La vita a Ojmjakon
Le poche centinaia di abitanti del villaggio in Siberia hanno adottato particolari accorgimenti per poter sopravvivere non solo al freddo, ma al congelamento istantaneo di tutto ciò che normalmente viene usato nella quotidianità.
Situato vicino al fiume Indigirka nel Nord-est della Repubblica di Sacha-Jacuzia, il villaggio detiene uno dei record dei luoghi nel mondo dove sono state registrate le più basse temperature in zone abitate, addirittura si dice fino a -69,9 °C. D’estate tutto cambia: la massima arriva a ben + 35°!!!!
Complici sono le montagne poste ai lati della località che intrappolano il vento nelle valli e lo spingono all’interno della cittadina; di conseguenza le temperature si abbassano.
Il villaggio, che ora è popolato da 800 persone, sorse come avamposto per i soldati durante il periodo staliniano. Sulla rotta verso i gulag, l’intera aerea attraversò periodi storici bui, considerando le deportazioni di prigionieri, prevalentemente politici, che venivano mandati a morire nei campi forzati in Siberia. Un impianto a carbone fornisce il riscaldamento per l’intera cittadina. Il terreno è costituito dal permafrost, perennemente ghiacciato, ed essendo impossibile coltivare alcunché, l’alimentazione degli abitanti di Ojmjakon è basata soprattutto su carne di renna, di cavallo e sul pesce, che appena viene pescato è già congelato. Anche il cielo ha un particolare riverbero dovuto ai cristalli di ghiaccio presenti in sospensione nell’aria.
La vodka non manca mai…
anzi è servita ad una perfetta temperatura ambiente!
Parliamo della quotidianità!
Nelle nostre abitudini di vita diamo per scontate molte cose: l’acqua corrente in primis! A Ojmjakon non esiste, perché a quelle temperature si congelerebbero all’istante acqua e tubazioni. All’esterno di ogni abitazione ci sono blocchi di ghiaccio da cui viene ricavato il prezioso liquido per ogni esigenza. Non parliamo delle toilette… penso con terrore alle notti fredde e buie in cui bisogna uscire per far scivolare sulla neve ciò che normalmente lasciamo nel nostro comodo bagno in camera…
C’è anche una norma che permette ai bambini di rimanere nel loro lettone caldo e non andare a scuola…. ma soltanto se la temperatura è inferiore a -55°!!!! Ricordiamolo ai nostri figli quando fanno storie di mattina, perché il meteo non è confortevole….
Anche i suoni e la voce vengono modificati dal freddo, ma si parla poco all’aperto, perché si ghiaccia anche la saliva e l’aria che entra in gola diventa tagliente.
E il povero cavallo Yakut!?!? È una specie di pony artico, animale tozzo, ma perfettamente adattato al luogo, a cui si congela la schiena che viene sbrinata con cura.
Sicuramente le aziende che vendono frigoriferi non hanno molta fortuna in queste zone! Nell’unico negozio del paese, anche il latte viene venduto sotto forma di cubetti congelati!
Parliamo dell’estate!
Immagino che tutta la popolazione attenda con trepidazione l’arrivo di una stagione estiva più clemente…. Ebbene questo luogo esprime il peggio proprio in estate: +35°, con un’umidità tale da pensare di stare in un hammam e nugoli di zanzare che colpiscono con regolarità la pelle liscia liberata da ogni tossina grazie all’afa!
Gli abitanti sembrano perfettamente adattati all’ambiente, hanno una vita longeva e soprattutto godono di ottima salute!
Non esistono alberghi, ma i rari turisti sono ben accolti in casa di qualche famiglia disponibile e il sindaco di Ojmjakon li riceve personalmente e consegna loro un certificato che ne attesta la visita.
Un piccolo suggerimento: siccome le automobili vengono tenute all’interno di garage riscaldati, se siete in giro non spegnete l’auto quando vi fermate… rischiate che non parta più!
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