quello a portata di mano. Luciano, l’altro figlio adottivo di Franco, riferì al maestro, che si era ritirato nella sua stanza. Zeffirelli rispose: lascialo fare, è lo sfogo di un artista. Ma Nureyev continuava, gettando al piano sottostante (ci sono sei livelli) vasi e pesanti sedie di ghisa, rischiando di mandare all’ospedale gli altri ospiti, e quando mandò in frantumi una lampada a cui Franco teneva moltissimo, il pollice dell’«imperatore» di Positano andò sotto e esclamò: intervieni. L’epilogo fu una scazzottata, tra gli attoniti sguardi degli ospiti ancora svegli nel cuore della notte. L’altro episodio avvenne con due giganti della direzione, Carlos Kleiber e Leonard Bernstein. Sul podio erano accomunati dalla vitalità, che però in Carlos aveva una tinta malinconica e in Lenny era scintillante. Il primo lavorava per sottrazione, era una nuvola leggera che ti travolgeva e ti sembrava di ascoltare la musica per la prima volta. Circondato di ragazze avvenenti ogni volta diverse, Kleiber cercava di non incontrare Bernstein per non dover parlare di musica. Viveva di giorno; Bernstein di notte. Kleiber e Franco dovettero dare la liberatoria per la loro leggendaria Bohème. Carlos chiese una visione per loro due soltanto. Franco si raccomandò a Bernstein, che però gli disubbidì e si nascose dietro la porta socchiusa. L’immancabile bicchiere di whiskey in mano, d’un tratto non riuscì a trattenersi entrò in soggiorno singhiozzando: tu sei il più grande! Carlos reagì stizzito. In un’altra occasione, Franco dovette partire per lavoro e lasciò gli amici a Positano. Bernstein si mise al piano, si annodò la canottiera al collo come un foulard e compose all’istante un piccolo musical, intitolato Caro Franco francamente, assegnando un ruolo a ciascuno degli ospiti.

«Gesù di Nazareth sembra un postino»

Chi c’era ancora…Le gemelle Kessler si esibivano a ogni Ferragosto per la festa dell’Assunta, Carla Fracci e Beppe Menegatti coi suoi berretti variopinti, e il povero Robert Powell, che si aggirava con un borsello anonimo come il suo sguardo. Un giorno Franco, indicandolo, mi disse: in un primo tempo nel mio film volevo dargli, sbagliando, il ruolo di Giuda, poi lo fissai nei suoi incredibili occhi azzurri e mi convinsi: Gesù di Nazareth è lui! Ma se gli togli gli occhi azzurri sembra un postino. La nobile russa Maria Saint Just, migliore amica di Tennessee Williams il quale fu fondamentale per i primi grandi successi internazionali di Franco, a Pasqua preparò la paskha, dolce tradizionale della sua terra. Era una colazione insolitamente ristretta, posti seduti, contati. Lina Wertmüller, senza preavviso, portò alcuni amici. Maria Saint Just, madre della sua conturbante e svaporata Natasha, «figlioccia» di Franco, non aveva peli sulla lingua, fece il giro del tavolo per servire gli ospiti. Arrivata al punto in cui sedeva Lina, disse: a te niente, sei maleducata.

La serra ricorda La Traviata

Il giro del resort include La Green House: evoca il second’atto della Traviata, nella casa di campagna, e qui trovi i gelsomini del Madagascar, i cactus, i tigli, i pompelmi, i pini piantati da Zeffirelli; non lontano l’area massaggi, i solari, la palestra adorata dai tanti americani, che sono lo zoccolo duro degli ospiti ma nell’estate del Coronavirus hanno preso il sopravvento europei e italiani. Per chi ha avuto il privilegio di viverli, si risvegliano tanti ricordi struggenti. Era la casa di un artista che preparava i bozzetti su tele ad olio, figura rinascimentale unica; era la casa di un uomo capriccioso e a volte crudele, spiritoso, generosissimo. Il mio amico Franco Zeffirelli.

Fonte: positanonews.it

L’Elephant Building di Bangkok sembra un rudimentale elefante LEGO

Gli elefanti hanno svolto un ruolo centrale nella società thailandese per molti secoli. Quindi, quando qualcuno ha deciso di costruire un grattacielo a forma di elefante nel distretto economico di Bangkok, beh, sembrava una cosa perfettamente ragionevole da fare.

Bangkok ospita più di 80 grattacieli, un record superato solo da poche altre città al mondo. Quindi, affinché un grattacielo venga notato, deve essere un po’ speciale. E in Thailandia, poche cose sono considerate più speciali degli elefanti.

Questo era il pensiero dell’ingegnere e magnate immobiliare Arun Chaisaree e dell’architetto Ong-ard Satrabhandhu quando decisero di collaborare a un nuovo edificio nel distretto di Chatuchak della capitale thailandese. Chaisaree, in particolare, era esperto in tutto ciò che riguarda gli elefanti, avendo precedentemente aperto un suo museo per esporre la sua collezione privata composta da oltre 2.000 oggetti d’arte a forma di elefante.

L’Elephant Building, noto anche come Chang Building, è stato completato nel 1997. Consiste di tre torri (A, B e C) unite nella parte superiore da una fascia orizzontale di suite residenziali. Due delle torri formano le gambe “dell’elefante”, mentre la terza rappresenta il suo tronco. Le torri contengono 32 piani e raggiungono un’altezza totale di 100 metri.

Ulteriori dettagli si aggiungono all’effetto elefante complessivo. Le zanne su entrambi i lati del tronco contengono gli uffici della società di gestione dell’edificio. I suoi occhi sono due enormi finestre circolari. Le sue orecchie sono balconi a più piani e la sua coda, che corre lungo il “retro” dell’edificio, è formata da 20 piani di stanze chiuse in vetro fumé.

La reazione riguardo la costruzione dell’Elephant Building fu varia, soprattutto a livello internazionale. La CNN lo ha presto aggiunto alla sua lista dei 25 grandi grattacieli del mondo, sostenendo che “al momento del suo completamento era all’avanguardia, offrendo uffici high-tech, un centro commerciale e un piano di suite residenziali di lusso”.

Architectural Digest, nel frattempo, lo ha elencato tra i “31 grattacieli più brutti del mondo”, sottolineando che “Sebbene sia giocosa nel design, la struttura fa poco per promuovere l’integrità dell’architettura thailandese”.

Tuttavia, è difficile nutrire rancore contro una bestia a blocchi di un edificio. Soprattutto quando detiene un record, in questo caso la più grande struttura a forma di elefante del mondo. Questo record era detenuto una volta da Lucy the Elephant, un elefante a sei piani costruito nel 1882 a Margate City, nel New Jersey. E anche se l’Elephant Building non è neanche lontanamente realistico come Lucy, è sicuramente molto, molto più grande.

L’Elephant Building si trova nel distretto di Chatuchak, nella parte settentrionale di Bangkok, in Thailandia. Può essere visto da varie parti della città, ma uno dei punti migliori per vederlo bene si trova lungo la Vibhavadi Rangsit Expressway quando si arriva a Bangkok dall’aeroporto Suvarnabhumi.

Fonte: atlasobscura.com

Il buffet è salvo, stop alle escursioni “fai da te”: testato il nuovo modello MSC

 “La nostra priorità è la salute dei clienti e dell’equipaggio. Abbiamo fatto tutto il possibile per varare un protocollo che fosse in grado di conciliare sicurezza e divertimento. Pensiamo di esserci riusciti”. Lo ha detto il CEO di MSC Crociere Gianni Onorato poco prima della partenza di Grandiosa dal porto di Genova.

MSC Grandiosa è la prima nave a ripartire dopo il lockdown del settore crocieristico in Italia. A Genova sono saliti circa 1.100 passeggeri, in gran parte italiani. Il 70% ha prenotato la vacanza senza essere in possesso di un voucher. Un dato che gli addetti ai lavori definiscono “incoraggiante”.

Siamo felici di esserne tornati a navigare – ha detto Onorato – prima di tutto per i nostri dipendenti e per tutti coloro che vivono di crociere. Il lockdown, secondo stime attendibili, ci costerà il 70% del fatturato. Ma i segnali che arrivano dalle prenotazioni per il 2021 sono incoraggianti. La gente ha voglia di crociera. Non a caso non abbiamo cancellato ordini. Siamo sicuri che il settore tornerà a crescere”. Per quanto riguarda i servizi a bordo, Onorato ha garantito che “nulla è stato cancellato, ma solamente rivisto e adattato alla situazione. Il buffet, per esempio, è rimasto al suo posto: sarà un buffet servito e non self service, ma non è stato cancellato come si temeva. Stesso discorso vale per l’animazione. I passeggeri non potranno essere coinvolti fisicamente, ma posso assicurare che il divertimento non mancherà. Insomma: a bordo si vivrà un’esperienza coerente con il momento. Esattamente come accade al ristorante o in albergo”. Grandi cambiamenti sono previsti, però, in materia di escursioni a terra. “Non possiamo consentire escursioni fai da te. Chi scende deve farlo nella massima sicurezza. Autisti e guide turistiche saranno sottoposti a tampone e i mezzi di trasporto saranno sanificati costantemente”

A tutti gli ospiti di Grandiosa è stato consegnato un braccialetto MSC for Me in omaggio, che consente di effettuare tutte le operazioni in modalità contactless, come l’apertura della porta della cabina o i pagamenti, e contribuirà anche di tracciare, se necessario, i contatti di prossimità. Inoltre, si legge in un comunicato di MSC, nelle ultime settimane, tutti i membri dell’equipaggio sono stati sottoposti a misure di screening sanitario altrettanto rigorose, che hanno incluso 3 test Covid-19 effettuati in diversi momenti e un periodo di isolamento prima di iniziare le attività di bordo. Ogni membro dell’equipaggio sarà poi regolarmente sottoposto ad ulteriori test e verrà attentamente monitorato anche il suo stato di salute.

Fonte: shipmag.it

Vediamo come l’Islanda sta rendendo più sicura la visita dei turisti in arrivo nel Paese

I visitatori in Islanda saranno presto tenuti ad effettuare e non uno ma due screening COVID-19 e un breve periodo di quarantena in attesa dei risultati del secondo test, secondo il Ministero della Salute.

A partire da metà agosto l’Islanda ha introdotto processi di screening più rigorosi per i viaggiatori al fine di salvaguardare il Paese dall’aumento delle infezioni e dare più tranquillità ai residenti e ai visitatori. I visitatori dovranno sottoporsi a un doppio screening, con il primo test che si svolgerà alla frontiera e il secondo test alcuni giorni dopo. In attesa dei risultati del secondo test, i visitatori devono sottoporsi a una quarantena da cinque a sei giorni.

Il governo islandese ha aggiornato le nuove disposizioni il 16 agosto, evidenziando che tutti i passeggeri che arrivano in Islanda dal 19 agosto possono scegliere di essere sottoposti a doppio test per COVID-19 o di sottoporsi a quarantena per due settimane. I passeggeri pagheranno 15.000 ISK (99 €) per il primo test, ma il secondo test è gratuito. I bambini nati nel 2005 o successivamente sono esentati sia dai test che dalla quarantena. I viaggiatori non potranno portare i risultati dei test dal loro Paese d’origine.

Il primo ministro islandese Katrin Jakobsdottir ha riaperto il Paese ai visitatori il 15 giugno. In precedenza i passeggeri dovevano essere testati solo una volta, ma l’aumento delle nuove infezioni quotidiane da coronavirus sia in Islanda che nel resto del mondo ha spinto il governo a introdurre ulteriori misure di salute e sicurezza.

Mentre l’Islanda è pronta per i visitatori, l’UE non ha ancora incluso gli Stati Uniti nella sua lista di Paesi “sicuri” per i viaggi, il che significa che i nordamericani non saranno in grado di accedere all’Islanda.

I viaggiatori dovranno anche compilare un modulo di pre-registrazione prima del loro arrivo e aderire alle regole sul controllo delle infezioni. Tutti i visitatori sono inoltre incoraggiati a scaricare l’app di tracciamento dei contatti, Rakning C-19. Il governo islandese ha già affermato che il 40% della popolazione islandese utilizza l’app per la tracciabilità dei contratti. L’app è stata sviluppata con misure di tutela della privacy, con i dati sulla posizione archiviati localmente sul dispositivo di un utente a meno che non vengano rilasciati a scopo di tracciamento se e quando viene scoperta un’infezione.

Fonte: lonelyplanet.com


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