LA PRESTIGIOSA MAISON DI CHAMPAGNE, FONDATA NEL 1811, FIN DALLA SUA NASCITA HA ACCOSTATO L’AMORE PER I VINI CON LA PASSIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA. CONNUBIO CHE, A PARTIRE DALLO STILE LIBERTY, CONTINUA FINO A OGGI. A PARTIRE DALL’APERTURA DELLA MAISON BELLE EPOQUE. IL DIRETTORE DI PERRIER-JOUËT ITALIA CI RACCONTA LA STORIA

È all’insegna di un legame indissolubile, quello tra l’amore per il vino e la passione dell’arte, che si fonda la storia di Perrier-Jouët, prestigiosa Maison di Champagne fondata nel 1811 da Rose-Adélaïde Jouët e Pierre-Nicolas Perrier e conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini floreali, fortemente caratterizzati dalla presenza dell’uva Chardonnay. Ciò che rende speciale la storia di Perrier-Jouët non è soltanto la cura con cui, dall’Ottocento, la Maison produce i suoi vini, ma anche il rapporto che questi instaurano da sempre con l’arte: risale al 1902 la realizzazione, da parte del pioniere dell’Art Nouveau Emile Gallé, dell’anemone per la Cuvée de prestige Perrier-Jouët Belle Époque, diventato emblema della Maison. La relazione tra Perrier-Jouët e l’arte prosegue fino a oggi, con importanti commissioni ad artisti contemporanei invitati a interpretare secondo i propri stili, linguaggi e sensibilità i temi cari alla Maison, ovvero Natura e Arte, in particolare il Liberty. Qualche esempio? Daniel Arsham, Noé Duchaufour-Lawrance, Miguel Chevalier, Makoto Azuma, Tord Boontje, Studio Glithero e Simon Heijdens, Vik Muniz, mischer’traxler, Ritsue Mishima, Andrew Kudless, Luftwerk e Bethan Laura Wood.

PERRIER-JOUËT. LIBERTY, ARTE CONTEMPORANEA E LA MAISON BELLE ÉPOQUE

Le esperienze sensoriali ed estetiche, declinate in tutte le loro forme, sono quindi alla base della visione di Perrier-Jouët, che ha fatto della bellezza il presupposto, lo strumento e anche il fine della propria ricerca. Conferma questa Weltanschauung un altro importante tassello della storia di Perrier-Jouët, la Maison Belle Époque a Epernay, un tempo residenza di Pierre-Nicolas Perrier e Adélaïde Jouët e oggi hotel, trasformato nell’attuale destinazione d’uso nel 1990 per volontà di Pierre Ernst, attuale Presidente e CEO di Perrier-Jouët. La maison è stata recentemente restaurata di tutto punto e dotata di una foresteria che ospita i fortunati ospiti e clienti della compagnia. Al suo interno è custodita una tra le più straordinarie collezioni di Art Nouveau al mondo, con opere, tra gli altri, di Majorelle, Guimard, Lalique e Rodin. A raccontarci la storia della Maison è Leo Damiani, Direttore Perrier-Jouët Italia, con il quale abbiamo anche parlato del rapporto dell’azienda con l’arte contemporanea.

Potrebbe raccontarci come nasce la Maison Perrier-Jouët e il suo interesse per l’arte?

La Maison Perrier-Jouët nasce dall’amore tra Rose-Adélaïde Jouët e Pierre-Nicolas Perrier che nel 1811, anno della Cometa, realizzano il loro sogno e fondano la loro Maison de Champagne. La prima cuvée realizzata sarà battezzata Vino della Cometa, annata straordinaria. La passione per la Natura e l’interesse per l’Arte sono caratteristiche che accompagnano i fondatori della Maison Perrier-Jouët e i loro successori: Nel 1900 a Parigi si svolgono in contemporanea le Olimpiadi estive e l’Exposition Universelle. È molto probabile che in questo contesto Octave Gallice, nuovo erede della Maison, abbia incontrato e commissionato a Emile Gallé le magnum decorate che arriveranno a Epernay nel 1902 con i famosi anemoni giapponesi, divenuti nel 1969 simbolo della Cuvée Belle Époque.

In che modo l’estetica dello stile Liberty ha influenzato l’immaginario della Maison?

La filosofia dell’Art Nouveau, stile Liberty in Italia, rimane tuttora al centro della linea estetica e stilistica di Perrier-Jouët, ovvero opere che si ispirano alla Natura e ai suoi processi, opere che portano bellezza nella vita quotidiana, opere dette “totali” che cancellano le frontiere tra le varie discipline e infine opere che valorizzano il lavoro artigianale.

Qual è la storia della Maison Belle Époque e della collezione Liberty custodita al suo interno?

Nel 1980, 20 anni dopo aver riscoperto nelle cantine le magnum decorate da Emile Gallé e 11 anni dopo il lancio e il successo della Cuvée Belle Époque, gli allora Direttore Commerciale e Amministratore Delegato della Maison, esteti e amanti dell’arte, danno il via a un progetto folle: costituire una collezione privata di mobili e oggetti Art Nouveau.  Entrambi sentivano la necessità di poter ospitare i loro clienti e amici in un ambiente in stile Art Nouveau. La residenza personale dell’AD dell’epoca divenne così la “Maison Belle Époque” e custodisce al suo interno opere e oggetti, tra gli altri, di Hector Guimard, Louis Majorell, Jacques Gruber, Daum, Toulouse-Lautrec, Gallé. La Maison Belle Époque accoglie ancora oggi ospiti internazionali importanti.

Come continua nel corso del Novecento il rapporto tra la Maison e l’arte e quale tipo di progetti avete realizzato con gli artisti contemporanei? Quale linea estetica e stilistica viene perseguita dalla Maison?

Da allora la Maison Perrier-Jouët non ha mai più smesso di collaborare con artisti (Makoto Azuma, Tord Boontje o Vik Muniz) e designer contemporanei che si ispirano alla filosofia dell’Art Nouveau. Dal 2012 Perrier-Jouët è partner della fiera internazionale Design Miami. In questa occasione ogni anno viene commissionata un’opera a un giovane designer, che viene svelata ed esposta durante la fiera per poi raggiungere la collezione Perrier-Jouët a Epernay. Dopo le installazioni dello Studio Glithero, del duo mischer’traxler o di Bethan Laura Wood, nel 2019 per la prima volta sarà un designer italiano, Andrea Mancuso dello studio Analogia Project, a creare un progetto ispirato agli champagne Perrier-Jouët.

Fonte: artribune.com – Desirée Maida

Questo incredibile parco dell’Ohio contiene rare e stupende grotte

La gente non crede che le foto provengano da un parco dell’Ohio, ma molti che conoscono questo incredibile paesaggio lo considerano la terra più bella del Midwest. Suggestive formazioni rocciose punteggiano il parco, che è pieno di gole e grotte in attesa di essere esplorate.

Queste grotte e gole non sono solo intriganti frammenti di terra da esplorare. Parlano anche della lunga storia geologica del parco.

Migliaia di anni fa, quando il ghiacciaio del Wisconsin iniziò a sciogliersi e a recedere, le sue acque attraversarono la terra che ora fa parte del parco, correndo attraverso fessure nel terreno e segnando la terra con profonde e tortuose gole e grotte incassate, che sono rifugi rocciosi scavati nel morbido sedimento. Le grotte sono abbastanza grandi da poter camminare al loro interno.

Anche la storia umana è interessante. Old Man’s Cave è l’attrazione più popolare e prende il nome da un eremita della fine del 1700 che viveva nella grotta. Ash Cave è stata così chiamata perché quando i coloni la scoprirono per la prima volta, trovarono enormi e misteriose pile di ceneri create da nativi americani.

Il parco è aperto dalle 10 alle 16 Ci sono ampie opportunità per attività ricreative come kayak, arrampicata su roccia, nuoto ed escursioni.

Fonte: atlasobscura.com

VIVI UN’ESPERIENZA AUTENTICA CON LA NATURA
AL TIME + TIDE MIAVANA

Il Madagascar è la terra in un mare dimenticato. Un mondo di lemuri e camaleonti e un mosaico di insenature inesplorate, la rarità è il lusso del Madagascar. Circondata da spiagge di sabbia bianca e ampie barriere coralline, Time + Tide Miavana rimane fedele alle radici dell’isola, creando un lussuoso paradiso dove gli ospiti possono godere di un’esperienza unica.

Sparse lungo la spiaggia incontaminata, le 14 ville del Time + Tide Miavana sono un capolavoro nel lusso. Elementi naturali di mare, sabbia e aria si incontrano con eleganza attraverso interni e trame ispirati che celebrano la straordinaria cornice dell’isola. I tessuti tinti a mano rispecchiano le infinite sfumature di turchese che luccicano nelle viste sull’oceano. Le pietre locali, tagliate a mano, il colore delle conchiglie accentuano le pareti e la singolare doccia a torretta, evocando al meglio il lusso del naufrago. Le finestre dal pavimento al soffitto offrono viste panoramiche sull’Oceano Indiano a pochi metri di distanza.

In tutte le ville, ogni dettaglio è progettato con cura per creare la massima esperienza di lusso. I santuari per gli ospiti con una, due e tre camere da letto offrono ampio spazio (minimo 450 metri quadrati), una piscina privata con vista sul mare, un confortevole salone, un servizio di maggiordomo e un angolo cottura ben fornito. Ogni villa ha un bagno in più e uno studio, che può essere convertito in una camera da letto per bambini. Dalla tua villa, esplora l’isola usando le biciclette gratuite e il passeggino elettrico.

I fondatori originali, Norman Carr e la famiglia Liebenberg, sono accreditati come leader nel turismo responsabile. Oggi, a quasi 70 anni di distanza, Time + Tide continua a rivoluzionare il settore attraverso nuove proprietà intime in luoghi non sfruttati dove gli ospiti possono sperimentare un’autentica interazione con i luoghi selvaggi della natura. Con l’apertura di Time + Tide Miavana, il team onora questi lasciti portando lo stesso spirito in Madagascar.

Attraverso terra e mare, il loro staff si impegna con cura straordinaria nel condividere il loro profondo apprezzamento per la terra, la fauna selvatica e la cultura. Hanno aperto la strada a un’esperienza turistica più radicata nella conservazione e rappresentano il sinonimo di storia africana di ecoturismo e conservazione.

Fonte: xoprivate.com

Il tanto atteso Grande Museo Egizio al Cairo promette di essere una delle più grandi aperture culturali dell’anno e sono stati finalmente annunciati una data di apertura e i prezzi dei biglietti

Il completamento del museo è stato ritardato di diversi anni, ma ora dovrebbe aprirsi nell’ultimo trimestre del 2020 e si dice che ora sia finito al 90%. Una data di apertura più specifica dovrebbe essere presto annunciata dal presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. I prezzi dei biglietti di ingresso, tuttavia, ora sono fissati. Per gli stranieri, sarà LE 400 (circa € 20), con uno sconto del 50% per gli studenti. Il prezzo per gli egiziani sarà di LE 60 (circa € 3).

Grand Egyptian Museum – GEM

Facendo un confronto, al Museo Egizio attuale in piazza Tahrir nel centro de Il Cairo, da cui vengono trasportati molti dei manufatti destinati al GEM e che si chiuderà dopo l’apertura del museo più grande, gli stranieri attualmente pagano LE 160 (circa € 8). Quasi 50.000 manufatti sono già stati spostati nel Grand Egyptian Museum e il GEM mostrerà per la prima volta tutti i tesori di sepoltura di Tutankhmaum nello stesso posto. Enormi statue, tra cui una figura del faraone Ramses II alta undici metri e datata 3200 anni, sono già sul posto.

Museo Egizio – Piazza Tahrir

L’Egitto prevede di ricevere oltre 15 milioni di turisti nel 2020, corrispondenti al numero di visitatori nel 2010, un anno prima che le rivoluzioni della primavera araba portassero tumulti e incertezza nella regione. Lonely Planet ha nominato Il Cairo una delle 10 migliori città da visitare nel 2020, grazie all’apertura del museo e al lancio del nuovo aeroporto Sphinx nelle vicinanze.

Giza

Fonte: lonelyplanet.com

IL MUSEO SI TROVA IN AFRICA, NEL QUARTIERE STORICO DI STONE TOWN, AL PIANO TERRA DELLA CASA DOVE HA TRASCORSO L’INFANZIA LA LEGGENDA DEL ROCK. NASCE DALL’INIZIATIVA DI DUE IMPRENDITORI: UN IMPERIESE E UN ZANZIBARINO

I tanti fan dei Queen in pellegrinaggio a Zanzibar, luogo di nascita del loro compianto leader, avranno di che rallegrarsi: il Freddie Mercury Museum ha finalmente aperto i battenti nella sua casa natale. È successo lo scorso 24 novembre, in occasione del ventottesimo anniversario della scomparsa del musicista, vero nome Farrokh Bulsara, nato su questo arcipelago della Tanzania al largo delle coste dell’Africa orientale il 5 settembre 1946, ma emigrato in India dopo pochi anni. Dopo essere tornato a Zanzibar nel 1963, con l’esplosione della rivoluzione che portò al rovesciamento del governo appena eletto, il cantante e la sua famiglia sono fuggiti a Londra, dove sono poi stati fondati i Queen.

LA FREDDIE MERCURY HOUSE

La casa sorge nel quartiere storico di Stone Town – un antico centro per il commercio con influenze swahili e islamiche – ed è stata trasformata nel Tembo House Hotel, meglio noto come Freddie Mercury House, uno degli alberghi più antichi della città che negli anni ha inglobato l’appartamento del cantante. Chi andava in cerca di suoi cimeli (come il suo compagno di band, il chitarrista Brian May, andato a fare una visita la scorsa estate), però, ne restava sempre deluso, trovando solo un’insegna e qualche foto in una bacheca esterna all’edificio. Ora non è più così, grazie all’iniziativa di due imprenditori: il ligure Andrea Boero, che vive da anni a Zanzibar, e il zanzibarino Javed Jafferji, un amico della famiglia di questa leggenda del rock.

COME NASCE UN MUSEO

“Un sentito ringraziamento”, sottolineano Boero e Jafferji che hanno compiuto un meticoloso lavoro di ricerca documentaria, “va alla famiglia Bulsara, agli amici di Freddie Mercury e ai Queen che in questo coinvolgente percorso ci hanno sostenuto e soprattutto riposto la massima fiducia”. Il museo, situato al piano terra della casa dove Freddie Mercury visse i suoi primi anni di vita, raccoglie vari cimeli, tra cui il suo certificato di nascita, 100 foto esclusive, testimonianze degli amici più stretti del cantante e dediche di vari personaggi, cercando di ricostruire le radici zoroastriane del cantante, la sua fanciullezza in Zanzibar, la scuola a Panchgani in India e il suo percorso che lo ha portato a diventare una delle più grandi stelle del panorama musicale internazionale.

Freddy Mercury Museum
Shangani Street, Stone Town, Zanzibar City, Tanzania

Fonte: artribune.com – Claudia Giraud

L’albergo a forma di vela, il grattacielo dei record, i datteri extra raffinati: come godersi Dubai

Dubai è tutto e oltre: c’è il grattacielo più alto del mondo, si festeggia il Capodanno con il più imponente spettacolo di fuochi artificiali al mondo, e c’è anche l’hotel più alto del mondo. Insomma, un luogo architettonicamente e visivamente eccezionale, che racchiude futurismo e movida, ricchezze ed esagerazioni da mille e una notte. Se avete deciso di scegliere Dubai come meta delle prossime vacanze, ecco le 5 cose che vi consigliamo di non perdere.

Salire sul Burj Khalifa

Il Burj Khalifa, “The Centre of Now”, con i suoi 828 metri, è considerato il grattacielo dei record. Oltre ad essere l’edificio più alto al mondo, è anche quello con più piani, con il più alto punto di osservazione del mondo, e con l’ascensore che percorre il tragitto più lungo che ci sia. Situato nel cuore del prestigioso quartiere di Downtown Dubai, la meta preferita dagli amanti dello shopping e del divertimento, il Burj Khalifa offre ai suoi visitatori un’esperienza unica: al 124, 125esimo e 148esimo piano potrete godere di una vista mozzafiato sull’intera città. Il consiglio è quello di salirci al tramonto, quando il sole abbraccia Dubai prima che il buio della notte e le mille luci della città accendano una delle capitali mondiali del divertimento.

Andare al Burj al-Arab

Lo avete sicuramente visto almeno una volta in foto: lo spettacolare hotel a forma di vela, si innalza per 321 metri sul livello del mare dal suo isolotto artificiale davanti al quartiere di Jumeirah, ed è uno dei simboli più famosi della città. Conosciuto anche come l’hotel più lussuoso al mondo, il Burj al-Arab si può vedere solo da lontano: solo gli ospiti possono, purtroppo, ammirarne gli interni realizzati in tradizionale stile arabo. Una notte al suo interno costa circa 2000 euro ma ci sono valide alternative: prenotare una cena nel suo esclusivo ristorante a 7 stelle o un tè pomeridiano allo SkyView Bar.

Passeggiare per Dubai marina

Dubai Marina è un quartiere della Nuova Dubai, nato per mano dell’uomo letteralmente dal nulla: se fino a qualche anno fa aveste passeggiato qui non avreste trovato altro che distese di sabbia. Oggi, invece, vi troverete di fronte una skyline dal profilo avveniristico, centri commerciali e movida. Qui, la vera protagonista è la passeggiata sul lungomare The Walk, lunga circa 1,6 km che viene vivacemente animata dai numerosi ristoranti, negozi e locali che si affacciano sul litorale: se ne avete l’occasione, vi consigliamo di andarci alla sera, quando le luci accese rendono il tutto decisamente più suggestivo.

Assaggiare i datteri

Le piantagioni, condotte in agricoltura biologica, sono a Al-Ghat, in Arabia Saudita, e producono più di 20 varietà diverse di datteri, che variano in meravigliose tonalità dal giallo intenso al marrone scuro. Per chi non lo sapesse, sono un alimento meraviglioso, quasi senza grassi e molto nutrienti anche se purtroppo decisamente calorici. Utilizzando le migliori pratiche agricole, le tecniche di coltivazione di Bateel sono mantenute il più vicino possibile alla natura. Le palme da dattero possono vivere fino a un secolo e produrre fino a 150 chilogrammi di frutta ogni anno.

Ogni anno Bateel raccoglie oltre 2.800 tonnellate di datteri biologici di altissima qualità. Tuttavia, è un processo complesso, poiché ogni dattero viene selezionato a mano. Rimanendo fedeli alla tradizione, i contadini scalano grandi altezze, che raggiungono fino a 20 metri, senza l’ausilio di moderni macchinari o attrezzature. Se volete fare un salto nel mondo celebrativo del dattero, andate da Cafe Bateel: con 26 sedi, unisce l’ospitalità araba secolare con l’eleganza dei moderni bistrot europei.

Fare un tour nel deserto

Chiunque voglia vivere Dubai a 360°, non può evitare di trascorrere una giornata tra le spettacolari dune di sabbia del Deserto Arabico: a bordo di un fuoristrada, di una dune-buggy, di un quad o di un cammello poco importa, perdetevi in una delle avventure più spettacolari della vostra vita. Potrete provare il sand boarding ovvero il surf sulla sabbia o qualcosa di più romantico, magari al tramonto, durante una cena a lume di candela in un accampamento tradizionale.

Fonte: siviaggia.it

MSC: IL METANO STA PER ANDARE IN CROCIERA

13 Gen 2020 In: Crociere

Msc Crociere ha annunciato in occasione del varo della “Grandiosa” che dal 1° gennaio 2020 compenserà tutte le emissioni di CO2 con Blue Carbon Credits. L'”Europa” sarà la prima nave a gas

Il mondo della nautica e delle crociere non vuole essere sordo davanti alle richieste di una trasportistica “green”. Se nel campo degli yacht i primi motori ibridi stanno prendendo “il largo”, in quello delle crociere le compagnie puntano su motorizzazioni a metano e sull’utilizzo di energia elettrica durante gli ormeggi in porto per non tenere accesi i motori.

Ma l’impegno può essere declinato anche in maniera diversa. Come fa ad esempio Msc Crociere che ha annunciato (in occasione del varo della Msc Grandiosa ad Amburgo) che dal 1° gennaio 2020 compenserà tutte le emissioni di CO2 della sua flotta con progetti di alta qualità basati sull’utilizzo dei Blue Carbon Credits. Un impegno che fa parte di un più ampio programma a sostegno degli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu.

Come ha spiegato Pierfrancesco Vago, executive chairman di Msc Cruises, l’impegno della compagnia avviato nel 2003 è quello a lungo termine “di permettere di raggiungere entro il 2024 una riduzione del 29% della CO2 per passeggero/chilometro rispetto al 2008 ed arrivare ad una riduzione del 40% entro il 2030”.

Con questo nuovo progetto Msc svilupperà un portafoglio di compensazione delle emissioni di carbonio che incorpora anche progetti per la protezione ed il ripristino degli habitat oceanici e delle coste assorbendo sempre più CO2. L’impegno di Msc comprende anche un focus sull’efficienza energetica. Infatti dal 2017 tutte le navi della compagnia sono dotate di impianti di alimentazione a terra, tecnologia che permette di ridurre a zero le emissioni nei porti che hanno le banchine abilitate a questo servizio.

L’iniziativa, come si diceva, è stata presentata a bordo della Msc Grandiosa, la nuova ammiraglia di Msc che rappresenta una delle navi più avanzate dal punto di vista della tutela ambientale. Ma si tratta solo di un primo passo: la compagnia, infatti, da avviato la costruzione di Msc Europa, la prima di cinque navi da crociera alimentate a gas naturale liquefatto (GNL) che entreranno in servizio tra il 2022 ed il 2027.

Fonte: avvenire.it – Paolo Pittaluga

IL MAROCCO A 360°

13 Gen 2020 In: Marocco

MARE, DESERTO, OASI, CITTÀ IMPERIALI E COSMOPOLITE, GOLF E UNA STRAORDINARIA GASTRONOMIA

Bagnato dal Mediterraneo e dall’Atlantico, che si uniscono nello stretto di Gibilterra, il Marocco svela immediatamente il suo carattere multiculturale, derivante dalle numerose influenze francesi, spagnole e portoghesi che, insieme alle radicate tradizioni berbere, lo hanno trasformato in un Paese attraente in grado di soddisfare diversi tipi di aspettative ed esigenze.

Ciò che sorprende è la ricca proposta di destinazioni, che spazia dall’esplorazione in zone memorabili come il deserto, le oasi, le kasbah e le maestose catene montuose, alla scoperta delle suggestive città imperiali, custodi di tesori legati alla storia e alla secolare dottrina islamica.


Lungo la fascia costiera, antiche cittadelle fortificate si fondono a città cosmopolite e a località balneari con spiagge sabbiose attrezzate per garantire relax e sport acquatici tra i più moderni.

Grazie alle eccellenti condizioni climatiche durante tutto l’anno, il Regno vanta prestigiosi campi da golf, che lo pongono al 9° posto nelle classifiche mondiali. Ciò consente ai golfisti di intrattenersi in un tour alla scoperta del Paese senza mai rinunciare al loro amato “swing” quotidiano.

Panorami mozzafiato, bellezze artistiche e storiche, uniti a un po’ di avventura, dominano uno scenario pieno di contrasti, impreziosito dalla nota ospitalità del popolo marocchino e dalla cucina tipica, che propone piatti diversi a seconda delle regioni.

Indimenticabile è il tè alla menta, intrigante testimone della ritualità di un tempo.

Questo mausoleo del 17 ° secolo è sormontato
da una meravigliosa cupola

Gol Gumbaz è una struttura straordinariamente imponente, che si erge per 51 metri sopra la vicina città di Vijayapura e rappresenta uno degli esempi più importanti dell’architettura indo-islamica tardo-medievale. Significa “cupola circolare”. Questo famoso mausoleo ospita anche un teatro sonoro.

Con un diametro di 44 metri, la cupola di Gol Gumbaz si colloca tra le più grandi cupole del mondo pre-moderno ed è supportata da una serie di archi ad incastro senza colonne. Un balcone circonda l’interno della cupola, creando la cosiddetta “galleria del sussurro” in cui qualsiasi suono, forte o silenzioso, viene amplificato e trasportato in tutto lo spazio interno, risuonando dalle pareti concave e riecheggiando un numero vertiginoso di volte. Nella suggestiva galleria, sospesa a 33 metri sopra la camera principale sottostante, l’effetto è davvero surreale.

Gol Gumbaz fu costruito come mausoleo per il Sultano Mohammed Adil Shah, il settimo sovrano della dinastia Adil Shahi e capo del sultanato di Bijapur. La costruzione iniziò poco dopo che salì al trono nel 1627 e sembra non fosse ancora completato quando morì nel 1656.

La sua enorme camera singola copre 1.700 metri quadrati e si trova in cima a una tomba contenente i resti del sultano, nonché quelli delle sue due mogli, sua figlia e suo nipote. Ogni angolo dell’edificio è abbellito da un minareto di sette piani contenente scale che danno accesso alla “galleria sussurro”.

È preferibile visitare il mausoleo di mattina presto quando ci sono poche persone per godere al meglio della “galleria del sussurro”.

Fonte: Atlasobscura.com

SARÀ IL CENTRO DI ARTE DIGITALE PIÙ GRANDE AL MONDO. IL PROGETTO, COSTATO 10 MILIONI DI EURO, È A CURA DI CULTURESPACES, LEADER PRIVATO NELLA PROMOZIONE DI EVENTI CULTURALI. SI PARTE CON KLIMT E KLEE, MA C’È ANCHE SPAZIO PER I CONTEMPORANEI. E COSÌ CONTINUA IL BOOM CULTURALE DI BORDEAUX

Dalla Seconda Guerra Mondiale, la base sottomarina di Bordeaux costruita dai nazisti giace ancora nel suo aspetto originario, un’enorme struttura in cemento che si espande sopra e sotto la superficie dell’acqua. Un sito storico che è stato finora oggetto di visite turistiche, ma che dal 2020 cambierà totalmente la sua identità, trasformandosi nel centro di arte digitale più grande del mondo. Prenderà il nome di Bassins de Lumières, letteralmente “vasche di luce”: proiezioni luminose riprodurranno i capolavori della storia dell’arte in formato gigante e ne amplificheranno la suggestione grazie al riflesso della superficie dell’acqua. Un progetto a carico di Culturespaces, un operatore privato francese leader nella gestione e promozione di siti di interesse culturale. Decisive in questa scelta sono state le esperienze simili di Carrières de Lumières a Les Baux-de-Provence e dell’Atelier des Lumières a Parigi che, dopo il successo di pubblico e gli ottimi riscontri ottenuti, hanno convinto la compagnia a lanciarsi in questa nuova avventura imprenditoriale dalla portata inedita.

BASSINS DE LUMIÈRES: GLI SPAZI

Al suo interno, Bassins de Lumières ospiterà spazi con diverse funzioni: le quattro grandi vasche, attorno alle quali saranno presentati cicli continui di opere digitali e immersive dedicate ai maestri della storia dell’arte e mostre più brevi; Le Cube, una nuova area di 220 metri quadrati con lavori di artisti digitali affermati ed emergenti; La Citerne, con l’esposizione delle opere originali e l’approfondimento del rapporto con il loro museo di provenienza; Les Grands Nénuphars, per la proiezione di mostre direttamente sull’acqua. A questi si aggiunge la creazione di uno spazio museale dedicata alla storia della base sottomarina sulla quale il centro sorge; un’area educativa per le attività didattiche correlate alle mostre e un piano mezzanino, un palcoscenico e un’area salotto per offrire una fruizione da diversi punti di vista. Di fronte all’ingresso della struttura, infine, sarà annessa un’area di accoglienza con la biglietteria e un negozio dedicato.

BASSINS DE LUMIÈRES: IL RESTAURO

Il progetto, che ha previsto un investimento complessivo di 10 milioni di euro, dovrà tener conto di numerosi interventi per rendere il vecchio edificio bombardato negli anni ‘40 accessibile e adatto al nuovo percorso di visita. Oltre ai lavori di restauro e alla creazione di aree tecniche come gli uffici e la sala di produzione, saranno messe delle protezioni ai bordi delle vasche con grandi teli che fungeranno anche da superficie per le proiezioni, e saranno aggiunte delle passerelle per aumentare lo spazio percorribile. Grande attenzione sarà data, ovviamente, anche alla messa a punto dell’impianto video e di isolamento acustico.

BASSINS DE LUMIÈRES: LE PROSSIME MOSTRE

La grande mostra inaugurale del 17 aprile 2020 sarà Gustav Klimt: oro e colore, che celebrerà la creazione del capofila del Secessionismo Viennese concentrandosi sui suoi originali elementi decorativi, così come sui ritratti, i paesaggi, i nudi, i colori e le dorature. Una mostra minore sarà invece dedicata a Paul Klee: dipingere musica, un omaggio al mondo pittorico dell’artista, coronato da un concerto subacqueo e da proiezioni sulla superficie dell’acqua. Spazio anche al contemporaneo, con la presentazione di Ocean Data, ospitata nel Le Cube: un’installazione del collettivo turco Ouchhh, specializzato in graphic design, motion design e proiezioni digitali, che per questo lavoro utilizza milioni di dati acquisiti nel mare per creare un ambiente in cui forme, luce e movimento sono generati attraverso un algoritmo, trascinando i visitatori nel cuore dell’oceano. Le mostre verranno rinnovate ogni anno e lo spazio sarà aperto 7 giorni su 7. “Dopo la creazione dell’Atelier des Lumières, siamo lieti di dar vita a un enorme centro di arte digitale per la città di Bordeaux” spiega Bruno Monnier, Presidente di Culturespaces. “Il Bassins de Lumières offrirà ai visitatori esperienze audiovisive indimenticabili in un ambiente unico, un luogo di condivisione della cultura aperto a tutti i tipi di visitatori”. E così continua il boom culturale di quella che sempre di più si vuole accreditare come seconda destinazione francese dopo Parigi.

The Bassins de Lumières
Opening: 17 aprile 2020
Base sous-marine de Bordeaux – Impasse Brown de Colstoun
33300 Bordeaux

Fonte: artribune.com – Giulia Ronchi


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