IMMERGITI NELL’ATMOSFERA MAGICA DELLE ISOLE DI TAHITI – TRA LE PIÙ STRAORDINARIE AL MONDO

Fonte: Pacific Tourism Organisation

BORNEO MALESE: A TUTTA NATURA!

7 Mag 2020 In: Malesia

Natura incontaminata, flora e fauna rara e una cultura affascinante da scoprire viaggiando in lungo e in largo nei suoi due Stati: Sabah e Sarawah.

Il Borneo Malese è uno dei luoghi con la maggiore biodiversità al mondo, dove è la vegetazione la protagonista assoluta di un microcosmo lontano anni luce dalle nostre caotiche città. Un arcipelago composto da dozzine di isole da scoprire con calma, staccando la spina da tutto, lungo l’area tropicale del Sud-est asiatico. Ha un clima equatoriale e ogni mese ha i suoi vantaggi e svantaggi climatici e paesaggistici. La stagione secca, comunque, va da maggio a ottobre, con forti acquazzoni tra giugno e luglio, mentre quella umida è compresa tra novembre e aprile.

Il Sabah copre la parte settentrionale del Borneo, con la sua curiosa forma a testa di “cane” tra aree montuose, corsi d’acqua, colline e valli fluviali. Il Sarawah è una terra di fiumi, mentre tra i loro confini si trova il Brunei, che rappresenta solo l’1 per cento del territorio. Descrivere lo scrigno di meraviglie che comprende è persino difficile perché i colori, i profumi e la bellezza del panorama sono assolutamente perfetti.

Tra i luoghi da raggiungere con almeno due settimane di permanenza ci sono sicuramente:

Il rifugio degli Orango di Sepilok
La capitale del Brunei, Bandar Seri Begawan con la moschea di Omar Ali Saifuddin
Il Parco Nazionale di Gunung Mulu con i pinnacoli calcarei, nel Sarawak
Le barriere coralline delle Isole di Semporna, nel Sabah
Il Canopy Walk nella foresta, nella valle di Danum, nel Sabah
Sandakan, la città costruita su palafitte
I lussuosi hotel sulla barriera corallina di Gomantog, nel Sabah

Il Borneo, con la sua varietà paesaggistica, è in grado di venire incontro a tutte le esigenze. Si può quindi arrivare da soli, in gruppo, in coppia o in famiglia. Il soggiorno senza problemi è garantito dall’elevato standard degli alberghi, delle strutture mediche, della sicurezza, dei trasporti. Insomma una perfetta scelta “tutto compreso”, con l’aggiunta di un habitat particolare e insolito.

Tipi di itinerari

In Borneo sono tantissime le attività che si possono prevedere e vanno dal rafting, ai tour nella giungla, dalle escursioni giornaliere alle avventure ad alta quota, dal trekking all’arrampicata, fino ai giri in bicicletta, alle immersioni, al birdwatching e al golf. Insomma, a seconda di ciò che si desidera fare, è possibile personalizzare il proprio itinerario.

Uno degli percorsi possibili, potrebbe riguardare ad esempio i parchi nazionali. Tra i più importanti ci sono: il Parco Nazionale di Ulu Temburong, in Brunei che ha inizio sul lungofiume della capitale e permette di viaggiare lungo la rete dei corsi d’acqua, delle mangrovie e della foresta tropicale. Non manca un ponte sospeso dove passeggiare. Il Parco di Gunung Kinabalu, in Sabah: si trova in un nebbioso mondo alpino e si può scoprire sia scalando la vetta del Monte Gunung che restando sulle pendici. Quel che impressiona è l’enorme varietà della vegetazione. Il Parco Nazionale di Bako, in Sarawak è un mix di mangrovie, brughiere e formazioni rocciose lungo la costa.

Chi vuole vivere esperienze adrenaliniche può dedicarsi a: la Valle di Danum che è il luogo più vicino al “cuore del Borneo”, dove avvistare diverse varietà di uccelli e fauna rara. Incontrare gli oranghi è un’altra opportunità (dai centri di riabilitazione, fino alla riserva di Tabin in Sabah). Ancora si possono cercare le nasiche con il loro curioso naso praticamente in tutto il Borneo o dedicarsi a un safari sul fiume.

Chi cerca isole e spiagge deve soffermarsi soprattutto alla zona del Sabah, mentre chi preferisce le grandi città e la cultura può soggiornare nella capitale del Brunei, o a Kuching, la principale città del Sarawak o a Kota Kinabalu, la capitale del Sabah.

Cosa vedere in 15 giorni

Le alternative sono infinite, ma per avere un’idea di insieme di Sabah e Sarawak si può optare per un mix tra città ed escursioni nella natura. In questo caso, una buona idea può essere quella di arrivare in Malesia, a Kuala Lumpur e prendere un volo per Kuching, per scoprire la capitale del Sarawak con i suoi mercati, i templi cinesi, le moschee e i grandi palazzi. Il giorno successivo la partenza è per Batang Ai e lungo il tragitto ci si può fermare al centro di conservazione degli Orang Utan di Semenggok, a Serian, per visitare il tradizionale mercato locale e al villaggio di Lachau.  Al lago di Batang Ai è d’obbligo un giro con una tradizionale “perahu panjang” (barca lunga) verso un villaggio Iban, popolazione indigena del Sarawak, famosi nel passato come cacciatori di teste. Ritornando verso Kuching, dopo uno sguardo alle cascate e ai giardini del parco di Ranchan, si può prendere un volo per Mulu col Mulu National Park tra giungla e natura incontaminata, ma anche grotte di stalattiti e stalagmiti e grotte imponenti come quella dell’acqua chiara con il percorso di acqua sotterraneo più lungo al mondo. E finalmente si parte per la capitale del Sabah, Kota Kinabalu, col suo mercato e la cittadina.

Incredibile, soprattutto al tramonto, il fiume Garama raggiungibile con poche ore di viaggio per scoprire i limitrofi villaggi, le piantagioni e l’ecosistema a mangrovie. Prima di lasciare questo magnifico territorio, ci sono altre escursioni in Borneo che vale la pena di non perdere. In zona c’è ad esempio il Monte Kinabalu, dichiarato nel 2000 patrimonio naturale dell’umanità dall’Unesco per la sua alta concentrazione di biodiversità floristica, nella cui area trascorrere almeno una giornata, tra piccoli villaggi e paesaggi spettacolari. Per chi poi ha ancora tempo a disposizione, l’alternativa può essere quella di prenotare un volo su Sandakan, proseguendo per il Sepilok Forest Center, per visitare il Bornean Sun Bear Conservation Centre, unico centro di conservazione e riabilitazione dove si può ammirare da vicino l’orso più piccolo in natura e anche l’Orang Utan Rehabilitation Centre. Da non dimenticare che i dintorni di Kota Kinabalu, sono ricchi di resort raggiungibili in barca dove trovare lusso e mare cristallino, in circondati da pace e bellezza assoluta.

Fonte: ilmessaggero.it

Situato a meno di un’ora da Reykjavik, tra i campi montuosi di lava, si trova lo ION Luxury Adventure Hotel

Adatto per gli ospiti che cercano una vacanza tranquilla e pacifica sotto l’aurora boreale, la pesca a mosca in acque ghiacciate o il trekking attraverso i ghiacciai, la splendida cornice può essere la dimora di molti turisti. Essere vicini al “Golden Circle” islandese rende anche lo ION Luxury Hotel una base fantastica per esplorare la cultura e la natura per un’avventura adatta alle proprie aspettative. Inoltre, essendo vicino a un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, il Parco Nazionale di Thingvellir, gli ospiti potranno accedere comodamente ad attrazioni iconiche. ION è in grado di supportare i propri ospiti dopo una giornata di esplorazione, in particolare per coccolare coloro che cercano un rifugio confortevole per il loro viaggio avventuroso.

Dal ristorante Silfra al bar Northern Lights (dell’aurora boreale), alla Lava Spa e alle lussuose camere, si trova tutto ciò che serve per ricaricare e recuperare dopo una giornata passata a sperimentare tutto ciò che l’Islanda ha da offrire. A ION, le camere sono costruite per un massimo comfort e lusso. Progettato in stile islandese con l’ulteriore vantaggio di avere finestre dal pavimento al soffitto, gli ospiti possono godere della vista sui campi di lava e rilassarsi nelle lenzuola ipoallergeniche e organiche sui letti che sono stati selezionati per relax e sostegno.

Con la sostenibilità al centro di tutto ciò che ION fa, troverai anche i bagni ecocompatibili con acqua e prodotti gratuiti di Sóley Organics. Il cibo è al centro dei Paesi nordici con la loro forte cultura alimentare regionale che si basa su quattro componenti chiave: fresca, stagionale, semplice e pura. Combinando ricette tradizionali con nuovi ingredienti e liquori locali, bevande alcoliche e birre, il ristorante Silfra e il bar Northern Lights abbracciano pienamente la cultura islandese. Che si sia alla ricerca di qualcosa di stagionale, tradizionale, moderno o appena fuori dalla zona comfort, si avrà la possibilità di provarlo al ristorante Silfra e al Northern Lights Bar. Guidato dallo chef Ágúst Már Garðarsson, il ristorante Silfra e la specialità del Northern Lights Bar è lo “slow food”, che significa cibo cucinato con gli ingredienti più freschi trovati non troppo lontano dall’hotel stesso, per offrire un assaggio dell’Islanda. Gli ospiti troveranno anche che il design sia del tutto in linea con quello islandese nativo dello ION stesso, ma con l’ulteriore influenza di evidenziare i suoi dintorni e le delizie culinarie del ristorante.

Fonte: xoprivate.com

TEBE: UN VIAGGIO A RITROSO NEL TEMPO

6 Mag 2020 In: Egitto

Nel Nuovo Regno la capitale viene trasferita a Tebe

L’antica città di Tebe, situata nell’attuale Luxor, fu scelta dai sovrani del Nuovo Regno come capitale dell’Egitto. A partire dalla XVIII fino alla XX dinastia, dal 1552 a.C. per 500 anni, numerosi faraoni, tra i più famosi e potenti, regnarono dal nuovo centro politico e religioso del Paese.

Senza essere egittologi, è importate comprendere alcune chiavi di lettura che animavano l’elaborato culto religioso degli Egizi. Osservando la simbologia, è evidente quale fosse il filo logico che induceva gli Egizi a costruire templi e complessi funerari, che da migliaia di anni destano ancora immutato interesse.

Il dio Ra, il dio Sole, veniva rappresentato in diverse forme sulla Terra, associandolo a numerose divinità.
La vita era solo un passaggio per raggiungere il regno dei morti. La vita era il viaggio che ogni giorno compie il sole: sorge a est, tramonta a ovest e risorge a est. La notte era l’aldilà.

La vita e la morte

Come il sole, a bordo della barca solare, anche il faraone defunto intraprendeva il suo viaggio notturno per risorgere nella vita ultraterrena.

I templi di culto si trovano sulla riva orientale del Nilo, mentre i templi funerari e le necropoli si trovano a occidente.

Il sole nascente e il sole calante

La costa atlantica orientale della Martinica è pura e bella, piena di piccole insenature e baie circondate
da imponenti ville su verdi colline

È un posto per la quiete e la fuga, per la bellezza isolata, come tutta la Martinica, un’isola tanto affascinante quanto meravigliosa; uno di quei luoghi che rimane ancora romantico, esotico.

Appena fuori dalla spiaggia di Cap Est, nella città di Le Francois, c’è l’essenza dell’Est della Martinica; una laguna seducente, serena e turchese.

Concediti un momento per goderti la spettacolare meraviglia naturale di questo luogo nel video qui sotto.

Fonte: caribjournal.com

L’incantevole isola della Polinesia francese
di cui non avete mai sentito parlare

Una delle destinazioni più incredibili nel sud dell’Oceano Pacifico è Anaa, un’isola incontaminata e tranquilla che appartiene alla Polinesia francese. Adesso che l’atollo si sta aprendo al turismo internazionale, potete dare un’occhiata alle attività imperdibili che Anaa ha da offrire.

La Polinesia francese è famosa in tutto il mondo per essere un paradiso incontaminato nel sud del Pacifico. Il clima caldo tutto l’anno, le acque cristalline e l’accoglienza estremamente calorosa degli ospiti attirano visitatori da ogni angolo del globo.

Anaa è un’isola paradisiaca adatta ai viaggiatori che vogliono evitare le mete turistiche © SageElyse / Shutterstock

Ma non tutti possono permettersi gli hotel lussuosi di Tahiti e Bora Bora. I turisti dalla mentalità ecologica che desiderano viaggiare in modo sostenibile e vedere la Polinesia francese più autentica (e che magari vogliono sostenere alcune valide iniziative), non dovrebbero perdersi la meravigliosa isola di Anaa.

A trecento miglia a est di Tahiti, in mezzo alle Isole Tuamotu (un arcipelago che occupa un area grande quanto l’Europa occidentale), sorge l’atollo di Anaa, raggiungibile con un breve volo della Air Tahiti che parte settimanalmente da Papeete. Il numero di viaggiatori internazionali che vi giunge ogni anno è ancora bassissimo, quest’isola (con il suo splendido scenario tropicale) appartiene principalmente ai suoi abitanti. Ecco la nostra guida alle attività più entusiasmanti che vi attendono in questo angolo di paradiso.

Pesca sostenibile

Anaa spera di spingere il mondo ad adottare a lungo termine la pratica sostenibile della pesca con la mosca. I tour operator organizzano regolarmente gite guidate dai membri della comunità nel periodo in cui è aperta la stagione della pesca con la mosca, i mesi asciutti che vanno da aprile a dicembre. Concede agli appassionati di pesca un’opportunità lunga una settimana per prendere all’amo i famosissimi bonefish (conosciuti localmente con il nome di kiokio). Questa iniziativa eco-turistica e sostenibile supporta la comunità locale, raccoglie fondi per la tutela del territorio e per i programmi ambientali insegnati a scuola, e garantisce un valore monetario al benessere del bonefish, assicurandogli una sopravvivenza prolungata.

Se non siete pescatori potete visitare l’area per l’educazione ambientale marina, creata dalla scuola del posto in un canale tra le isole. È rappresentata da un tempio (un piccolo monumento sacro chiamato tradizionalmente marae) circondato da un anello di pietre, che simboleggia il rahui annuale: un antico ordinamento che vieta la pesca nei primi mesi della stagione riproduttiva, quindi marzo, aprile e maggio. Con la popolazione di pesci che si riproduce regolarmente, si crea una riserva di cibo a lungo termine e sostenibile, e i numerosi banchi di bonefish assicurano agli appassionati della pesca in visita la cattura di parecchi esemplari.

Tour culturali di Anaa

I polinesiani sono gente di mare e hanno scoperto queste isole generazioni e generazioni fa, stabilendosi intorno al 1400. I colonizzatori francesi non hanno tardato molto, raggiungendoli nel 17esimo secolo, seguiti dai missionari cattolici che, una volta sulle spiagge di Anaa, convertirono la gente del posto e costruirono le loro chiese.

Tuttavia, la popolazione dell’isola è recentemente diminuita da circa 2000 persone nel 1960 ai circa 500 residenti odierni, concentrati principalmente nel villaggio centrale di Tuuhora. La situazione attuale vede la maggioranza dei sette antichi villaggi della laguna, come Tematahoa, Otepipi e Temarie, quasi abbandonati, abitati soltanto per brevi periodi da residenti stagionali.

Un tour culturale di Anaa vi mostrerà la storia dell’isola © Chris Fitch / Lonely Planet

I visitatori sono invitati a esplorare queste città fantasma, piene di abitazioni vuote, vecchi municipi e templi in rovina. Ci sono anche alcuni siti storici particolari che meritano di essere visitati, come Te Faitiga, una grotta sommersa riparata da rocce minacciose; servì come rifugio alle persone che cercavano un nascondiglio per salvarsi la vita durante la rivolta di Putuahara nel 1852.

Partecipate ad un safari marino

Le navi dei pescatori possono essere noleggiate per fare un safari marino di un giorno ed esplorare la laguna dell’atollo Anaa, tra barriere di coralli colorati e fondali bassi e sabbiosi. La laguna abbonda di fauna marina, come il red snapper, il carango gigante nero e tantissimi dei tipici pesci che popolano le barriere coralline. Immergetevi nelle acque turchesi e nuotate insieme ai docili esemplari di squalo pinna nera del reef. Fate snorkeling tra le rocce del reef e ammirate la varietà di specie che vivono in questo habitat. Se riuscirete a trovare una barca per fare un giro nelle acque a largo della laguna, il mare aperto vi attende con tante creature marine più grandi, come le tartarughe marine, i delfini, le razze e se siete fortunati gli squali balena. In un tour delle isole più piccole potreste avvistare anche gli uccelli marini intenti a fare il nido.

Molti dei reef e dei relitti archeologici possono essere raggiunti solamente via mare, ma considerate la possibilità di noleggiare una bici in una delle guest house per esplorazioni autonome su due ruote lungo i percorsi della costa o dell’entroterra. 

Esplorate i misteriosi villaggi abbandonati di Anaa © Chris Fitch / Lonely Planet

L’artigianato di Anaa

La comunità di Anaa è composta da molti artigiani, che utilizzano i materiali locali per creare un’ampia gamma di prodotti e souvenir. La scelta include strumenti per la pesca, come gli ami fatti a mano e pensati apposta per i bassi fondali di Anaa, disegnati per replicare l’aspetto delle prede preferite del bonefish o di altri pesci che vengono pescati nella laguna.

Poi ci sono le raffinate collane di conchiglia vendute ai passeggeri in partenza all’aeroporto, o le corone cerimoniali fatte di conchiglie minuscole. Le foglie di banano essiccate vengono usate per produrre qualsiasi tipo di oggetto, dalle borsette alle custodie per il passaporto, e i tessuti vengono tinti per ricreare i motivi tradizionali dell’isola. Pietre incise, estratte dall’entra, diventano splendidi gioielli e sculture, e tantissimi prodotti nascono dall’utilizzo dei milioni di cocchi nati e raccolti in giro per Anaa, dai dolciumi agli oli profumati.

Fonte: lonelyplanetitalia.it – Chris Fitch

L’ITALIA DELLA CULTURA HA UNA DATA. ANCHE I MUSEI, COSÌ COME LE BIBLIOTECHE E LE MOSTRE, POTRANNO IL 18 MAGGIO. AD ANNUNCIARLO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE. ORA RESTA DA CAPIRE QUALI ISTITUZIONI RIUSCIRANNO A FARCELA DAVVERO

Lo avevamo già annunciato il 25 aprile con questo articolo. E ora la conferma ufficiale è arrivata, come d’abitudine nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Intervento attesissimo da una Italia divisa tra coloro che vorrebbero continuare la quarantena per precauzione e paura e coloro che non ne possono più del lockdown. Come è, come non è, è ufficiale: i musei, le biblioteche e le mostre riapriranno il 18 maggio 2020. Ciò che inizialmente era solamente una ipotesi oggi è una realtà. E la data del 18 maggio sarà simbolica perché vedrà, dopo mesi, anche la riapertura degli esercizi commerciali.

Le Gallerie degli Uffizi

LA DECISIONE DI RIAPRIRE

Una decisione questa fortemente voluta dal Mibact e, come riporta AgiCult, auspicata nell’intervento della deputata del Pd Rosa Maria Di Giorgi, membro della commissione Cultura della Camera, che avrebbe dichiarato nel pomeriggio del 26 aprile, nel corso di una diretta Facebook: “bisogna ricominciare subito ad aprire musei, siti e mostre. Serve riaprire, chiaramente con la massima sicurezza, tutto ciò che non è a rischio. Il ministro Franceschini lo ha detto e spero che Conte accolga questo appello nel Dpcm”. La Fase 2, dunque potrebbe anche costituire un nuovo corso nella percezione che pubblico, istituzioni e media hanno della cultura. Tra i molti effetti negativi che questa terribile esperienza ha avuto e sta continuando ad avere sul nostro presente, c’è stata però anche la svolta positiva di riportare la cultura all’attenzione dell’opinione pubblica.

LA RIAPERTURA DELLE LIBRERIE

La riapertura delle librerie a metà aprile non è stata salutata da tutti (anche da nostro giornale ad esempio) con entusiasmo e ha generato divisioni. Tuttavia è stato inedito il dibattito che ne è scaturito, portando con sé significati importanti: la gente si è domandata se i libri fossero o meno generi di prima necessità. E molte persone hanno risposto affermativamente, generando un tam tam senza precedenti. Si è tornati a parlare dell’importanza di sostenere gli artisti: si è ribadita l’importanza di supportare economicamente insieme ai lavoratori autonomi anche chi opera nello spettacolo. Infine, la riapertura dei musei al 18 maggio ribadisce l’importanza che queste istituzioni hanno nella agenda del Governo e nella cultura del nostro Paese. La data appare una data credibile, non inutilmente simbolica e prematura come quella delle librerie: una data nella quale, auguriamocelo con tutto il cuore, il contagio potrebbe essere in fase decisamente calante e una visita ad un museo o ad una mostra una opzione realmente fattibile. Qualche problema in più potrebbe emergere dalle biblioteche per la tipologia di “materia prima” che hanno alla base questi spazi: di chi sarà l’onere di disinfettare, sanificare, pulire migliaia e migliaia di libri che per loro natura vengono toccati da decine di mani al giorno per motivi di approfondimento e di studio? Una sfida senz’altro complessa per funzionari e direttori.

I MUSEI CE LA FARANNO A RIAPRIRE?

Tornando ai musei, c’è una domanda che aleggia da qualche giorno: come si comporteranno i musei una volta fissata la data della loro riapertura? Si tratterà di una apertura condizionata al rispetto di alcuni requisiti, ma i musei saranno in grado di rispettarli? Da giorni si parla di una riapertura in sicurezza e sono già emersi dei possibili vademecum, come quello redatto da ConfCultura. Attualmente però non sono ancora disponibili delle linee guida, né degli obblighi per le istituzioni, se non quelli dettati dal buon senso: mantenere il distanziamento sociale, sanificazione, presenza di igienizzanti, e così via. Si è anche parlato di termoscanner e dell’annullamento di eventi che possano generare assembramenti. I musei inoltre riapriranno tutti insieme o potranno farlo in base alle proprie esigenze e necessità? Come si farà con il problema dei custodi? Molti sono in là con gli anni e la loro defezione (ben presto un decreto potrebbe chiedere a persone maggiori di una certa età di stare a casa più degli altri) si andrebbe a sommare ad una pianta organica assai deficitaria, con migliaia e migliaia di posizioni mancanti proprio tra i custodi e i guardiani, per l’appunto quelle persone che dovrebbero aiutare i visitatori a rispettare le norme di distanziamento fisico tra se. Tanti gli interrogativi ai quali si unisce l’esigenza di capire quale sarà il destino delle gallerie private: potranno essere equiparate agli esercizi commerciali e tornare a svolgere le proprie attività a partire dal 18 maggio anche loro? Ciò che è certo è che la Fase 2 dovrà essere per gli spazi della cultura un momento per riprogettare il proprio futuro a fronte di un’emergenza che è tutt’altro che finita e che, anche una volta esauritasi dal punto di vista sanitario, lascerà strascichi sconfinati nel campo dei comportamenti, delle abitudini, delle percezioni.

Fonte: artribune.com

La pioggia nel deserto più famoso del Marocco

L’arrivo alle dune dell’Erg Chebbi dopo chilometri di sassi e rocce, la notte nel deserto, la sveglia prima dell’alba. Il Marocco è una terra dolce che accoglie i visitatori col gusto dei datteri giganti a bordo strada, del tè alla menta e del caldo che non sfianca, con lo sfondo delle kasbah tra le dune, le vette dell’Atlante, le creste del deserto, i mercati dei villaggi. Ma è il sud del paese a regalare il meglio di sé, come una notte di pioggia in un deserto dove l’acqua è un bene che arriva dal cielo.

A Merzouga ci si arriva dopo ore di sassi e sole passate su una jeep che scavalca gli ostacoli. Il Marocco accoglie tutti col suo solito clima asciutto, col gusto del tè alla menta e dei datteri succosi venduti a bordo strada e accompagna lungo il tragitto da Marrakech ai piedi delle dune dell’Erg Chebbi attraverso kasbah e villaggi, mercati e gole. Le oasi incontrate sul cammino verso il profondo sud del Paese sono sprazzi di verde e luce: c’è disordine e pace, calma e frenesia in questa parte di mondo in cui il tempo sembra essersi fermato agli anni ’50 e la vita scorre placida. Il deserto – a vederlo per la prima volta – fa la stessa impressione dei grattacieli di una metropoli d’Occidente: ci si sente piccoli e insignificanti eppure parte di qualcosa, sempre minuscoli al cospetto della natura e dei venti che hanno soffiato sabbia tanto da creare creste alte fino a 150 metri. Quello che ci si aspetta è che sia strano: dormire in una tenda berbera, svegliarsi prima dell’alba per vederla scorgere tra le dune, accarezzare un dromedario. Quello che non ci si aspetta però è che piova: una benedizione da queste parti, che capita di rado, eppure, capita. Quando succede è sabbia in bocca e notte in bianco, in attesa che la luce entri dalle fessure dalla tenda per tirarsi su e vedere cosa è successo fuori dopo il passaggio dell’acqua, lì dove l’acqua non scende mai.

Dormire ai piedi delle dune dell’Erg Chebbi

All’Erg Chebbi si approda tradizionalmente dopo una visita al villaggio di Rissani, che tre giorni alla settima si anima per il mercato. La guida locale dice che il sud è il posto più vero del Marocco e al mercato di Rissani questa verità viene fuori tra le grida di chi contratta per portarsi a casa olive e pecore, asini e carne.

Erfoud è la città turistica che apre le porte alle dune dell’Erg Chebbi e se si ha la fortuna di arrivare da queste parti, una notte sotto le stelle è d’obbligo. Si dorme in una tenda berbera, in una delle tante sistemazioni presenti nella zona che brulica di visitatori. Sulle dune passeggiano i berberi, che accompagnano i turisti a spasso su quelle montagne altissime e raccontano come si vive da queste parti in cambio di una piccola offerta.

Per cultura, i berberi non possono accettare offerte in denaro (che pure sono necessarie per ringraziarli del loro lavoro di guida) se non in cambio di un dono: ci si porta a casa piccoli oggetti in madreperla, creati dalle mani di chissà chi. Sono oggetti indistruttibili come la potenza del deserto, che passano di mano in mano fino alla destinazione finale, dopo una passeggiata faticosa per raggiungere la vetta più alta e scoprire che in fondo non c’è nient’altro che sabbia. La fatica di risalire le creste più ripide è ripagata dalla cena in una delle kasbah che offrono ristoro a base di tajine e kafta, tutto al sapore di harissa (la tipica salsa marocchina piccante).

La notte cala presto ed è tempo di ritirarsi nel bivacco. Sono tende berbere che hanno accolto chissà quanti visitatori negli anni e che pure conservano un senso di calore e accoglienza che non si dimentica. Non c’è comfort, ma che importa: non capita molto spesso di lavarsi i denti con vista dune, con le stelle a fare da lume. La cosa incredibile accade nel cuore della notte: piove. Non è raro che la pioggia nel deserto cambi la faccia al profilo delle dune, con improvvisi temporali e forte vento che si abbattono sulle creste, soprattutto nelle stagioni di mezzo, e ne rimodellano i contorni. Si legge sui libri, ma starci dentro, in quella pioggia, è un’altra storia: quasi 600 chilometri separano da Marrakech, chissà quanti dal mondo “conosciuto” e l’unico rumore che si sente è quello delle gocce che scendono sulla tenda e i respiri di chi sta dormendo accanto. Potrebbe succedere tutto e allo stesso tempo non succede niente e questo è il bello di una notte così: si rimane sospesi nel tempo e nello spazio, protagonisti di un fenomeno atmosferico che da queste parti è un dono per cui ringraziare il cielo e non un imprevisto che blocca il traffico e manda in tilt la città.

La notte ai piedi delle dune dell’Erg Chebbi, nel Marocco del Sud, dura in eterno e passa in un soffio, come il vento leggero che tira pioggia sulla sabbia. Non c’è pace per il sonno, che comunque dura poco: se vuoi vedere l’alba spuntare, da queste parti, devi alzarti presto al suono dei gong dei berberi che rompono l’equilibrio tra notte e giorno che sorge. C’è molta gente che arriva qui, ma la sensazione di essere in un posto affollato scompare quando si trova posto su una cresta e si guarda il sole salire. Non c’è solitudine più bella da sperimentare che quella tra le dune del deserto, dove centinaia di persone sono lì per la stessa cosa eppure nessuno fiata in attesa di uno spettacolo così uguale e se stesso da millenni che pure non perde mai la sua magia.

Dopo la notte sotto la pioggia del deserto dell’Erg Chebbi solo un passaggio a Tamegroute nella provincia di Ouarzazate, pilastro della regione del Drâa-Tafilalet può dare conforto. Il centro è rurale ma vivissimo, abitato dalla popolazione tuareg: sembra lontano anni luce dal deserto e non soltanto 300 chilometri come dicono le cartine geografiche. Sta lì dal 1500, sempre uguale, fatiscente e suggestivo come solo i villaggi del Marocco sanno essere, costruito su tre livelli che si inerpicano su, fino alla luce. Qui si fanno le ceramiche più belle del Paese, dice la guida, e le si fanno come un tempo: in forni scavati nella pietra, poi i buchi nel terreno dove gira il tornio. Sempre a Tamegroute c’è la biblioteca coranica con i volumi più antichi del Paese. A contrasto con l’architettura del posto, tra terra e argilla, la contemporaneità della biblioteca è quasi di un altro pianeta. Fino a Ouarzazate e poi di ritorno a Marrakech è tutto un soffio: sono strade e vecchie locandine pubblicitarie, bambini che sorridono fuori dal vetro della jeep e beghrir a colazione. Resta un piattino di ceramica verde creato ai confini del Paese, i capelli impastati di sabbia e in bocca il gusto dolciastro di un dattero enorme che non va via, neanche sull’aereo del ritorno.

Fonte: lonelyplanetitalia.it – Giovanna Gallo

Se sei bloccato a casa lontano dalla tua spiaggia caraibica preferita, accendi una di queste fantastiche webcam live sullo schermo che preferisci e lascia che la tua mente vaghi dove fa caldo fino al giorno in cui potrai visitarla di persona

Bucuti and Tara Resort, Aruba 

Questi resort gemelli offrono due webcam: in ognuno degli hotel è presente una videocamera affacciata sulla spiaggia. Delle due, la Tara Cam ha una vista migliore di Eagle Beach, ma puoi goderti le palme ondeggianti di Aruba che si muovono verso gli alisei da entrambe le prospettive.

The Fred Hotel, Frederiksted, St Croix, USVI 

Il Fred è un bellissimo hotel boutique nella nascente città di St Croix, Frederiksted, e anche se non vedrai gran parte dell’hotel in questa webcam, si ha una vista eccellente delle dolci acque che lambiscono la spiaggia. Come il resort stesso, questa visione è tutta basata sullo zen.

Soggy Dollar Bar, Jost Van Dyke, BVI 

La webcam Soggy Dollar è perfettamente posizionata tra due palme con vista su White Bay. Normalmente, la spiaggia è piena di barche e visitatori essendo uno dei bar sulla spiaggia più famosi del mondo: accendi la webcam già dal mattino per una vista mozzafiato.

Pusser’s at Myett’s, Cane Garden Bay, Tortola, BVI 

Fatti avvolgere dal Pusser alle Isole Vergini Britanniche e rilassati davanti a una delle sue tre webcam – a Cane Garden Bay, Road Town e Soper’s Hole. La telecamera Cane Garden Bay ha la vista migliore ed è stupendo guardare direttamente verso il mare verso una panoramica di quella che potrebbe essere la migliore spiaggia di Tortola.

Scrub Island Resort, BVI

Le Isole Vergini britanniche hanno una collezione di webcam particolarmente ricca e chiunque abbia mai visitato il resort Scrub Island riconoscerà immediatamente questa vista del porto turistico e guarderà a sud-est verso Marina Cay, Beef Island e Virgin Gorda.

Harbour Village, Bonaire

Stanco di guardare le spiagge? The Harbour Village Beach Resort’s l’esclusiva Reef Cam analizza la risorsa più preziosa di Bonaire, che frange le scogliere vive di pesci tropicali e coralli dai colori vivaci. Accendila ed è come avere un acquario virtuale nel tuo salotto.

Xcaret Park and Resort, Riviera Maya, Mexico

Le videocamere con vista sul resort non sono sempre le migliori, ma mi piacciono queste due di Xcaret perché mostrano non solo la spiaggia e le piscine ma anche scorci della famosa laguna di Xcaret. Non vediamo l’ora di esplorare di nuovo questo posto unico.

Sunset Beach Bar, St Maarten

Una delle esperienze della “lista dei desideri” nei Caraibi è uscire a Sunset Beach a St. Maarten, mentre enormi aerei passeggeri passano proprio sopra la testa durante l’avvicinamento finale all’aeroporto internazionale Princess Juliana di St. Maarten. Questa webcam cattura l’azione quando non puoi essere lì da solo: attendi qualche minuto che un aereo lampeggi sullo schermo!

Flamands Beach, St. Barth 

Questa videocamera ad alta quota è perfettamente posizionata per catturare l’intero arco di sabbia bianca di Flamands Beach a St. Barth, le case con il tetto rosso della città balneare, tra cui una distesa di acqua caraibica verde-blu e Ile Chevreau, Ile Fregate e Ile Toc Vers.

Barnes Bay, Anguilla 

Il resort Four Seasons ad Anguilla (precedentemente Viceroy) offre questa serena vista dal vivo lungo la spiaggia di Barnes Bay.

Paradise Island Cam, Nassau, Bahamas

Questa videocamera a 360 gradi offre una vista mozzafiato su Paradise Island da New Providence Island, tra cui il resort Atlantis e il Marina Village, il porto dedicato alle crociere, il faro, il centro di Nassau e altro ancora.

Fonte: caribjournal.com

Raccomandazioni, misure sanitarie e viaggi: consulta le linee guida del governo francese.

Per rimanere aggiornato in tempo reale sulle informazioni e sulle misure in vigore sul territorio francese visita il sito del Governo francese Coronavirus (Link esterno) .

Visitatori

I confini esteri dello spazio Schengen e dell’Unione Europea saranno chiusi per 30 giorni a partire da martedì 17 marzo. L’ingresso in questo spazio ai non residenti è quindi vietato in questo periodo, salvo limitate eccezioni.
Maggiori informazioni sul sito del Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri (Link esterno)

Nell’ambito dell’emergenza sanitaria sono state introdotte ulteriori restrizioni all’accesso del territorio francese. Dall’8 aprile, tutti i viaggiatori devono essere muniti della dichiarazione (Link esterno) corrispondente al motivo del loro viaggio:

  • Per un viaggio internazionale dall’estero verso la Francia metropolitana
  • Per un viaggio internazionale dall’estero verso uno dei territori dell’Oltremare francese

Questo documento dovrà essere presentato ai vettori prima dell’imbarco e durante i controlli di arrivo. Ulteriori informazioni sul sito del Ministero dell’Interno (Link esterno) .

I cittadini stranieri che attualmente soggiornano in Francia sono invitati a contattare la propria ambasciata, nonché la propria compagnia aerea ed eventualmente l’agenzia o tour operator organizzatore del viaggio.

Informazioni in caso di cancellazione o rinvio :

Confinamento sul territorio francese

Fino all’11 maggio

Un sistema di confinamento è in atto su tutto il territori nazionale francese a partire da martedì 17 marzo e almeno fino all’11 maggio. Gli spostamenti sono vietati salvo per i seguenti casi e solo se si dispone di un certificato. Scarica qui l’autocertificazione (Link esterno)

  • Spostamento tra il domicilio e il luogo di esercizio dell’attività professionale, nel caso in cui le attività lavorative non possano essere organizzate sotto forma di telelavoro o nel caso in cui lo spostamento professionale non possa essere differito.
  • Spostamento per effettuare acquisti necessari all’attività professionale e acquisti di prima necessità, compresi gli acquisti a titolo gratuito (distribuzione di generi alimentari) e gli spostamenti legati alla ricezione di prestazioni sociali e al ritiro di denaro contante, in stabilimenti in cui le attività rimangono autorizzate.
  • Spostamenti in caso di consulti e cure che non possono essere assicurate a distanza e non possono essere rimandate; nel caso di cure mediche di pazienti con patologie pregresse.
  • Spostamenti per ragioni famigliari gravi e urgenti, per assicurare assistenza a persone vulnerabili e per l’assistenza all’infanzia.
  • Spostamenti brevi, di massimo un’ora al giorno e dentro il raggio di un chilometro dal proprio domicilio, sia per attività fisica individuale – rimane vietata qualsiasi pratica sportiva collettiva o che implica la vicinanza ad altre persone – sia per camminate individuali o con persone che abitano nella stessa casa sia per esigenze degli animali domestici. N.B. A Parigi, dall’8 aprile, è vietata qualsiasi tipo di pratica sportiva dalle ore 10 alle ore 19. Sono consentite passeggiate occasionali nei pressi del domicilio.
  • Spostamenti per convocazioni giudiziarie o amministrative
  • Spostamenti per partecipare a missioni di interesse generale su domanda dell’autorità amministrativa.

Domande frequenti sul Covid-19 sul sito del Governo (Link esterno)

Le sanzioni previste nel caso di violazione delle misure di confinamento sono le seguenti:

  • multa forfettaria di € 135 per la prima sanzione
  • multa forfettaria di € 200 in caso di recidiva, entro i 15 giorni dalla prima sanzione
  • multa di € 3.750, punibile con 6 mesi di carcere, dalla terza verbalizzazione entro 30 giorni

A partire dall’11 maggio

  • A partire dall’11 maggio e almeno fino al 2 giugno, gli spostamenti oltre un raggio di 100 km non saranno autorizzati, a meno che non si tratti di uno dei casi descritti in precedenza.
  • A partire dall’11 maggio sanno permessi gli assembramenti fino a un massimo di 10 persone su strade pubbliche e in spazi privati.
    Il sito del Ministero della Salute francese presenta quotidianamente un punto aggiornato sulla situazione sanitaria e le misure di prevenzione per proteggere e garantire la sicurezza di tutti. Le ambasciate condividono le stesse informazioni sui loro siti internet. Inoltre, questi aggiornamenti possono essere letti anche sul sito del Governo/Informazioni Coronavirus (Link esterno) – solo in francese.

Le misure in vigore sul territorio francese

• Chiusura di tutti i luoghi pubblici (attività commerciali, musei, bar, ristoranti, teatri, discoteche), salvo quelli indispensabili per la vita del Paese, rimarranno quindi aperti le farmacie, i negozi di alimentari, banche, tabaccherie e stazioni di servizio a partire dal 15 marzo 2020 fino all’11 maggio 2020. L’uso della mascherina è raccomandato, ma i commercianti potranno obbligare di indossarla all’interno delle loro attività. I centri commerciali rimarranno chiusi fino a nuovo ordine.

• Chiusura fino al 2 giugno dei luoghi di assembramento pubblico, come hotel, bar, ristoranti, teatri, cinema, musei e luoghi di spettacolo. I piccoli musei, le mediateche e biblioteche sono autorizzate a riaprire l’11 maggio, e che i bar e ristoranti rimarranno aperti per le consegne a domicilio.

• La chiusura di parchi e giardini fino all’11 maggio per i dipartimenti classificati in verde (bassa circolazione dei virus) e fino a nuovo ordinamento per i dipartimenti classificati in rosso (alta diffusione dei virus).

• Le spiagge rimarranno chiuse al pubblico almeno fino al 2 giugno.

• Sospensione almeno fino al mese di settembre dell’organizzazioni di grandi festival, manifestazioni sportive e assembramenti di più di 5.000 persone.

• I servizi pubblici così come i trasporti rimarranno aperti e attivi, ma con una diminuzione della loro frequenza. A partire dall’11 maggio, misure specifiche saranno in vigore: occupazione dei posti a sedere ridotta (saranno occupabili un sedile su due), utilizzo della mascherina obbligatorio sui mezzi di trasporto pubblico, taxi e VTC, limitazione della circolazione tra i diversi dipartimenti, trasporti interregionali ridotti… Per maggiori informazioni visita il sito di SNCF (Link esterno) e di RAPT (Link esterno)

• Divieto di scalo per le navi dirette in Corsica con oltre 100 passeggeri a bordo; divieto di attraccare nelle acque interne o territoriali dei dipartimenti e delle regioni d’Oltremare (Isole di Guadalupa, Martinica, Polinesia Francese) e di Saint-Barthélemy e Saint-Martin, Saint Pierre e Miquelon, Wallis e Futuna, ad eccezione della deroga concessa dal rappresentante dello Stato competente per le stesse comunità.

• Chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado (asili nido, scuole primarie, scuole secondarie di primo e secondo grado e università) da lunedì 16 marzo 2020. Una riapertura graduale è prevista a partire dall’11 maggio, salvo per gli insegnamenti superiori, che rimarranno chiusi fino all’estate.

• Tutti i francesi sono fortemente invitati a ricorrere al telelavoro a partire da lunedì 16 marzo 2020 dove questo è possibile, e invito a ridurre gli orari di lavoro così da non creare affollamento sui mezzi di trasporto.

Quali sono i comportamenti da seguire per limitare la propagazione del virus?

Esistono dei gesti semplici per preservare la tua salute e quella di chi ti sta attorno:

• Lavati le mani regolarmente
• Copri con fazzoletti di carta bocca e naso se starnutisci o tossisci
• Saluta senza la stretta di mano, evita gli abbracci
• Utilizza dei fazzoletti usa e getta
• Indossa una mascherina nel caso in cui fossi malato
• Indossa la mascherina sui mezzi di trasporto pubblico, sui taxi e VTC, e all’interno dei negozi in cui è richiesto.

Da sapere:

Tutte le informazioni ufficiali sulla situazione in Francia in tempo reale sul:

Per rimanere aggiornati sulle misure di viaggio in vigore tra Italia e Francia e viceversa, è possibile consultare il sito viaggiaresicuri.it (Link esterno) , curato direttamente dall’unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri.

Fonte: it.france.fr/it


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