Gli sport più rappresentativi della California entrano a far parte delle Olimpiadi 2020
Quest’estate arrampicata, surf e skateboard fanno il loro debutto ai giochi olimpici di Tokyo. Rappresentate per eccellenza di questi sport, la California vanta diverse aree per l’arrampicata, per cavalcare le onde e per cimentarsi con lo skateboard per aspiranti campioni olimpici o per semplici amatori. Vi presentiamo alcune delle zone più iconiche per godere di questi sport dinamici e divertenti.
Arrampicata
Butte County: Butte County è il punto in cui la zona di Shasta Cascade incontra quella della Sierra Nevada, offrendo una variegata gamma di avventure per gli scalatori. A Chico, l’Upper Bidwell Park offre scalate fino a oltre 45 metri di altezza. L’area per arrampicata Bald Rock a Oroville vanta 15 percorsi su roccia e, appena fuori dalla città, a Grizzly Dome potrete trovare oltre 25 itinerari per cimentarvi con l’arrampicata.
Placer County: Lo scalatore Alex Honnold, il primo a salire senza corde a El Capitan, considera Placer County uno dei suoi punti di arrampicata favoriti. La zona presenta salite per tutti i livelli con grandi rocce e panorami fantastici. I punti migliori includono Donner Summit, Big Chief e Quarry Park Adventure.
Yosemite: Il Parco Nazionale di Yosemite è il luogo di nascita dell’arrampicata su roccia. Unitevi ad una scalata guidata con The Yosemite Mountaineering School o sfidate voi stessi con decine di falesie. El Capitan e Half Dome sono le salite più iconiche per i maestri scalatori.
Surf
Santa Cruz: Il surf negli Stati Uniti continentali è nato proprio a Santa Cruz. Oggi i visitatori possono cavalcare le onde iconiche di Steamer Lane, visitare il museo del surf di Santa Cruz e fare acquisti da O’Neil’s, il negozio originale di Jack O’Neils, l’inventore della muta.
Bass Lake: Per un altro tipo di esperienza di surf, provate il wake surfing di Bass Lake. In questo caso, sarete in piedi sulla tavola trainati da una barca, navigando sulla sua scia, godendovi l’acqua cristallina e le viste sulle montagne.
San Simeon: Con le sue acque limpide, i venti favorevoli e molte onde non così difficili da domare, Pico Creek a San Simeon è il paradiso dei surfisti. La sua barriera corallina rende l’esperienza sulla tavola molto più semplice, indipendentemente dalle condizioni dell’oceano.
Torrance: Situata tra Redondo Beach e Malaga Cove, Torrance Beach è una gemma nascosta poco frequentata nella zona di Los Angeles. Le sue onde calde e la mancanza di folla lo rendono un ottimo posto per provare diverse evoluzioni.
Conejo Valley: Iniziate la giornata cavalcando le onde iconiche di Zuma Beach a Malibu. Si tratta di una delle spiagge per il surf più lunghe della California ed è molto apprezzata per la distesa di sabbia fine e per le sue acque molto pulite. Le sue famose onde sono state tra le prime ad essere conosciute a livello internazionale.
Dana Point: Sede del primo negozio di surf al dettaglio al mondo, Hobie Surf Shop, nonchè del suo famigerato break, Dana Point è il sogno di ogni surfista. I surfisti più esperti dovrebbero recarsi a Salt Creek Beach, mentre i neofiti e le famiglie apprezzeranno le onde di Doheny State Beach. The Girl in the Curl Surf Shop offre lezioni di surf dal 1987.
Skating
Vacaville: Patria dello skateboarder professionista Stefan Janoski, il Three Oaks Skate Park di Vacaville offre sia elementi da strada che aree attrezzate poco profonde. In città, fermatevi in uno dei negozi di skate locali e prendete un paio di scarpe di Janoski, con la parola Vacaville incorporata nel decoro.
Soluzioni olimpiche
Truckee: Iniziate la vostra giornata a Truckee, con un’arrampicata su roccia sul Donner Summit o esplorando la famosa Tram Face a Squaw Valley; nel pomeriggio dirigetevi al Truckee Skatepark o presso le strutture per skate indoor o outdoor a Woodward Tahoe. In estate vengono anche allestiti alcuni spazi per lo skate.
Tahoe: Sede delle Olimpiadi invernali del 1960, North Lake Tahoe offre molto per stimolare la vostra voglia di Olimpiadi. Gli scalatori possono salire sulla nuova Via Ferrata Tahoe, un percorso protetto che offre sia ai principianti che agli esperti la possibilità di provare l’emozione di arrampicarsi su una grande parete rocciosa accompagnati dalle guide professionali di Alpenglow Expeditions. Gli appassionati di sport acquatici possono provare il wake surf: le onde nella stagione estiva offrono un ambiente ideale.
Santa Barbara: Santa Barbara è il luogo perfetto dove provare i tre nuovi sport olimpici in una sola città. Navigate tra le onde dove il terzo attuale surfista mondiale, Lakey Peterson, si allena quotidianamente. Arrampicatevi a Lizard’s Mouth o Gibraltar Road, capaci di regalarvi panorami costieri sbalorditivi durante la vostra salita. Fate un giro in skateboard a Point Skate Park per godervi la brezza dell’oceano tra un’evoluzione e l’altra.
Huntington Beach: Nota come “Surf City” degli Stati Uniti, Huntington Beach vanta circa 16 kilometri di spiagge ininterrotte ed è proprio qui che la cultura del surf regna pienamente in tutta l’area. Huntington Beach è anche il luogo in cui molti pattinatori professionisti hanno lanciato la loro carriera.
Fonte: Visit California – Italy
Dai fondali oceanici ai panorami mozzafiato, passando per le spiagge, i villaggi e le vallate lussureggianti: a Mauritius ogni angolo è intriso di colori sgargianti, che riflettono l’animo allegro e multiculturale di questa isola incredibilmente variopinta. Ci sono tanti modi per scoprirlo: fare snorkeling, assistere a una regata oppure organizzare un’escursione in barca, visitare l’entroterra o andare alla ricerca delle radici del vivace cocktail di culture che convivono pacificamente in questa terra.
Mauritius è un’oasi di pace ma anche una meta vitale, caratterizzata da un’intensa esplosione cromatica: dalle mille sfumature della natura incontaminata ai costumi tipici, Mauritius è resa unica proprio dai suoi colori.
I colori dell’Oceano
Gli appassionati di immersioni sanno bene quanto i fondali tropicali possano essere ricchi di flora e fauna variopinta. Numerosi diving center disseminati lungo tutta la costa permettono a esperti e neofiti di esplorare “a fondo” i litorali di quest’isola vulcanica. Tra i punti da non perdere, nel parco marino protetto di Blue Bay (situato nella parte sudorientale dell’isola), a pochi metri dalla riva sono visibili coralli, pesci pappagallo, pesci trombetta e baby barracuda. Il parco è visitabile anche “in superficie”, con la barca dal fondo di vetro. Un’escursione in catamarano o su qualsiasi altro tipo di imbarcazione verso uno degli isolotti minori è inoltre in grado di mostrare come lo stesso oceano possa assumere un numero infinito di sfumature cangianti.
L’Entroterra verde e rigoglioso attorno a Chamarel
Dal Giardino Botanico di Pamplemousses alla vegetazione tropicale delle antiche dimore coloniali, il verde e i fiori non mancano a Mauritius. Ma l’escursione colorata per eccellenza è quella alle Terre dei Sette Colori di Chamarel, un paesaggio davvero unico. Si tratta di un’affascinate formazione geologica di circa 7500 m2 circondata da vallate verdeggianti, in cui si sono raccolte sabbie di sette diverse tonalità. Una tappa irrinunciabile.
Le molteplici nuances della vita quotidiana, dal sacro al profano
Se la natura stessa dell’isola sembra essere intrinsecamente variopinta, le sue tradizioni non sono da meno: usi, costumi e attività quotidiane a Mauritius sono un tripudio di colori. Le architetture coloniali immerse nel verde, con i loro eleganti motivi decorativi, i mercati di frutta, verdura e artigianato locale nei villaggi e in particolare nella capitale, Port Louis o gli abiti policromi delle ballerine di sega. Ma anche sul piano spirituale Mauritius è caratterizzata da una iridescente vivacità: ne sono un esempio i templi indù disseminati in tutta l’isola, con le loro facciate colorate. Un luogo di particolare intensità, in questo senso, è il lago sacro di Grand Bassin, noto anche come Ganga Talao: nel tempio, su richiesta, anche i visitatori possono partecipare ai riti. Visitare questo luogo regala un piacevole senso di integrazione e interconnessione con l’ambiente circostante. Una sensazione di benessere che trova conferma nel fatto che, come i colori, anche le diverse etnie che nel corso della storia sono sopraggiunte a Mauritius convivono armonicamente, come diverse tonalità di vita su un’unica isola.
Non a caso, la bandiera di Mauritius è di ben quattro colori (rosso, blu, giallo e verde), che rappresentano proprio questa vivace armonia nella pluralità.
A proposito di MAURITIUS
Mauritius si trova nell’Oceano Indiano, a circa 800 km a est del Madagascar. Quest’isola vulcanica è nota per il calore umano della sua popolazione multiculturale, per le bianche spiagge e per gli hotel di lusso. Grazie al clima tropicale, lungo la costa persino durante le stagioni più fresche (in particolare da maggio a settembre) le temperature scendono raramente al di sotto dei 22°C; Mauritius è dunque la meta perfetta per un viaggio in qualunque periodo dell’anno. L’isola è inoltre la destinazione ideale per gli amanti degli sport acquatici, i golfisti, gli escursionisti, gli amanti della cultura, per chi è in cerca di relax nelle spa, per chi è in luna di miele e per le famiglie. Mauritius, con capitale Port Louis, conta 1.3 milioni di abitanti, compresi quelli dell’isola di Rodrigues. Tre religioni coesistono in armonia: l’induismo, l’islam e il cristianesimo. La lingua amministrativa è l’inglese, ma anche il francese e il creolo sono utilizzate quotidianamente.
Fonte: Mauritius Tourism Promotion Authority
Tra l’abbondante vita tra le palme e le scintillanti acque turchesi si trova JOALI Maldives, il primo resort artistico immersivo alle Maldive. Basato su uno degli atolli più grandi e profondi del mondo, gli ospiti possono aspettarsi acque blu brillanti, una miriade di vita marina e spiagge incontaminate di sabbia bianca contornate da palme da cocco che ondeggiano dolcemente.
Ognuna delle 73 ville è il simbolo del glamour sostenibile ed è stata ispirata da storie individuali e progettata per portare gli ospiti in un ricco viaggio sensoriale.
Vantando una vasta gamma di opzioni culinarie, ogni piatto di JOALI racconta una storia e ogni piatto diventa un viaggio di sapori, profumi e gioia – una cena esperienziale immersiva nell’arte.
Servizi artigianali, librerie curate in camera, design ricercato e oggetti di lusso d’arte creano un’atmosfera di lusso non convenzionale sull’isola ricca di gioia. Al centro dell’offerta JOALI è la sua eccezionale matrice di arte e design che pervade tutte le aree del resort, mentre nel suo epicentro si trova il JOALI Art Studio & Gallery. Una selezione di artisti ospiti internazionali esporrà installazioni per sorprendere e deliziare tra cui Glithero con sede a Londra e Misha Kahn con base a New York, che spesso lavorano con artigiani locali per intersecare design e scultura.
Fonte: xoprivate.com
Protetta dal venerato e divino Ptah e situata sulla riva occidentale del Nilo in prossimità del delta, Memphis fu la prima capitale
dell’Antico Regno dal 2700 al 2200 a.C. circa
La sua fondazione viene attribuita alla volontà del faraone Narmer, conosciuto anche come Menes, della I dinastia egizia, unificatore dell’Alto e del Basso Egitto. La grandezza e l’importanza della necropoli a Saqqara testimoniano il prestigio e il potere di cui godeva Memphis.
La città raggiunse il massimo splendore e prosperità durante la VI dinastia. Con il trasferimento della capitale dell’Egitto a Tebe iniziò un inesorabile declino che condusse Memphis ad un totale oblio nel 331 a.C., data di nascita della città di Alessandria d’Egitto. Successivamente, la fondazione de Il Cairo la ridusse ad essere solo una cava da cui prelevare pietre per edificare nuovi palazzi e moschee.
Oggi, nel villaggio di Mit-Rahina, il museo all’aperto situato nel sito archeologico dell’antica Memphis ospita alcune vestigia di notevole pregio, tra cui la grande sfinge di Amon-Ofis II, realizzata da un unico blocco di alabastro, insieme a statue e interessanti reperti. Di grande impatto emotivo è lo straordinario colosso di Ramses II, alto 10 metri e posto in posizione orizzontale, in quanto privo delle estremità. Un tempo troneggiava all’ingresso del tempio dedicato a Ptah insieme ad un’altra statua imponente, anch’essa raffigurante il glorioso faraone, destinata ora ad accogliere i visitatori al GEM, il nuovo museo egizio a Giza.
Dalla Norvegia alle Maldive: i ristoranti sotto al mare più spettacolari
Qui potete mangiare davvero in fondo al mare, a cinque metri di profondità. Con vista su tartarughe, pesci tropicali e barriere coralline
Se la vista mare per voi non è abbastanza, ci sono ristoranti che permettono di mangiare comodamente seduti sotto al mare. In gran parte si trovano nei resort di lusso delle Maldive, ma uno degli ultimi arrivati è – per così – più a portata di mano, in Norvegia. Si chiama Under.
È il primo ristorante sottomarino d’Europa e si trova precisamente a Lindesnes, nell’estremo sud della costa norvegese (l’aeroporto più vicino, a 85 chilometri in auto, è quello di Kjevik, a Kristiansand). Aperto da marzo 2019, è all’interno di una struttura monolitica lunga 34 metri, per metà affondata nelle acque marine e adagiata a cinque metri di profondità.
Un’enorme finestra offre una vista sul fondale. La cucina si basa su prodotti locali di qualità, con particolare attenzione alla cattura sostenibile della fauna selvatica. Per mangiare qui, bisogna muoversi con largo anticipo: ogni mese vengono aperte le prenotazioni online per i sei mesi successivi. Il menu costa poco più di 220 euro, bevande escluse.
Se il freddo mare del Nord non fa per voi, potete puntare a un paradiso tropicale. Alle Maldive, per esempio, si trova l’H2O: un ristorante a sei metri di profondità, immerso nell’Oceano Indiano. Aperto anche lui nel 2019 e studiato in modo da limitare l’erosione dei fondali, si trova nel resort You & Me, sull’atollo di Raa. Può accogliere 26 ospiti alla volta e dalle sue finestre si possono ammirare mante, tonni, squali, pesci pappagallo…
Sempre alle Maldive si trova anche l’Ithaa Undersea Restaurant del resort Conrad Maldives Rangali Island. È un veterano della ristorazione sotto le onde, visto che è aperto dal 2005: probabilmente è stato il primo al mondo a tentare questa strada. Dalla sua cupola si ha una vista a 180 gradi che abbraccia pesci tropicali e barriera corallina. Il menu? Tra le altre cose potete ordinare i paccheri ripieni di porcini serviti con vellutata di mozzarella di bufala, carciofi croccanti e polvere di pistacchio.
Un altro famoso ristorante in fondo al mare è il 5.8, appunto a 5,8 metri di profondità. Fa parte del resort Hurawalhi (siamo sempre alle Maldive) e ha ospitato, tra gli altri, Chiara Ferragni e il marito Fedez durante il loro viaggio di nozze. Pubblicizzato come il più grande del mondo, in realtà ospita al massimo dieci coppie: il pranzo costa 225 dollari (c’è anche un menu vegano), la cena 280 dollari.
Il Subsix, a sei metri di profondità, non si limita a pranzi (200 dollari) e cene, ma ospita anche colazioni private a base di Champagne e party serali. Siamo, anche in questo caso, alle Maldive, nell’isola privata del resort Niyama, sull’atollo Dhaalu. Mentre il Sea fa parte del Anantara Kihavah Maldives Villas e propone come specialità, oltre alla vista su tartarughe e pesci tropicali, piatti a base di aragosta (menu della cena a partire da 295 dollari).
Fonte: www.wired.it
Un’esperienza indimenticabile nelle acque del Messico
Molti viaggiatori che visitano la penisola dello Yucatán in Messico si dirigono direttamente verso destinazioni popolari come Cozumel o Isla Mujeres. Un numero minore arriva a Isla Holbox, priva di auto, parte della Riserva Naturale Yum Balam, dove un’attrazione unica porta snorkelisti e subacquei in cerca di brivido: la possibilità di nuotare con il pesce più grande del mare.
Gli squali balena, che possono crescere fino a 12 metri di lunghezza e pesare fino a 20 tonnellate, si radunano nelle acque intorno a Holbox ogni estate (tra metà maggio e metà settembre) durante la stagione riproduttiva. Prenota il tuo tour con largo anticipo, se possibile, e cerca fenicotteri e delfini nel tuo viaggio attraverso le mangrovie. La tua guida ti darà istruzioni su quando e come entrare in acqua e vedere da vicino gli squali balena mentre si nutrono di minuscoli plancton.
Galleggiare accanto a un pesce così gigante e gentile è un momento che probabilmente non dimenticherai mai.
Fonte: lonelyplanet.com
Una visita al Tempio d’Oro, Amritsar
Conosciuto per la bellezza incontaminata e per la sacralità, il Tempio d’Oro situato nella capitale del Punjab Amritsar è il luogo dove recarsi se si è alla ricerca di equilibrio e di pace interiore. Totale meraviglia per gli occhi e per l’anima, il santuario si erge maestoso con la sua scintillante cupola dorata, accogliendo persone provenienti da tutto il mondo. Noto anche come ‘Sri Harmandir Sahib’, non è solo il centro religioso dei Sikh, ma il simbolo stesso della fratellanza universale e dell’unità: 4 gli ingressi, una vasca centrale d’acqua per i bagni rituali dei pellegrini e tutt’intorno il piacevole suono dei canti di preghiera o ‘ardas’ che si diffondono ovunque creando un’atmosfera irripetibile e sprigionando l’energia positiva e pura che può essere avvertita nel momento stesso in cui si entra nel complesso. La dedizione dei volontari è davvero notevole – la cucina serve gratuitamente a migliaia di pellegrini tutto il giorno ogni giorno dell’anno pasti vegetariani consumati insieme in perfetta uguaglianza senza distinzione di ceto sociale – e genera un profondo senso di gratitudine. Di fronte al santuario si trova l’Akal Takht, il centro di autorità del Sikhismo: il libro sacro Guru Granth Sahib è riposte con molta cura e riverenza in una camera da letto alla fine di ogni giornata al termine di un’elaborata cerimonia che si svolge tra canti e preghiere.
Una sosta a Pathankot
Pathankot è una destinazione turistica relativamente meno conosciuta del Punjab, situata nel punto d’incontro di 3 stati, Punjab, Jammu & Kashmir e Himachal Pradesh, al confine con il vicino Pakistan. La sua bellezza naturale paesaggistica ai piedi delle catene Shivalik dell’Himalaya con i fiumi Ravi e Chakki che l’attraversano unitamente al ricco patrimonio culturale, l’hanno resa una delle mete preferite degli ultimi anni. La cittadina è anche il luogo di sosta preferito prima di dirigersi verso le montagne di J & K, Dalhousie e Chamba. Le principali attrazioni di Pathankot includono l’antico tempio di Shiva e il tempio di Mukteshwar Mahadev, la diga di Ranjit Sagar, la più alta in Asia, e i forti di Nurpur e Shahurkandi. Non mancano però occasioni di shopping nei centri commerciali e di divertimento grazie agli spettacoli di danza Bhangra, ai cinema e ai teatri, ma sarebbe già sufficiente lo spettacolo lungo il fiume delle stelle che illuminano la notte a far trascorrere una serata di quiete e bellezza. Pathankot è nota anche per l’industria tessile: particolarmente pregiati gli scialli dalle grandi varietà di tessuti e colori che richiedono senz’altro una visita a un laboratorio locale.
Fervore patriottico ad Attari – Wagah Border
Lo storico confine di Attari – Wagah è l’unica connessione stradale tra India e Pakistan. Situato a una distanza di circa 32 km da Amritsar, questo confine ospita quotidianamente la parata militare simbolo di rivalità e, al tempo stesso, di cooperazione tra le due nazioni. Ogni sera, poco prima del tramonto, la parata ha inizio in un’atmosfera carica di elettricità tra inni di lode per i rispettivi paesi insieme a canzoni patriottiche suonate e intonate con gran fervore. Il tricolore è portato con grande orgoglio e la gente ostenta anche magliette e tatuaggi che simboleggiano la bandiera indiana. Il ritmo perfettamente coordinato su entrambi i lati del confine è accompagnato da una danza elaborata che richiede movimenti veloci delle gambe. Al termine, la ritirata con l’abbassamento delle bandiere delle due nazioni e la successiva chiusura dei cancelli di confine. Questa cerimonia spettacolare attira migliaia di visitatori internazionali che si ricaricano con una dose di grande energia ed entusiasmo al termine di una giornata densa di visite.
Fonte: Yatra Exotic Routes
Dalla Norvegia alle Maldive: i ristoranti sotto al mare più spettacolari
Qui potete mangiare davvero in fondo al mare, a cinque metri di profondità. Con vista su tartarughe, pesci tropicali e barriere coralline
Se la vista mare per voi non è abbastanza, ci sono ristoranti che permettono di mangiare comodamente seduti sotto al mare. In gran parte si trovano nei resort di lusso delle Maldive, ma uno degli ultimi arrivati è – per così – più a portata di mano, in Norvegia. Si chiama Under.
È il primo ristorante sottomarino d’Europa e si trova precisamente a Lindesnes, nell’estremo sud della costa norvegese (l’aeroporto più vicino, a 85 chilometri in auto, è quello di Kjevik, a Kristiansand). Aperto da marzo 2019, è all’interno di una struttura monolitica lunga 34 metri, per metà affondata nelle acque marine e adagiata a cinque metri di profondità.
Un’enorme finestra offre una vista sul fondale. La cucina si basa su prodotti locali di qualità, con particolare attenzione alla cattura sostenibile della fauna selvatica. Per mangiare qui, bisogna muoversi con largo anticipo: ogni mese vengono aperte le prenotazioni online per i sei mesi successivi. Il menu costa poco più di 220 euro, bevande escluse.
Se il freddo mare del Nord non fa per voi, potete puntare a un paradiso tropicale. Alle Maldive, per esempio, si trova l’H2O: un ristorante a sei metri di profondità, immerso nell’Oceano Indiano. Aperto anche lui nel 2019 e studiato in modo da limitare l’erosione dei fondali, si trova nel resort You & Me, sull’atollo di Raa. Può accogliere 26 ospiti alla volta e dalle sue finestre si possono ammirare mante, tonni, squali, pesci pappagallo…
Sempre alle Maldive si trova anche l’Ithaa Undersea Restaurant del resort Conrad Maldives Rangali Island. È un veterano della ristorazione sotto le onde, visto che è aperto dal 2005: probabilmente è stato il primo al mondo a tentare questa strada. Dalla sua cupola si ha una vista a 180 gradi che abbraccia pesci tropicali e barriera corallina. Il menu? Tra le altre cose potete ordinare i paccheri ripieni di porcini serviti con vellutata di mozzarella di bufala, carciofi croccanti e polvere di pistacchio.
Un altro famoso ristorante in fondo al mare è il 5.8, appunto a 5,8 metri di profondità. Fa parte del resort Hurawalhi (siamo sempre alle Maldive) e ha ospitato, tra gli altri, Chiara Ferragni e il marito Fedez durante il loro viaggio di nozze. Pubblicizzato come il più grande del mondo, in realtà ospita al massimo dieci coppie: il pranzo costa 225 dollari (c’è anche un menu vegano), la cena 280 dollari.
Il Subsix, a sei metri di profondità, non si limita a pranzi (200 dollari) e cene, ma ospita anche colazioni private a base di Champagne e party serali. Siamo, anche in questo caso, alle Maldive, nell’isola privata del resort Niyama, sull’atollo Dhaalu. Mentre il Sea fa parte del Anantara Kihavah Maldives Villas e propone come specialità, oltre alla vista su tartarughe e pesci tropicali, piatti a base di aragosta (menu della cena a partire da 295 dollari).
Fonte: www.wired.it
L’Indonesia è una destinazione molto apprezzata dai viaggiatori italiani: per consolidare l’andamento positivo rilevato specialmente negli ultimi anni, il Ministero del Turismo della Repubblica dell’Indonesia conferma la partecipazione a Bit 2020. Incontriamo Agustini Rahayu, Director of Promotion for Europe. “Non vediamo l’ora di aumentare la consapevolezza delle destinazioni turistiche indonesiane in Italia al fine di incrementare il numero di turisti da questo Paese all’Indonesia, partecipando e promuovendolo in Bit” chiosa il Direttore. E continua: “Il numero totale di turisti provenienti dall’Italia è nella Top Ten del mercato europeo, dopo Inghilterra, Francia, Germania, Olanda e Russia. Visto che il numero di arrivi aumenta di volta in volta – in media il 10% negli ultimi cinque anni – ci auguriamo di mantenere questa tendenza, o di riuscire a fare ancora meglio”. A tal fine il Ministero, oltre a continuare a spingere l’isola di Balista promuovendo anche altre cinque destinazioni ‘super prioritarie’ come il Lago Toba nel nord di Sumatra, il tempio di Borobudur nel centro di Giava, Labuan Bajo a Nusa Tenggara Orientale (NTT), Mandalika a Nusa Tenggara Occidentale (NTB) e Likupang nel Nord Sulawesi.
Oltre ad incrementare il numero di turisti, il Ministero punta ad aumentare la permanenza in Indonesia. “Miriamo ad attirare potenziali visitatori che rimangano più a lungo per esplorare il Paese a partire dalle cinque destinazioni ‘super-prioritarie’, insieme a Bali, come meta più conosciuta, e Jakarta, come capitale. Inoltre, il nostro obiettivo è quello di aumentare l’esperienza turistica di qualità che dia efficacia all’economia della comunità locale di destinazione. Come paese marittimo, stiamo cercando opportunità per invitare più turisti a svolgere particolari attività in acqua, come immersioni, surf, pesca e liveaboard (su barche), vela e crociera” conclude Agustini Rahayu che sottolinea che la fascia d’età dei visitatori più in target che è stata individuata, per il raggiungimento degli obiettivi, è quella dai 25-34 ai 55 anni.
Fonte: bit.fieramilano.it
FONDATO NEL 1870, IL METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK INAUGURA L’INTENSO PROGRAMMA DI EVENTI PER CELEBRARE I 150 ANNI DALLA NASCITA. TRA MOSTRE, NUOVI SPAZI ESPOSITIVI E HASHTAG A TEMA
Quello appena iniziato è un anno importante per il Metropolitan Museum of Art di New York. Il museo statunitense infatti il prossimo 13 aprile festeggerà il 150esimo anniversario dalla sua nascita, e nel corso dei prossimi 12 mesi si susseguiranno eventi, mostre e programmi che ne ripercorreranno la storia e le collezioni, coinvolgendo il vasto pubblico all’interno dell’istituzione e non solo. Tra gli appuntamenti principali sono senza dubbio la mostra Making The Met, 1870–2020 e l’apertura delle British Galleries recentemente rinnovate.
I 150 ANNI DI STORIA DEL MET. TRA CRISI E RINASCITA
Fondato nel 1870 da un gruppo di uomini d’affari, finanzieri, artisti e pensatori con l’idea di creare un museo che potesse portare l’arte al popolo americano, il Met oggi custodisce decine di migliaia di oggetti che coprono 5mila anni di arte da tutto il mondo in tre siti iconici di New York: The Met Fifth Avenue, The Met Breuer e The Met Cloisters. Un’istituzione per gli Stati Uniti e per il mondo intero, punto di riferimento per visitatori, studiosi, addetti ai lavori e amatori, nonostante le turbolenze degli anni precedenti. Nel 2015 il museo ha attirato oltre 6 milioni di visitatori – anche grazie alla politica del “pay-as-you-wish”, ma allo stesso tempo ha visto aumentare il deficit passando dai 3,5 milioni del 2014 ai 7,7 del 2015 fino ai 10milioni del 2016. Situazione dalla ostica gestione, e che nel 2017 ha portato Thomas P. Campbell a rassegnare le dimissioni dalla direzione del Met. Dopo l’uscita di scena di Campbell, il museo è stato guidato da Daniel H. Weiss, presidente e CEO dell’istituzione, che nel gennaio 2018 ha avuto l’“ingrato” compito di comunicare le nuove e a quanto pare necessarie regole di accesso al Met: dopo 50 anni, il museo è passato dal “pay-as-you-wish” – ovvero una libera offerta – al pagamento di un biglietto pari a 25 dollari per tutti i visitatori non residenti a New York. Dopo la crisi però il museo è tornato a risalire la china: è dell’aprile 2018 la nomina del nuovo direttore, lo storico dell’arte austriaco Max Hollein, e in una conferenza stampa tenutasi la scorsa primavera, Weiss ha mostrato il bilancio del museo in pareggio, per la prima volta in tre anni.
I 150 ANNI DEL MET. IL PROGRAMMA DELL’ANNIVERSARIO
Tra i punti salienti del programma di eventi è senza dubbio Making The Met, 1870–2020 (dal 30 marzo al 2 agosto 2020) mostra che ripercorre la storia dell’istituzione, dalla sua fondazione nel 1870 a oggi, attraverso alcuni temi portanti: gli ideali dei fondatori del Met; la fondazione dell’Ala Americana; il ruolo del museo durante la guerra; il collezionismo. Altro momento cruciale sarà l’apertura, il 2 marzo, delle Annie Laurie Aitken and Josephine Mercy Heathcote Galleries, uno spazio di oltre mille metri quadrati con quasi 700 opere di arti decorative, design e scultura britanniche realizzate tra il 1500 e il 1900. Una parte degli spazi sarà dedicata a una particolare sezione, Tea, Trade, and Empire, una disamina sulla prosperità commerciale del XVIII secolo con un’esposizione di 100 teiere inglesi. Il 150esimo anniversario inoltre rappresenta per il Met una grande opportunità per la crescita delle proprie collezioni: il museo infatti ha ricevuto centinaia di opere in dono da oltre cento collezionisti, e che verranno esposte presso The Met Fifth Avenue, The Met Breuer e The Met Cloisters. Altra iniziativa di natura “social” è Met Stories, con cui il pubblico viene invitato a condividere le proprie storie personali legate al museo, attraverso stories, foto e video sui social utilizzando l’hashtag #MyMetStory o tramite un modulo di presentazione sul sito web del museo.
IL MET TRA PASSATO E FUTURO
“L’anniversario del Museo è un’occasione per celebrare questa straordinaria istituzione e apprezzare la vivacità e la sorprendente profondità e portata della sua collezione, borse di studio e programmi”, ha dichiarato Max Hollein. “Questo momento è anche il momento per riflettere profondamente sulle nostre responsabilità come amministratori di questa risorsa eccezionale, sul nostro impegno a coltivare la comprensione e l’apprezzamento dell’arte e sui modi in cui possiamo illuminare le connessioni all’interno delle storie culturali. Il Met si sforza di essere un museo enciclopedico fondamentale – del mondo, per il mondo e nel mondo – e siamo grati a tutti coloro che ci sostengono nel raggiungimento di tale obiettivo”.
Fonte: artribune.com – Desirée Maida