La mia avventura nel deserto parte da Erfoud!
Durante il mio tour in Marocco, arrivo a Erfoud, una deliziosa cittadina nel cuore del Paese e centro vitale della grande oasi di Tafilalet, una sorprendente macchia verde che contrasta con il paesaggio circostante. Mi trovo alle porte del Sahara, un deserto di rocce e dune di sabbia fine, che cambia colore ad ogni movimento dei raggi del sole, dal giallo oro al rosso intenso fino alle delicate tonalità rosa del tramonto.
Soggetto ai capricci del vento e ad altre circostanze naturali, il deserto è in continua evoluzione e le immagini davanti ai miei occhi si fissano nella memoria, consapevole di aver vissuto un attimo irripetibile!
Costruita dai francesi accanto al corso del fiume Oued Ziz, che le garantisce un costante approvvigionamento di acqua, Erfoud mi piace sin dal primo istante!
Gli edifici di sabbia rossa spiccano tra palmeti rigogliosi e bellissime Kasbah, tra una natura maestosa e una cultura secolare,
sotto un cielo, che di notte, sembra non avere confini.
La città è vivace, ricca di ristoranti e hotel. Visito l’imperdibile souk, dove, una volta entrata, perdo la cognizione del tempo, inebriata da aromi di spezie colorate, da oggetti di artigianato, cibo fresco e dal vero protagonista di questa terra: sua maestà il “dattero”!
Mi raccontano che nel mese di ottobre si svolge la “Festa dei Datteri”, quando svariate tribù si riuniscono per celebrare il dolce frutto, maturato durante l’estate, con numerose degustazioni di cibo accompagnate da canti, balli e musica tradizionali, al ritmo di tamburi e circondati dalle tipiche tende berbere, richiamando visitatori provenienti da tutto il Paese. Dall’entusiasmo del racconto, percepisco che si tratta di una celebrazione molto radicata nella cultura locale, che esprime un legame spirituale tra il popolo e i preziosi frutti di una terra piena di vita, ma circondata da uno spettacolare territorio roccioso apparentemente inospitale.
Poco distanti da Erfoud, le bellissime cave regalano uno stupendo marmo nero e la sabbia restituisce numerosi fossili marini risalenti a milioni di anni fa, da cui vengono creati oggetti decorativi, ambiti acquisti dei turisti, che non perdono l’occasione di visitare il Museo dei Fossili, a memoria del passato fertile di questa zona attualmente arida.
Salgo in cima ad una ripida collina fino alla fortezza di Borj-est, dalla cui sommità domino tutto il paesaggio: la valle che ospita Erfoud, l’oasi e il deserto e decido di esplorare le straordinarie zone circostanti.
Al sorgere del sole, in Jeep, raggiungo la vicina oasi di Merzouga, ultimo avamposto prima di inoltrarmi tra le spettacolari dune e raggiungere la maestosa Erg Chebbi, icona del deserto sahariano! La luce rossa dell’alba si diffonde velocemente conferendo mille riflessi alla sabbia.
Non avrei mai immaginato che il deserto potesse esprimere così tante sfumature di colore!
Vi chiederete: ma non hai mai mangiato durante questo tour?
La cucina marocchina mi ha conquistata! Immancabile è il cous cous, che ha un sapore completamente diverso da quello che conoscevo. Mi sono seduta attorno ad un tavolo rotondo davanti alla tipica pentola in terracotta in cui è stato preparato con carne, verdure e spezie e ho addirittura mangiato con le mani, come da usanza locale!
E quando ho partecipato al rito del tè, preparato con foglie di menta fresca, bevuto tre volte consecutive, ripetendo un rituale antico, volto ad offrire la massima ospitalità, ho colto appieno il fascino di un Marocco ancora autentico, insieme a sapori, profumi e ricordi che ho sempre nel cuore!
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