C’è un supercomputer alloggiato all’interno di questa chiesa a Barcellona – ed è aperto ai visitatori!

Potrebbe sembrare qualcosa venuto fuori da “Mission: Impossible”, ma non devi sgattaiolare dentro come Ethan Hunt per intravedere questo supercomputer in azione.

Situato nell’area centrale di Torre Girona, una chiesa risalente agli anni ’40, il Politecnico di Catalogna del Centro Supercomputer di Barcellona – Centro Nacional de Supercomputación (BSC-CNS) ospita il supercomputer più veloce della Spagna: il MareNostrum 4. Una joint venture tra IBM e il governo. La chiesa fu sconsacrata e convertita per essere usata qualche decennio fa e da allora ha subito diverse variazioni.

L’anno prossimo è previsto l’ennesimo upgrade. La nuova macchina ad alte prestazioni sarà uno dei primi computer pre-exascale in Europa con un prezzo di circa 223 milioni di Euro, inclusi il prezzo di acquisto, l’installazione e i costi per mantenerlo in funzione per cinque anni, e non solo la sua capacità sarà molto più grande, ma lo stesso MareNostrum 5 sarà anche più grande, il che significa che presto avrà bisogno di un avamposto in un altro edificio per ospitare il tutto.

“Le principali sfide della nostra società – come lo studio dei cambiamenti climatici e lo sviluppo di nuove energie o la fusione – richiedono computer exascale, che sono molto più potenti di quelli che abbiamo ora, con funzionalità che soddisfano le nuove esigenze dei ricercatori e proporzionalmente con inferiore consumo di energia rispetto a quello dei computer esistenti “, ha dichiarato Roberto Viola, direttore del BSC-CNS, in un comunicato stampa.

È un po’ incongruo vedere una tecnologia così all’avanguardia in quartieri dall’aspetto classico, ma abbastanza interessante, non ha richiesto molte modifiche per trasformare la chiesa vecchia di decenni in una casa adatta per il supercomputer. “Avevamo bisogno di centinaia di metri quadrati senza colonne e la capacità di sostenere 44,5 tonnellate di peso”, ha detto la vicepresidente Gemma Maspoch a Vice all’inizio di quest’anno. “L’unica stanza che soddisfaceva le nostre esigenze era la chiesa di Torre Girona. Non ne abbiamo dubitato nemmeno per un momento. “

Il centro ha rinforzato il terreno intorno alla chiesa per ospitare il pesante computer e ha progettato la scatola di vetro per mantenerlo fresco. Oggi, il Data Center più bello del mondo è aperto per visite e tour pubblici, ma devi fissare un appuntamento in un giorno feriale tra le 9:00 e le 19:00 (Sono concessi dai 30 ai 60 minuti per la visita).

Fonte: lonelyplanet.com

NEW YORK: IL TORO E ARTURO DI MODICA

10 Gen 2020 In: New York City

Uno dei simboli di New York è stato realizzato da un artista siciliano

Una delle sculture più famose di New York è stata realizzata da un siciliano e ha una storia davvero interessante. Arturo Di Modica, originario di Vittoria (Ragusa), ma negli States dagli anni Sessanta, è infatti l’autore del celebre toro che si trova davanti Wall Street.

La scultura è diventata un simbolo della Grande Mela e ha compiuto ben 30 anni. Nella notte del 16 dicembre del 1989 Arturo Di Modica, con gru e camion, ha collocato quella imponente scultura nello spazio antistante la Borsa di New York. Non aveva alcuna autorizzazione per farlo. Aveva lavorato alla sua opera incessantemente per tre anni, a proprie spese: il risultato è un toro di 3,2 tonnellate. Sono bastati appena 4 minuti per piazzare il toro, con l’aiuto di alcuni amici.

Chiamato “Charging Bull”, cioè “toro che carica”, è stato ricollocato al Bowling Green Park, poco distante dall’originaria posizione. Oggi è uno dei simboli di New York ed è meta di tantissimi visitatori, che lo interpretano come simbolo di buon auspicio. L’artista siciliano si divide tra la sua città natale e la Grande Mela.

Negli anni ha realizzato altri tre tori su commissione, andati ad Amsterdam, Seul e Shanghai. Adesso ha quasi 80 anni e ha sempre grande grinta e passione. Si sta dedicando a un progetto ambizioso, che sta realizzando a Vittoria, dal nome “Nuovo Rinascimento”.

Fonte: www.siciliafan.it

AVVENTURE INVERNALI IN WYOMING

10 Gen 2020 In: Stati Uniti

Inverno americano “Western Style”: il Wyoming offre di tutto! Che siano le montagne per provetti sciatori, oppure praterie coperte di neve o esperienze uniche nei parchi nazionali, lo stato dei cowboy non tradisce mai. Sono oltre 250 mila i kmq destinati allo sci con terreni per tutti i livelli, inclusa la meta di classe mondiale Jackson Hole Mountain Resort: le terre intatte del Wyoming attirano per sci di scesa e di fondo, per scorrazzare in motoslitta e a cavallo di una bicicletta fat-tire. Da est a ovest, dalle Bighorn Mountains fino allo Snowy Range c’è spazio per godersi l’inverno e la neve. Andare su una slitta trainata da cani è una grande emozione ed un’esperienza unica che accompagna attraverso i paesaggi selvaggi del Wyoming. Le foreste Teton e Shoshone nel nord ovest dello stato abbondano di sentieri e di organizzazioni apposite. Mentre le gite in slitta scivolando sulla neve, trainati da un cavallo è il passatempo preferito per le famiglie: basta personalizzare quest’esperienza usufruendo delle tante proposte disponibili, quali ad esempio la gita al National Elk Refuge Range nella Valle di Jackson e l’emozione di trovarsi all’interno di una enorme riserva invernale che ospita migliaia di cervi.

Per gli appassionati di sci nordico il Wyoming vanta 11 località dedicate esclusivamente a questo sport, oltre ovviamente ai parchi statali e nazionali. Uno fra tutti: Grand Teton National Park. Numerose le vallate piatte e aperte particolarmente adatte ai principianti. Racchette ai piedi per chi non è avvezzo agli sport invernali e non ha bisogno di esercitarsi: con un buon paio di ciaspole e una bella cartina dei sentieri, si può iniziare l’avventura, con o senza guida professionale. Ma proprio con tutta la neve che cade nel Wyoming, il nuovo sport del Fat Biking incontra l’entusiasmo dei fat bikers che cercano piste con neve in abbondanza. Sentieri appositi abbondano a Jackson e nella zona di Wind River, nel nord ovest dello stato. Molteplici le guide così come le organizzazioni che dispongono di tour e di noleggio bici per realizzare quest’esperienza. Si sta sempre in sella, a cavallo di una motoslitta per provare escursioni adrenaliniche su piste innevate. Il Togwotee Pass, il sentiero del Continental Divide Snowmobile Trail e nella Medicine Bow National Forest sono solo una piccola parte dell’offerta del Wyoming che vanta oltre 3000 km di terreni per motoslitta.

Infine: con una terra geologicamente così antica, ricca di fenomeni geofisici e geyser, è certamente invitante poter sguazzare in fonti naturali d’acqua calda. Un sogno che si realizza in varie zone, dall’Hot Springs State Park, area ricreativa pubblica a Thermopolis famosa per le sue sorgenti termali, che scorrono a una temperatura costante di 57° C, ma che offre anche un bagno gratuito presso la State Bath House dove le temperature sono moderate a 40° C terapeutiche. Oppure le piccole vasche di Granite Hot Springs a circa un’ora a sud-est di Jackson nei pressi di Pinedale, accessibile da dicembre ad aprile solo in motoslitta, cane slitta, sci nordico e fat-tire bike. È proprio qui che i primi pionieri della regione scavarono una piscina per raccogliere l’acqua.

Denver, Colorado è la porta d’accesso ufficiale all’immensa regione del Great American West.

Fonte: The Great American West – Italia

Scoprite nel video 5 tesori da vivere in crociera nella capitale dell’Oman, tra innovazione e tradizione

Edifici storici, moschee, scorci meravigliosi, testimonianze di un impero che ha saputo diventare moderno. Benvenuti a Muscat. Ecco cinque attrazioni che non potete perdervi: dalla moschea Al-Zawawi al mercato Souq di Mutrah, tesori che potrete apprezzare durante le vostre crociere dagli Emirati Arabi su Costa Diadema. Gustatevi il video.

Fonte: Costa Crociere

Le isole Solomon sono una parte fondamentale del Triangolo di Corallo e possono facilmente competere con altre destinazioni di viaggio per immersioni nell’Indo-Pacifico, con favolose barriere coralline, vita marina diversificata e storici relitti della Seconda Guerra Mondiale.

Inoltre, i viaggiatori possono godere di molte esperienze culturali incontrando gli abitanti dei villaggi e bambini che in canoa si avvicinano alla tua barca per commerciare e interagire amichevolmente. È interessante la visita ai siti di battaglia della Seconda Guerra Mondiale come Guadalcanal.

Le isole Solomon sono una gemma nascosta nel Sud Pacifico. Ancora relativamente nuove per il turismo, ha quindi meno visitatori ogni anno rispetto alle vicine Figi e Vanuatu. Ciò significa barriere coralline incontaminate e pochissime barche che affollano i siti di immersione. Uno dei motivi per cui le isole Solomon sono noto per le migliori immersioni al mondo è perché hanno una ampia varietà di opzioni: scogliere, relitti, grandi animali, piccole creature, grotte e spiagge.

Scegli una vacanza nel paradiso delle immersioni delle isole Solomon nel Sud Pacifico!

Fonte: corporate.southpacificislands.travel

ST. REGIS MALDIVE VOMMULI RESORT, DOVE L’INCREDIBILE ARCHITETTURA INCONTRA LA FINE OSPITALITÀ

Immerso tra la verdeggiante foresta pluviale e le spiagge di sabbia bianca su un’isola privata, il St. Regis Maldives Vommuli Resort si affaccia sulle invitanti onde dell’Oceano Indiano.

L’architettura del resort è stata ispirata dalla vita marina e dalla cultura locale delle Maldive. Alcune stupende strutture sono il Whale Bar, ispirato al Whaleshark, e l’Iridium Spa, ispirato all’aragosta.

Al St. Regis Maldives Vommuli Resort, gli ospiti possono esplorare la bellezza tropicale e la ricca vita marina di questo ambiente tranquillo ed ecologico. Una laguna privata, l’Iridium Spa e la piscina a sfioro all’aperto promettono un relax senza pari. Una grande varietà di sport acquatici ed escursioni presso il centro immersioni del resort può essere organizzata dal servizio di primo livello del St. Regis, i maggiordomi. Da immersioni e snorkeling o speedboating e windsurf alla pesca d’altura e tour in kayak con fondo di vetro, il Vommuli Dive and Water Sports Center è la porta ideale per intrattenimento indelebile sopra o sotto le onde azzurre dell’Oceano Indiano.

Inoltre, in ognuno dei sei ristoranti e bar vi attende una deliziosa cucina. Con mobili raffinati e design ispirato all’isola, ognuna delle 33 ville terrestri e 44 sull’acqua promette viste panoramiche sull’oceano o sul giardino da terrazze e piscine private. Cherry on the cake, il leggendario St. Regis Butlers offre un servizio su misura di giorno o di notte.

Fonte: xoprivate.com

I COLOSSI DI MEMNON – LUXOR

8 Gen 2020 In: Egitto

Due statue gemelle e un tempio
I Colossi di Memnon e il Tempio di Milioni di Anni

Circa 3400 anni fa il faraone Amenhotep III, della XVIII dinastia, fece edificare uno dei più sontuosi e grandi templi d’Egitto. Si trattava di un complesso funerario concepito come centro di culto delle divinità, dove il faraone, ancora in vita, veniva reputato la reincarnazione in terra del dio.

Nella necropoli di Tebe, di fronte all’attuale Luxor, lungo le rive del Nilo, due colossi gemelli, composti da blocchi di pietra ricca di quarzo, raffiguranti il faraone, fiancheggiavano l’ingresso del tempio. Ancora oggi, le statue lo rappresentano seduto su un trono, con le mani sulle ginocchia e lo sguardo indirizzato al sole che sorge. Scolpite alla base, due figure minori: la madre Mutemuia e la moglie Tiy, “grande sposa reale”, regina intelligente e saggia. Sui pannelli laterali è raffigurato Hapy, dio simbolico della fecondità della terra e del rinnovamento della vita grazie alle inondazioni del Nilo.

In un periodo di pace e prosperità, il regno di Amenhotep III fu caratterizzato da una raffinatezza artistica senza precedenti e il tempio ne era la sua sublime esternazione.

La scelta del sito, posto dentro una piana alluvionale, si rivelò ben presto infelice. La pietra calcarea utilizzata per la sua realizzazione non sopravvisse a lungo all’erosione causata dalle esondazioni periodiche del fiume e il sacro centro di venerazione si distrusse dalle fondamenta, riducendosi a rovine saccheggiate nel tempo.

Nonostante fossero state costruite nel 1350 a.C., le statue rimasero intatte fino al 27 a.C., quando un terremoto danneggiò il colosso posto a nord, causandone una frattura nella parte inferiore e il crollo di un frammento dalla sua sommità.

Non solo la statua sopravvisse al sisma,
ma acquisì la straordinaria dote del canto!

Non cantava sempre… la possente melodia era apprezzabile soltanto all’alba quando i primi raggi del sole timidamente apparivano all’orizzonte. Un suono ultraterreno che evocava misteriose presenze divine.

Illustri turisti e studiosi dell’epoca, provenienti dal mondo greco-romano, attraversavano il deserto per assistere all’insolito evento. Gli storici greci credettero che le statue rappresentassero l’eroe mitologico Memnone, figlio mortale di Eos e di Titone, principe di Troia. Memnone fu ucciso da Achille nell’Iliade. Ritennero che il canto sovrannaturale, che si propagava dalle viscere della statua, fosse il saluto che Memnone riservava ogni mattina a sua madre, dea dell’Aurora. La scienza moderna attribuisce il fenomeno all’evaporazione della rugiada intrappolata nelle fessure interne della statua. Grazie al calore dei primi raggi mattutini, si generavano delle vibrazioni che, echeggiando attraverso l’aria pura del deserto, ne evocavano una melodia.

Nel 199 d.C. il colosso fu messo a tacere

Non essendo riuscito a sentire il famoso canto, l’imperatore Settimio Severo, nel tentativo di omaggiare l’oracolo, ne ordinò il restauro. Oltre a cambiare l’aspetto esteriore della statua, che non appariva più gemella rispetto all’altra, la riparazione delle crepe modificò l’acustica interna, rubando per sempre quella voce tanto famosa nel mondo antico.

Due colossi che da millenni alimentano leggende e misteri

Amenhotep III British Museum
Amenhotep III e Sobek

Una splendida torre dorata ospita quella che potrebbe essere la più grande collezione di gin al mondo

Con la sua meravigliosa facciata in stile art deco, l’edificio Parkview Square di Singapore ha guadagnato i soprannomi di “Gotham” e “Batman building” tra gli abitanti del posto. Ma facendo un passo all’interno della sua hall si rivelerà uno spazio caldo e decorato pieno di tappeti rossi e una gigantesca torre dorata.

Alta 8 metri, la torre contiene 1.300 varietà di gin provenienti da tutto il mondo. La collezione fa parte di Atlas, un bar aperto all’interno di Parkview nel 2017. Visitatori e lavoratori (l’edificio ospita varie organizzazioni, tra cui le ambasciate per Mongolia, Austria e Emirati Arabi Uniti) possono sorseggiare gin dalle regioni più lontane come la Bolivia, il Belgio e il Giappone e alcuni risalenti al 1910. Raddoppiando l’atmosfera di Gilded Age, il menu dei cocktail del bar ruota attorno a gin e champagne.

Prima di Atlas, lo spazio serviva da Wine Bar con un tocco insolito: il barista, vestito da fata, avrebbe “volato” attraverso un meccanismo a filo per recuperare le bottiglie nella torre. Mentre i giorni dei barman volanti sono passati da tempo, l’esperienza di sorseggiare un Martini o un Francese 75 in questo spazio elegante non è meno grandiosa.

Martini
Francese 75

Fonte: Atlasobscura.com

Una cava con gli occhi che ti fissano dall’alto? Esiste ed è una delle più grandi attrazioni della Bulgaria, a 120 km da Sofia

In Bulgaria esiste una caverna molto suggestiva, soprattutto per i due larghi fori che presenta in cima, soprannominati “Oknata”, ovvero “Occhi di Dio”. Si tratta della Cava di Prohodna, una delle destinazioni più famose del nord della Bulgaria. Situata a 2 chilometri dal villaggio di Karlukovo e a 120 km dalla capitale Sofia, Prohodna è l’attrazione del passo di Iskar Gorge, un valico che passa attraverso i monti Balcani, collegando Sofia a Mezdra.

La spettacolare grotta si presenta come una cavità carsica lunga 262 metri. A renderla unica sono i due enormi e suggestivi lucernari naturali, formatisi in seguito ad un particolare fenomeno di erosione. Situati uno vicino all’altro, hanno una forma davvero singolare: questi enormi fori che si sono naturalmente formati sul tetto della cava, sembrano proprio due occhi giganti, ancora più suggestivi quando c’è la luna piena, che appare quasi simile ad una pupilla “divina”.

Non è un caso se le persone del luogo hanno ribattezzato i due lucernari scavati nella roccia gli “Occhi di Dio”. Guardata da una certa angolazione, la Cava di Prohodna assomiglia addirittura ad un viso proteso verso il basso, con gli occhi che guardano in giù. Pensate che quando piove, sembra che stiano piangendo!

La conformazione di questa cava, unica al mondo, l’ha trasformata in una delle più grandi attrazioni della Bulgaria. Per accedervi ci sono due ingressi, conosciuti con il nome di Small Entrance (piccola entrata) e Big Entrance (grande entrata). La prima misura 35 metri di altezza, mentre quella più grande è alta 45 metri. Questo rende la Cava di Prohodna il più grande passaggio scavato nella roccia della Bulgaria.

I giochi di luce creati dai grandi fori sul tetto della grotta sono visibili da entrambi gli accessi, creando l’effetto di due occhi che stanno guardando il sole dalla buia profondità della cava. I bulgari li chiamano sia “Occhi di Dio” che “Occhi del Diavolo”, tanto che nel 1988 sono stati immortalati nella pellicola del film bulgaro “Time of Violence”. Un tempo probabilmente abitata o usata come luogo per riti esoterici, oggi la cava di Prohodna è una delle location più popolari per il bungee jumping.

Fonte: Siviaggia.it

Nella lista dei modi per sentirsi in pace con la natura ed essere circondati dal silenzio e da paesaggi mozzafiato, stare in una casa sull’albero persa nelle Alpi sembra un’opzione abbastanza buona.

È esattamente quello che vuole essere l’ultimo progetto dello studio di architettura milanese Peter Pilcher: lo studio ha svelato il suo design per tre case sugli alberi vicino alla città austriaca di Kitzbühel, famosa per le sue piste da sci che sono tra le più famose al mondo (e le più pericolose).

Le case sugli alberi faranno parte di un hotel a 7 stelle in fase di sviluppo e la loro caratteristica principale è che sono elevate dal suolo della foresta, che si innalzano sulle cime degli alberi e offrono agli ospiti, che soggiornano in esse, una splendida vista sul paesaggio alpino tutto intorno a loro. Vanno da 60 a 80 metri quadrati e saranno dotate di una grande camera da letto e un bagno, nonché di un soggiorno e una sauna per le più grandi. La camera da letto si affaccia sulla foresta e sulle montagne all’esterno grazie a una parete vetrata per avere una vera “esperienza spaziale nella natura”, come afferma l’azienda.

Le case sugli alberi sono ispirate agli stili dell’architettura locale e costruite principalmente in legno, il che ha il doppio vantaggio di essere sia sostenibile che disponibile localmente. L’esoscheletro esterno in legno non solo crea una sensazione accogliente ma consente anche un’illuminazione interessante: durante il giorno, la luce filtra all’interno creando un effetto giocoso, mentre di notte le case sugli alberi brillano, illuminando la foresta intorno a loro.

Fonte: lonelyplanet.com


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