Chiesa di 1.300 anni fa scoperta in Galilea vicino al Monte Tabor, nel villaggio di Kfar Kama   

Durante scavi effettuati dalla Israel Antiquity Authority, sotto la guida della dottoressa Nurit Feig, in collaborazione con il Kinneret Academic College, diretto da Moti Aviram, è stato portato alla luce questo eccezionale ritrovamento: un ringraziamento speciale anche a volontari locali.

La scoperta, avvenuta in Galilea, ha entusiasmato il capo della Chiesa cattolica greca in Israele, l’arcivescovo Youssef Matta, che è venuto personalmente a visitare il sito. Lo scavo è stato condotto prima della costruzione di un parco giochi, su iniziativa del Consiglio locale di Kfar Kama e del Fondo Nazionale Ebraico.

Monte Tabor, foto aerea. Crediti a Israel Ministry of Tourism

Secondo la dottoressa Feig, “La chiesa, che misura 12 × 36 m, comprende un ampio cortile, un foyer in nartece e una sala centrale. Particolare di questa chiesa è l’esistenza di tre absidi (nicchie di preghiera), mentre la maggior parte delle chiese della medesima epoca erano caratterizzate da un’unica abside. La navata centrale e le navate laterali erano pavimentate con mosaici parzialmente ritrovati. La loro decorazione colorata si distingue dall’incorporare motivi geometrici e motivi floreali blu, neri e rossi. Una scoperta speciale è stata quella relativa al piccolo reliquiario, una scatola di pietra usata per conservare le reliquie sacre.

Un’ulteriore serie di ambienti adiacenti alla chiesa è stata parzialmente portata alla luce. Secondo un’ispezione radar a penetrazione nel terreno operata dal dottor Shani Libbi, ci sono stanze aggiuntive nel sito ancora da scavare. 

All’inizio degli anni ’60, una chiesa più piccola con due cappelle fu scavata all’interno del villaggio di Kfar Kama e fu datata dai ritrovamenti alla prima metà del VI secolo d.C. Secondo il Prof. Moti Aviam, “questa era probabilmente la chiesa del villaggio, mentre la chiesa ora scoperta era probabilmente parte di un monastero contemporaneo alla periferia del villaggio.

La nuova scoperta allude all’apparente importanza del villaggio cristiano insediato in epoca bizantina a ridosso del monte Tabor, sito di primaria importanza religiosa per la cristianità, identificato come sito della Trasfigurazione. Nel 1876, quando la tribù Circassa Shapsug si stabilì per la prima volta a Kfar Kama, usò le pietre dell’antico villaggio per costruire le loro case.

La scoperta della chiesa a Kfar Kama contribuirà al vasto progetto di ricerca sull’insediamento cristiano in Galilea che viene condotto dal Prof. Moti Aviam e dal Dr. Jacob Ashkenazi del Kinneret Institute of Galilean Archaeology nel Kinneret Academic College.

Mosaico ritrovato all’interno della chies bizantina.
Per le foto crediti a Alex Wiegmann, Israel Antiquities Authority

La Galilea, regione a nord di Israele che si snoda intorno al lago che della regione stessa porta il nome, è caratterizza da un paesaggio verde e ricco di vegetazione, regione ideale per ogni tipologia di turismo, dal turismo spirituale ad esperienze outdoor, alla scoperta di inediti siti archeologici, ricchissima di storia e tradizione.

Immagine aerea delle rovine della chiesta Crediti per le foto a Alex Wiegmann, Israel Antiquities Authority

Fonte: Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo

Ad ogni equinozio la piramide Maya di Kukulkan mette in scena uno spettrale spettacolo di luci antiche

Un trasferimento di poco più di due ore da Cancun conduce nell’antica capitale dello Yucatán Maya, Chich’en Itza. Durante gli equinozi di primavera e autunno, è tradizione radunarsi intorno alla piramide per ricreare le feste di mille anni fa e per assistere alla “discesa di Kukulkan”. Un’atmosfera magica riempie il prato circostante con suoni di tamburi e musica tradizionale e festante.

Secondo la leggenda, due volte all’anno quando il giorno e la notte sono in equilibrio, questa piramide dedicata a Kukulkan, il dio serpente piumato, viene visitata dalla divinità. Durante l’equinozio, Kukulkan torna sulla terra per comunicare con i suoi adoratori, fornire la benedizione per un raccolto completo e augurare buona salute prima di entrare nell’acqua sacra, bagnarsi e continuare, attraversandola il suo cammino verso gli inferi.

Facendo un battito di mani vicino alla base della piramide si sentirà un insolito eco cinguettante, che si dice replichi il richiamo del sacro uccello quetzal.

Leggenda a parte, l’architettura astuta e matematicamente brillante combinata con la rotazione naturale della Terra crea un’immagine sorprendente e un po’ inquietante di un serpente gigante che striscia nel tempio. Per cinque ore un’illusione di luci e ombre crea sette triangoli sul lato della scala partendo dall’alto e scendendo lentamente fino a collegare la piattaforma superiore con la gigantesca testa di pietra del serpente piumato in basso. Per 45 minuti questa impressionante ombra rimane nella sua interezza prima di rallentare la discesa dalla piramide e scomparire insieme al chi si è giunto lì per vederla.

La Piramide di Kukulkan, conosciuta anche come El Castillo, un nome datole dai conquistatori spagnoli, è il centro di Chich’en Itza e fu costruita su un tempio preesistente tra l’800 e il 900 d.C. È la più grande piramide di Chich’en Itza; la sua base misura 53,3 metri di larghezza su tutti e quattro i lati. Si erge sopra gli altri monumenti alti 24 metri con un tempio di 6 metri in cima alla piattaforma più alta. Prima che l’accesso alla sala del trono della piramide fosse vietato, si poteva salire sulla sommità e, in una giornata limpida, vedere la cima della grande piramide nel vicino sito in rovina di Ek Balam.

Il fascino mesoamericano e la conoscenza della matematica e dell’astronomia sono molto evidenti quando si esaminano i dettagli della sua architettura. Ciascuno dei quattro lati ha 91 gradini, quinei 364 gradini in totale, con il tempio in cima alla piramide considerato un gradino aggiuntivo per un totale di 365. Ogni gradino rappresenta un giorno nel calendario. Inoltre, le nove fasi della piramide, divise in due da una scala su ciascun lato, rappresentano i diciotto mesi dell’anno del calendario Maya. La piramide è stata costruita per essere una rappresentazione fisica del Calendario Maya (lo stesso calendario che prevedeva la fine del mondo nel 2012), mentre si ritiene che il suo orientamento, leggermente a nord-est, sia stato calcolato per creare il fenomeno noto come la “discesa di Kukulkan”.

Questo fenomeno viene ricreato ogni notte (artificialmente) durante lo spettacolo di luci e suoni alle 19:00. in inverno e alle 20:00 in estate.

Chich’en Itza è una delle Nuove Sette Meraviglie del Mondo e patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il sito archeologico presenta varie strutture raggruppate in gruppi principali. Il gruppo più famoso e visitato è la Grande Piattaforma a Nord dove, oltre alla Piramide di Kukulkan, si trovano il Tempio dei Giaguari e il Grande Campo da ballo.

Fonte: atlasobscura.com

Put these beach adventures on your Hawai‘i bucket list.
If any one thing defines Hawai‘i to travelers, it would be our beaches.

The Islands boast some of the most diverse stretches of oceanfront, from the jet-black sands of Punalu‘u on Hawai‘i Island to the otherworldly red landscape of Kaihalulu Beach in Hāna on Maui. And there’s so much to do on these beaches, from camping under a canopy of stars to surfing some of the world’s most famous waves.

We’re making 2020 the Year of the Beach, with our 10 must-dos that should be on your Hawai‘i beach bucket list. Life’s a beach—so jump right in.

Visit the Newest Beach in Hawai‘i, Hawai‘i Island
BEST TIME: Year-ROUND

Walk on the newest beach in the state at Pohoiki on Hawai‘i Island, formed by the 2018 Kīlauea eruption.
Photo: Getty Images

The 2018 Kīlauea eruption destroyed two beloved Hawai‘i Island spots—Kapoho Bay and Ahalanui Beach Park—in addition to 700 homes. But the volcano’s destructive nature is balanced by its ability to create, in this case 1.3 square miles of new land at Pohoiki (aka Isaac Hale Beach Park). This area was spared by the lava—it stopped a mere 230 feet away—and a new black sand beach formed at this oceanfront park and boat harbor. Walk carefully—the black sand is really sharp fragments of volcanic basalt. Swimming here is not advised due to strong currents and a dangerous shorebreak.

Watch Monster Winter Surf at Waimea Bay, O‘ahu
BEST TIME: December through February

During the winter months, Waimea Bay on O‘ahu’s North Shore offers front-row seats to some of the world’s most massive waves.
Photo: David Croxford

Steeped in history and prestige, Waimea Bay, a 10-minute drive from Hale‘iwa, is an aquatic coliseum where big-wave warriors wrestle with nature itself. Sometimes they do it competitively, such as at the prestigious Eddie Aikau Big Wave Invitational, which is only held if waves are at least 30 feet high. But most of the time, they do it for the rush of dropping down a mountain of moving water four stories high. And like any good arena, there are plenty of places for spectators to watch. The bluffs along Kamehameha Highway provide the best views, but you’ll have to get there early as those in the know will often camp out there the night before a super-size swell. If you don’t mind a crowd, head down to the beach and try to claim your spot in the sand.

Camp Next to Black Sand Wai‘ānapanapa Beach, Maui
BEST TIME: May through August

Wake up to the black sands of Wai‘ānapanapa Beach on Maui.
Photo: Getty Images

Wai‘ānapanapa Beach doesn’t have to be just a drive-by attraction on your way to Hāna. In fact, you can spend the night—in a tent, under the stars, at the pubic campground at Wai‘ānapanapa State Park. Just imagine waking up to the sound of the ocean and peeking out of your tent to see the sun’s first light illuminating the obsidian sands of Wai‘ānapanapa Beach, which is just below the designated campgrounds. All you need is a permit ($12 per night for residents, $18 for nonresidents).

Hike to Papakōlea Beach, the Only Green Sand Beach in the U.S., Hawai‘i Island
BEST TIME: Year-round

The stunning emerald green sands at Papakōlea Beach on Hawai‘i Island is worth the 2.5-mile hike to the bay.
Photo: Getty Images

Papakōlea Beach, one of only four green sand beaches in the world and the only one in the U.S., is a two-hour drive south from Kailua-Kona. And that’s just to the parking area. It’s another 2.5-mile trek to the actual beach, which sits at the mouth of a bay on a tuff ring that formed about 50,000 years ago. (The green sand is actually olivine.) Fair warning: There are unofficial shuttles to the beach—between $10 and $20 per person—and you may be pressured to take one. You don’t have to. It’s free to walk to the beach; just bring sturdy shoes and water.

Surf in Waikīkī, O‘ahu
BEST TIME: Year-round

Catch a wave where the legendary Duke Kahanamoku once surfed in Waikīkī on O‘ahu.
Photo: Tommy Pierucki

Whether you’re a first-timer or a lineup veteran, catching a wave in Waikīkī—where Native Hawaiians, including the legendary Duke Kahanamoku, have surfed for generations—should be on your bucket list. The waves here are friendly and plentiful, even during the lull of winter. (South swells hit Waikīkī in the summer months.) You can rent a board or get a lesson from a concession stand on the beach. Imagine riding a wave all the way to shore with Lē‘ahi (aka Diamond Head) as your background. It doesn’t get much better than that.

Snorkel at Mākua Beach, Kaua‘i
BEST TIME: JUNE THROUGH AUGUST

Mākua Beach on the northern coast of Kaua‘i is a snorkeler’s paradise.
Photo: Getty Images

One of the best snorkeling spots in Hawai‘i, Kaua‘i’s Mākua Beach, often referred to as Tunnels Beach due to the bay’s numerous underwater lava tubes, boasts crystal-clear waters full of marine life. This snorkeling sanctuary is roughly 9 miles west of Princeville on the island’s North Shore. You’ll see all sorts of Island sea life, from humuhumunukunukuāpua‘a, our state fish, to honu (Hawaiian green sea turtles). What’s impressive are the towering coral formations found at the beach’s outer reefs. Like many North Shore beaches, enter Mākua’s waters only during the summer; in winter, the place is known for large waves and strong rip currents.

Four-wheel Drive to Polihua Beach, Lāna‘i
BEST TIME: YEAR-ROUND

Jump in a four-wheel drive vehicle and head to the secluded Polihua Beach on Lāna‘i.
Photo: Grant Kaye

An hour away from Lāna‘i City, on the northern tip of the island, 2-mile-long Polihua Beach is one of the more expansive stretches of sand on Lāna‘i. And since you need a four-wheel drive to get there, you may just have this beach all to yourself. You can spend the day combing the beach for shells or gazing across the sea at Moloka‘i, just 11 miles off the coast. And while the ocean may look all too friendly, swimming at this beach is highly discouraged as the channel between Moloka‘i and Lāna‘i is known for strong rip currents. So just relax and enjoy the view.

Escape to Pāpōhaku Beach, Moloka‘i
BEST TIME: April to September

You’ll never see a crowd—or possibly anyone else—at Pāpōhaku Beach on Moloka‘i.
Photo: Catherine Toth Fox

Pāpōhaku Beach on the western end of Moloka‘i is every beach lover’s dream: It’s an uninterrupted 3 miles long and 100 yards wide and is considered one of the longest—and emptiest—white-sand beaches in all of the Hawaiian Islands. Another perk: There are clean restrooms, showers and picnic areas. While it can be treacherous for swimming—especially in the winter months, from October to March—the beach is perfect for long walks or lounging with a good book. When you leave, the only footprints in the sand will likely be yours.

Kayak to Remote Miloli‘i Beach, Kaua‘i
BEST TIME: JUNE THROUGH AUGUST

Kayak to the remote Miloli‘i Beach on Kaua‘i’s wild Nāpali Coast and stay the night—or two.
Photo: Lace Andersen

It takes all day to kayak to Miloli‘i Beach, hidden far along the Nāpali Coast. Once there, though, you’ll be about as close as you’ll ever be to having your own private stretch of paradise. It’s highly recommended that you only attempt this journey during Kaua‘i’s summer months, when the waves hitting the coast are at their smallest. Once you’ve arrived, you’ll find a campground (camping permits must be reserved in advance) equipped with fresh water, unheated showers, restrooms and picnic tables. You may notice a few aquatic visitors as well, since the beach is a popular place for monk seals and honu to relax and rest.

Helicopter to Nanina Beach, Ni‘ihau
BEST TIME: YEAR-ROUND

There’s really only one way you can lounge on a beach on Ni‘ihau, a 70-square-mile island owned by the Robinson family: booking a tour with the family’s Ni‘ihau Helicopters ($465 per person). You fly to the Forbidden Island on an Agusta 109A twin-engine helicopter from Port Allen Airport on Kaua‘i. The flight includes an aerial tour of the island, which is home to less than 200 Native Hawaiians. You spend a couple of hours at pristine Nanina Beach, a gloriously empty stretch of white sand often occupied by sunning Hawaiian monk seals. You can swim, snorkel, look for rare Ni‘ihau shells or just relax. Lunch is included.

Fonte: hawaiimagazine.com

MAROCCO – LE ROCCE DIPINTE DI AOUSSIFT

13 Ago 2020 In: Marocco

In questa valle deserta risiede uno splendido insieme di rocce dal design technicolor

Grandi rocce di granito dipinte, create dall’artista belga Jean Verame, si trovano appena fuori da una strada sterrata che si dirama da Agard-Oudad street a Tafraoute, in Marocco.

Un breve giro in bicicletta di 20 minuti dal villaggio di Tafraoute porta i viaggiatori in questa splendida valle che incarna perfettamente lo stile di vita della regione. Queste rocce ricoperte da una miriade di colori forniscono anche una vista panoramica sulla valle e sul paesaggio circostante. La vasta area “artistica” incastonata in questa regione remota è sicuramente uno spettacolo da non perdere e aggiunge una dinamica diversa al viaggio in Marocco.

I massi colorati forniscono anche alcune informazioni sulla cultura delle persone che frequentano Tafraoute. Le rocce raffigurano una natura rilassata che accoglie turisti amanti della natura che da anni visitano la zona.

Fonte: atlasobscura.com

600 ANNI PER IL CAPOLAVORO ARTISTICO E INGEGNERISTICO FIORENTINO DI FILIPPO BRUNELLESCHI. LA RIAPERTURA NEL GIORNO DEL SUO ANNIVERSARIO, SEI SECOLI DOPO

Il 7 agosto del 1420 l’Opera del Duomo di Firenze avviava il colossale cantiere diretto da Filippo Brunelleschi per dare, dopo tanti decenni di attesa, una cupola alla cattedrale di Arnolfo. Un’opera in grado di sfidare le leggi della fisica e di meravigliare il mondo, oltre a ispirare Michelangelo per la copertura di San Pietro. Dopo i lunghi mesi del lockdown, torna adesso accessibile al pubblico.

UNA LUNGA ATTESA

La prima pietra della cattedrale fiorentina, che sorgeva nell’area della vecchia chiesa di Santa Reparata, fu posata nel 1296, sotto la direzione di Arnolfo di Cambio, l’architetto che tra Roma e la Toscana realizzò molti degli edifici più belli del tardo Medioevo italiano. Non riuscì a vedere la fine dei lavori, che nel tempo furono ripresi da Giotto, Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini. Nel 1412 la struttura era completa, mancava soltanto la copertura del tamburo, la cui vastità, però non lasciava immaginare come avrebbe potuto essere realizzata. Ci riuscì Filippo Brunelleschi, che ideò un’avveniristica cupola, formata da due ca­lotte separate ma interconnesse, co­struita con armatura autoportante e cioè fissata alle spirali di mattoni che andavano via via ergendosi. Agli operai che ancora esitavano riguardo alla tenuta del­le strutture da lui concepite, la tradizione vuole che Brunelleschi così rispondesse: “Ma ricordandomi che questo è tempio sacrato a Dio et alla Vergine, mi confido che, faccendosi in memoria sua, non mancherà di infondere il sapere dov’è non sia, et agiugnere le forze e la sapienza e l’ingegno a chi sarà autore di tal cosa”. Il suo progetto si dimostrò giusto, e nel 1420 la cupola poté essere inaugurata e fu un cantiere avveniristico, per l’epoca, anche considerando che Brunelleschi inventò speciali macchinari per issare il materiale da costruzione, che furono poi studiate anche da Leonardo.

SI RIAPRONO LE PORTE

Per festeggiare questo importante anniversario, nei mesi di agosto e settembre la cupola sarà aperta al pubblico tutti i giorni, e per la prima volta, con orario prolungato fino alle 21. In concomitanza, anche la Cattedrale di Santa Maria del Fiore riapre le porte ai visitatori, dal lunedì al sabato, questa con ingresso gratuito. Purtroppo, la pandemia ha costretto l’Opera del Duomo a rimandare le tante iniziative previste per festeggiare adeguatamente la creazione di Brunelleschi, ma nell’attesa di scoprire quali saranno gli eventi culturali legati all’anniversario, è di nuovo possibile aggirarsi all’interno della splendida struttura, vanto del Rinascimento italiano.

Fonte: artribune.com – Niccolò Lucarelli

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Fonte: Il Team Air Canada Italia

C’è una zona della meravigliosa Sardegna che, forse più di altre, infonde il senso di continuità fra terra e mare. Parliamo della Costa del Sinis, un’area così variegata e autentica che lascia profondamente affascinato chiunque vi ci metta piede. I motivi sono tantissimi, e ora li andremo a scoprire insieme facendo un giro tra le sue spettacolari e indimenticabili spiagge

La suggestiva spiaggia di San Giovanni di Sinis

Uno dei luoghi più suggestivi della Costa del Sinis è certamente San Giovanni di Sinis, un antico borgo di pescatori dove si estende una bella spiaggia dai colori sgargianti e mare cristallino. Una vera e propria distesa di sabbia bianca chiara, soffice al tatto e qualche posidonia spiaggiata.

Mari Ermi, un caleidoscopio di colori

Un’altra gemma della Costa del Sinis è la spiaggia di Mari Ermi, con un arenile composto di sabbia dorata, fine e con piccolissimi ciottoli di quarzo bianco e rosa. Un vero spettacolo della natura che regala un paradisiaco caleidoscopio di colori.

Sa Mesa Longa, un vero paradiso

Come non parlarvi di Sa Mesa Longa, un luogo davvero magico e che deve il suo nome a un isolotto piatto che funge da barriera naturale di fronte alla lunga spiaggia. La sabbia di questo paradiso è fine e morbida, anche se lungo la battigia ci sono numerosi frammenti di conchiglie depositati dal mare.

Spiaggia Is Arutas, un capolavoro della natura

Una vera e propria meraviglia, un gioiello che incanta e uno spettacolo della natura è la spiaggia Is Arutas. Un tratto di costa basso e sabbioso e lungo diversi chilometri. La sabbia è molto particolare poiché composta da granellini di quarzo e con sfumature di colori che spaziano tra il verde, il rosa ed il bianco.

Spiaggia Maimoni, due chilometri di paradiso

Sabbia bianca, sassolini di quarzo rosa e mare azzurro, questo e molto altro potrete trovare presso la spiaggia Maimoni. Una distesa di 2 chilometri di meraviglie della natura e in cui trascorrere estati indimenticabili.

Cala Sa Figu, protetta da una maestosa scogliera

Nella zona di Capo Mannu, nel nord della penisola del Sinis, si trova la piccola spiaggia di Cala Sa Figu. Una piccola, ma incantevole distesa di sabbia fine, compatta e protetta da una maestosa scogliera. Zona ideale per chi non ama il turismo di massa e con un mare dal colore verde smeraldo cangiante.

Putzu Idu, dai colori caraibici

Nella magica Putzu Idu si estende una bellissima spiaggia di sabbia bianchissima e finissima. Ma ciò che colpisce particolarmente il turista è il colore del mare che, oltre ad essere limpidissimo, riprende le tonalità caraibiche, anche grazie al fondale molto basso che digrada dolcemente verso il mare.

S’Arena Scoada, un vero sogno

Nel promontorio che rappresenta il confine settentrionale della penisola del Sinis prende vita un altro vero sogno a occhi aperti: S’Arena Scoada. Qui la sabbia è bianca per via dei frammenti di quarzo e degli scogli levigati che si affacciano sul mare verde-azzurro e che entra dritto nel cuore.

S’Archittu, un monumento naturale

Terminiamo questo splendido viaggio presso la spiaggia di S’Archittu, un meraviglioso tratto di costa che prende il nome dallo spettacolare monumento naturale nazionale di S’Archittu, un arco sul mare creatosi con il tempo, grazie alla magistrale azione erosiva del mare.

Fonte: siviaggia.it

Il lussuoso Round Hill Hotel and Villas in Giamaica riaprirà le sue porte dal 1° settembre! Saranno aperte sia le 36 camere del resort progettate da Ralph Lauren che le sue 27 ville private.

“Siamo entusiasti di dare il benvenuto agli ospiti al Round Hill Hotel and Villas a settembre e di riservare loro la nostra ospitalità e il servizio di lusso insieme a protocolli di sicurezza avanzati.” Josef Forstmayr, amministratore delegato del Round Hill Hotel and Villas, ha dichiarato al Caribbean Journal. “Siamo anche entusiasti di offrire nuove esperienze private, che abbiamo creato in tutta la proprietà, e incluse nel nostro nuovo pacchetto Villa Retreat, che offriranno il massimo del lusso e un adeguato distanziamento sociale”.

Il resort situato nell’area di Montego Bay riapre con una serie di nuovi protocolli di sicurezza e pulizia.

Nell’era di COVID, il pacchetto Villa Retreat, sopra menzionato, è progettato per limitare le interazioni faccia a faccia, aumentando al contempo l’esperienza degli ospiti e fornendo loro la libertà di girare in sicurezza nel resort di 110 acri “.

La vacanza in villa include un incontro virtuale con lo chef e il concierge per “definire la tua esperienza culinaria”; spuntini di benvenuto; prima colazione servita dallo staff; pranzo giornaliero; cena giornaliera preparata nella villa dallo chef; e Wi-Fi, tra gli altri servizi inclusi.

Il portfolio delle ville di Round Hill va da due a sei camere da letto, tutte con piscina privata.

Il Round Hill ha ospitato una lista piuttosto impressionante di ospiti importanti, tra cui John F. Kennedy, che ha soggiornato nel “Cottage 25” prima della sua inaugurazione nel 1961. Guardiamo il video.

La Giamaica ha riaperto al turismo a giugno; ecco cosa i viaggiatori devono sapere prima di arrivare.

Fonte: caribjournal.com – roundhill.com

Un’isola popolata da sole 40 persone cerca abitanti!
Rum è alla ricerca di “turisti per la vita” e per attirarli ha costruito quattro eco-case, pronte per essere affittate a prezzi calmierati a chi vorrà lavorare sull’isola

Chi ha il coraggio di trasferirsi a tempo indeterminato in un’isola remota? Di sicuro qualcuno che apprezzi la solitudine e il distanziamento sociale. Rum, la più grande delle Piccole Isole delle Ebridi Interne, in Scozia, è alla ricerca di turisti per la vita: persone che abbiano voglia di ricominciare una nuova esistenza, lontano dai grandi centri.

Per attirare nuovi residenti (attualmente gli abitanti sono circa 40), il villaggio di Kinloch sta costruendo quattro eco-case con due camere da letto, pronte per essere affittate a prezzi calmierati a chi vorrà lavorare sull’isola: al momento si cercano persone qualificate in assistenza all’infanzia, produzione alimentare, manutenzione per case, pescicoltura e turismo. Ma è ben accetto chiunque voglia aprire nuove attività commerciali o aiutare a diversificare l’economia locale. Chi abbia voglia di candidarsi può inviare la propria application sul sito dell’isola.

Rum ha una storia antica: è stata acquisita dalla Nature Conservancy nel 1957, diventando una riserva faunistica di cervi, capre selvatiche, pony, aquile dalla coda bianca e una colonia di 120.000 berte atlantiche. Prima di questo, il suo nome era Rhum (con l’h), una variante inventata dall’ex proprietario, Sir George Bullough, che non gradiva il titolo di Laird of Rum perché non voleva in alcun modo che il suo nome fosse associato alla bevanda alcolica. Il figlio, John Bullogh, vi costruì il castello di Kinloch, convertito oggi in un ostello. All’epoca, John Bullogh, un ricchissimo manifatturiere di cotone, aveva circa 100 persone al suo servizio, di cui solo 14 come giardinieri. C’era un enorme campo da golf da curare, campi da tennis, da squash, allevamenti di tartarughe, uccelliere, tutti da mantenere con cura.

Oggi l’unico centro abitato è Kinloch. Qui vi si trova l’unico negozio, un negozio di arte locale, un ufficio postale. Non vi sono né chiese, né pub, ma un piccolo caffè per accogliere i pochi abitanti (la maggior parte dei quali studiosi).

Fonte: huffingtonpost.it

La Finlandia accoglie i turisti provenienti da numerosi Paesi, tra cui l’ITALIA, in cui la situazione dei contagi da coronavirus è migliorata. Non esiste alcun controllo alle frontiere per i viaggiatori provenienti da questi Paesi e non è necessario che si isolino in quarantena all’arrivo in Finlandia

Il controllo delle frontiere e le restrizioni sono state revocate e sono anche possibili viaggi turistici tra Finlandia e Cipro, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Irlanda, Lettonia, Lichtenstein, Lituania, Malta, Norvegia, San Marino, Slovacchia e Vaticano. A partire dal 10 agosto, purtroppo sono tornate di nuovo in vigore le restrizioni di viaggio per i viaggiatori provenienti da Andorra, Belgio e Paesi Bassi a causa di un aumento dei casi di coronavirus in questi Paesi. Le restrizioni sono state ripristinate il 27 luglio anche per i viaggiatori provenienti da Austria, Slovenia e Svizzera per lo stesso motivo.

Il governo finlandese basa le sue decisioni riguardo l’allentamento dei controlli alle frontiere e le restrizioni sull’incidenza del COVID-19 nel Paese. Queste modifiche al controllo e alle restrizioni alle frontiere saranno in vigore fino all’8 settembre, ma saranno riviste ogni due settimane.

Le misure generali di salute e sicurezza relative al coronavirus in Finlandia sono così sintetizzate:
– evitare il contatto fisico
– mantenere una distanza di sicurezza dalle altre persone
– osservare una buona igiene delle mani e delle vie respiratorie.
Non ci sono indicazioni sull’uso di maschere facciali all’aperto, in spazi pubblici interni o sui trasporti pubblici, tuttavia gli aeroporti finlandesi, ora aperti al traffico passeggeri, consigliano vivamente di usare maschere facciali.

Ristoranti, caffè e bar funzionano normalmente, tuttavia devono essere disponibili i posti a sedere al coperto per tutti i clienti e devono essere mantenute distanze di sicurezza. I posti a sedere all’aperto non sono limitati, tuttavia è necessario mantenere le distanze di sicurezza. I fornitori di servizi sono tenuti a garantire che i clienti possano lavarsi o disinfettarsi le mani all’arrivo. Allo stesso modo, mobili, piatti, posate e altre superfici devono essere mantenuti puliti in modo che non rappresentino un rischio di diffusione della malattia. I clienti sono incoraggiati a mantenere una distanza di sicurezza dalle altre persone e ad osservare una buona igiene delle mani e delle vie respiratorie.

Luoghi di interesse e attrazioni sono stati aperti dal 1° giugno. È bene controllare i loro siti web per informazioni aggiornate sugli orari di apertura e qualsiasi considerazione specifica sulla sicurezza.

Sono aperti anche hotel e altri servizi per i viaggiatori, tuttavia alcuni sono chiusi durante l’estate, quindi è consigliabile verificare con la propria agenzia viaggi la disponibilità e qualsiasi considerazione specifica sulla sicurezza.

Fonte: visitfinland.com


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